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Autore: Elsinor    03/10/2016    4 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Kingsman aprì una cinghia della sua valigetta di pelle e subito Ratbert fece capolino. Il topastro voltò il capo a destra e sinistra, facendo fremere i baffi, e schizzò ad arrampicarsi lungo la manica del padrone fino a raggiungere il suo posto preferito, la spalla.
«Bella casa.» commentò placido Kingsman. Da lì dov'era, cioè davanti all'ingresso, poteva vederla comodamente tutta, eccetto il bagno perché per puro caso la porta era socchiusa. La cucina/sala da pranzo nell'angolo alla sua destra, la camera da letto/studio/salotto/qualsiasi altra cosa di fronte a sé. Tutto coronato dal tetto spiovente. L'armadio era ancora aperto, ma dentro c'erano solo i miei vestiti tutti appallottolati più vecchie scatole portadocumenti. Dall'anta colava una macchia di rum di ribes rosso. Ce n'era dell'altro sul pavimento insieme ai cocci più grossi della bottiglia, quelli più piccoli erano arrivati ovunque e scintillavano negli interstizi delle piastrelle.
Mi buttai  a sedere sul letto, strinsi i denti e mi accinsi a ispezionare le piante dei piedi «Grazie. Raccoglierei il vetro da terra, ma se non ti dispiace prima devo eliminare quello conficcato nella pelle.»
«Be', forse posso aiutarti con entrambe le cose.» fletté le ginocchia e si chinò con distratta disinvoltura ad annusare la macchia sul pavimento «Incredibile quanto il tuo sangue sappia di ribes e alcol! Per fortuna prevedevo che non avresti avuto niente da offrirmi da bere, così ho portato del mio.» tirò fuori dalla valigetta la bottiglia di Whisky Incendiario che avevo assaggiato a Berkshire House, la scosse lievemente e me la lanciò «Tieni, funziona meglio di un incantesimo. Anche perché la guarigione non è la mia specialità.»
«Fa niente, il signor Ogden Stravecchio è il mio Guaritore di fiducia.» commentai, stappando e bevendo un bel sorso. I piedi non erano conciati male come pensavo, una volta pulito il sangue e il rum.
Nel frattempo Kingsman puntò la bacchetta e la pozza sul pavimento evaporò. Fece un altro gesto circolare e tutti i frammenti di vetro scivolarono dai quattro angoli della casa fino a concentrarsi in un mucchietto tintinnante sotto la sua bacchetta. Il mucchietto tremolò e i frammenti saltarono uno sopra l'altro cercando di ricomporre la bottiglia, ma presto rinunciarono e ricaddero affranti a terra. Kingsman mosse di nuovo la bacchetta e li fece sparire.
«Hai lasciato la macchia sull'armadio.» lo informai educatamente.
«Ho lasciato anche quel mucchio di stoffa fumante. Pensavo fossero fatti così, magari per una moda babbana.»
«Cazzo» in effetti ora che ci facevo caso sentivo anch'io puzza di bruciato, e in effetti una mia maglia per terra fumava lievemente, grazie alla sigaretta che ci era caduta sopra mentre scappavo «spegnila, spegnila!»
Kingsman sospirò, mormorò «Aguamenti» e con la bacchetta inzuppò la mia maglia il giusto per spegnere il principio di incendio «Posso sedermi anch'io, ora?» chiese sarcastico, distendendo le ginocchia per sollevarsi dal pavimento.
Volevo dirgli di evitare di farlo accanto a me, ma lui non aspettò la risposta e si sedette semplicemente sulla sedia vicino al letto, non prima di aver spazzato via tutti i vestiti che c'erano sopra.
«Comincio a pensare che il passaggio del Molliccio abbia migliorato la casa» commentò pungente, accomodandosi con distratta disinvoltura: incrociò le gambe e slacciò i bottoni della giacca «ti capita spesso di trovarne nei cassetti o pensi ce l'abbia messo il tuo Mangiamorte?» appoggiò le mani intrecciate sul ginocchio, sollevò il busto dallo schienale e si protese verso di me, ravvivato «Magari sperava di farti morire di paura...»
«Sei conciato bene per uno che ha paura delle sartorie.» non mi trattenni più dal ribattere.
Kingsman fece il suo sorriso impenetrabile «Grazie.» passò i pollici sui baveri della giacca. Era un completo nero fumo con tanto di gilet, camicia bianca tutta abbottonata e cravatta lucida di un rosa appena accennato. Sulla cravatta era appuntata una spilla d'argento a forma di teschio di corvo, quando si dice la mania dei dettagli «Questa moda babbana è così scomoda! Tanto per cominciare è tutto un po' troppo costringente, e tanto per finire ci sono troppe poche tasche e troppo piccole. Ho dovuto mettere tutto lì dentro.» indicò con un cenno del capo la valigetta di pelle nera con le cinghiette d'argento.
Io stavo riflettendo sul Molliccio-Mangiamorte: il fatto che avesse la stessa corporatura di Kingsman era un punto a favore della mia teoria o una proiezione della mia paura che la suddetta teoria fosse corretta? Roba complicata.
Tesi la bottiglia di whisky «Vuoi un po'?» volevo offrirla in modo disinvolto (e distratto) per non destare sospetti, così aggiunsi in fretta «Insomma, delle sartorie babbane non hai paura.»
«Io? Ma non ci ho mai messo piede. Non saprei neanche dove cominciare, è già stato abbastanza penoso prendere quell'ascensore con i pulsanti, potevi anche avvertirmi di usare le scale, a proposito...sì, ma in un bicchiere, per favore.»
In circostanze normali gli avrei detto di alzare il culo e prenderselo da solo, ma ci tenevo che bevesse, così mi alzai io. Presi un paio di pantaloni da ginnastica che erano stati buttati dalla sedia al letto, zoppicai per infilarmeli e zoppicai per raggiungere la cucina. Kingsman stava ancora parlando.
«Ho solo trasfigurato uno dei miei vestiti normali prendendo a modello qualche foto. Non sono sicuro delle cuciture interne, ma penso mi sia venuto bene.»
Trovai un bicchiere probabilmente pulito e glielo portai, dopo averci versato più whisky che potevo. Lui nel frattempo aveva riaperto la valigetta e tirato fuori due specchietti rotondi tipo quelli che usano le donne per rifarsi il trucco. Ne teneva uno in grembo e nell'altro si stava dando un'occhiata placidamente critica. Ratbert si era dileguato dalla sua spalla, forse vergognandosi, e sperai non stesse rosicchiando niente di irreparabile.
Kingsman alzò lo sguardo dallo specchietto, sorrise e allungò la mano verso il bicchiere che gli porgevo.
«Mi sta bene, no?»
«Eh?»
«Il vestito.»
«Sì, sembri proprio un Babbano.»
Come previsto, gli si raggelò il sorriso. Prese il bicchiere e mi porse uno degli specchietti «Non nel modo in cui lo sembri tu, questo devi concedermelo. Pensavo indossassi già i pantaloni, prima che ci mettessi sopra questi altri pantaloni.»
«No, erano mutande, e no, grazie, non mi serve rimirarmi, sono già irresistibile.»
«È il congegno magico che ti avevo promesso, idiota: uno Specchio Gemello.»
Lo presi, un po' spiazzato.
«Non che non ti serva uno specchio normale» infierì Kingsman (la battuta sul sembrare un Babbano gli doveva ancora bruciare) «ma questo ti servirà a comunicare col sottoscritto immediatamente. Io ho l'altro specchio. Basta che pronunci il mio nome e apparirò al posto del tuo riflesso e tu al posto del mio.»
«Kingsman» dissi, fissando lo specchio.
«Alec» mi corresse lui «e sono abbastanza sicuro che la tua faccia al posto della mia nello specchio diventerà il mio nuovo Molliccio. Ma in questo modo potremo parlare come se fossimo vicini...»
«...come al telefono.»
Kingsman (cioè, Alec) fece un sorriso forzatissimo «Sì, ma senza i numeri e i pulsanti.»
«Ehi, ma allora sai cos'è!»
«No, ma ho immaginato funzionasse come l'ascensore. Invece gli Specchi Gemelli funzionano in modo simile alla sfera di cui mi hai parlato, infatti ci ho riflettuto e sospetto che quella "sfera" sia in realtà uno Specchio Gemello di forma inconsueta.»
Guardai nello specchio e mi umettai le labbra «Sì, avrebbe senso.»
«Ovviamente non posso esserne sicuro finché non gli dò un'occhiata» continuò Alec, già più allegro «magari riusciremmo anche a scoprire chi ha l'altro Specchio e dove si trova...»
«Alla salute!» mi affrettai a esclamare, afferrando con la mano libera la bottiglia che avevo lasciato sul letto. Stappai e bevvi un sorso, osservando Alec trangugiare finalmente un po' del bicchiere che avevo riempito con tanta fatica. Però da sopra il bordo mi guardò con gli occhi a fessura di ghiaccio puro.
«Ci volevi il ghiaccio? I cubetti veri e propri non ce li ho, ma posso grattarne via un po' dal freezer, là dentro cresce da solo.»
«Silas, che ne hai fatto della sfera?» mi gelò. Guardò in controluce il bicchiere «Se non sapessi che è impossibile direi che ci hai messo un goccio di Amortentia, o Veritaserum, o veleno di Basilisco.»
«Così dal suono, la prima che hai detto sicuramente no.»
Sentimmo in contemporanea una serie di tonfi provenire dal televisore. Scattai in piedi e mi precipitai ad estrarre Ratbert dalla nicchia dove si aggrovigliavano i cavi. Squittì indignato, protendendosi verso la guaina di gomma che (per fortuna) non aveva finito di rosicchiare.
«Ratbert» lo richiamò pigramente Alec «Non sciupare i giocattoli di Silas. Cerca la sfera, piuttosto. Annusa, è magica.» fece un paio di schiocchi con la lingua, ma io stavo tenendo il ratto ben stretto tra le due mani. Era un falso magro.
«Forse non hai capito che i miei "giocattoli" hanno dei fili elettrici. Non mi aspetto che tu sappia cosa vuol dire più di quanto io sappia cos'è l'Amortenza, ma ti assicuro che è pericoloso rimanerci attaccati coi denti.»
«E io ti assicuro che è pericoloso mentirmi.» Alec fece un sorriso per niente piacevole.
Mollai Ratbert (anzi, lo lanciai proprio) e mi avvicinai a lui, cacciandomi le unghie nei pugni.












Angolo dell'autrice: le Olimpiadi di lancio del Ratbert sono finite da un pezzo, ma Silas questo non lo sa. Passeremo alla prossima categoria, lotta libera? Ho il sospetto che a qualche lettrice non dispiacerebbe, eheh. Tra Alec e Silas chi sarà più pericoloso? Continuate a seguire per scoprirlo, e intanto lasciate pure una recensione!
   
 
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