Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: QuelloStranoEremita    02/10/2016    0 recensioni
L'agente Marion è giunto in Italia in missione esplorativa super segreta. Sotto falsa identità dovrà ottenere informazioni che potranno essere potenzialmente pericolose per il bene di tutti.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nella cabina rotonda, illuminata dai led bianchi al centro del soffitto erano seduti, erano seduti undici agenti della missione 152, a braccia conserte, in attesa che il generale Dorion proferisse parola. La tensione era densa: il silenzio tombale era rotto soltanto dai suoni dei calcolatori e dei macchinari che mantenevano la loro nave spaziale sulla rotta per il loro pianeta natio. Marion, seduto accanto ai suoi compagni Derion, Xarion e Sirion, i membri del nucleo di esplorazione, rimaneva immobile come una statua, senza battere ciglio, immerso nei suoi pensieri. Guardava Dorion, sua sorella e suo superiore, che restava leggermente chinata in avanti su di un tavolo, con le braccia tese e le mani poggiate a pugno chiuso, poggiando i palmi. Davanti a sé, Dorion aveva un disco ovale, sottile e color argento, grande come il palmo della sua mano. Lo osservava con gli occhi strabuzzati, il sudore che dalla fronte scorreva accanto al terzo occhio e le bagnava le labbra. Deglutì, e si rivolse ai suoi sottoposti.

“Agenti, sapete bene quali saranno le conseguenze di questa missione, vero?”

Tutti scossero la testa, il loro modo di annuire.

“E sapete bene che la perdita di Дarion ci condurrà in un mare di guai, io per prima, vero?”

Tutti volsero lo sguardo verso l'unico posto lasciato vuoto. Erano infatti rimasti in tre nel nucleo di analisi. Nuovamente tutti annuirono.

“Ad ogni modo” incominciò Forion, seduto accanto al posto lasciato dal collega, “non è dipesa da noi la scomparsa di Дarion. Nessuno di noi ha fatto nulla per provocare gli esseri umani. Sono stati loro a prenderlo e a portarlo chissà dove. E noi abbiamo fatto di tutto per rintracciarlo, ma non siamo riusciti a...”

“È assurdo che con le nostre tecnologie non riusciamo a trovare una persona su un pianeta arretrato e grande la metà del nostro” sbraitò Dorion. “Non è mai successo nulla di questo genere nella storia dell'Organizzazione. E la Confederazione si farà sentire non appena faremo rapporto”.

“Io escluderei questi allarmismi” disse Gsirion, uno dei quattro del nucleo di raccolta. “Certamente la Terra ha ottenuto il più basso Punteggio Evolutivo nella storia della Confederazione, ma non credo affatto che inizieremo una guerra immediatamente”

“87, Gsirion” disse Durion, alla sua destra. “Sotto a 90 una società è considerata pericolosa per la prosperità della Confederazione. E nessuna società che abbiamo studiato ha mai ottenuto un punteggio al di sotto di 95. E aggiungo” disse poi, alzando la voce e assumendo il suo solito tono pedante, “che dai dati sulle caratteristiche naturali del pianeta, la Terra avrebbe ottenuto un punteggio di almeno 140, un punteggio altissimo per un pianeta così piccolo. Quindi per ottenere 87 evidentemente gli esseri umani devono essere davvero una razza bruta, stupida, irrazionale. Peggio delle bestie. Mi confermate, gruppo di analisi?”

“142, per essere precisi” confermò Forion, con voce cupa. “Gli esseri umani non sono così stupidi, tuttavia. Hanno ottenuto un punteggio abbastanza alto nello sviluppo tecnologico. È questo che li ha fregati: fossero stati dei veri bruti con clave e vesti di pelle, probabilmente avrebbero ottenuto almeno 90, poco per poter entrare nella Confederazione, ma abbastanza per essere lasciati in pace”.

Marion, in tutto questo tempo, era rimasto in silenzio, sempre immobile, con la schiena china, i gomiti sulle ginocchia e le mani a reggere le guance. Lo sguardo perennemente in basso.

Dorion se ne accorse, ma evitò di commentare.

“Agenti, silenzio. Nessuno di noi ha responsabilità per il punteggio ottenuto dalla Terra. Ma ciascuno di noi è responsabile per la scomparsa di Дarion. Abbiamo compiuto il nostro dovere in maniera grossolana, e ne dovremo rispondere. Non appena atterreremo per la cerimonia del rapporto della missione, il Consiglio della Confederazione, così come tutti i media, si accorgeranno immediatamente della mancanza di uno di noi, ma l'attenzione della massa sarà rivolta subito a quello che verrà fuori da questo maledetto disco. Ed allora sì che saranno guai. Già immagino i quotidiani che spingeranno sulla distruzione della Terra e lo sterminio degli umani”.

“Non farla così tragica!” esclamò Furion, “Nessuno tra i centocinquantuno popoli è così violento, né razzista. L'opinione pubblica non si voterà subito alla guerra”.

Dorion si girò di scatto verso di lui “Altro che guerra, sarà genocidio. E ricorda che sono sempre un tuo superiore”

“Chiedo scusa,” rispose Furion, abbassando i toni “ma secondo me la maggior parte dell'opinione pubblica sarà vorrà ignorare o al massimo isolare la Terra da qualsiasi relazione con la Confederazione”.

“Hai studiato poco, Furion” rispose Durion, saccente. “Posso ricordarti cosa successe subito dopo la missione X-22, quando i Frigdani ottennero un punteggio di 89 e decidemmo di lasciarli in pace? Dopo appena cinquecento anni svilupparono astronavi cariche di materiale esplosivo lanciate a velocità superluminale. Vai a chiedere ai Derpeliani come se la cavarono allora. Lo sterminio della razza frigdana fu l'unica soluzione: erano assetati di sangue e di risorse e la diplomazia per loro era una barzelletta”.

Furion posò la schiena sulla sedia “Solo perché è successo una volta, non vuol dire che debba succedere ancora...”

Un campanello interruppe la discussione.

“Attenzione: atterraggio sul pianeta Magisterion tra cinquanta secondi. Si prega di tornare in posizione”

Dorion, infastidita, si accomodò sul suo posto dietro il tavolo e si allacciò una cintura metallica. Anche tutti gli altri si sistemarono ai loro posti.

La nave spaziale, dapprima quasi silenziosa, iniziò a rumoreggiare con i suoi motori antigravitazionali. Rombi a diverse tonalità si susseguivano lentamente, mentre sullo schermo dietro la scrivania di Dorion lampeggiava la scritta “Atterraggio automatico in corso”. Ad un certo punto i rumori si arrestarono. Seguì il silenzio di tutto l'equipaggio. La parete alla destra dello schermo si illuminò: una linea bianca rettangolare percorreva tutto il perimetro della parete. Alcuni rumori di pistoni ad aria pressurizzata indicarono che il portellone della nave spaziale stava per aprirsi. Dorion si alzò dalla sua sedia rapida si pose davanti alla parete.

“Agenti”, intimò lei poi “vi prego di mettervi in posizione e mantenere il sorriso più falso che riuscite a fare. Salutate la folla, guardate nei fotovisori dei giornalisti e fate finta che andrà tutto bene. Cerchiamo di rimandare il più possibile una pessima figura”.

Dorion si voltò.

“Anche tu, Marion. Cortesemente, in posizione”.

Marion non si era nemmeno alzato. Chiamato dalla sorella, si destò, si alzò lentamente e si posizionò dietro di lei. Si erano messi in una formazione molto scenica, come un piccolo esercito: Dorion in testa, due file da quattro persone, rispettivamente il nucleo di esplorazione e il nucleo di raccolta, e dietro i tre del nucleo di analisi. In testa, come una condottiera, Dorion si stava sistemando la sua tuta, pronta per affrontare il bagno di folla che li avrebbe accolti fuori.

Il portellone iniziò ad aprirsi. I rumori della folla dall'esterno iniziarono a sentirsi sempre più forti: voci, musica, clic di fotovisori, qualche tromba e qualche fuoco d'artificio. Le voci di centocinquantuno specie aliene diverse echeggiavano sempre più forti. I dodici agenti erano tesissimi.

Quando il portellone era quasi del tutto aperto, trasalirono: un tappeto di colore verde smeraldo, ampio e liscio, partiva dalla rampa da cui sarebbero scesi e li avrebbe condotti direttamente d'innanzi ai centocinquantuno membri del consiglio della Confederazione, i capi di stato dei pianeti a loro volta membri della “superpotenza universale, portatrice di saggezza, giustizia, progresso e democrazia”, come si usava dire. Ai lati del tappeto un mare di folla sconfinato: dai nani di Ktallian ai giganti del pianeta doppio Perro, dagli anfibi del pianeta acquatico Gloom agli uomini piumati di Farragine, tutte le razze si erano lì riunite per quel momento storicamente importante. Tutti volevano vedere se la Terra era pronta per essere contattata ed accolta nella Confederazione. Tutti sarebbero stati delusi se così non fosse stato. E gli agenti della missione, e Dorion che ne era la responsabile, ne erano consapevoli.

I dodici percorsero il tappeto, salutando la folla estasiata ed acclamante, e sorridendo ai flash dei giornalisti. Nessuno pareva essersi accorto dell'assenza di Дarion. D'altronde, l'eccitazione era troppo alta per notare questo dettaglio, e anche se qualche giornalista li osservava interrogativamente e qualcuno bisbigliava con il vicino chiedendosi perché ne mancasse uno, gli agenti giunsero indisturbati di fronte a Khit-Horion, presidente della Confederazione, del primo pianeta membro Magisterion, e connazionale di tutti gli agenti della missione. Khit-Horion accolse Dorion abbracciandola e avvolgendola con la lunga tunica presidenziale. Il rosso rubino della tunica risaltava contro il verde del tappeto e della pelle, e rifletteva le luci dei flash dei fotovisori della folla come se fosse una gemma preziosa. Subito dopo, però, la folla si quietò, musiche e trombe abbassarono i toni, e i flash si ridussero a quelli dei cronisti ufficiali dell'evento. Era infatti giunto il momento della cerimonia ufficiale.

Khit-Horion drizzò la schiena, nonostante l'età, e con voce tonante:

“Generale Dorion! In quanto presidente della Confederazione, a nome di ognuno dei membri del consiglio...”

Iniziò una lunga sequela di nomi difficilmente pronunciabili di presidenti, razze e pianeti, della durata di circa dieci minuti.

“... chiedo a voi, agenti della missione 152, il rapporto finale sulla natura e sulla condizione del pianeta Terra e della razza Umana, per poter avere il vostro responso scientificamente determinato e poter decidere in via definitiva l'accoglienza del pianeta come centocinquantaduesimo membro”.

La voce di Khit-Horion rimbombò dagli altoparlanti diffusi per tutta la piana di Khianaan, luogo della cerimonia. Nonostante fosse una pianura ampia centinaia di chilometri quadri, miliardi di individui l'avevano quasi completamente ricoperta.

Dorion si schiarì la voce ed avvicinò alla sua bocca il piccolo audiofono che un piccolo alieno le aveva appena posto. Estrasse dalla tasca il disco ovale che aveva messo in tasca e disse:

“A lei, presidente, a voi, membri del consiglio, e a tutti i popoli della Confederazione, io, Generale Dorion, e i tre nuclei della missione, porgiamo a voi il frutto delle nostre ricerche” e le porse il disco. Il presidente lo prese tra le mani e si avvicinò al tavolo rotondo dove tutti gli altri membri erano seduti. Si sedette, premette un pulsante inserito nel tavolo, da cui uscì un piccolo chiodino d'acciaio. Il presidente posò il disco in modo che rimanesse in bilico proprio al centro. Una luce sotto al disco lo illuminò e immediatamente un gigantesco schermo-ologramma si accese al di sopra del tavolo. Altri schermi-ologramma si accesero sulle teste della folla, e in tutta la pianura chiunque era pronto per vedere il contenuto tanto atteso (e temuto) del rapporto.

Una serie di immagini del pianeta Terra, di boschi, foreste, montagne, animali, città e attività umane iniziarono a susseguirsi rapide, accompagnate da frasi in Kvu, la lingua comune a tutte le razze, lette da una voce femminile calda e suadente, ovviamente sintetizzata.

“PIANETA TERRA

Popolato dalla specie chiamata Umanità

La Terra è un pianeta ricco di risorse, dotato di una grandissima varietà di ambienti, climi, e specie animali e vegetali di ogni forma.

L'Umanità domina incontrastata, e anch'essa si esprime in molteplici forme e culture diverse.

La popolazione è di circa sette miliardi di unità”

Un brusio di ammirazione si levò dalla folla. Sette miliardi era infatti una quantità molto bassa per la popolazione di un pianeta, almeno secondo gli standard della Confederazione, e pertanto essere stati considerati come potenziali membri era stato visto da tutti lodevolmente per un popolo così numericamente minuto.

“Ma questo non ha fermato l'Umanità dallo sviluppo di tecnologie molto avanzate”, continuò la voce sintetizzata. Nel frattempo, Dorion si era accostata al presidente, sussurrandogli all'orecchio.

Il video stava volgendo al termine. “In conclusione, il pianeta Terra e la popolazione Umana hanno ottenuto complessivamente un Punteggio Evolutivo pari a...”

Tutta la folla trattenne il respiro. O almeno, quelli che effettivamente respiravano ossigeno.

“...87”

Gli schermi-ologramma erano colorati di una tonalità scura di rosso. Un gigantesco 87 li aveva riempiti tutti. Miliardi di individui erano ora nel più totale silenzio. Si poteva sentire solo lo sbattere delle ali di qualche specie volante, e il rumore dei motori a reazione di una piccola navicella che stava atterrando di fianco ai membri del consiglio proprio in quel momento.

Trenta secondi di silenzio lunghissimi che vennero scossi dal più forte boato di frustrazione, dolore, rabbia e delusione che si sia mai potuto sentire. I membri del Consiglio e gli agenti salirono subito sulla navicella che decollò immediatamente. Dorion era stata lungimirante nel consigliare il presidente di chiamare quella nave: un tumulto di giornalisti aveva già preso d'assalto il tavolo rotondo mentre la folla, riversatasi anche sul tappeto verde, lanciava maledizioni, gridava, piangeva e tirava oggetti verso l'alto, tentando invano di colpire la navicella spaziale.

Su di questa, il presidente, Dorion e Marion, seduti in quest'ordine uno affianco all'altro, assieme a tutti gli altri, erano in un silenzio imbarazzante. Quando la navicella fu già in quota, ben lontano dalla ressa, il presidente sbraitò:

“Generale Dorion, cosa diavolo è successo su quel pianeta? Come hanno fatto ad ottenere un punteggio così basso? E soprattutto” disse contando rapidamente con lo sguardo gli agenti, “perché siete solo in dodici?”

Dorion abbassò lo sguardo. Era bloccata. Marion se ne accorse e corse in suo aiuto.

“Signor presidente, se mi permette, temo sia meglio parlarne con calma in un convegno ufficiale. Sono successe molte cose durante la missione. C'è bisogno di tempo”.

“E dell'agente mancante? Non ditemi che è rimasto sulla Terra”

Marion prese un lungo respiro. “Temiamo sia stato ucciso dagli esseri umani, signor Presidente”.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: QuelloStranoEremita