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Autore: SkyDream    05/10/2016    3 recensioni
A Osaka, per varie notti, si susseguono omicidi sospetti che hanno in comune una cosa sola: un trattino blu sotto la nuca.
E' opera della Blue Spread, una pericolosa banda che sta mettendo a punto una macchina delle torture che usa delle microonde.
Heiji, che ha partecipato alle indagini, viene mandato a Kyoto con la scusa di recuperare delle materie scolastiche e suo padre gli vieta di sentire Kazuha.
Il detective capisce che sono solo misure di sicurezza e non si arrende.
Peccato che il destino abbia piani sadici per lui e la sua amica.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta storie su Heiji e Kazuha'
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-Blood in my Eyes-
-Cicatrice-

 
Caro Heiji
Ho saputo che ormai vi siete del tutto ripresi dagli eventi che vi avevano sconvolto.
Sono contento di sapere che la tua fidanzatina sta bene, non si meritava proprio quella disgrazia, ma ha saputo dimostrare quanto una ragazza può essere forte!
Ho smesso di passare le giornate nello studio a guardare telegiornali, ho cominciato a scrivere racconti.
Non ti nascondo che avevo pensato di togliermi la vita, così da ricongiungermi con Sakura e Toichi, ma ho deciso di ridar loro vita –seppur metaforicamente- con i miei racconti.
Jophiel è in carcere, ma le hanno diminuito la pena perché ha collaborato.
Spero di rivederti presto a Kyoto, ovviamente accompagnato dalla bella fanciulla.
Ah, a proposito, ho saputo che lei si considera “la tua migliore amica”. Datti una mossa.
Con affetto e reicoffee
Kamai Nakama

 
 
Sono passati diversi mesi da quell’esperienza.
Siete tornati a scuola, passate le vostre giornate allegramente.
Con grande stupore dei medici Kazuha sembra essersi ripresa quasi del tutto: l’occhio destro ha ripreso quasi totalmente le sue funzioni, l’occhio sinistro è rimasto vacuo, come velato da una nebbia, ma vede ancora anche se parzialmente.
Kazuha ora indossa degli occhiali neri, abbastanza spessi, ma sorride come prima.  E non potresti chiedere di meglio.
Nell’iride destro sono rimasti due piccoli segni, strisce sottili. Nonostante ciò rimangono occhi bellissimi e non puoi fare a meno di ammirarle quando puoi.
Sta cantando, la senti dal retro della porta della veranda.
Ha le mani dentro una ciotola e sembra stia impastando qualcosa, appena entri una nuvola di cannella ti fa tossire.
Ti piace la cannella, ma non così tanto.
Kazuha, improbabilmente ignara della tua presenza, fa un acuto che per poco non ti rompe i timpani.
«Santi numi, piantala di strillare come un’oca!» urli sopra la canzone trasmessa dalla radio, ti avvicini e stacchi l’apparecchio dalla presa della corrente.
«Idiota! Era il pezzo più bello della canzone!»
«Stavo per diventare sordo!»
«Potevi aspettare che finisse!» Ti urla mettendo i pugni serrati lungo i fianchi, ha i polsi ricoperti di farina e sulle lenti ha dell’impasto per dolci attaccato.
«Sei sempre la solita pasticciona…» le dici togliendole con delicatezza gli occhiali e cercando del rotolone da cucina.
«Da qual pulpito vien la predica, eh?» Ti pizzica lei volgendo lo sguardo verso di te.
Le rimetti gli occhiali puliti sul naso, non puoi fare a meno di notare la pupilla sinistra che si muove appena, come se non guardasse te ma fosse persa nel vuoto.
«Grazie…»sussurra lei arrossendo, ti da le spalle e continua ad impastare come se nulla fosse.
La guardi, in silenzio, cercando di non darla vinta all’inconscio che, bastardo, ti mette davanti il suo viso insanguinato e il coraggio con cui si era messa in piedi per difenderti.
Ti ricorda di quella volta in cui abbracciandola avevi permesso a una lacrima di uscire
Sperando che lei non vedendola non ti avrebbe scoperto
Eppure aveva sorriso e ti aveva stretto ancora più forte
«Non posso fare a meno di notare con quale forza ti sia ripresa»
«Come avrebbe fatto chiunque altro»
«No, chiunque altro avrebbe avuto innumerevoli traumi, tu sei riuscita a riprendere la tua vecchia vita»
«Non del tutto, il sensei mi ha vietato di fare aikido. Ho chiuso tutte le porte con la mia grande passione»
La guardi con rabbia- rivolta verso il suo maestro- e le chiedi quando le è giunta questa notizia. Stringi il ripiano di legno con le mani.
«Oggi. Ora, Heiji, riaccendi la radio che mi va di cantare»
«Ti ha detto di no perché…bhe perché porti gli occhiali?»
«Più o meno.»
«Ma anche altri ragazzi hanno…»
«Al contrario di loro io non ci vedo senza. Senza queste lenti io non vedo che ombre vaghe, okay? Quindi riaccendi la radio!»
La abbracci, fregandotene delle mani sporche di impasto.
Lei abbandona la testa contro il tuo petto e si lascia cullare dal tuo cuore.
«Ci andrò a parlare io. Conosco i tuoi compagni e se si permettono di discriminarti per questo io…»
«Non farlo»
Lo dice con tono calmo, chiude gli occhi e afferra una tovaglia per pulire via l’impasto dalle mani.
Rimanete così, con te che la stringi e lei che ascolta il tuo cuore.
Entrambi siete arrossiti e non parlate, è troppo imbarazzante come situazione, eppure non vi allontanate.
«C’è dell’altro?» chiedi senza muoverti, lei annuisce col capo ma non sembra voler parlare.
Tentenna un po’, poi si solleva le maniche della maglietta fino ai gomiti.
Ha le braccia piene di cicatrici, piccole ma intense cicatrici che sembrano formarle un disegno. Sembrano petali che cadono dai rami degl’alberi.
«Posso sperare di trovare qualcuno che accetta di avere una ragazza a cui funziona un occhio e mezzo, ma sperare di trovare qualcuno che accetti questo!» ti dice sciogliendosi il grembiule.
Cerchi di dirle qualcosa, ma nonostante il rossore si sfila via la maglietta.
«Non passa giorno che non mi guardi allo specchio sentendomi imperfetta» sussurra volgendo lo sguardo alle tre cicatrici sul ventre.
Le conosci troppo bene: una ferita di Duth; l’intervento allo stomaco perforato; l’operazione alle costole incrinate.
Ha la pelle nivea, i tre segni sono di qualche tonalità più chiara, uno di questi sembra una mezzaluna. La trovi perfino bella.
«Non verrò mai desiderata da nessuno!» dice certa mentre si riveste.
Non alzi lo sguardo dal suo ventre, nonostante muoia dalla voglia.
Pensi alla camicetta scolastica, a Kamai e alla tua stanza di Kyoto.
«Ricordi Misa?* Tutto il paese la guardava vedendo una bella ragazza che però era stata deturpata. La cameriera stessa disse che non avrebbe mai trovato marito. E Misa aveva solo un segno sulla fronte, io cosa…?» Non riesce a terminare, si sente come se le fosse finito il fiato.
Ma no, tu sei Heiji Hattori
Per te esternare i sentimenti potrebbe essere un reato
Non sia mai che venisse a scoprire ciò che cova il tuo cuore, eh?
Smettila, una buona volta, di essere così autoritario con te stesso
Accidenti, non ti sei già accorto di amarla?
E diglielo, Santi Numi!
Diglielo!
 
«C’è una persona a cui piaci così, con la cicatrice a mezzaluna e le braccia piene di petali»
«Ma che dici?»
Le afferri le spalle, facendo scivolare le tue mani lungo le maniche della maglietta, fino alle mani.
Ok, il luogo lascia a desiderare
Ma è il momento giusto, no?
 
«Finchè potrò vedere i tuoi occhi, Kazuha- tremi mentre pronunci il suo nome, deglutisci- a me va bene così»
Lei ti guarda, rossa come un pomodoro, ha le iridi lucide. Entrambe le iridi lucide.
«Davv-?» Le chiudi la bocca con un bacio, lei sussulta inizialmente ma non si allontana.
Pensi che ha le labbra morbidissime e appena le schiude senti della cannella. Aveva già fatto dei biscotti e non ti aveva detto nulla.
«Idiota…» Le sussurri mentre prendi fiato, le fai poggiare le spalle al frigo e con le mani le carezzi i polsi, non li stringi. Li carezzi lentamente.
Lei ricambia il bacio con tenerezza, senti che i vostri nasi si sfiorano.
«Ma che ti ridi?» chiedi allontanandoti risentito.
«Sei diventato rosso!» esclama mentre sorride, ha le labbra gonfie e arrossate e tu ridi a tua volta.
Felice di essere tu l’artefice di quello spettacolo.
«Sarà un’impresa farti stare zitta in questi momenti» le dici con tono serio, ma non ti allontani e non ti accorgi nemmeno che le tue mani sono ancora lì.
Lei abbassa lo sguardo, la montatura le scivola un po’ sul naso, provocandoti una risatina.
Rimanete così, mano nella mano, con lo sguardo rivolto a terra.
Finchè Ginshiro non entra improvvisamente provocandovi un infarto multiplo.
Sarà meglio ufficializzare le cose al più presto
Ti ci è voluto molto autocontrollo per non ripensare a quella camicetta
Alla foto, alla doccia fredda.
Alla cicatrice a mezzaluna
Alle sue braccia piene di petali

* Misa è un personaggio del caso "La tela del ragno" manga n° 25

Angolo autrice
Ehilà, è finita così la storia dei nostri piccioncini.
E i due non possono nemmeno lamentarsi! Gli è andata bene tutto sommato ahahhaha

Spero di poter scrivere qualcosa al più presto
Nell'attesa vi mando un abbraccio forte forte :3

_SkyDream_
   
 
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