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Autore: DolceZeref    30/09/2016    2 recensioni
I nostri impavidi eroi (?) si ritroveranno tutti insieme per passare una rilassante giornata al mare.
Ebbene, fin qui niente di strano, peccato che fra sveglie all'alba, gare di schizzi, sovraffollamento di gente in spiaggia, castelli di sabbia e nuove conquiste non riusciranno né riuscirete a stare fermi nemmeno per un momento! Come se la caveranno?
Non sono brava con le introduzioni.
Dal testo:
Quel giorno era speciale. Non era un giorno qualsiasi, ma IL giorno, perché insieme ai loro amici avrebbero trascorso un'intera giornata al mare.
...
-Le armi segrete per resistere all'invasione di mezzogiorno?-
-Ci sono-
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Germania/Ludwig, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Una normalissima giornata al mare (Seconda parte)

Era arrivata l'ora di pranzo.
Faceva caldo.
Era mezzogiorno e, cosa ancora più importante, iniziava ad affluire in spiaggia la marea di gente-che-vuole-a-tutti-i-costi-un-posto-anche-quando-non-c'è-spazio.

-Lud, è tempo di agire- disse Gilbert serio (?).
-Tira fuori le armi segrete-
I due annuirono e sotto gli occhi esterrefatti dei loro compagni fecero comparire dalla borsa da mare, non chiedetemi come perché non lo so nemmeno io, del filo spinato, nove caschetti precisi e delle pistole ad acqua.
-Ma che cappero...- mormorò Lovino.
-Non possiamo discutere adesso, qui si tratta di sopravvivenza e spazio vitale- lo interruppe Germania -Svelti, mettetevi i caschetti e cominciate a costruire un fosso mentre io srotolo il filo spinato- ordinò con un tono che non ammetteva repliche. Mancava soltanto l'oggetto misterioso ed eravamo a posto...

Fu così che soltanto dopo una decina di minuti, accompagnati dal fedele ed immancabile fischietto di Ludwig, finirono i lavori assegnati manco fossero una ditta di ruspe.

-Bene, soldati, siete stati mandati qui per combattere, non per giocare-
-Veramente dovevamo passare una giornata di completo relax, non hai letto il titolo della fiction?- s'intromise Roderich, che era pieno di sabbia.
-Dettagli, non distruggere la quarta parete- ribatté l'altro -Questa è una guerra, potreste anche non uscirne vivi-
-Esagerato- disse Alfred -Io...ehm ehm, noi siamo degli eroi, ma soprattutto io-
-Non si interrompe il generale- lo fulminò Germania -Comunque...oh, no, sta cominciando, tenetevi pronti con le pistole ad acqua, presto verremo circondati-
-Ma generale, io ho paura- ammise Feliciano.
-Non importa, dovrai combattere con tutte le tue forze. Ricorda: non devono toccare il pranzo-

-Ed ora buona fortuna, soldati-

Da questo momento in poi iniziarono ad arrivare sempre più persone, complete di ombrelloni e borse frigo, determinate a trovare un posto nonostante non ci fosse. La dimostrazione di come pure in una tranquilla spiaggia può esserci il putiferio più totale. Cominciarono a colonizzare lo spazio intorno alla proprietà (?) dei nostri eroi, che seppur con dei giocattoli in mano parevano evidentemente abbastanza minacciosi, quindi una volta che non ci fu nemmeno uno spillo libero arrestarono la loro opera di conquista. Il peggio sembrava passato: adesso ci si poteva dedicare al pranzo senza ulteriori intoppi...forse.

-Il pericolo è scampato, pare che i nemici non abbiano più intenzione di invaderci- annunciò Ludwig, togliendosi il caschetto ed appoggiando la sua pistola ad acqua come fecero anche gli altri -Adesso possiamo- si sentirono dei gorgoglii non meglio identificati provenire dagli stomaci di alcuni -mangiare, esatto-
Sistemarono gli ombrelloni in modo che l'ombra fosse dove erano seduti, così da non far scottare la loro fantastica pelle, testuali parole come sempre.
-Neee, Germania, io ho preparato il pranzo-
Il tono innocente di Italia lo fece subito preoccupare, tanto che gettò appunto un'occhiata piuttosto preoccupata ai suoi panini. -Non hai portato la pasta, vero?- chiese mooolto preoccupato.
-So che ti piace tanto, però questa volta tanto per cambiare ho fatto le lasagne-
Ora come ora sarebbe molto difficile per me descrivere la faccia che fece l'altro, quindi immaginatevi un misto di incredulità, sollievo perché non c'era la pasta, rimpianto di quest'ultima perché sarebbe andata meglio, voglia di scappare a gambe levate il più velocemente e lontano possibile e cose di questo genere.
-Sai, avevi ragione sul fatto dei panini...- gli bisbigliò Gilbert. Peccato che il suo cervello fosse andato in tilt, Feliciano aveva interpretato il suo sbigottimento come qualcosa di buono e lui doveva trovare-una-scappatoia-al-problema-prima-che-non-si-potesse-più-uscire-da-quella-situazione-possibilmente-senza-ferire-i-sentimenti-di-Italia-suscitando-l'ira-di-Lovino. Fu in quel momento che il ragazzo dagli occhi dorati trascinò vicino a loro una borsa frigo con dimensioni fuori dalla norma, con dentro una fornitura a vita, ok forse no ma quasi, di cibo. Inutile dire, o magari utile, che le facce dei presenti impallidirono. Fu proprio in quel momento, però, che Ludwig si rese conto che i suoi compagni non si erano portati niente da casa e da lì venne l'idea. Dopo minuti estenuanti di trattative e lamenti che non starò a scrivere perché durerebbero pagine intere, come se già questo non fosse abbastanza, i due fratelli riuscirono quindi ad ottenere il permesso di mangiare in santa pace i loro panini mentre agli altri toccavano le lasagne.

Prima di continuare, vorrei chiarire una cosa. Non è che le lasagne di Feliciano non fossero buone e appetitose, anzi c'è un motivo se di solito porta sempre lui il pranzo, ma il fatto è che ne fa in grandi quantità e dopo ci si sente appesantiti, dato che che sono davvero troppo buone per non finirle e figuriamoci in una giornata al mare quando si ha voglia di buttarsi subito in acqua quali potrebbero essere le conseguenze. Bene, dopo questa piccola parentesi sulla cucina dell'italiano torniamo alla storia.

Come dicevo, quando non rimase nemmeno una briciola nei piatti dei nostri eroi , questi ultimi erano davvero pieni fino a scoppiare. -Questa volta ti sei superato- si complimentò Romano. -Grazie- rispose il fratello.
-Però erano un po' troppe...- mormorò Antonio.
-Hai detto per caso che non hai apprezzato?- disse Lovino con occhi di fuoco, mentre l'altro impallidì. -Nono, figuriamoci, non lo farei mai...-
-Ecco, appunto-
-Bene, allora direi che adesso possiamo riposarci all'ombra- propose Austria senza nemmeno aspettare una risposta e sdraiandosi pigramente sull'asciugamano. Gli altri non ebbero nulla da ridire per il momento, quindi seguirono il suo esempio e si presero una piccola pausa. A parte il parlottare delle altre persone ed il ridere dei bambini c'era abbastanza tranquillità. Soffiava una brezza piacevole che a tratti scompigliava i capelli, mentre si sentiva lo scroscio delle onde del mare in sottofondo.

Peccato che la calma non durò tanto quanto la maggior parte di loro aveva sperato.
-Uè- disse Gilbert rivolgendosi a Roderich -Sveglia, bel addormentato sull'asciugamano, non è più il tempo di dormire-
-Io avrei qualcosa da ridire in proposito...- ribatté l'altro senza nemmeno aprire gli occhi.
-Dobbiamo fare un castello di sabbia-
-Sei grande e vaccinato, fallo da solo- brontolò dandogli le spalle -Oppure non sei capace?-
Colpito...
-Tsk, io sono Magnifico con la lettera maiuscola, hanno inventato questo termine quando mi hanno conosciuto. E poi è tardi, quindi non ha alcun senso restare qui se si può fare un castello di sabbia con me-
...ma non affondato.
-Sì, continua a crederci-
-Uffa, poi non lamentarti se hai perso un'occasione per stare in mia compagnia- concluse Prussia andando a passo di marcia verso il bagnasciuga. L'altro non rispose né gli rivolse un'occhiata, anche se avrebbe dovuto considerando il sorriso sadico che si stava formando sul viso del primo.

Non trascorse nemmeno qualche minuto, anzi facciamo qualche secondo, che una secchiata, non si sa bene da dove abbia tirato fuori un secchiello e non lo voglio sapere, d'acqua gelata andò a colpire all'improvviso il povero (?) Austria, il quale si mise seduto di soprassalto con un urlo. Però era comunque un urlo virile. Mooolto virile. Peccato che si trovò due occhi rossi davanti insieme al possessore a guardarlo in modo curioso. Secondo strillo virile, con la differenza che stavolta cadde all'indietro. -Ma...!- Il Damerino, nome ufficiale, non riuscì ad articolare più parole.
-Lo prendo come un «d'accordo, vengo a fare un  bel castello di sabbia insieme a te, anche se non eguaglierà mai la tua magnificenza» o una cosa del genere-
Il musicista lo guardò male, mentre l'albino sorrise.

-Niente castelli di sabbia- A parlare era stato Germania, che evidentemente aveva deciso di interpretare Ludwig Jones (ciao ciao zio Indiana) al mare dato che era in costume e binocolo. -Oggi si va alla scoperta di nuove spiaggette isolate tramite l'esplorazione dei dintorni- concluse convinto.
-Sì, come no, come se ci fosse qualcuno disposto a...-
La frase di Gilbert fu interrotta da un alquanto euforico America scattato in piedi alla parola "esplorazione". -Ci penso io! Non per niente sono un eroe!-
-Ma cosa cen...-
Non fece in tempo a finire che i due avventurieri, che si trovavano comunque in spiaggia ma dettagli, iniziarono a dirigersi di comune accordo verso una specie di duna rialzata per controllare col binocolo se ci fossero dei luoghi da conquistare. Sì perché evidentemente non gli bastava essere resistiti all'attacco dei gigan...ehm ehm delle persone colonizzatrici di buchi vuoti, anche se ormai dopo due ore si potevano abbandonare le armi-barra-pistole ad acqua.
...
No, la trincea con annesso filo spinato sarebbe resistita fino a sera, poco ma sicuro.

E fu così che i due impavidi esploratori si avviarono alla scoperta di nuovi territori sparendo alla vista con una musica figa di sottofondo e gli amici che li salutavano commossi con dei fazzolettini bianchi.

FINE

Ehm...non sono sicura che sia andata esattamente così, c'è qualcosa che non mi torna, comunque devo continuare la storia. Dopo la sofferta, più o meno, partenza del tedesco e dell'americano...niente, avevamo lasciato due vecchie conoscenze alle prese con un castello di sabbia, giusto?

-Allora...vieni con me?- domandò Prussia.
-Mpf, sepropriocitieni-
-Che?-
Non ottenne risposta, in compenso l'austriaco prese il secchiello e cominciò a riempirlo di sabbia, suscitando un sorriso vittorioso sul viso del primo.
-Fai tante storie per una dannata costruzione che probabilmente verrà distrutta e poi non mi aiuti nemmeno?- lo riprese scoccandogli un'occhiataccia alla quale il Magnifico ribatté con un ghigno, raggiungendolo.

Dopo pochi minuti di intenso e duro lavoro, si fa per dire, poterono ammirare il risultato della loro fatica, cioè...
-Ta-daaan!-
L'albino lo mostrò al gruppo aspettando i complimenti, che non tardarono ad arrivare.
-Gilbert, quello non è un castello, al massimo si potrebbe definire un fortino con delle mura  appena accettabili!- commentò Arthur, che si era chiesto il motivo di tanta confusione. Evidentemente per lui questo era già un complimento.
-Senza contare che ci andrebbero più decorazioni- aggiunse Francis, che lo stava squadrando con sguardo critico.
-Se siete tanto bravi provate voi a realizzare una bella costruzione- li sfidò Prussia, dirigendosi al suo asciugamano e frugando dentro il pozzo senza fondo comunemente chiamato borsa.

-State a vedere l'abilità del grande Impero Britannico-
-Io sono di certo migliore-
-Una francese non può essere migliore di me-
-Io sono IL francese-
-Rana-
-Bruco-

Si continuarono ad appellare con questi soprannomi e non smisero un attimo per tutta la durata del lavoro, in poche parole uno spettacolo da non perdere. -Pop corn?- offrì il prussiano. L'austriaco non si fece domande circa la loro provenienza ed accettò di buon grado, sedendosi vicino al primo.

Un po' di gente aveva tolto le tende, non in senso figurato ma tende da campeggio vere e proprie, mettendo in atto una specie di pranza-e-fuggi e si era liberato dello spazio sul bagnasciuga, usato subito dai nostri architetti in erba. Ebbene, questi terminarono poco dopo, arrivando in contemporanea ad annunciarlo mentre si guardavano in maniera adorab...ostile.
-Finito!- esclamarono in coro.
Erano entrambi pieni di sabbia dalla testa ai piedi, tanto che parevano cotolette di sabbia, e non smettevano di lanciarsi occhiate furtive in attesa di sapere il vincitore, perché ormai era diventata una gara in piena regola anche se non ho avuto il tempo di darle un nome, ma nonostante tutto i due spettatori si trattennero dal ridere, seppur a stento, o dal fangirliz...no, scusate, mi sono confusa.
Dicevo, quindi sotto gli occhi attenti dei due costruttori si dovettero alzare per poi dare un giudizio sui rispettivi castelli dei sopracitati. Ebbene, iniziarono ad osservarli con sguardo critico girovagandoci intorno ed scrutandone le fondamenta e le rifiniture. Insomma, una cosa seria con la tensione palpabile nell'aria.
...
O almeno, questa era l'idea.
Roderich era piuttosto credibile, con gli occhiali i quali gli davano un che di convincente, ma Gilbert...non lo era affatto.  Aveva una faccia che di serio non mostrava niente e...si mise a ridere più o meno alla vista dei capolavori.
Già.
E questo non andò molto a genio agli altri due, che prima spalancarono la bocca stile anime, con annessa gocciolina, e successivamente lo guardarono male, molto. E per una volta non stavano litigando!
-Vi dirò, sono combattuto: non so decidere quale sia il meno peggio, tu cosa ne pensi?- chiese al primo, che decise di sostenere, per una volta, il suo gioco.
-Non saprei proprio, a mio avviso abbiamo bisogno di un terzo parere- rispose, impassibile.
-Concordo, egregio, chi proponi?-
-Vengo io, almeno la finite di rompere!- s'intromise all'improvviso Lovino dal suo asciugamano, per poi alzarsi a sua volta. Arrivò nel luogo della disputa, scrutò per un attimo le creazioni ed espresse il suo giudizio.
-Fanno schifo tutti e due, adesso potete lasciarci finalmente in pace-
Inutile dire che suscitò addirittura più sgomento di prima. Meglio per voi che non sappiate come li avessero costruiti, altrimenti mi denuncia la guardia per la salvaguardia dei castelli di sabbia.
-Ma come?!- esclamò Arthur.
-Sono fantastici- si unì Francis, da notare il sono. Non iniziate a sclerare come me.
-Le mura fanno schifo, le decorazioni fanno schifo, il complesso in sé fa schifo...devo continuare?-
Morale della favola? Mai assumere un italiano come giudice? No.
Mai creare dei castelli orrendi ed assumere un italiano come giudice se non si vuole finire in depressione.
Ehm...forse non era esattamente così...

Comunque, mentre i sopracitati si deprimevano, gli altri due sfoggiavano un sorriso vittorioso e l'ultimo-ma-non-per-importanza cercava di capire che problemi avessero, arrivarono Germania ed America, di ritorno dalla loro esplorazione e forse conquista.

Ecco, mi piacerebbe tanto dire che ci fu una commovente scena a rallentatore dove gli avventurieri vennero accolti fra gli applausi e le lacrime del resto del gruppo, ma non successe così. Pensandoci bene, non ce ne fu nemmeno il tempo considerando che i primi due non si persero un attimo in queste cose e mollarono velocemente i loro strumenti a terra prima di ricadere esausti sugli asciugamani. Pareva avessero attraversato il deserto da quanto erano sfiniti ed ansimanti.

Già.
Molto epico.

-Ehi Alfred, come è andata? Avete colonizzato qualche posto sperduto?- domandò Inghilterra, che evidentemente voleva cambiare discorso.
-N...o...- rispose l'interpellato, senza fiato.
-E allora che avete fatto per tutto questo tempo?- chiese Prussia, non si capiva se stesse scherzando o se fosse realmente curioso.
-Vedi lassù?- disse il fratello, indicando una cima di roccia che si ergeva al di sopra della spiaggia -Ecco, adesso guarda sulla vetta-
In effetti, se si osservava bene, vi si poteva notare una minuscola, microscopica, insignificante e quasi invisibile bandierina con lo stemma prussiano, non ce n'erano altre. Sì, ci impiegarono un po' a reperire qualcosa.
-L'intenzione iniziale era di osservare i dintorni da un'altura e successivamente scoprire qualche luogo sconosciuto- spiegò il tedesco anticipando i compagni.
-Peccato che ci siamo accorti dopo che la montagnetta fosse più ripida del previsto e non ci fossero isolette sperdute- continuò America, ancora con gli occhi fuori dalle orbite ed il respiro a mille.
-Così ci siamo dovuti accontentare di piantare la nostra bandierina lì- terminò il primo.
Presa in giro generale.

-Comunque non è più il momento di pensare a queste cose, sono le cinque in punto, è l'ora del tè- replicò Arthur, che...no, questa cosa è impossibile.

Il sopracitato si era magicamente teletrasportato sul suo asciugamano, non fatevi troppi quesiti (?), ed aveva tirato fuori un set completo di tazzine con annesso termos d'acqua calda, tutte le erbette da metterci dentro che di solito si tengono nelle bustine ed infine del latte. Non solo: aveva pure disposto le tazzine in cerchio e stava parlando con delle creature immaginarie, mentre versava il tè. Faceva tanto Cappellaio Matto. La cosa più assurda, poi, era che Francis si era unito con tranquillità a lui, conversando amabilmente con le fate e gli unicorni! In parole povere, roba da perderci la testa.

Ebbene, le reazioni degli altri erano molto simili alla mia, ergo: avevano la bocca spalancata alla Sebastian de «La Sirenetta». Quindi si allontanarono lentamente verso i loro asciugamani alla sorridi-e-annuisci, facendo finta di dormire per tutta la durata del tè.

Quando furono passati una decina di minuti circa, i nostri eroi decisero che il tempo della pacchia era finito e pensarono bene di andarsi a fare una nuotata.

Ormai erano trascorse un po' di ore e considerando che erano più o meno le sei in spiaggia non era presente quasi più nessuno. Tradotto: finalmente potevano stare in santa pace. Se ve lo steste chiedendo no, non avevano ancora tolto il filo spinato, non ancora.

Comunque, alla fine la nuotata innocente era inevitabilmente diventata una gara a chi-arriva-prima-alle-boe-vince-e-valgono-i-colpi-bassi, quindi si poteva vedere chi tentava di affogare chi, chi tirava per i piedi i compagni, chi li tirava per le braccia, chi si aggrappava a loro tipo koala, chi provava invano a sottrarsi e/o sopravvivere e così via...con Ludwig e Feliciano in sottofondo che se ne stavano tranquilli a chiaccherare.

Non sappiamo esattamente chi vinse, le fonti sono incerte, diverse ed inattendibili, ma evidentemente lasciarono perdere anche i diretti interessati perché si misero a giocare a pallavolo con un pallone tirato fuori da una borsa dalla dubbia provenienza.

Il resto della giornata, inoltre, passò senza che ci fossero ulteriori problemi, fra risate e fantastiche acrobazie spettacolari varie.

Il sole in quel momento stava tramontando all'orizzonte, nel punto in cui il cielo ed il mare s'incontrano, creando meravigliose sfumature arancioni ed azzurre.

Dopo un po' i ragazzi si salutarono e tornarono alle rispettive case, non quelle di Hogwarts sia chiaro: Ludwig e Gilbert, Lovino e Feliciano, Antonio, Francis, Arthur ed Alfred.

Nonostante tutto avevano passato una gran bella giornata divertente, che non aveva mancato di riservargli molti sorrisi, ma da qualche parte c'era ancora un bambino che cercava il suo secchiello, che gli aveva chiesto un tizio con i capelli bianchi e gli occhi rossi...Prussia, ti sei per caso dimenticato qualcosa?


Spazio dell'autrice
Ed ecco il secondo capitolo di questa fiction!
Coscienza: Finalmente.
Lo so che ci ho messo un po', ma con la scuola e varie cose fra cui altre storie ho scritto poco al giorno.
Coscienza: Per non parlare della lunghezza.
So pure questo, ma mi sono lasciata un po' andare.
Coscienza: Forse dovevi fare tre capitoli.
Forse me lo dovevi dire prima.
Comunque, spero di avervi strappato una risata o magari un sorriso.
E, dato che posso, ringrazio la mia adorata Sakurina che recensisce sempre e la mia Eliza che mi dà sempre un parere su ogni mio sclero. Senza dimenticare chi ha messo la fiction nelle preferite/seguite/ricordate. Però mi farebbe lo stesso molto piacere che mi lasciaste una recensione per sapere come vi è sembrata!
Detto questo mi dileguo, ci sentiamo presto.
   
 
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