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Autore: _Son Hikaru    30/09/2016    2 recensioni
Eccomi qui tornata a rompere le scatole con una nuova storia, questa volta a capitoli. Non essendo per nulla portata per le presentazioni vi pongo semplicemente una semplice domanda:
E se Riccardo non fosse così bravo in tutte le materie scolastiche?
E se fosse bocciato in matematica e dovesse frequentare i corsi di recupero?
Dal capitolo1:
" Lui si vergognava profondamente del poco, anzi pochissimo impegno che aveva dimostrato quell’anno verso la matematica. Si ripromise, prima di sedersi all’ultimo banco attaccato al muro, che mai più in vita sua avrebbe trascurato così una materia scolastica. "
Spero di avervi incuriosito, vi aspetto dentro
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 8
 
Quando Riccardo, svoltato l’angolo del marciapiede, entrò finalmente nell’immenso cortile della scuola si sorprese nel ritrovarlo praticamente deserto, l’unica presenza erano gli alti e robusti alberi di ciliegio, non vi era nemmeno uno di tutti gli innumerevoli studenti che nel corso delle vacanze aveva dovuto preparare uno o più esami di recupero.
Sembrava proprio che a nessuno, a parte lui e Jane (che sarebbe arrivata a breve), importasse di conoscere i risultati degli esami.
Poco male, si disse poi, almeno se avesse scoperto di essere stato bocciato non si sarebbe dovuto sorbire le risatine divertite di tutti i suoi compagni o di tutti quegli studenti ai quali i professori lo avevano costretto a dare ripetizioni nel corso dell’anno, e che certamente sarebbero stati più che felici di deriderlo.
Se avesse scopeto di essere stato davvero bocciato l’unica persona che sentiva di volere veramente al suo fianco era Jane, perché solo il suo sorriso era in grado di confortarlo.
Arrivato in prossimità del muretto, davanti al quale si sarebbe dovuto incontrare con Jane, Riccardo non poté proprio trattenere un’esclamazione di stupore nel trovarvi seduto Axel Blaze, colui che fino a qualche tempo prima era stato il Grande Imperatore del Quinto Settore.
Con il cuore che gli batteva stranamente più veloce in petto, Riccardo costrinse le proprie gambe a muoversi per avvicinarsi, seppur a passo lento, a lui.
“Buon giorno signor Blaze” si affrettò a salutarlo cordialmente lui. Sentiva le spalle incredibilmente rigide al solo pensiero che Axel, l’attaccante della Raimon che lui aveva sempre ammirato, potesse non approvare lo scarso impegno che aveva dimostrato nel corso dell’anno passato nella matematica.
Axel alzò lo sguardo leggermente assonnato puntandolo su Riccardo. Lo guardò per qualche istante prima di salutarlo con un sorriso appena accennato.
“Ciao Riccardo, come stai?”
“Bene grazie, la gamba ormai è già completamente guarita” rispose lui cercando di non risultare troppo rigido.
“Ne sono felice” sorrise Axel
“Grazie” Riccardo accennò un inchino leggermente imbarazzato da tutta quella situazione. Si chiese inevitabilmente per quale assurdo motivo Axel Blaze fosse lì proprio in un giorno di vacanza, quando perfino il club di calcio era chiuso. Forse, pensò sorridendo mentalmente, era stato colto da un’improvvisa nostalgia dei vecchi tempi e aveva deciso di tornare a fare una visita alla Raimon.
“Sei qui per i risultati degli esami?” gli chiese subito Axel per evitare che fra di loro scendesse fin da subito un silenzio imbarazzante.
A quella domanda Riccardo si irrigidì ancora di più, non aveva proprio voglia di dire ad Axel  dell’esame di recupero, era una cosa della quale si vergognava profondamente e preferiva di gran lunga evitare di raccontarlo a troppe persone. Ma in fondo Axel non poteva sapere del suo esame e quindi avrebbe sempre potuto raccontargli una piccola bugia. Stava appunto per farlo, raccontandogli che in realtà lui era lì semplicemente come supporto morale per una sua amica che sarebbe arrivata a breve, quando, quando allegra e inconfondibile la vocetta di Jane lo fece voltare di scatto  verso la scuola.
Allontanandosi con una piccola corsetta dall’edificio Jane li raggiunse in pochi secondi.
“Eccoti finalmente, oggi ti sei fatto attendere” lo canzonò con un sorrisetto lei.
Riccardo ridacchiò sommessamente evitando di rispondere alla sua provocazione proprio davanti ad Axel, come se davanti a lui volesse sembrare un ragazzo perfetto, dai modi garbati e dalle emozioni controllate.
“Lei è…” era sul punto di presentare Jane ad Axel ma le parole gli morirono in gola sostituite da un “eh?” sorpreso e appena bisbigliato quando sentì Axel chiamare la sua amica per nome. Si conoscevano già?
“Ci hai messo tanto Jane, stai bene vero?” chiese lui con apprensione
“Sì, ho solo aiutato un professore a portare in aula dei fogli, erano cos’ tanti papà che mi ha fatto un po’ di pena e gli ho offerto il mio aiuto” rispose sorridendo allegramente lei gironzolandogli attorno come fosse un cagnolino bisognoso di attenzioni. Axel non perse tempo e subito le carezzò affettuosamente i capelli verdi raccolti in una coda tutto fuorché ordinata, facendola ridacchiare e arrossire leggermente.
Suo padre…
Riccardo si fermò a queste parole, e nonostante le avesse sentite chiaramente con le proprie orecchie non riusciva davvero a crederci.  Come poteva essere possibile che a soli undici anni, perché Axel aveva solo undici anni in più di Jane, avesse avuto una figlia?
Cercò di convincersi che era stato solo frutto della sua fantasia e che in realtà lei non lo aveva affatto chiamato papà. Era solo l’ansia per il risultato dell’esame a giocargli brutti scherzi, e poi non si assomigliavano per nulla!
Tuttavia vederli parlottare così allegramente, come se si conoscessero da sempre, accese nel suo cuore una grande curiosità, così grande che si dimenticò per qualche attimo delle buone maniere che lo avevano sempre contraddistinto, e senza preoccuparsi di nascondere la sua incredulità si intromise nel loro discorso e chiese:
“Hai detto papà?”
Quando Jane si voltò a guardarlo, puntando lo sguardo nel suo, a Riccardo parve quasi sorpresa da quella domanda, come se per lei fosse una cosa ovvia. Poi il suo sguardo si riaccese, come se le fosse venuta un’idea all’improvviso, e sorridendo imbarazzata si affrettò a dargli spiegazioni:
“Scusa” biascicò lanciando una veloce occhiata ad Axel “È che ormai ci ho fatto l’abitudine e quando qualcuno mi chiede di mio padre non mi viene più naturale dire che sono stata adottata”
“Adottata?!” esclamò lui
La prima cosa alla quale aveva pensato Riccardo nel sentire quella parola, fu che era stata veramente fortunata, sì perché in molti avrebbero voluto ritrovarsi al suo posto, e vivere ogni singolo giorno della propria vita assieme al leggendario attaccante della Raimon capitanata da Evans. Come seconda cosa invece, anche se a dire la verità avrebbe preferito non ammetterlo neppure a se stesso e rimanere chiuso nella sua certezza, era che se Jane era figlia adottiva di Axel allora lui doveva sapere tutto sul suo esame, e pensare che lui era stato addirittura sul punto di mentirgli. Che vergogna, pensò arrossendo leggermente.
“Esatto…” Jane lo guardò, sembrava quasi sconvolto “Va tutto bene?” si azzardò a chiedergli allora lasciandosi sfuggire una risatina.
Riccardo scosse piano la testa, facendo ondeggiare i riccioli color cenere, costringendosi ad allontanare quel fiume di pensieri dalla sua testa.
“Sì, è solo che mi ha sorpreso saperlo… quindi il tuo cognome è Blaze?” chiese poi
“Ufficialmente lo è, ma a scuola per non dare troppo nell’occhio utilizzo ancora quello con il quale sono nata. Ma se ti fa piacere posso dirteli entrambi, così scegli quello che preferisci” sorrise lei
Pensando che non fosse opportuno farle tornare alla mente ricordi legati alla sua famiglia, sicuramente dolorosi, decise che Blaze sarebbe andato più che bene.
“No mi basta questo” le rispose sorridendo.
“Bene!” rispose lei “Allora muoviamoci, il professore che ho aiutato mi ha detto che i risultati sarebbero usciti ora” disse facendogli cenno di seguirla all’interno del grande edificio.
I cartelloni esposti erano tanti, quindi ci misero quella che a loro parve un’eternità per trovare quello della loro classe.
Guardando il tabellone Riccardo degluttì a vuoto in preda alla paura. Ecco ora avrebbe finalmente scoperto il risultato dell’esame e di tutta la fatica che aveva impiegato per riuscire a memorizzare qualche regola di matematica. Non si sentiva ancora pronto ad affrontare una possibile bocciatura, o meglio la bocciatura che era certo di essersi meritato.
Accortasi del suo stato d’animo Jane gli prese gentilmente la mano
“Andrà tutto bene, è impossibile che tu sia stato bocciato, vedi?” disse indicando la scritta “promosso” accanto al suo nome.
Nel leggere quella parola sul volto di Riccardo si dipinse un largo e radioso sorriso che subito contagiò Jane, che scoppiò in una risata argentina.
Erano passati, il suo impegno era stato finalmente ripagato e lui non poteva essere più felice di così.
 
 
 
Angolino autrice<3
Ed eccoci finalmente all’ultimo capitolo di questa piccola storia.
Santo cielo, confesso di essere davvero molto ma molto emozionata, questa è la primissima long (se così si può chiamare una storia con solo otto capitoli) che termino dai tempi della mia iscrizione al sito, quando avevo solo 11 anni, quando scrivevo senza preoccuparmi di nulla. Era da cinque anni che non riuscivo a terminare una storia, ho passato davvero un bruttissimo periodo dopo aver concluso la seconda serie (diciamo così) della mia primissima storia, ed essere qui a commentare l’ultimo capitolo di una mia storia mi rende davvero immensamente felice *AAA*
Ho riscritto questo capitolo almeno 6 volte, non ne potevo più di scrivere e cancellare e scrivere e cancellare, santo cielo è stata una faticaccia, e nonostante tutto il tempo che ci ho speso ancora non ne vado fiera uff…  mi sembra uscita una grande idiozia, ma in fondo che altro avrei potuto scriverci? Il corso di recupero e l’esame erano andati e mi restava solo il risultato eheh, quindi ho pensato che sarebbe stato carino raccontarvi (anche se moooolto brevemente) qual cosina sulle origini di Jane U.U
Ebbene gente siete rimasti senza parole come il caro Riccardo?
Ho scelto di farla adottare proprio da Axel in onore di mia sorella, che ama alla follia Axel, dice sempre che lo vorrebbe come padre, anche se in realtà lo sposerebbe ma… ehm ok se vado avanti mi uccide ehehe e quindi ho scelto lui insomma XP
Spero che Riccardo non sia risultato banale, io cerco sempre di immedesimarmi nel carattere dei personaggi e quindi mi sembrava ci stesse bene l’agitazione di Riccardo davanti ad Axel, io non avrei proprio esitato a mentirgli ehehe, inoltre tramite Riccardo molto spesso sfogo gran parte del mio malcontento nei confronti di certi comportamenti dei ragazzini, come ad esempio ridacchiare davanti alla bocciatura di un altro… ho visto ragazzi che l’hanno fatto e mi ha dato fastidio.
Dunque spero che il capitolo (di 1296 parole*W*) vi sia piaciuto, se volete lasciatemi pure un commentino, ma se avete una critica da farmi ricordate che ho un cuore e quindi siate delicati U.U
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa storia, un ringraziamento speciale alla mia sorellona (_Elwing) preferita che mi ha dato davvero tante ma tantissime idee per i capitoli di questa storia e grazie perché hai recensito ogni capitolo *AAA*, e ad Alexiochan che ha seguito tutta la storia commentando ogni singolo capitolo dandomi forza e voglia, soprattutto voglia, di continuare questa storia.
Davvero grazie grazie a tutti per aver seguito questa storia così importante per me
Un bacione (con la promessa di rivedersi prestissimo)
Hika<3<3
  
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