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Autore: HopelessGirl    07/05/2009    3 recensioni
Per tutte le amanti delle Troyella e del Drammatico. Spero che vi piaccia. A volte il dolore supera anche l'amore trasformando qualsiasi ricordo come un veleno che uccide a mano a mano il nostro spirito debole e innamorato.
HopelessGirl
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Troy Bolton
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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My life turned around

Troy strinse nella mano una corda. Poté percepire carezzandola la sua ruvidezza mentre grezzamente entrava in contatto con la sua mano morbida e delicata. Le sue mani erano grandi e morbide nonostante il basket. Sorrise appena mentre con un gesto rapido stringeva in un pugno la corda.

Una mano si poggiò stanca e tremante contro il ramo dell’albero, la corteccia dura e ruvida gli graffiò le mani. Era strano come non percepisse nemmeno i dolori. Era quasi fastidioso quel peso sul cuore, peggio che sentirsi trafitto da una lama affilata. In quel momento più di tutti avrebbe preferito che una lama gli perforasse la carne arrivando al cuore, uccidendo in un solo momento lui e il suo amore.

Come era possibile vivere così? Senza i suoi passi che risuonavano rapidi per le scale, magari con una risata e qualche rimprovero. Vedere la sua schiena piccola, minuta, con i fianchi morbidi e le gambe fine.

Che senso aveva andare avanti se la sua mente lo riattirava indietro annegandolo nei ricordi?

Annegando nelle lenzuola troppo grandi, correndo per le scale per poi fare l’amore in un fruscio tenero di mille rumori impercettibili, come il battito dei loro cuori in sincrono, come i loro respiri sconnessi, lo strusciare lento e piacevole dei loro corpi, i piccoli sorrisi tra i baci e le mani tra i capelli.

Come poteva tutto questo essere svanito in un battito di ciglia, in un respiro?

Dissolto come neve al sole. I loro sogni infranti, il loro futuro spaccato a metà così come il suo cuore. Marchiato a fuoco da una grande ferita, da un’enorme taglio, rotto definitivamente senza un motivo.

Loro due che erano perfetti, loro due che avevano gettato il resto del mondo nel cestino dedicandosi solamente l’uno all’altra. Lui era perfetto, grazie a lei che lo rendeva tale. E lei…lei non era perfetta, lei era divina, lei era tutto. La perfezione era banale se paragonata a lei, per questo lui era banale con lei. Ma erano perfetti insieme. Erano una persona sola.

Ma ora di quella persona era rimasto solo un cuore ferito e dolorante, che scandiva gli ultimi battiti di un tempo già sprecato, consumato, corroso. Come lui.

Lui che non era più in grado di essere perfetto, lui che era tutto un danno se lei non era lì a correggerlo. Lui che non era più in grado di amare. Nel suo cuore solo un posto rimaneva, per colui che ancora lo incoraggiava e lo spingeva ad andare avanti. Una persona a cui doveva tutto: il suo migliore amico, Chad.

Ma anche con Chad al fianco la vita, che non sembrava più un inferno, era un purgatorio. Un immenso vagare cercare disperatamente una persona che potesse curare quel cuore, qualcuno che lo potesse risanare.

Troy si sentiva un bambino: piangeva la notte nel sentirsi solo, correva a casa del suo migliore amico per farsi ospitare, rubando le ore a quel dannato sonno che non lo voleva più abbracciare, passando le ore buie a chiacchierare per non dover pensare, ritrovarsi in una pacca sulla spalla e in un pianto confortato.

Perché la sua non era più vita, lui non era più uomo senza la sua donna. Lui: l’uomo. Lei: la donna. Perfetti. Nient’altro. Che parole usare per descrivere il divino?

Poche, belle, semplici: divina è quella persona che ha gli occhi color cioccolato, la pelle leggermente abbronzata eternamente, tratti ispanici, i capelli boccolosi neri e un corpo minuto e perfetto, una persona che ha il suo sorriso, le sue labbra, il suo nasino, una persona che è dolce come lei, una persona che è buona, passionale e decisa come lei. Una persona che è insicura sull’amore, una persona con un cuore d’oro, una persona che facesse l’amore con lui in un campo di fiori a casa sua, una persona che ha il suo stesso nome e il suo stesso sguardo. Una persona che solo lei poteva essere. Una persona che l’ha lasciato ha causa di un doloroso incidente.

In banca. Era andata in banca a ritirare dei soldi per poter fare un regalo. Il loro regalo. Il regalo per l’anniversario.

Per poi trovarla stesa al suolo, attorniato da uomini in uniforme poliziesca che arrestavano quattro criminali incappucciati che aveva cercato di fare una rapina. Lei sempre così timorosa e dolcemente impulsiva, lei che si era trovata in mezzo ad una cosa più grande di lei.

Lei che non c’entrava nulla. Lei che era andata lì per loro.

Per poi ritrovarla stesa al suolo in un mare di piccole scaglie di vetro. Con il viso graffiato, gli occhi socchiusi, una mano premuta sul petto per bloccare il dolore. Lo stesso dolore che lui percepiva non appena l’aveva vista. Gli era bastato uno sguardo per poter capire quello che era successo.

Il suo cuore già stava pompando in lui il dolore che irrefrenabile gli invadeva il cuore. Perché lei era innocente e bella, piccola stella del suo cielo, dolce fata del suo cuore.

Per poi ritrovarla stesa al suolo con lo stesso sorriso dolce, stretto però in una morsa di dolore. Che lo fissava con amore. Tante parole singhiozzate e mormorate mentre il rumore lento di un’ambulanza avanzava senza troppa fretta, senza la velocità che sarebbe servita mentre l’animo di lei scivolava sul corpo di lui posandovi un casto bacio senza troppi rancori e prima di volare via rimanere imprigionata tra la terra il cielo nel suo cuore caldo e vivo.

Per poi ritrovarla al suolo fredda e immobile, esalato anche l’ultimo respiro il risuonare delle sirene era stato inutile, solo un preteso in più per allontanarlo dal suo corpo freddo, che per essere scaldato aveva bisogno di un anima che non c’era più. Rubata, risucchiata dal cuore del ragazzo.

Troy sobbalzò dal suo stesso singhiozzo quando si ritrovò nel prato un tempo di fiori. Ora un leggero strato di neve ricopriva un terreno freddo e arido, privato di ogni vita. E troppo simile quel prato che lei amava tanto al suo dolce cadavere.

Troy in un moto di disperazione passò la testa al centro della cappio e immediatamente la ruvidezza di questa gli sfregò il collo facendolo sobbalzare. Sentì il petto stringersi e contorcersi quando con gesti agili e decisi si arrampicò su un ramo elevato dell’enorme albero. Il cielo emise un brontolio e con una folata di vento gelido gli schiaffò in viso quella neve fredda e delicata come segno della sua muta e impotente protesta.

Il ragazzo strinse la corda attorno ad un ramo e si preparò a lasciarsi andare mentre la corda attorno al collo iniziava a bruciare e il dolore al cuore si faceva più forte. Tutto il corpo al ricordo di quello di lei sembrava ardere, come se la ragazza lo stesso richiamando alla vita ricordandogli quante volte con i suo baci gli aveva sfiorato ogni singolo centimetro di pelle. Ricordandogli che il cuore che batteva nel suo petto era come fosse il suo, ricordandogli che se il suo respiro poteva vivere era solo grazie a lui, ma il ragazzo non sapeva cosa volesse dire continuare a vivere senza di lei, non sapeva cosa volesse dire continuare a sognare ancora senza di lei. Lasciò scivolare una gamba nel vuoto e sentì la pesantezza di quel corpo, provando una punta di rimorso: l’avrebbe uccisa? Morendo lui stesso avrebbe ferito il suo animo intrappolato nel proprio cuore?

Mentre pensava non si accorgeva di passi rapidi e veloci finche quando travolto dal suo dolore non si spinse in avanti non sentì uno schianto alle sue spalle e vide un braccio scuro cingergli la vita e tirarlo indietro.

Si voltò terrorizzato e vide alle sue spalle con uno sguardo sconvolto Chad che lo fissava teso e ansioso. Il suo viso era contrito e anche arrabbiato mentre con un coltello tagliava la corda. Il biondo iniziò a dimenarsi mentre calde lacrime gli rigavano il viso:

Perché non gli lasciava raggiungere la sua Gabriella? Sentì uno scalpiccio sotto e abbassato lo sguardo vide dei capelli biondi mossi dal vento. Era Sharpay. La fissò e si sentì sciogliere: la migliore amica della sua Ella che lo guardava in lacrime.

Abbandonò ogni resistenza. E mentre Chad lo trascinava giù da quell’albero che avrebbe dovuto segnare la sua fine sentì il cuore tornare a battere normale e il corpo smettere di bruciare, diventando più leggero.

Ella era contenta ora…

 

Fine.

  
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