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Autore: Fajander    02/10/2016    0 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«... Una volta distrutta la Terra mi sono infine allontanato da quel sistema solare per raggiungerti qui. In poche parole, non puoi uccidermi in alcun modo ma posso stancarmi ed esaurire le mie energie. Ti è tutto chiaro? Spero che tu abbia prestato attenzione, perchè ti ho dato dei piccoli suggerimenti per allungare di qualche minuto la tua vita!» concluse Freezer, dopo aver parlato per svariati minuti.
Nel frattempo, Cooler aveva ascoltato allibito ogni parola, cercando contemporaneamente di elaborare un piano che gli garantisse la fuga.
Come poteva non averlo capito fin dal principio? Suo fratello era andato personalmente sul pianeta Namek, un posto sperduto e isolato, alla ricerca di alcuni oggetti magici.
Avrebbe potuto seguirlo per scoprirne di più ed eventualmente impedirgli di dargli qualche vantaggio durante la loro eterna battaglia, ma non lo aveva fatto. La fortuna, in quel caso, era stata dalla sua parte, poichè altre persone si erano frapposte tra Freezer e il suo obiettivo. Tuttavia, quella stessa fortuna gli si era rivoltata contro, poichè qualche mese più tardi aveva chiesto il conto, e così ora non vi era più niente da fare.
Nessuno poteva fermarlo, non più.
Tutti quegli anni di allenamento, adesso, a cosa sarebbero serviti? A prolungargli la vita di qualche istante? A picchiare l'essere che si trovava davanti a lui per sfogare tutta la sua rabbia e frustrazione? Beh, di certo se si fosse semplicemente arreso non avrebbe migliorato le cose, quindi tanto valeva impegnarsi fino all'ultimo. «Ottenere l'immortalità, diventare l'eterno e crudele imperatore dell'universo... Tu sei un folle! Come osi venire fin qui e distruggere tutto ciò che ho costruito con sudore e fatica?!» sbottò Cooler, tornando alla ribalta con una nuova grinta.
Se questa fosse stata la sua fine, allora sarebbe stata la più epica possibile.
Iniziò a trivellare di colpi il nemico, con una furia assassina, facendogli sputare sangue ad ogni sussulto. Calci, pugni, testate, codate: questi andavano senz'ombra di dubbio tutti a segno, ma Freezer non smetteva mai di ridere e di prendersi gioco del suo carnefice.
Dopo un paio di minuti in cui lo scontro era proseguito secondo queste modalità, Cooler iniziava a sentire la stanchezza farsi sempre più insistente, manifestando la sua sgradita presenza in ogni cellula del suo corpo. La ignorò, per quanto possibile, ma poi quest'ultimo si trovò sul punto di cedere del tutto e così dovette allontanare il fratello con un calcio sul petto per riprendere fiato, cosa che gli era tra l'altro impossibile nello spazio.
La sua vista iniziava ad offuscarsi, per cui decise di non badare al proprio avversario e di tornare su Cooler 01.
«Eh no, dove credi di andare? Non si torna indietro!». Il Demone bianco sollevò l'indice della propria mano all'altezza della testa, generò una sfera di energia nera di circa due metri di diametro e la scagliò contro il pianeta. Cooler, sfinito, utilizzò le sue ultime forze per deviarne la traiettoria, dopodichè perse i sensi e cadde, acquistando sempre più velocità, sulla superficie del pianeta.
L'impatto fu terribile, il Demone viola sprofondò negli abissi di un oceano e, risvegliato dall'acqua gelida, risalì a galla, tossendo e arrancando.
Dopo qualche minuto, vide suo fratello dirigersi verso una delle città, per poi farla esplodere in un attimo. Tale azione si ripetè più e più volte.
"Quel bastardo sta cercando di stanarmi! Se non mi faccio vedere all'istante, probabilmente distruggerà l'intero pianeta! Non mi resta che mostrargli il mio asso nella manica!". Cooler smise di galleggiare nelle acque del vasto oceano in cui si trovava, espanse la sua aura fino a librarsi in aria e raggiungere il suo nemico. Trovarlo non fu difficile: bastava seguire la scia di esplosioni e boati che lasciava al suo passaggio. Freezer era proprio lì, davanti a lui. Si stava divertendo a respingere con la coda i colpi energetici che i soldati della città gli lanciavano contro. Prima che la situazione potesse degenerare, il Demone viola decise di attirare la sua attenzione colpendolo alle spalle con una ginocchiata, facendolo schiantare in uno degli edifici della città.
Fatto ciò, Cooler iniziò a concentrare la sua aura, espandendola sempre di più, facendo fuoriuscire dalla testa, dalle spalle, dalle braccia e dalle gambe delle strutture ossee che prima erano del tutto assenti. Trasformatosi nella sua forma potenziata, egli si sentì come rinvigorito, ed effettivamente era così.
Tuttavia, anche in quello stato ogni mossa sarebbe stava vana, ma almeno la sua superiorità in termini di potenza avrebbero potuto scoraggiare il nemico, al punto da convincerlo ad andarsene. Freezer tornò volando al massimo della sua velocità, per poi fermarsi di botto davanti a Cooler. Era sorpreso, ed allo stesso tempo eccitato. Cosa si era inventato quel matto di suo fratello?
«Sei sempre tu? Cosa ti è successo?» domandò incuriosito. L'altro, mettendosi in posizione di combattimento, rispose: «Lo vedrai presto... lo vedrai.».
L'alieno viola scattò in avanti per colpire Freezer con un gancio destro, dopo si flesse leggermente in avanti e lo attaccò ripetutamente con una serie di pugni sullo stomaco, per poi attorcigliargli al collo la sua robusta coda.
Il Demone bianco era inerme, e, divincolandosi, tentava di liberarsi dalla morsa nemica. "Anche se sto cercando di trattenere la mia forza, questo stato richiede ancora molta energia. Non posso durare più di una trentina di minuti, devo concludere in fretta, se esiste una conclusione..." riflettè il sovrano. Freezer, notando la pensierosità dell'avversario, colpì il fratello con un Death Beam in pieno volto, riuscendosi così a liberare.
«Ahah!, ti sarai trasformato in quel modo ridicolo, ma le mie tecniche rimangono sempre le migliori! Hai molto da imparare!» esclamò trionfante, mentre si massaggiava il collo con le mani. In realtà, Cooler non si era fatto granchè, ma decise di stare al gioco, per sorprendere ulteriormente l'avversario.
«Tu dici? Allora, ti propongo una scommessa: che ne pensi se tu te ne stai lì, immobile, mentre io ti attacco con una versione migliorata del tuo Death Beam?».
«Una versione migliorata? Impossibile. Coraggio, vediamo questa ridicola copia di uno dei miei migliori attacchi!» disse Freezer, mettendosi a braccia conserte.
Cooler sorrise, contento che il suo nemico ci fosse cascato. Sollevò lentamente il braccio destro all'altezza del petto e iniziò a raccogliere energia, ma a differenza della Death Beam "classica", i raggi energetici fuoriuscirono da ogni dito e attaccarono il Demone bianco, che, inarcando le sopracciglia per la sorpresa, la subì in pieno il colpo. I cinque raggi impattarono con diverse parti del corpo dell'avversario per poi esplodere, innalzando una coltre di fumo. "Quella mossa era almeno una ventina di volte più forte della sua, deve averlo ferito per forza!" meditò Cooler, aspettando che l'avversario uscisse dalla nube.
«Devo ammetterlo... Se non fossi stato immortale, quel colpo mi avrebbe sicuramente fatto a pezzetti!».
La voce di Freezer, da cui era possibile constatare la propria soddisfazione per quanto appena successo, accompagnò l'ennesima entrata in scena dello stesso, il cui volto era decorato da un ampio sorriso.
«Non può essere! Anche questo è stato inutile... Io... Non so che fare...» balbettò Cooler, più a sè stesso che ad altri.
Lentamente si stava rendendo conto dell'invincibilità del proprio nemico, e della propria impotenza a riguardo.
"Dev'esserci qualcosa... Nessuno è imbattibile, neanche se è immortale...". Il Demone iniziò a spremersi le meningi quanto più poteva, tentando di aggrapparsi a qualche idea, un indizio, un dettaglio che lo avrebbe potuto aiutare. Freezer, d'altro canto, notando la disperazione del fratello decise di rincarargli la dose:
«Quindi... È tutto qui? Hai esaurito le tue mosse? Molto bene... Questa patetica battaglia sta per volgere al termine, sei pronto a morire insieme al tuo impero? Conterò fino a dieci, se non ti inventi qualcosa di nuovo per farmi divertire ancora un po', ti annienterò insieme a questo pianeta!».
Queste parole risvegliarono la mente pensierosa del Demone viola, che iniziò a sudare sempre di più. Com'era possibile? Lui, il grande Imperatore di gran parte della galassia, tremava di fronte a una minaccia? A ritmi regolari, di tanto in tanto, Freezer scandiva un numero sempre maggiore, finchè non arrivò all'otto.
"Andiamo, andiamo! Non può finire così! I normali attacchi non funzionano, d'accordo, ma se provassi a imprigionarlo, a bloccarlo in qualche modo? No, non esiste prigione che tenga. A meno che..." . Finalmente, a quel punto, a Cooler venne un'idea. Ma sì! Poteva esserci una speranza, forse avrebbe guadagnato solo tempo o forse lo avrebbe eliminato del tutto. In fondo, nessuno sapeva con esattezza cosa accadesse a chi sperimentava quell'esperienza. «NOVE!». Ancora una volta, la fastidiosa voce del fratello richiamò la sua attenzione.
Sotto di loro, la battaglia imperversava nel modo più violento e rumoroso possibile. Esplosioni, spari, edifici crollati, fumo: un misto di grigio e rosso colorava la capitale. Ma non era quello il problema principale, Cooler doveva concentrarsi sul vero nemico.
Aumentò la sua aura quasi al massimo, il suo cuore battè più forte, raggiungendo i 200 battiti. Quella trasformazione stava iniziando a consumarlo, avrebbe resistito per dieci minuti, al massimo. Con una velocità fuori dal comune il Demone viola si gettò sul nemico, afferrandolo con le braccia e con la coda per serrarlo in una stretta disperata, per poi dirigersi verso lo spazio siderale. Freezer lo lasciò fare, curioso di sapere cosa si sarebbe inventato stavolta.
«Così non salverai il pianeta, sai? Lo distruggerò tra un attimo, non appena mi libererò di te!» gli urlò, così vicino da rompergli quasi i timpani. Cooler poteva sentire il suo respiro sul suo collo, inizialmente tranquillo ma via via più affannoso. E così Freezer aveva paura? Ciò che ostentava era falsa sicurezza? Sapeva che suo fratello avesse un piano, che forse avrebbe potuto sconfiggerlo? Forse lo aveva compreso dal sorriso di quest'ultimo, che non esitava a spegnersi? Beh, ormai non aveva più importanza. Cooler volava spedito verso la propria meta, o meglio quella del suo nemico, che ormai aveva capito che qualcosa non andava e che quindi aveva iniziato a divincolarsi, invano, quando aveva finalmente notato con la coda dell'occhio l'oggetto della loro destinazione.
«Cooler, lasciami andare! Devi lasciarmi andare! Andiamo, fratello! Governeremo insieme, ci spartiremo l'impero di papà, dai!» bofonchiò, in preda al panico. L'altro, d'altro canto, lo ignorava, senza neanche guardarlo, e ciò metteva ancora di più in agitazione il Demone bianco. Mancava poco ormai, la destinazione doveva trovarsi appena lì vicino. «Cooler, Cooler! COOLER!» ripeteva il tiranno, tirando calci e testate, ma senza risultati.
«Finirai nel posto che ti meriti, fratello! Credevi di essere invincibile? Forse lo sei davvero, ma a questo di certo non potrai fuggire! Vivrai in eterno, può darsi, ma in che condizioni? Te lo sei chiesto? Verrai risucchiato lentamente, fino a sparire. Poi rinascerai, e il ciclo si ripeterà, e ancora e ancora... Non vedi l'ora, eh?» lo provocò Cooler, fermandosi di botto dinanzi a quel maestoso fenomeno che tutti gli esseri viventi temevano, non importa quanto forti potessero essere. Dopotutto, chi vorrebbe finire dentro un agglomerato denso e profondo di oscurità? Chi vorrebbe finire dentro un vortice, una spirale che risucchia tutto ciò che finisce al suo interno? Chi vorrebbe finire dentro un buco nero? Cooler non voleva avvicinarsi più di tanto, conosceva la forza di attrazione che esercitava quello strano fenomeno, i suoi scienziati gliene avevano parlato qualche tempo fa.

 

Tre mesi fa, pianeta Cooler 01, palazzo reale.

«Lord Cooler, sono qui per riferirle un'importante quanto sconvolgente notizia.» disse uno degli scienziati dall'aspetto di una lucertola bluastra, inchinandosi. «Ebbene, parlate pure.» disse seccato il sovrano, sorseggiando del vino e dando le spalle al suo sottoposto. «Come responsabile della sicurezza del pianeta ho il dovere di proteggerlo da eventuali catastrofi. I nostri satelliti appena fuori dal sistema solare, hanno rilevato il rapido avvicinamento di un buco nero di medie dimensioni verso questo pianeta.»
«Beh, che aspettate? Studiatelo e cercate di capire come deviarlo o ridurlo di dimensioni, no? È quello che fate sempre quando un asteroide o altro passa da queste parti...»
«Ehm, veramente, mio signore, attualmente non possediamo la tecnologia necessaria a fare una cosa del genere. A dire il vero, ritengo che sia impossibile. Anche il solo avvicinarsi a un buco nero è estremamente pericoloso, potremmo morire e al contempo aumentarne le dimensioni. È una catastrofe che non si può evitare. Il pianeta è spacciato. Dobbiamo procedere con l'evacuazione. Questo è tutto, mio signore.» concluse lo scienziato, rimasto inchinato per tutto il tempo. Finalmente, Cooler si degnò di guardarlo. Si alzò in piedi, gettò il bicchiere a terra, mandandolo in frantumi, e sollevò in aria il rettile dal colletto del suo camice bianco, fissandolo severamente negli occhi.
«È fuori questione! Questo pianeta è la mia capitale, non lascerò che venga distrutta nè tanto meno abbandonata, è chiaro?! Distruggerò quell'affare con le mie mani, quando sarà troppo vicino.»
«Ma signore, non può. Nessuno può, nemmeno suo padre, con la sua immensa forza, potrebbe...»
«Silenzio! Tra quanto tempo sarà estremamente vicino?» «All'incirca tre mesi, mio signore.»
«Molto bene.». Così si era conclusa quella conversazione, con uno scienziato pronto a fare le valigie per scappare da quel misero destino e un sovrano testardo pronto a tutto pur di rinunciare al proprio dominio.

Tempo presente, nei pressi del buco nero.

Cooler fissava con occhi di ghiaccio quello strano fenomeno. Lo spazio attorno ad esso sembrava quasi deformato, ed al suo centro vi era una grande, profonda oscurità. Era perfetta per suo fratello, la prigione ottimale. Per far sì che vi finisse dentro e non potesse più fuggirne, però, doveva avvicinarsi a tal punto da poterlo lanciare dentro. Ormai, quest'ultimo si divincolava così ferocemente, che tra qualche istante si sarebbe liberato, per cui non vi era più tempo.
Doveva rischiare. Procedette a velocità sostenuta verso quell'abisso, finchè non sentì una forte attrazione verso di esso.
«Lasciami! Lasciami! Lurido verme, non sai che fine mi farai fare!» imprecò ormai disperato Freezer. Infine, all'ennesima ginocchiata, riuscì a liberarsi, spingere in avanti suo fratello con un calcio e a sfuggirne dalla morsa. Un sorriso si stampò sul suo volto, poichè ebbe la prontezza, seppur con difficoltà, di allontanarsi di qualche metro necessario per sfuggire a un' ulteriore presa del fratello e del buco nero. Cooler, tuttavia, era ormai troppo vicino e non poteva più resistergli. Mentre Freezer rideva come un folle per essersi salvato ancora una volta, il Demone viola tentò il tutto per tutto. Con la punta della sua coda riuscì a malapena a tirare a sè l'altro. Una distanza esigua, ma sufficiente per farlo rientrare nel raggio di azione del buco nero. Così, mentre un nuovo, prorompente, urlo disperato inondava i timpani del Demone viola, questi sfoderava il 100% della sua potenza, rischiando che il suo cuore esplodesse, per tirarsi fuori dalla morsa imperdonabile di quell'abominio.
"Addio Freezer, forse ci rivedremo all'inferno, o forse no. Dopotutto, ti ci ho appena mandato, e il tuo è ben diverso da quello in cui andrò io!" pensando ciò il cuore dell'essere smise di battere, evitando di esplodere solo perchè egli era tornato nella sua forma depotenziata.
La sua vista, appannandosi via via sempre di più, notava in lontananza la figura del fratello che precipitava nell'oblio più oscuro. La battaglia era vinta, e l'Immortale aveva perso.

   
 
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