Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Elsinor    28/09/2016    6 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il gufo picchiò sulla finestrella dietro il letto. Quando mi affrettai ad aprire, cercò di spiccare il volo in una fiera planata all'interno della stanza, senza calcolare le dimensioni della finestra rispetto alle sue chiappe. Risultato, strillò parecchio e perse molte piume.

«Oh, cazzo!»
Sì, c'erano motivi per imprecare, e anche tanti, oltre al gufo arrabbiato che rischiava di richiamare l'attenzione dei vicini.
Primo: ero sotto tiro di un Mangiamorte armato e pericoloso.
Secondo: avevo il fondato sospetto che il Mangiamorte e l'unico mago che desiderava aiutarmi fossero la stessa persona.
Terzo: avevo appena ricevuto una Strillettera dal mio capo.

Accesi la radio cercando una canzone abbastanza rumorosa. Ho la vecchia radio che avevo a casa dei miei, quindi è abbastanza magica e prende la frequenza di Radio Strega Network anche se sto in un condominio babbano. Cioè, diciamo che il più delle volte la prende.
Aprii la Strillettera con il coltello del burro.
La voce del capo esplose sopra i riff delle Sorelle Stravagarie: «HO FATTO GIÀ BENEFICIENZA AD ASSUMERTI, CREDI PURE DI POTERTI PERMETTERE DI STARE A CASA DUE GIORNI A GRATTARTI IL...»
Gli avevo detto che mi ero beccato il vaiolo di drago, ma evidentemente non ci era cascato oppure non gliene fregava niente. A ogni modo non avevo mai preso un giorno in due anni (ok, tranne la volta dell'intossicazione da Doxy e quella in cui ero scappato dagli gnomi), quindi era un'ingiustizia bella e buona.
Per fortuna (se così si può dire) avevo problemi più importanti del venire licenziato.

Per esempio dovevo trovare un modo per neutralizzare Kingsman, fisicamente o mentalmente che fosse, legarlo a una sedia e convincerlo a svelarmi la sua vera identità.
La sua insistenza nel voler mettere le mani sulla sfera mi aveva insospettito, per questo avevo mentito su dove l'avevo nascosta.
Riflettendoci, non era strano che lui si fosse trovato al posto giusto al momento giusto, che mi avesse spiato e seguito? Che intervista doveva mai fare uno del Settimanale delle Streghe, al Ministero? Cornelius Caramel e la sua bombetta erano forse il sogno erotico delle lettrici?
Nessuno meglio di lui avrebbe potuto rubarmi la bacchetta e inscenare tutta la storia della Trasfigurazione e sostituzione.
La sua posizione era la migliore per recuperare la sfera e togliermi discretamente di mezzo.
Aveva pochi scrupoli, tanti segreti, era ambizioso e neanche i suoi amici si fidavano di lui.
Perché non poteva essere lui il Mangiamorte?

«ANCHE L'ELFO È PIÙ UTILE DI TE, ALMENO QUALCHE MAGIA LA SA FARE...»

Mi accesi una sigaretta e osservai il devasto, assolutamente genuino e autoprodotto, del mio monolocale mansarda. Durante tutto il tempo in cui ero stato a Berkshire House nessuno aveva effettivamente approfittato della mia assenza per mettermi a soqquadro casa cercando la sfera. Se il Mangiamorte era Kingsman, la cosa era anche logica.
Forse dovevo chiamare Guzzle? Giustamente, lui qualche magia la sapeva fare, e già una volta mi aveva salvato brandendo la Burrobirra.
Già, la Burrobirra...forse far ubriacare Kingsman poteva essere un'idea. Secondo la tele (in casa avevo anche la tv, recuperata dall'appartamento vicino dopo che la vecchia inquilina aveva tirato le cuoia) i Babbani facevano così per far rivelare i segreti alla gente, fargli fare quello che volevano e anche fare sesso. L'ultima magari potevo risparmiarmela...anche se, visti i precedenti, delle tre sarebbe stata l'impresa più facile.

"...e questo era il nuovo singolo delle Sorelle Stravagarie, più arrabbiate che mai dopo una breve parentesi più melodica...breve per fortuna, dice qualche critico!"

Che odio, quando il dj inizia a parlare sopra le ultime note della canzone! Scandagliai intanto la dispensa, anche se sapevo già il contenuto a grandi linee: nulla.
Avevo giusto finito di mangiare toast coi fagioli ed ero in mutande perché mi era finito il sugo sulla maglia e sui pantaloni.

«...SEI SPARITO LASCIANDOTI DIETRO UNA SCIA DI GNOMI INCAZZATI, MA NO, NEANCHE ALLORA TI HO LICENZIATO...»

Miracolo! Mi era rimasta una bottiglia di rum di ribes rosso. Lasciai la sigaretta appesa all'angolo della bocca e andai all'armadio a cercare dei vestiti puliti (quelli di prima li avevo tirati su dalla sedia accanto al letto).

«...HO AVUTO PIETÀ PER I TUOI GENITORI CHE NON HANNO COLPA...»

 "...ci saranno grandi sorprese a Hogwarts quest'anno, magari avere ancora quell'età, eh? Allora torniamo un po' indietro nel tempo e ascoltiamo questa canzone che ci faceva dire..."

«Caaaaazzooooooo!»

La sigaretta mi cadde di bocca e la bottiglia di mano, spaccandosi sul pavimento in un'esplosione di liquido rosso e cocci di vetro. Uno dei frammenti mi tagliò la caviglia, ma non ci feci caso, come non feci caso al calpestarli indietreggiando: dall'armadio, il volto in ombra del Mangiamorte mi fissò, e il suo mantello si spostò mentre con tutta la calma del mondo fece un passo verso di me.
Raccolsi il pezzo più grande rimasto della bottiglia (il collo con poco altro attaccato) e menai un fendente nella sua direzione. I bordi erano belli affilati, ma nemmeno li guardò. Si fermò giusto un attimo, come per educazione, poi tornò a venirmi incontro. I frammenti di vetro scricchiolarono sotto i suoi piedi, e io indietreggiai ancora. Piano B.
Gli lanciai direttamente addosso il pezzo della bottiglia e senza neanche guardarla andare a segno girai sui tacchi e scappai.
Scappai, scappai.
Ora maledicevo il disordine, ma benedicevo l'angustia dell'appartamento e il poco spazio tra l'armadio e la porta, che infilai per catapultarmi FUORI!

Mi chiusi la porta dietro con un botto assordante e scivolai coi piedi nudi sul gelido pavimento del pianerottolo, accompagnato da uno strillo di donna e l'esclamazione di un uomo.
Eh?
«Ma che fa?!» squittì la signora del piano di sotto, coprendosi la bocca con la mano con un gesto più teatrale che reale «Oddio, è sempre stato un ragazzo strano, ma questo ancora non l'aveva mai fatto...»
«Non si preoccupi, mi sorprendo di rado.» la rassicurò con distratta disinvoltura l'uomo al suo fianco «Ciao, Silas.»
«Ho aiutato il signor Kingsman a prendere l'ascensore. Gli ho detto che sono abituata agli uomini che non sanno fare niente da soli, sa, grazie a mio marito.» la signora sembrava già un po' meno sconvolta, forse per effetto di Kingsman o perché spettegolare la calmava «Oddio, ma quello è sangue?»
«C'è il fottuto Mangiamorte lì dentro!» sbottai indicando la porta chiusa «Fa' qualcosa!»
Se Kingsman si sorprendeva di rado, beato lui, io ero così sorpreso che mi ci volle un po' prima di articolare quelle grida.
La signora assunse un'aria molto interdetta, Kingsman si illuminò.
«D'accordo, d'accordo.» cantilenò, tirando fuori la bacchetta dalla giacca dell'impeccabile completo babbano con cui era vestito (?!) «Lo chiudo dentro o lo attiro fuori?»
«Non è il momento di fare il coglione! C'è il Mangiamorte sul serio!»
«Io chiedevo seriamente, infatti. Ci sono finestre accessibili, e quante? Non l'abbiamo visto né sentito dal pianerottolo, quindi da dove è entrato?»
«Dall'armadio, cazzo!»
«Ok, spostati» puntò la bacchetta «Alohomora!»
La porta si spalancò ed emettemmo tutti un grido. Io, la signora del piano di sotto e Kingsman, anche se il suo era più di sorpresa che di paura. Così sembrava, almeno.
Il Mangiamorte, che effettivamente era alto e piazzato come lui, fece un passo al di là della cornice della porta, sempre con andatura calma, imperturbabile. La bottiglia doveva averlo mancato completamente!
Mosse la testa coperta dal cappuccio per cercarmi con lo sguardo, e nel vedere gli altri si fermò, parve esitare...
«Fai un cazzo di incantesimo!» urlai a Kingsman, che per tutto il tempo aveva tenuto la bacchetta puntata senza fare un tubo. Non sembrava più sorpreso e nemmeno spaventato, guardava il cappuccio del Mangiamorte con gli occhi a fessura, guardingo. Fece un passo in avanti, andandogli incontro, e flettè lievemente il braccio con la bacchetta.
Il Mangiamorte gli restituì lo sguardo e...
...Crack!
Si gonfiò di colpo fino a strabordare dalla cornice della porta e invadere quasi tutto il pianerottolo, non più umanoide ma stranamente piatto e squadrato.
Davanti a noi invece di un uomo incappucciato troneggiava ora la facciata di un negozio.
Un negozio con la vetrina bordata d'oro piena di manichini e l'insegna verde con scritto Kingsman's Maghi di Classe in lettere d'oro.
Io e la signora del piano di sotto rimanemmo a bocca aperta e senza parole, ma Kingsman scoppiò a ridere, facendo tremare il negozio come sotto terremoto.
Distese il braccio e concluse il gesto della bacchetta: «Riddikulus!»
Pof! Il negozio sparì lasciandosi dietro solo una nuvoletta di fumo.

«...uno stupido Molliccio.» dissi io in tono piatto.
«Ah, sai cos'è un Molliccio» commentò Kingsman, con ancora il sorriso sulle labbra «Perché hai avuto paura, allora?»
«Perché prima del fatto del cimitero con me prendeva una forma diversa» replicai secco. Con l'adrenalina che calava, il dolore ai piedi cominciava a farsi sentire «ma so benissimo cos'è un Molliccio, ne ho stanati migliaia pulendo i cessi.»
«Io invece era un secolo che non facevo questo incantesimo. Però mi è venuto bene, eh?» mi sorrise, sfacciato e su di giri «Mi merito un bacio? Ma nooo, dimenticavo che il vecchio Alec non è abbastanza in gamba per qualcuno.»
«Ehi!» protestai tra i denti, accennando con gli occhi alla signora del piano di sotto, che aveva gli occhi spalancati e non perdeva una parola.
«Tranquillo. Tanto le faccio un Incantesimo di Memoria tra poco.»
Sospirai, incrociando le braccia più strette perché crepavo di freddo «Non è questione di essere in gamba, è questione che preferirei baciare un Dissennatore che la tua faccia da cazzo.»
«O-oh!» esclamò Kingsman, teatrale «Che crudeltà! È questo il mio ringraziamento? Signora, venga qui, stia tranquilla...»
Osservai la signora del piano di sotto farsi fiduciosamente obliviare dal giovanotto attraente e ben vestito, poi li osservai entrambi farsi mille salamelecchi per salutarsi.
«Al ritorno si ricordi: pulsante zero!» cinguettò la signora scendendo le scale.
«Giusto, giusto: il pulsante zero.» ripeté gioviale Kingsman, tutto soddisfatto di aver imparato una parola nuova. Si girò verso di me e mi squadrò con sguardo condiscendente dalla punta dei capelli ai piedi nudi insanguinati «Mi inviti a entrare?»











Angolo dell'autrice: finalmente un capitolo un po' movimentato! Anche se non sembra, nessuna bottiglia è stata maltrattata durante la scrittura di questa storia. In questo capitolo abbiamo tra l'altro scoperto che l'alcol non risolve sempre i problemi...con il problema Kingsman avrà invece miglior fortuna? Seguite per scoprirlo! Recensioni ubriache o sobrie sempre ben accette!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Elsinor