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Autore: Kim WinterNight    03/10/2016    3 recensioni
In codesta composizione aulica (?) si narrano le appassionanti vicende concernenti i personaggi indicati nel primo capitolo intitolato "Presentazione della band" (quindi, se volete sapere di quali artisti si parla, entrate a leggere), i quali saranno per l'occasione riuniti in una super band a caso di cui non si può esattamente definire il genere né l'entità delle loro “canzoni”.
Il loro nome grind/hardcore è Death of Mortadella Roots, il quale spiega perfettamente la demenza in stato avanzato dei suddetti, nonché l'infermità mentale della sottoscritta.
Se volete sfatare questa mia convinzione, fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi che non sono cerebralmente inetta.
All'interno della narrazione troverete vari personaggi originali, tra cui un componente della band.
Se non conoscete tutti gli artisti di cui scriverò, non preoccupatevi: nella Presentazione ho inserito dei link che vi permetteranno di ascoltarli e di farvi un'idea sul genere delle loro band originarie.
In ogni caso, la storia è accessibile a tutti e si può benissimo prendere come un'originale.
Insomma, buona lettura efpiani!
Genere: Comico, Demenziale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Chi la fa... l'aspetti!



«Cosa stai facendo?»

«Niente, perché?»

Damian sta osservando con aria interrogativa il suo compagno di band, Carlo, che sembra impaurito, anzi no, terrorizzato da qualcosa e si è nascosto dietro il divano, nel suo studio.

«Carlo, con me puoi parlare...» cerca di rassicurarlo Junior Gong Marley, inclinando la testa di lato.

«No, io...» deglutisce a fatica il napoletano.

«Sembra che tu abbia visto una navicella spaziale o il mostro di Loch Ness...»

«Più o meno è così...»

«Cosa intendi?» si preoccupa Damian, accovacciandosi di fronte a lui.

«Penso che me ne starò qui» dice Carlo.

«Abbiamo le prove tra...»

Qualcuno interrompe la frase del giamaicano, irrompendo proprio in quel momento nella stanza.

«Ehi fratello! Che cazzo fai?» grida Fred, notando Damian che staziona con il corpo raggomitolato accanto al divano.

«Fred... ciao! Ehm...»

«Fa' vedere! Oh... oh cazzo, Carlo?! Okay, ripeto: che cazzo fate? Non ho interrotto niente di scabroso, vero? Ditemi di no!»

«Ma no, imbecille! Carlo ha qualcosa che non va, ma non mi dice cosa lo affligge... sono preoccupato.»

«Dave» mormora il percussionista, coprendosi il viso con le mani. «Si tratta di Dave.»

E Carlo comincia a raccontare freneticamente una storia, guardandosi attorno con il terrore negli occhi e il corpo tremante.


I nostri eroi si trovano in un albergo di Londra, hanno appena finito di suonare per aprire un concerto di un gruppo inglese emergente che a nessuno è piaciuto. Dave è incazzato come una tigre della Malesia che non mangia da tre settimane e non fa che sbraitare insulti e improperi in tutte le lingue che conosce.

«Non è possibile! Io, Dave Mustaine, ho dovuto suonare come apripista a un branco di adolescenti con i brufoli e il culo liscio come quello delle scimmie! Cazzo, come mi sono ridotto così?»

Il fato ha voluto che il suo compagno di stanza sia il povero e innocente Carlo Di Pasquale, il quale avrebbe preferito morire in Vietnam piuttosto che trascorrere la notte con quel troglodita.

Il punto è che avrebbe dovuto stare in stanza con Joey, ma lui aveva conosciuto una modella nel backstage e ciò che i due stavano facendo si udiva perfettamente in tutto l'albergo, tant'era il casino che stavano combinando tra gemiti, grida animalesche e tonfi su cui nessuno voleva indagare.

«Cazzo che schifo! Io, io, il grande Dave Mustaine! Come cazzo mi sono ridotto così? Come?»

Carlo, leggermente spaventato per la reazione di Dave, se ne sta zitto e buono sul suo letto, senza osservare con troppa insistenza il chitarrista. Non vorrebbe mai arrecargli disturbo, c'è il pericolo che Mustaine lo aggredisca o se lo mangi vivo in un sol boccone.

«E tu, rincoglionito che non sei altro? Non hai niente da dire?» si rivolta all'improvviso Dave, puntando un dito contro il povero percussionista.

«I-io?»

«Tu, chi altro?! Perché cazzo non hai evitato che finissimo in questa situazione di merda? Per cosa ci sei nel gruppo, eh?»

«Penso...» Carlo si schiarisce la gola e cerca di parlare con calma e sicurezza, ma dubito che ci riuscirà. «Suppongo che abbia vinto la maggioranza... oppure no?»

«La maggioranza? Una maggioranza fatta di pezzi di merda come voi che vuole solo infamare il mio nome!»

In effetti Carlo ricorda che Dave è stato trascinato a quel live con l'inganno: tutti i membri della band sapevano che stavolta non avrebbe accettato di suonare, vista la situazione, perciò avevano deciso all'unanimità di rifilare al chitarrista una balla. Infatti lui, fino all'ultimo, aveva creduto che la band emergente avrebbe aperto il concerto dei Death Of Mortadella Roots, e non il contrario.

«Ma no...» prova a dire Carlo.

«NO?! Tu lo sapevi che le star non saremmo state noi? Lo sapevi? E non mentire, altrimenti ti schiaccio come una merda sul marciapiede!» tuona Dave al colmo dell'ira, afferrando il suo collega per la maglia e sollevandolo dal letto come un sacco di patate.

«Io... sì...»

E a quel punto Dave vede tutto rosso e non riesce più a controllarsi – come se in genere ci riuscisse, ma vabbè. Solleva ancor di più il corpo esile e tremante del percussionista e lo scaraventa a terra, per poi assestargli un calcio all'altezza delle costole.

Il poveretto geme e riesce miracolosamente a strisciare sotto il letto, premendosi le mani sulla parte lesa.

Dave è troppo grosso per infilarsi sotto il letto, e una forza divina riesce a dissuaderlo dal sollevare la rete e spaccarla addosso al malcapitato. Invece, continuando a inveire contro qualsiasi entità animata e non che incontra nel suo cammino, il chitarrista esce dalla stanza sbattendo la porta e scende al bar a ubriacarsi.


«Carlo, perché non ce lo hai detto?» domanda Damian preoccupatissimo, stringendolo per una spalla.

«Io...»

«Sei rimasto traumatizzato, immagino» dice Fred pensoso e improvvisamente serio. Non avrebbe mai immaginato che un'innocente bugia rifilata a Mustaine sarebbe stata capace di mettere in pericolo la vita di uno dei componenti della band.

Carlo annuisce con fare esitante e torna a stringersi le braccia attorno al corpo.

«Ecco perché in questi giorni eri silenzioso e non hai quasi aperto bocca...»

«Ci credo» commenta Fred.

«Cosa possiamo fare per lui, Fred? Pensi che dovremmo parlare con Dave?» domanda Damian, rimettendosi in piedi con un sospiro.

«Parlare con quell'ammasso di merda? Non serve a un cazzo. Hai troppa fiducia nel genere umano, servo di Jah» taglia corto il cantante.

«E allora?»

«Ci sono. Ho un'idea.»

E Carlo, nell'udire quelle parole, continua a tremare: il tono che Fred ha utilizzato non preannuncia niente di buono.


«Ciao Dave» esordisce Fred, non appena il chitarrista entra in studio per le prove. Ovviamente è stato l'ultimo ad arrivare, perché del resto lui è il divo, lui è Dave Mustaine, può permettersi qualunque cosa.

«Allora? Siamo nuovamente qui a perdere tempo con queste cazzo di prove?» sbraita Mustaine, senza rispondere al saluto del suo compagno di band. Intanto appoggia sul pavimento di moquette un enorme frigorifero portatile che apre subito dopo. Ne estrae una birra e lo richiude, poi aggiunge: «Visto che in questo posto nessuno si rifornisce mai di birra, me la sono portata da casa. Per voi non ce n'è, ovviamente».

«Non ne vogliamo Dave, non temere» replica Jens con uno sbuffo irritato.

«Sbaglio o manca quella mezza calzetta di italiano?» nota Dave, guardandosi intorno.

«Carlo sta male. Oggi non verrà» spiega Damian con calma.

«Cazzi suoi. Meglio così. Prima o poi lo caccio dal gruppo...»

«Dave, sappiamo cosa gli hai fatto» butta fuori Fred.

«Cazzo dici?»

«Hai sentito bene. Lui ci ha raccontato cosa gli hai fatto a Londra, in albergo.»

«Io non ho fatto niente. Niente, capito?! Quello sta complottando contro di me!» si difende Dave, per poi tracannare quasi tutta la lattina di birra in un solo sorso e ruttare rumorosamente come suo solito.

«Che schifo...» mormora Kelsey.

Aurélien è pallido e stringe con forza il bordo della sua maglietta, Tim C si gode la scena con le braccia incrociate e un'espressione indecifrabile dipinta in viso, Joey fissa con odio Mustaine e Daron cerca di trattenere le risate per la scena raccapricciante a cui sta assistendo.

«Ha i segni della tua aggressione addosso, potrebbe denunciarti» aggiunge Tim C in tono melodrammatico.

Tutta la band si è messa d'accordo per far ammettere a Dave la verità, non può passarla liscia anche stavolta.

«Stronzate. Sono solo stronzate.»

E allora Kelsey, l'unico che Dave prende davvero sul serio perché dice che non è in grado di scherzare e non possiede senso dell'umorismo, sgancia l'ultima bomba: «David, Carlo ci ha detto che gli hai infilato il manico della tua chitarra su per il culo».

E lo dice con una tale serietà, con una solennità talmente improponibile, che per tutti è davvero difficile rimanere seri.

Dave balza in piedi come una molla e stringe convulsamente i pugni, digrignando i denti come un cane rabbioso.

«Questo non è vero, quel pezzo di merda vi ha mentito!» strilla, con una punta di isteria nella voce.

«E noi dovremmo crederti, eh? Sei sempre così incazzato... te la prendi per tutto, e noi dovremmo pensare che Carlo sia un bugiardo?» interviene Daron con un'alzata di spalle.

Dave si affloscia sulla sedia e scuote il capo con forza, poi dice: «Sentite, gli ho mollato un calcio, ma giuro che non ho fatto altro».

«Ah, quindi è vero che l'hai aggredito!» esclama Fred indignato.

«Sì, ma non gli ho mai infilato...»

«Ma sempre l'hai aggredito» lo interrompe bruscamente Damian.

«E va bene, cazzo, va bene! L'ho picchiato perché mi ha confermato che voi, insulsi figli di puttana, mi avete preso per il culo e avete inventato una cazzata solo per farmi suonare! Mi avete trascinato lì con l'inganno!»

«E quindi tu ti sei sentito autorizzato, giustamente, a prendertela con Carlo... mi sembra logico» dice Tim C con ironia.

«Certo, ma lo avrei fatto con chiunque di voi! Chiunque mi fosse capitato a tiro!»

«Basta così.»

Tutti si voltano verso il divano su cui sono seduti Aurélien e Kelsey, e notano che una figura si è sollevata da dietro e regge in mano un cellulare. Si tratta di Carlo, il quale fissa senza timore Dave, agitando lo smartphone che tiene in mano come fosse una spada laser.

«Tu! Dove cazzo ti eri nascosto? Cosa...?»

«Dave, caro Dave. Ho registrato e filmato tutto ciò che hai detto. Se non mi chiedi scusa, carico tutto sul web e tu sarai spacciato» sorride Carlo con semplicità, facendo spallucce.

«Come osi! Come cazzo ti permetti di...»

«The final countdown» canticchia qualcuno.

«10... 9... 8...» recita Joey, intervenendo per la prima volta.

«Non potete! Siete... siete...» incespica Dave, che non riesce più a insultare nessuno.

«7... 6... 5...» prosegue Daron, ridacchiando come una iena. Si sta proprio divertendo, altro che fare le prove!

«4... 3... 2...» lo segue Fred, che ormai sta ridendo apertamente e si fa beffe di Dave come se non ci fosse un domani.

Carlo ha un dito sospeso sullo schermo del suo Samsung e mentre sta per abbassarlo...

«NO!» grida Dave, balzando in avanti con l'intendo di saltare addosso al percussionista.

Ma subito Fred e Tim C lo bloccano, stritolandogli le braccia.

Il chitarrista finalmente si arrende e mormora: «Okay, okay... scusami Carlo, non volevo, io... ero incazzato, ma... non avrei dovuto... e comunque me la pagherai».

«Il video è al sicuro nel mio cellulare e non solo, quindi non ti conviene farti venire strane idee» replica Carlo, per poi uscire dalla sala.

Anche Dave poco dopo se ne va, con la coda tra le gambe e una sconfitta bruciante da portarsi appresso.



Per una volta non ho aggiornato dopo mesi, spero di vincere un qualche premio per questo XD

Be', direi che Dave se l'è proprio meritata questa, voi cosa ne pensate? Povero Carlo, non potevo abbandonarlo al suo destino! Mi dispiaceva troppo!

Bene, nel prossimo capitolo ho già in mente cosa far capitare, quindi spero di non tardare!

Ne vedremo delle belle, siete pronti? ♥

  
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