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Autore: Lally30    02/10/2016    1 recensioni
Questa è la storia di Hinata e Naruto, una storia che racconta di due vite apparentemente distaccate ma che in realtà sono sempre state legate da una connessione profonda la quale, senza che se ne rendessero conto, li ha sempre tenuti uniti.
Due vite, dunque, inconsapevolmente intrecciate da un vincolo indissolubile, legate da un passato malinconico e riunite dal destino in un luogo dove avrebbero voluto in realtà dimenticare tutto. I due giovani invece dovranno fare i conti con i loro problemi, ma troveranno via via e sempre più nell'altro la forza di reagire ai tormenti del loro passato.
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Tratto dal cap. 14:
Lo stavo ferendo, se non avessi detto nulla avrebbe sofferto e lo avrei perso… lui mi aveva confidato probabilmente il più grande segreto che si portava dentro da tutta la vita dandomi la sua completa fiducia ed io? Come lo ripagavo? Dal momento che non sapevo dimostrargli il mio affetto e la mia compassione a parole, decisi allora di farlo con i gesti.
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Versione revisionata, modificata in alcune parti e corretta (Settembre 2016).
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Cap 13: La verità (seconda parte) 
 
“Hinata cosa ne pensi?” lo avevo intuito… sapevo che volesse una mia opinione al riguardo, ma era difficile.
Non immaginavo di trovarmi di fronte ad una situazione simile, era come se avessi dimenticato come si pronunciavano le parole oppure, semplicemente, avevo paura di usare quelle sbagliate.
“Na-Naruto io… ecco vedi io…” dacché prima mi guardava in trepidante attesa, scostò il volto iniziando a guardare nel vuoto al di là del letto… deluso.
Lo stavo ferendo, se non avessi detto nulla avrebbe sofferto e lo avrei perso… lui mi aveva confidato probabilmente il più grande segreto che si portava dentro da tutta la vita dandomi la sua completa fiducia ed io? Come lo ripagavo? Dal momento che non sapevo dimostrargli il mio affetto e la mia compassione a parole, decisi allora di farlo con i gesti. Mi avvicinai il più possibile a lui, alzai il mio braccio e accarezzai dolcemente con la mano il suo volto bagnato dal pianto “Hinata…” disse il mio nome quasi come se avesse trovato un’ancora di salvezza, adagiò la sua mano sopra la mia, la strinse e la baciò “Hinata, tu non hai paura di me?” sbigottita non comprendevo la ragione della sua domanda e lui capì che doveva darmi qualche spiegazione “ho passato tutta la mia giovinezza ad essere emarginato e giudicato per qualcosa che non avevo commesso… etichettato come il figlio del delinquente” e li capii, aveva paura che potessi considerarlo come suo padre “Hinata mi devi perdonare…” a quella frase rimasi ancora più scioccata cosa voleva dirmi, ma per il momento non chiesi nulla e lo lasciai continuare “non è stato semplice per me… io sono nato a Konoha proprio come Sasuke” questo non lo sapevo, ho sempre pensato che fosse nato a Tokio esattamente come me “Konoha è un paese piccolo, la gente mormora, chiacchiera, è maligna e non si vergogna a mostrare disprezzo in tutti i modi… dagli insulti per strada, all’ignorarti completamente non rispondendo al saluto come se non esistessi, come se fossi morto… non avevo amici, nessuno veniva al mio compleanno… i genitori degli altri bambini dicevano di evitarmi perché ero pericoloso” capivo benissimo cosa volesse dire e improvvisamente mi sentii intrappolata dai ricordi del mio triste passato, come se fossi all’interno del vortice di un potente ciclone dal quale non avevo la benché minima possibilità di uscire nonostante lo volessi con tutte le forze “mio zio Jyraia non sopportava più quella situazione, pensava che non fosse salutare per un ragazzino giovane come me e dunque, quando ebbi undici anni ci trasferimmo a Tokio così che io potessi avere la possibilità di iniziare una nuova vita ed iscrivermi ad una nuova scuola, lontano da persone che potessero additarmi… per costruirmi una nuovo modo di vivere ed essere me stesso” quando aveva undici anni… esattamente il periodo in cui iniziammo le medie pensai. Stavo iniziando a comprendere che forse c’era un collegamento tra la sua storia e la mia, finalmente i riferimenti che faceva nei miei confronti mentre raccontava il suo vissuto stavano acquisendo un senso “Hinata devi perdonarmi, sono stato così orribile, insensibile ed ingiusto con te…” finalmente… finalmente ebbi la conferma che cercavo, si ricordava non poteva essere altrimenti… iniziai a sentirmi strana “fino ad ora ho fatto finta di nulla perché sicuramente mi avresti fatto delle domande… mi avresti chiesto perché ce l’avessi tanto con te e non volevo che mi considerassi come avevano fatto altri per anni” non potevo credere che mi stesse raccontando tutto, questa sua frase con un riferimento così palese rispetto ciò che mi aveva fatto in passato quasi mi lacerò l’anima… sentivo caldo e sudavo freddo, avvertivo che i sensi stavano quasi per abbandonarmi.
Poggiai i gomiti contro le ginocchia cercando di sorreggere con le mani la testa ormai divenuta troppo pesante per stare in piedi da sola. Non volevo sentire… ogni fibra del mio essere gridava basta Naruto basta, non dire più nulla! Fin dal primo momento in cui ci eravamo visti pensai di voler ascoltare le sue scuse, ma questo era prima… prima di affezionarmi così tanto a lui. Contro ogni mia aspettativa Naruto era riuscito ad insinuarsi pian piano nel mio cuore e volevo che le cose continuassero a funzionare. Non volevo assolutamente che si rompesse il delicato equilibrio che si era venuto a creare tra di noi, dunque se lui in quel momento si sentiva pronto per raccontare io invece non lo ero affatto per ascoltare; non ero pronta a rivivere ogni cosa… sarei mai riuscita a perdonarlo? Avrei mai potuto guardarlo con gli stessi occhi? In quel momento non ne avevo la certezza, volevo che le cose stessero esattamente come si erano sviluppate “Hinata ti prego non… fare così, non voglio farti soffrire”.
Fu in quell’istante che mi resi conto… ma cosa stavo pensando? Cosa mi era venuto in mente di avere dei dubbi? Il fatto era che stavo provando talmente tante emozioni e tutte insieme che ero tremendamente confusa, completamente annebbiata… ma finalmente ero tornata a vedere il sole.
Di fronte a me vi era un ragazzo dolce sensibile e affettuoso che si preoccupava dei miei sentimenti nonostante anche lui non stesse passando un momento semplice. Naruto era un ragazzo simpatico, gioioso e del tutto incapace di farmi del male… questo perché lui mi amava. Si lui mi amava… lo sentivo, lo vedevo e lo percepivo in ogni suo gesto dolce, in ogni sua parola sincera, in ogni suo tocco gentile.
Alzai lo sguardo verso di lui “scusami” dissi “è che mi sono venuti in mente tanti ricordi” sapevo che poteva capire “Hinata posso immaginare, volevo solo che sapessi che non voglio cercare scuse… non c’è alcuna scusa per ciò che ti ho fatto subire, ma ecco volevo solo farti comprendere come mai sono giunto a tanto… forse perché così potresti trovare la forza di perdonarmi” avevo capito benissimo, Naruto all’epoca era come un bimbo sperduto alla ricerca di una propria identità… si ritrovò in un posto dove nessuno lo conosceva, dove poteva iniziare un nuovo percorso di vita e mettere insieme i cocci del suo cuore travagliato da un dolore bruciante e disarmante… finalmente poteva essere lui il più forte e non più la vittima, bastava semplicemente trovare la persona più debole. Mentre ragionavo su questo fatto la mia bocca tremava e avevo paura di mordermi la lingua, scoppiai a piangere… ero io! Io ero la persona più debole. “Ti prego Hinata perdonami!” mi urlo quasi singhiozzando e ponendo le sue mani sulle mie spalle… pensai per un secondo, alzai lo sguardo e lo guardai intensamente ritrovando me stessa nei suoi occhi “Naruto io ti perdono, certo che ti perdono”.
La mia vita ormai non avrebbe avuto senso se Naruto non fosse stato più con me e se l’avessi perso non me lo sarei mai potuto perdonare “e non ti considero come quell’uomo… non potrei mai farlo, tu non mi faresti mai del male” dicendo questo ci credevo, quel turbinio di sentimenti contrastanti ormai era dissolto… vedevo chiaramente chi avevo davanti. Un po’ timoroso e leggermente titubante fece scivolare le sua mani sulle mie braccia fino a farle ricongiungere con le mie intrecciandosi in un legame indissolubile “ma te ne ho fatto in passato ed è per questo che ho paura che tu mi possa odiare… ti devo confessare che sapevo chi tu fossi fin dall’inizio e quando ti ho vista per la prima volta, quel giorno al museo, avevo già l’intenzione di scusarmi… ma avevo paura… avevo capito subito che mi avevi riconosciuto e la tua reazione mi fece capire che non eri pronta per sentire le mie scuse… ho preferito non dire nulla e lasciarti tranquilla, non mi avresti più rivisto… ma invece il destino ha voluto che ci rincontrassimo” terminò con un lieve sorriso. Era tutto vero, se quel giorno al museo mi avesse accennato a qualcosa sui nostri trascorsi molto probabilmente lo avrei rifiutato e altrettanto probabilmente lo avrei ignorato in università, ma in quel momento potevo solo ringraziare il cielo che fosse andata in quel modo e, per quanto è vero che mi chiamo Hinata Hyuga, non lo avrei mai lasciato andare.
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Spazio dell’autrice:
Ciao a tutti :) Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate sia di questo e che degli altri precedenti. Vorrei mettere per ogni capito un'immagine rappresentativa, ma non riesco a capire come si fa ad inserirla XD. Qualcuno di voi sa spiegarmelo? :) grazie mille. Un saluto affettuoso e al prossimo capitolo :)

 
  
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