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Autore: DryJ    02/10/2016    2 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III

 

Per l'ennesima volta in quei due giorni, Nicolas passò davanti a quella stanza per dirigersi nella sua. Poteva essere come tutte le altre, con una porta in legno come tutte le altre. Ma non per lui.
Varie voci giravano per il castello, espandendosi a macchia d'olio, voci riguardanti le ospiti che vivevano li dentro e che per nulla al mondo sarebbero uscite. Consumavano i loro pasti segregate e le poche serve autorizzate a portarglieli avevano confidato alle colleghe di aver avuto un incontro ravvicinato con delle creature del demonio.
Ovviamente non si spiegava il motivo per il quale il conte Di Ponthieu tenesse nel suo castello due creature tanto pericolose.
A volte aveva poggiato l'orecchio al legno scuro della porta per cercare di captare qualche verso grottesco o ruggito gutturale, ma sempre senza successo.
Quella volta fu diverso.
Appena superata la stanza, sentì la voce di due fanciulle che non parevano avere nulla di infernale. Dal tono di voce con il quale comunicavano avrebbe detto stessero discutendo animatamente, se non proprio litigando.
La curiosità fu tanta per cui in un primo momento poggiò l'orecchio alla porta per ascoltare ma si rese conto, con una nota di vergogna, che quello non era affatto un comportamento che si potesse addire ad un futuro cavaliere. “I cavalieri affrontano dubbi, ombre e nemici sempre di petto”, così ripeteva sempre suo padre.
Poggiò la mano sulla maniglia di ferro, richiamò a se tutta la delicatezza di cui poteva disporre per non farsi sentire, con un gesto aprì leggermente, facendo in modo che solo una fessura gli permettesse di guardare dentro ma non di essere visto. La visuale però non era delle migliori, la porta aveva impercettibilmente scricchiolato facendolo sudare freddo e non poteva permettersi un ulteriore rumore che avesse potuto attirare l’attenzione delle ragazze, quindi si accontentò di quella fessura sperando di essere fortunato e scorgere qualcosa in più.
"Ovviamente- si disse- se le fanciulle dovessero essere svestite richiuderei senza indugio alcuno".
Due figure si mossero, ma la scarsa luce che filtrava dalla camera non gli permise di vedere meglio e la cosa lo irritava non poco.
La mano che gli si posò sulla spalla lo fece sobbalzare.
<< Nicolas! Non dovresti spiare in questo modo barbaro! >> lo rimproverò Michel.
<< Ho sentito delle voci concitate e ho temuto stesse accadendo qualcosa! >> tentò di difendersi il giovane Sancerre invano davanti allo sguardo fisso dell'amico.
Basito dal suo comportamento, l'altro rispose << Avresti potuto bussare con i dovuti modi e lasciarle la loro intimità, come mio padre comanda! >>.
<< Ho sentito la voce sconosciuta di un uomo- mentì- ho temuto fossero in pericolo >>. Distratto da Michel, Nicolas non si era reso conto che aveva perso il controllo della presa sulla maniglia e aveva così aperto ulteriormente la porta della stanza.
Inesorabilmente, i rimproveri del giovane De Ponthieu giunsero fin dentro disturbando la discussione delle ragazze.
Sèlene si voltò di scatto verso la porta, Cassandra intravedendo i due giovani dietro le spalle della sorella non perse tempo e si nascose dietro una delle grosse tende, spaventata.
La più grande si avvicinò alla porta, minacciosa, con gli occhi piccoli di rabbia e più taglienti che mai. << Si può sapere che diavolo succede qui? Vi siete per caso persi dentro il castello? Se è così, vi do un consiglio spassionato, portatevi dietro una mappa così la prossima volta eviterete di invadere le stanze degli altri- si voltò verso Nicolas, se avesse potuto lo avrebbe incenerito con il pensiero - O per caso siete venuti sin qui di proposito perché volevate vedere i mostri del demonio di cui tanto si parla, mi sbaglio? >> ruggì lei per poi guardare anche Michel. Quello che loro si ritrovarono davanti non fu altro che una ragazza di una bellezza spiazzante, alta e sinuosa, la pelle diafana come quella di una perla, spettinati capelli argentati e occhi ora di un grigio sbiadito, ora bianchi come il latte, ora brillanti e inquietanti, la luce delle candele e il suo oscillare sotto gli spifferi d'aria ne alteravano il colore. Labbra invitanti, rosse e piene erano contorte in una smorfia strafottente. Indossava un abito semplice nero come la notte risaltando i colori del suo incarnato inconsueto. << Allora?- li canzonò lei- La mamma non vi ha insegnato che è maleducazione fissare? >> tuonò ancora, mettendosi a braccia conserte e battendo nervosamente la punta del piede per terra.
<< Hey!- sbottò Nicolas, colto sul vivo- ho temuto stesse accadendo qualcosa ed ero pronto ad intervenire! >> aggiunse infine con incredulità e un lieve timore, avendo realizzato solo in quel momento quell'aspetto così inusuale e per lui quasi insensato.
Anche Michel si riprese dallo stupore << Mia signora, sono mortificato per ciò che è appena accaduto e che le vostre orecchie hanno dovuto udire- disse con una mano sul petto, riferendosi all'evidente bugia che Nicolas continuava imperterrito a riproporre- non vi disturberemo ulteriormente. Passate una buona notte >>.
Di tutta risposta Sèlene sbatté con forza la porta chiudendola a chiave dall'interno facendone vibrare i cardini esterni.
<< Chi erano? >> chiese Cassandra facendo sbucare solo la testa turchina scarmigliata e tanto buffa. << Due idioti, nulla di importante. Volevano curiosare come del resto cercano di fare tutti gli altri >> le rispose la sorella accigliata. "Sono passati solo due giorni e già non ne posso più di stare qui" si disse mentre andava ad affacciarsi alla finestra aprendola, chiuse gli occhi lasciandosi accarezzare dal vento fresco e facendo rabbrividire la sorella che si era piazzata davanti al camino per riscaldarsi.

***

La luna era alta in cielo ormai già da parecchio.
Cassandra non era riuscita a chiudere occhio.
Era stanca di stare rinchiusa in quella stanza per volere di sua sorella. Presa dall'insonnia si accertò che lei dormisse profondamente, scivolò cauta giù dal letto cercando di non emettere nemmeno un suono. Si infilò le scarpe, prese in prestito la veste pesante che avevano consegnato a Sèlene usandola a mo di vestaglia, essendo fisicamente diversissime le ricadeva enorme sulle spalle; non perse tempo ad acconciarsi i capelli e li lasciò sciolti, così lunghi da arrivarle a metà coscia, si voltò ancora una volta accertandosi che Sèlene dormisse ancora.
Prese coraggio ed uscì dalla stanza.
Era emozionata, la sua testa viaggiava a briglia sciolta pensando a quali meraviglie avrebbe potuto vedere. Lei non era mai stata dentro un castello come quello, non era mai stata dentro ad una vera casa figuriamoci dentro un posto del genere e non poteva certo perdersi un'occasione simile, non le sarebbe mai più ricapitato nella vita.
Passo dopo passo scese ai piani inferiori cercando di non incrociare nessun servitore, guardia, famiglio o nobile. Effettivamente non aveva una meta precisa, non sapeva come orientarsi, era tutto così grande; si fermò a riflettere e dopo aver superato una delle tante finestre che davano ai cortili decise di optare per uno dei giardini. L'unico modo però, era passare per il salone d'ingresso e uscire dal portone che, sicuramente, era uno dei più sorvegliati. Sospirò pesantemente, amareggiata. Si acquattò nelle scale sopra la sala, gettò uno sguardo al di sotto per vedere la situazione, si sentiva una ladra eppure non stava andando a rubare nulla, lei non era sua sorella. Non poté fare a meno di ammirare la bellezza di quel luogo, li si tenevano sontuosi banchetti con tanto di balli.
"Quanto mi piacerebbe danzare qui" si disse malinconica.
Un movimento però attirò la sua attenzione, le guardie che controllavano l'ingresso parlottavano tra loro amichevolmente, erano distratte e il portone era aperto quanto bastava per poterci far passare un corpo esile come il suo.
Così decise, si incamminò stando rasente al muro nascosta dall'ombra. La porta era sempre più vicina e lei non vedeva l'ora di uscire. Prese coraggio, sgattaiolò fuori passando dietro la schiena di una delle due guardie senza farsi vedere e in un lampo fu libera. Corse qualche metro per allontanarsi quanto bastava dagli uomini che chissà cosa tutto le avrebbero fatto o detto trovandola lì a quell'ora di notte da sola per di più a zonzo per il castello.
La neve era alta e gelida, i suoi piedi affondavano ad ogni passo, ma a lei non importava, era riuscita a ritagliarsi un po' di tempo lontano da quella camera soffocante e da quell'arpia di sua sorella. "Di giorno deve essere ancora più bello, non oso immaginare come diventerà in primavera o in estate" pensò lei ammirando il paesaggio innevato che le si presentò davanti, si strinse nelle spalle la veste da camera e iniziò a camminare tra gli alberi dalle candide fronde.
<< Nicolas sveglia!- sussurrò Noelle mentre scuoteva il fratello con le mani poggiate sulle sue spalle- svegliati! Mi devi accompagnare! >>.
<< Domani >> rispose infastidito lui, con la bocca impastata dal sonno.
<< No adesso! Ho visto una cosa che potrebbe interessare pure te! >>
L'attenzione e la curiosità di Nicolas si accesero come una lampadina, risvegliando lo di colpo << Di cosa si tratta? >> rispose mettendosi a sedere e strofinandosi gli occhi con il medio e il pollice della mano destra.
La sorella afferrò il suo mantello dalla poltrona lanciandoglielo addosso << Ti attendo fuori, fa presto! >>.
Una volta fuori dalla stanza i gemelli si diressero verso la scalinata che li avrebbe poi portati al piano inferiore.
<< Ho visto una delle ospiti del conte De Ponthieu uscire fuori in giardino >> disse Noelle.
<< Come ha fatto a eludere la sorveglianza? >>.
<< Erano distratti e lei in silenzio è riuscita a sgusciar via >>.
<< E tu come hai fatto a vederla? >> chiese nuovamente Nicolas.
<< Beh, non avevo sonno e ho pensato di sgranchirmi le gambe >>.
Le guardie, per la fortuna dei giovani Sancerre, erano ancora distratte dai loro frivoli discorsi per cui a turno riuscirono ad uscire all'esterno.
La temperatura invernale e notturna strappò a Noelle un lamento strozzato costringendola a stringersi nel suo mantello.
Nicolas si guardava intorno, non sapeva bene se cercare la ragazza dalla chioma argentea o l'altra, anche se non l'aveva mai vista. La scarsa luce inoltre non aiutava affatto.
Si sentì trascinare per un braccio, la sorella lo portò dietro un albero << Eccola è lì! >> mormorò lei alzando la mano e puntando il dito per indicargli la posizione.
Cassandra era accovacciata sulle ginocchia stando ai piedi di uno dei tanti alberi, in mano teneva un uccellino dall'ala ferita che gocciolava sangue macchiando la neve.
Lei lo accarezzò delicatamente prima di coprirlo con la mano destra, la piccola creatura stava rigida come un cubetto di ghiaccio, respirava a malapena alzando e abbassando il petto piumato. Si accertò che nessuno stesse osservando o fosse nei paraggi, chiuse gli occhi concentrandosi, sussurrò qualcosa più volte in una lingua incompressibile e dal suo palmo fuoriuscì una tenue luce rosata. Durò per qualche attimo, alzò la mano e l'uccellino si rizzò subito in piedi cinguettando felice e sano.
Lo lasciò andar via felice anche lei di aver aiutato un anima gentile.
Noelle trasalì e il fratello non fece in tempo a tapparle la bocca per evitare emettesse qualsiasi tipo di suono, si era irrigidito per la paura tanto da dimenticare il freddo.
Cassandra si voltò allarmata verso la loro direzione, sgranò gli occhi e il suo viso divenne dello stesso biancore della neve. Non riuscì a spiccicare una singola parola e rimase a fissarli spaventata mentre sudore freddo le colava lungo la schiena, congelandola "Sono finita" pensò col cuore che pulsava in gola.
Noelle uscì dal nascondiglio automaticamente mettendo le mani alte e bene in vista, il suo corpo si mosse quasi del tutto da solo e lei si rese conto di dover fare qualcosa per tamponare quella brutta situazione. Avanzò con gambe tremanti e non seppe riconoscere se fosse più per il freddo o la paura. << Ciao Cassandra >> le disse titubante ,avvicinandosi lentamente.
Anche Nicolas saltò fuori sistemandosi accanto alla gemella, come per tener meglio d'occhio la situazione e intervenire in caso di bisogno, si maledì tra se per non aver portato almeno un'arma.
La ragazzina indietreggiò turbata, guardò Noelle poi Nicolas accanto a lei e ora il suo colorito da cinereo si tinse di tutte le sfumature esistenti di rosso. << Mia...mia signora, voi...voi non dovreste stare in giro qui fuori, po...potreste ammalarvi. Io...io ora devo andare, vi auguro una...una buona notte >> rispose lei cercando di troncare sul nascere quella conversazione e con il cuore a mille si voltò e fece per andarsene.
<< Non dirò niente! >> le rispose di getto la giovane De Sancerre per poi correggersi immediatamente voltandosi verso il fratello << Non diremo niente >>.
Nicolas aveva sgranato gli occhi e la fissava incredulo, quella era una strega! Come poteva nascondere la sua natura evitando di denunciarla?
<< Se il Falco D'Argento vi tiene qui nel suo castello significa che c'è un buon motivo >> disse ancora Noelle.
Il ragazzo si morse il labbro inferiore, la gemella aveva certamente intuito i suoi pensieri e aveva risposto indirettamente anche a lui con quell'ultima affermazione. E non aveva tutti i torti 
<< Lo giurate sui vostri nomi, miei signori? >> rispose Cassandra dopo essersi bloccata per voltarsi ora lentamente verso i giovani nobili. << Mia sorella dice che non dobbiamo fidarci di nessuno qui, che ci tradirete alla prima occasione. Vorrei potermi fidare di Monsieur Jean, di voi e di tutti gli altri. Ma chi come me convive con questo dono e maledizione sa che non è mai prudente farlo, io però vorrei provare ad essere diversa, ad essere normale e camminare alla luce del sole con tranquillità come fate voi madame, a testa alta senza temere di incrociare lo sguardo altrui >>. Si contorse le mani durante tutto il discorso, rivolto più a lei che ai gemelli, era angosciata ed era in chiaro conflitto con se stessa. Li guardò, avvicinandosi.
Noelle sorrise stringendosi ulteriormente nel mantello << Non oso nemmeno immaginare quanto voi due vi sentiate sole e abbandonate, ma io e la mia famiglia nutriamo una stima e una fiducia profonda nei confronti del signore di questo castello, quindi so per certo che non sarete un pericolo per nessuno di noi e, insomma, vorrei che voi vi troviate bene almeno per il periodo del vostro soggiorno presso Chatel-Argent >>
Quelle parole colpirono Cassandra con la forza di un pugno. Nessuno le aveva mai parlato con così tanta gentilezza e nessuno l'aveva mai guardata come ora Noelle stava facendo. Non sembrava avere paura di lei o se ne aveva la stava camuffando davvero bene e questo la commosse. Si avvicinò ancora arrivandole a pochi passi di distanza, le prese delicatamente una mano tra le sue ancora calde dal precedente "incantesimo". << Le vostre parole mi riscaldano il cuore madame, dico sul serio, siete gentile come il Falco, sua moglie e vostra madre, non esistono molte persone del vostro stesso rango come voi. Sono al vostro servizio se mi accetterete, mi piacerebbe passare più tempo in vostra compagnia e magari, chissà, potremmo diventare amiche >> le sorrise con sincero affetto e una visibile commozione. I suoi grandi occhi blu brillavano di emozione e invitavano l'osservatore a perdersi dentro quella vastità suadente e pericolosa come il mare.
Nicolas avendola abbastanza vicino poté notare che rispetto a sua sorella erano il giorno e la notte, Cassandra era minuta e fragile, i suoi lineamenti erano dolci, angelici e rassicuranti, piccole fossette ai lati della bocca le segnavano le guance ad ogni sorriso e delle piccole lentiggini le puntellavano il tenero naso arricciato all'insù. Sembrava una madonna in tutto e per tutto, a parte per gli azzurri capelli che lunghi e setosi avvolgevano una buona parte del suo corpo.
Deglutì timoroso di fronte a tutta la sua persona, senza riuscire a pensare o a fiatare, fissò quegli occhi che gli arrivarono fastidiosamente inquietanti nonostante in quel momento fossero estremamente dolci. La grandezza innaturale degli iridi lo spaventava.
Distogliendo lo sguardo disse << Distrarrò le guardie e voi rientrerete >>.
E così fecero.
Nei giorni a seguire, la giovane De Sancerre andava a trovare molto spesso Cassandra. Aveva mantenuto la promessa fattale donandole compagnia in cambio della sua, pure Noelle si sentiva sola in quel castello e non erano rare le volte in cui era annoiata.
Con la giovane ospite del Falco invece aveva la possibilità di parlare, di scambiare opinioni e farsi raccontare qualcosa della terra natia della ragazza e la sorella, sapeva fosse una terra antica e magica, come tante storie affermavano e Cassandra era stata più che felice di raccontargliene di nuove.
Avevano iniziato quindi a darsi appuntamento davanti alla stanza delle due per poi andare in uno dei tanti salotti o nei giardini esterni, ma anche semplicemente per fare di nascosto una passeggiata la notte tra i corridoi del castello.
Nicolas invece non era d'accordo affatto. La sorella stava frequentando una strega fatta e finita passando assieme a lei la maggior parte del tempo. Fosse stata una dama da compagnia l'avrebbe accettato, ma quella sconosciuta era dotata di poteri magici e per certo era devota al demonio. Era sicuro che la fiducia di Noelle sarebbe stata presto ricambiata con qualche brutta fattura.
Così una sera, dopo cena, decise di attenderla fuori dalla sua stanza per parlarle e dare sfogo alle sue ansie.
Sapeva sarebbe uscita a momenti per raggiungere Cassandra.
La porta si aprì e quando la ragazza, sorpresa, gli domandò il motivo della sua presenza, lui rispose << Volevo parlarti a proposito della fuggitiva >>.
Noelle rimase stupita dal tono serio con il quale il fratello le si stava rivolgendo. << Cosa mi vuoi dire? >>.
<< Voglio dirti di non fidarti di lei, è pur sempre una strega nonostante la sua bella faccia. Beh non proprio bella ma hai capito >>.
<< Per l'amor di Dio, Nicolas! È sola e spaventata! Monsieur Jean ha detto che... >>
<< Che possiamo fidarci, si- la interruppe lui bruscamente con un gesto della mano- ma le streghe hanno la capacità di distorcere la realtà e lo sai! Potrebbe o potrebbero averlo incantato! >>.
<< Oh ma insomma! Cosa mai vorrai saperne tu di streghe e magia, dato che l'unica cosa strana che tu abbia mai visto è stata un bacio appassionato tra nostra madre e nostro padre >> ribatté lei infastidita.
<< Quindi vuoi farmi credere di saperne più di me?- le puntò un dito contro minaccioso- è già troppo che la notte tu esca con... >>.
<< Sono abbastanza adulta, caro fratello, da poter decidere quali dame della corte frequentare- stavolta fu lei a interrompere la sua frase- non ho bisogno di te che fai la parte di nostro padre. Tu hai già i tuoi amici, permettimi di averne anche di miei. Con permesso >> a testa alta si allontanò dopo aver chiuso la porta, andando nella direzione della stanza dell'amica.
<< Se vedrò comportamenti scorretti, nostro padre sarà il primo a saperlo >> le disse lui a denti stretti mentre la guardava andar via.
<< Sono una donna che sa badare a sé stessa, Nicolas de Sancerre- rispose lei pacatamente mentre continuava a camminare- e un vero cavaliere sa quando tacere e come rivolgersi a una donna. Tu non sai fare ne l'uno ne l'altro >>.
Lui avrebbe voluto raggiungerla, afferrarla per i capelli e schiaffeggiarla a mano piena ma si trattenne. Si limitò a maledirla mentalmente imboccando il corridoio per dirigersi in camera sua.
Una serva che stava tranquillamente salendo ai piani superiori per portare l'occorrente per la notte ai signori del castello, osservò in silenzio il litigio tra i due fratelli restando nascosta nel buio delle scale di servizio che solitamente venivano adoperate dalla servitù. Dopo che il giovane conte si fu allontanato. Quella sorrise tra se, soddisfatta per aver colto quelle preziose informazioni e si diresse nella sua direzione con tutta tranquillità.

***

La cittadina all'interno delle mura era ormai rintanata nei propri locali, gli unici a scorrazzare fuori per le ronde notturne erano i soldati dei Ponthieu e dei Sancerre e qualche ubriacone che si spostava da una taverna all'altra.
Era una notte tranquilla, il vento freddo penetrava fin dentro le ossa strappando più volte qualche imprecazione ad alcune guardie che circolavano di vedetta sopra le mura di cinta del castello e che ogni tanto si soffermavano a parlare con qualche compagno.
Ma lontani dalla loro vista, due uomini in nero si aggiravano indisturbati tra le vie dell'alta corte. Erano rimasti nascosti dal pomeriggio, dopo essere entrati con un carretto spacciandosi per commercianti venuti da lontano, si erano fatti riconoscere e registrare utilizzando false identità, una volta lontani dal posto di blocco avevano pagato una stalla per nascondere il cavallo ed il carretto in modo così da potersi aggirare leggeri e invisibili.
Erano abili e veloci e per loro quello era un gioco da ragazzi. Si appostarono davanti al portone principale, studiarono la situazione ritenendo poi che era impossibile passare da lì inosservati poiché sarebbero stati visibili a tutta la sorveglianza. Così decisero di aggirare il castello, raggiungendo l'entrata secondaria che veniva utilizzata dalla servitù.
"Troppo facile" fu il pensiero che si generò nella testa di Bard. Si voltò e fece un gesto al suo compagno che annuì in silenzio. Cogliendo l'opportunità tapparono la bocca a due guardie mezze assonnate che stavano pigramente appese alle loro lance, furono rapidi e letali. Un taglio netto e dalle loro gole iniziò a fluire una quantità di sangue inaudita.
Adagiarono i corpi a terra dietro l'angolo del muro, li spogliarono e fecero lo stesso sostituendo i loro vestiti con quelli delle sentinelle. Presero i corpi di peso e recitando come dei veri maestri portarono i cadaveri verso il portone principale.
<< Che diavolo è successo? >> tuonò uno degli uomini dei Sancerre di ronda li.
<< Abbiamo trovato questi due balordi che cercavano di eludere il nostro controllo entrando dal retro di sevizio, hanno opposto resistenza così abbiamo tagliato loro la gola, stiamo andando a gettarli fuori dalle mura, saranno un ottimo pasto per i lupi >> disse Bard con voce glaciale, tra i due era il più alto e il più grosso.
La guardia alzò un sopracciglio con disappunto, si voltò verso il compagno, uno dei Ponthieu, che ricambiò il suo dissenso ma si limitò a dire << D'accordo, domani lo riporteremo a rapporto al conte e comunque fate presto! >>.
I due uomini annuirono e si diressero verso la piccola porta che consentiva alle guardie di uscire al di fuori della corte per le ronde esterne. Gettarono i corpi poco più distante e rientrarono subito dopo.
Era fatta e adesso dovevano solo trovare le ragazze.

   
 
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