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Autore: PanStitch    03/10/2016    2 recensioni
Salve cari lettori,
la mia storia parla principalmente della coppia Harley/Joker e ne analizza il pensiero distorcendolo leggermente da quello che il film vuole fare intendere. Io adoro questa coppia ed è così che mi immagino la loro storia d'amore: malata, triste, profonda e dannatamente sbagliata ma perfetta e splendida al tempo stesso.
La storia parte dal principo, senza grossi salti temporali. Spero di regalarvi una buona lettura.
Ps: le frasi in verde sono tratte dal film e/o dal fumetto e dunque sono di proprietà intellettuale degli autori.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'A mad, mad love.'
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"Dottoressa Quinzel...l'ho fatta convocare alla luce degli ultimi avvenimenti che mi sono stati riferiti dai suoi colleghi..." esordì il Signor Arkham guardando l'enorme quercia che si ergeva al centro del giardino, proprio davanti alla finestra del suo ufficio, e dandole le spalle.
Il suo tono era deciso e piuttosto indispettivo e si sfregava energicamente le mani sudate in segno di nervosismo.
Harleen era seduta su una sedia girevole di tessuto rosso ed avrebbe tanto voluto giocarci come una bambina, ma cercava di contenersi e mantenere un aspetto serio e professionale.
Il direttore si voltò verso la scrivania, afferrò una videocassetta e la inserì nel video registratore. Premette un tasto ed il video delle telecamere di sicurezza della stanza 37, datato tre giorni prima, dopo un secondo di intermittenza accompagnato da un fastidioso rumore bianco, partì....







"Buongiorno Mr. J. , le ho portato un caffè!" esclamò la donna con un grosso sorriso stampato sul volto, appoggiando due enormi bicchieri di carta sul tavolo.
"La ringrazio. E' sempre molto gentile con me, dottoressa Quinzel...al contrario di quei figli di puttana che mi vengono a trovare ogni pomeriggio..." rispose tranquillamente, guardando fisso verso la telecamera e ghignando con soddisfazione.
"Tuttavia non credo che potrò fare colazione con lei, oggi...sa, ho una nuova camicia e non vorrei mai sporcarla!" continuò con tono sarcastico.
La dottoressa chiamò quattro infermieri e gli ordinò di togliergli la camicia di forza ed ammanettargli la mano sinistra alla sedia.
L'uomo si guardò per un momento le mani, felice di poterle muovere, poi notò un'infermiera che si comportava in modo strano: lo guardava terrorizzata, infilava un lembo di coperta sotto il materasso del suo letto, lo guardava ancora vibrando come un cellulare e ricominciava.
"BU!" esclamò guardandola dritto negli occhi con il suo ghigno più terrificante, facendola scappare via a gambe levate.
La dottoressa Quinzel scosse la testa, cercando di trattenere una risata.







Il video venne interrotto da una seconda interferenza, svegliando la donna dal suo piccolo flashback.
"Le sembra il modo di interagire con un paziente di questo tipo, dottoressa Quinzel? Ha messo in pericolo l'incolumità di tutti noi!" tuonò l'uomo, rosso in viso per la rabbia.
Inspirò ed espirò profondamente, poi fece partire la seconda parte del video, rispedendola nel mondo dei sogni...







"Sa, sento di poter parlare con lei come non ho mai fatto prima, con nessuno. Visto che lei ha deciso di parlarmi della sua famiglia, io le parlerò della mia: odiavo anche io la mia famiglia..." sospirò la donna, prima di tuffarsi nel passato. "Mia madre...mia madre non ha mai avuto carattere. E' una donna debole e stupida...spero di non diventare mai come lei. Mio padre? Lui era troppo occupato ad entrare ed uscire di galera per badare ai suoi figli. E' per lui che ho deciso di diventare psichiatra...volevo capirlo, ma quando è giunto il momento di farlo ho capito soltanto che è  un uomo meschino ed incapace di provare del vero affetto per qualcuno...un vero pezzo di merda." una lacrima le accarezzò la guancia. "E' un violento, un ladro ed un sociopatico...ma gli voglio bene." abbassò lo sguardo, pensando a tutte le volte che le aveva fatto del male.
Guardò la piccola cicatrice di forma circolare che aveva sul braccio, ormai quasi invisibile ma assurdamente dolorosa.
Sentì, nella sua testa, le sue stesse urla echeggiare nel vuoto; scosse la testa, si asciugò le lacrime e lo guardò negli occhi.
"Mio fratello Barry invece..."guardò l'orologio e si ricordò di colpo che gli aveva promesso di andarlo a prendere a scuola. "Devo scappare! Ci vediamo nel pomeriggio!" esclamò, gli lasciò un dolce bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza.







L'ennesima intermittenza chiuse il video.
"Come le è venuto in mente di dargli così confidenza? Non provi a giustificarsi. Ho una tonnellata di video che mostrano lei ed il paziente comportarsi come vecchi amici e diversi infermieri hanno giurato di averla vista arrossire ai suoi complimenti! Per non parlare del fatto che gli ha praticamente riarredato la stanza!" disse tutto d'un fiato il dottore. "Sarò costretto a toglierle il caso..."
"Le posso spiegare tutto, Signor Arkham. Sto utilizzando un metodo alternativo con lui...sto cercando di conquistare la sua fiducia, sono convinta che sia l'unico modo per riuscire ad ottenere risultati soddisfacenti." si giustificò Harleen, cercando di essere il più convincente possibile e dimostrando di possedere ottime doti recitative.
L'uomo si accarezzò la barba, pensieroso.
"Lei è geniale, dottoressa." affermò con convinzione, prima di farle cenno di uscire dallo studio.








→Angolino autrice←
Scusate se il capitolo fa un po' schifo...prometto di scrivere qualcosa di meglio nel prossimo! :)
Se vi può interessare ho scritto e pubblicato la storia (o meglio i primi capitoli per ora) anche dal punto di vista di Joker!
 
  
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