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Autore: Kimberly Horan    05/10/2016    1 recensioni
L'intera vicenda si svolge dopo gli eventi narrati nella storia ''The prince and the princess''. Sofia ed Harry sono sposati e hanno avuto due splendidi gemelli: David e Philip. Come saranno i loro primi anni da genitori? I due innamorati si troveranno ad affrontare un altro importante capitolo della loro vita insieme!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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Con l’arrivo delle belle giornate iniziarono anche le partite di polo. Harry e Sofia si trovavano in Scozia per un torneo e il destino volle che lì si trovasse, del tutto inaspettatamente, anche un amico di Harry, un certo Jake con cui lui era andato a scuola ai tempi di Eton. Negli anni della giovinezza fu anche il suo migliore amico, ma col crescere i rapporti si erano un po’ allentati, tanto che ora si frequentavano solamente durante occasioni come quella.
Sofia non provava per Jake nessuna particolare simpatia e anzi, i suoi modi le davano sui nervi la maggior parte delle volte.
“Sofia, so di essere ripetitivo ma la maternità ti ha resa davvero splendida”, le disse Jake quando la vide.
Lei si sentiva sempre a disagio quando riceveva quel tipo di complimenti. Un po’ perché era convinta che fossero solo frasi di convenienza, e quindi false come non mai, e un po’ perché le dava fastidio sentirsi gli occhi di Jake addosso. Diventava un po’ viscido quando faceva così.
“Jake, tieni giù le mani da mia moglie”, intervenne subito Harry mentre finiva di sistemarsi le protezioni sulle ginocchia.
“Sta tranquillo, non ho nessuna intenzione di rubartela”.
Lui inarcò un sopracciglio, scettico. Jake era sempre stato un inguaribile rubacuori, nonostante l’aria da bravo ragazzo, e se lei non fosse stata sua moglie di sicuro c’avrebbe spudoratamente provato. Questo lo sapevano tutti.
Sofia era sempre stata apprezzata dagli amici di Harry e questo perché era semplicemente diversa da tutte le altre ragazze con cui erano abituati a rapportarsi. Era bella ed intelligente, una di quelle persone con cui puoi fare una conversazione sui più svariati argomenti senza andare a finire in frasi che riguardano gioielli e vestiti. In pratica era una donna talmente desiderabile che tutti avrebbero voluto sposarla, ed Harry era piuttosto geloso. Sfortunatamente per lui, lei non c’aveva mai creduto veramente a questa storia. Quella donna non si rendeva conto dell’effetto che aveva sugli uomini.
Harry terminò di fare gli esercizi di stretching e poi indossò il caschetto. “Ci siamo, augurami buona fortuna e guardami attentamente”.
“Avrò occhi solo per te”, lo rassicurò lei dandogli un bacio.
“Sta tranquillo, terrò compagnia io alla tua splendida moglie”, intervenne Jake, assolutamente fuori luogo.
Sofia alzò gli occhi al cielo e Harry lo guardò male prima di montare in sella per raggiungere il resto dei giocatori.
La partita fu piuttosto interessante, anche se Sofia non poté prestarle tutta l’attenzione che avrebbe voluto. Se fosse stata una qualsiasi spettatrice come tutte le altre, avrebbe potuto sedersi in tutta tranquillità e guardare Harry con aria sognante all’infinito, però questo non era più possibile dal momento che era la duchessa di Windsor. Inoltre, quel giorno, la consegna dei premi sarebbe spettata a lei, e questo fece sì che una gran quantità di personaggi illustri, famosi e meno famosi, le si fiondassero addosso senza darle tregua, il tutto appesantito dalla presenza costante di Jake, che diventava sempre più irritante col passare dei minuti.
“Sai, ho conosciuto una persona molto interessante qualche settimana fa a Londra”.
“Non sono certa di voler sentire il resto della storia, Jake”, rispose distrattamente lei mentre cercava di capire a che punto era la partita.
“E invece dovresti! Allora ti stavo dicendo, questa persona insegna ad Oxford e indovina un po’ è un italiano, come te! Magari lo conosci”.
Sofia lo guardò perplessa. “Non è che conosco tutti gli italiani che vivono a Londra”, gli fece notare.
“Questo magari sì, visto che si intende di storia. Il suo nome è Lucas, però faccio fatica a ricordarmi del cognome”.
Sofia si bloccò. Aveva detto Lucas?
Jake corrugò la fronte concentrandosi per ricordare quel cognome e dopo alcuni tentativi se ne uscì fuori dicendo: “Minganti! Ecco, Lucas Minganti”.
Sì, era decisamente lui.
“Lo conosci?” Insistette Jake.
“No”. Mentì spudoratamente. D’accordo, Lucas era a Londra, di nuovo, e allora? Bastava evitare di andare ad Oxford.
Jake sembrò deluso della sua risposta, ma si riprese quasi immediatamente. “Non importa, te lo presenterò alla serata di gala tra qualche giorno”.
Ecco, quello sarebbe stato un problema. Un vero ed enorme problema. Come diavolo glielo avrebbe spiegato ad Harry?
 
 
Nel frattempo Harry fece un punto semplicemente eccezionale che fece aggiudicare l’intero chukker alla sua squadra. Decisamente soddisfatto guardò verso la tribuna, sicuro che Sofia lo stesse guardando, ma si accorse che era troppo impegnata a parlare con Jake per prestargli attenzione. Corrugò la fronte infastidito, anche se si disse che magari si trattava solo di un caso. Nei minuti successivi fu così concentrato nel vedere cosa stavano combinando quei due che alla fine cadde da cavallo.
A fine partita avevano vinto, ma Harry era completamente fuori di sé dalla rabbia. Fortuna che avrebbe avuto occhi solo per lui eh!
Il suo istinto gli diceva di andare lì e sentire cosa avevano di così tanto interessante da dirsi quei due. Dal campo alzò una mano verso la tribuna ma lei non lo notò minimamente. D’accordo: avrebbe attirato la sua attenzione in un altro modo.
Nel momento delle premiazioni, Harry si mise in fondo alla fila in modo da essere ultimo. Sofia salì sul podio, e consegnò i trofei ad ogni giocatore, sorridendo e dando un bacio sulla guancia ciascuno, come era solito fare in queste occasioni. Era radiosa come al solito e in alcuni casi si soffermò maggiormente per congratularsi.
Finalmente arrivò il turno di Harry, che le sorrise come se nulla fosse. Lei gli consegnò il trofeo e si avvicinò per baciargli la guancia ma proprio in quel momento, lui si voltò e la baciò sulle labbra con sentimento, davanti agli occhi di tutti.
Sofia si staccò non appena le fu possibile e lo guardò incredula, arrossendo violentemente. Un atteggiamento simile non era decoroso in certe occasioni, lo sapevano entrambi, ma ad Harry non interessava. La guardò con aria soddisfatta alzando il mento in segno di trionfo.
 
 
Sofia entrò nella tenda riservata agli atleti e diede ad Harry uno schiaffo sulla schiena così forte che il suono sordo del colpo si sentì forte e chiaro.
“Ma che diavolo ti è saltato in mente!” Esclamò.
“A te che ti salta in mente! Mi hai fatto sputare un polmone”, rispose lui massaggiandosi il punto in cui l’aveva colpito.
“Scusa non volevo farti male”, disse lei con dolcezza. “Ma comunque che diamine ti è preso?” Continuò tornando al tono di voce arrabbiato.
“Ho attirato la tua attenzione, visto che non mi hai degnato di uno sguardo durante la partita. Che diamine avevate da confabulare tu e Jake?”
Sofia iniziò a sudare freddo ricordandosi della storia di Lucas. Avrebbe dovuto dirlo ad Harry, ma non ne aveva il coraggio.
“Stavamo parlando di cose importanti”, gli disse rimanendo sul vago. Non poteva dirglielo, era già arrabbiato e saperlo lo avrebbe mandato ancora di più su tutte le furie.
“Cose importanti?” Ripeté lui scettico. “Tu non lo sopporti nemmeno Jake!”
“Questo non ti autorizza a fare come ti pare, Harry!” Tentò di riportare il discorso sulla questione del bacio. Che tra le altre cose era stato anche un bel bacio, ma assolutamente fuori luogo.
Harry sbuffò, si mise la borsa del cambio in spalla e poi prese Sofia per mano, praticamente trascinandola fuori fino alla macchina. Non aveva proprio nessuna voglia di vedere nessuno in quel momento e l’unica cosa che voleva era tornare in hotel.
Durante il tragitto nessuno dei due parlò, poi Harry svoltò in una stradina di campagna, stretta e contornata da fitti alberi. “Dove stai andando, l’hotel è dall’altra parte”, gli fece notare lei.
“Lo so, ma questa è una scorciatoia”, rispose lui scocciato.
“Ne sei sicuro? Tu non conosci queste strade, ci perderemo”, ribatté Sofia con un tono di voce altrettanto brusco.
Harry la ignorò, ma dopo tre quarti d’ora dovette darle decisamente ragione. “D’accordo, ci siamo persi”. Alzò le mani dal volante dopo aver accostato.
Sofia sospirò spazientita. “Te l’avevo detto. Dobbiamo tornare indietro”.
“Lo so.” Harry fece per rimettere in moto la macchina, che invece decise di non partire. “Non ci credo”.
Sofia si abbandonò sul sedile. Quella giornata stava prendendo una piega orribile. Si slacciò la cintura di sicurezza ed uscì dall’auto sentendo il bisogno di prendere una boccata d’aria. Harry fece lo stesso.
“Ora chiamo per farci venire a prendere”, le disse.
Lei annuì e rimase in attesa con le braccia conserte, dondolandosi sulle punte dei piedi per scaricare la tensione. Erano più o meno le cinque del pomeriggio e il tempo era quanto di più minaccioso ci fosse. Gli enormi nuvoloni neri e il vento freddo sembravano rispecchiare perfettamente i loro pessimi umori. In quel momento Sofia provò una profonda ed insolita nostalgia per il clima assolato che caratterizzava solitamente l’Italia in quella stagione.
“Non c’è campo”, sentenziò Harry alla fine, dopo aver provato due o tre volte.
Sofia lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi. “E adesso che facciamo?”
Harry guardò il cielo. “Poco fa ho visto un cartello che indicava una specie di hotel locale”. E quella era l’unica indicazione che avevano trovato in quella stradina. “Potremmo andare fino a lì a piedi e magari bere qualcosa”, propose guardando Sofia negli occhi per vedere se fosse ancora arrabbiata oppure no.
“Bere qualcosa in questo momento è una pessima idea”, sussurrò lei abbassando lo sguardo.
“Scusa, perché?”
“Perché devo fare la pipì. Ho bevuto tanti quei cocktail alla partita che ora non ce la faccio più”. Sarebbe andata tranquillamente in bagno, se lui non fosse scappato via in quel modo.
“E allora? Ce l’avranno un bagno lì!” Esclamò lui.
 
Camminarono seguendo la strada per circa un altro quarto d’ora, poi finalmente arrivarono alla locanda segnata sulle indicazioni. Dall’esterno era somigliante ad un normalissimo cottage di campagna, piuttosto carino. Fecero appena in tempo ad entrare dentro prima che iniziasse il diluvio universale.
Sofia chiese subito indicazioni per il bagno e poi raggiunse Harry nella saletta con i tavolini al piano terra. Ordinarono qualcosa da bere e rimasero in attesa che smettesse di piovere almeno un po’. Inutile, perché l’acqua continuò a scendere dal cielo senza tregua, battendo violentemente contro le finestre.
“Ci conviene rimanere qui per la notte”. Harry si alzò e andò al bancone dell’entrata per prendere una stanza.
“Mi dispiace, ma abbiamo libera solamente una matrimoniale”, gli disse il signore grassottello alla reception.
Harry inarcò un sopracciglio e gli mostrò la fede matrimoniale. “Non è un problema: siamo sposati”. D’accordo che Sofia sembrava più giovane di quello che era in realtà, ma se erano in quel posto da soli c’era un motivo.
“Oh!” Esclamò il tizio prendendo le chiavi della stanza. “Ultima porta a sinistra, in cima alle scale”.
“Grazie tante.” Harry lo guardò malissimo.
La stanza in cu pernottarono era piuttosto piccola, una specie di mansarda, ma nel complesso era piuttosto carina. La carta da parati era bianca con piccoli fiorellini viola stampati sopra, esattamente come le tendine della finestra. Il letto matrimoniale aveva una struttura in legno scuro, piuttosto classica, e il copriletto bianco.
Harry ci appoggiò il borsone sopra con un po’ troppa forza e il letto scricchiolò. Lo aprì e cercò il cambio pulito degli abiti.
Sofia si accorse che aveva qualcosa sulla schiena, così gli tirò su la maglia e vide il cerotto che aveva sulla schiena, nella zona lombare.
“Che ti sai fatto alla schiena?”
Lui rise amaramente. “Sono caduto da cavallo. Lo sapresti se avessi guardato la partita”.
Ancora con quella storia? Quando si impuntava così sulle cose sembrava proprio un ragazzino.
“Vado a farmi una doccia”, gli disse lei irritata.
“Accomodati pure!”
Sofia entrò in bagno e chiuse la porta dietro di se. La prima cosa che fece fu togliersi quelle maledettissime scarpe. Il tacco era medio, ma tenerle tutto il giorno era stato semplicemente un suicidio. Si massaggiò le caviglie doloranti, poi fece scorrere l’acqua della doccia. Lei aveva sempre odiato i box doccia, preferiva di gran lunga le vasche da bagno, ma in quelle circostanze non poteva permettersi di fare tanto la schizzinosa.
Un tuono squarciò l’aria con un rumore tremendo e lei sobbalzò per la sorpresa. Fece un profondo respiro e, dopo essersi spogliata, entrò nella doccia. Il getto d’acqua calda la investì totalmente e quel poco di trucco che aveva le scivolò via dal volto in meno di un minuto, provocandole un leggero fastidio sugli occhi che fortunatamente svanì quasi immediatamente. Si passò una mano sul volto mentre l’acqua le scivolava sulla pelle e ripensando a tuono di poco prima, le vennero in mente i suoi bambini.
Philip e David avevano paura dei tuoni e una sera erano usciti dalla loro stanza per correre a ripararsi da lei ed Harry. Quella volta entrarono in camera ed Harry gli chiese se fossero lì perché avevano paura. Philip allora aveva scosso la testa negando l’evidenza, mentre David lo teneva per mano, poi, nell’udire l’ennesimo tuono, avevano sgranato gli occhi impauriti ed erano corsi da loro nel lettone.
Sofia sorrise a quel ricordo, poi tornò alla realtà e si disse che doveva far pace con Harry. In fin dei conti non aveva tutti i torti: se lui l’avesse ignorata, lei ci sarebbe rimasta malissimo e se la sarebbe presa a morte. Sapeva di avere torto e doveva rimediare.
 
 
Harry si tolse la maglietta. Si sentiva esausto e aveva decisamente bisogno di farsi una doccia.
La porta del bagno si aprì ed uscì Sofia, con solo l’asciugamano avvolto intorno al corpo. Lui rimase a fissarla, mentre lei sistemava ordinatamente gli indumenti sul mobiletto vicino alla finestra, e pensò che quel corpo era veramente una cosa da capogiro.
Senza nemmeno accorgersene le si avvicinò e la sfiorò con un dito. Lei inarcò leggermente la schiena, in un gesto involontario che faceva ogni volta che lui la toccava in quel punto. Era dannatamente sensuale quando lo faceva.
Sofia si girò tenendosi l’asciugamano ben stretto sul corpo. Non sapeva bene il perché d quella reazione così stupida. Era suo marito, con lui aveva fatto due figli, eppure ogni volta che la toccava si sentiva nervosa come la prima volta che erano stati insieme.
Harry l’attirò a sé e poggiò la fronte contro la sua, poi la baciò dolcemente. La prese in braccio e l’adagiò sul letto. Con una mano saggiò le forme femminili del suo corpo, accarezzandole le cosce e i fianchi, fino ad arrivare al seno. Le tolse l’asciugamano quasi strappandoglielo di dosso e sentendo di non potersi più trattenere, la fece sua.
Sofia gemette involontariamente sentendolo entrare dentro di lei. Gli circondò i fianchi con le gambe ed affondò le mani tra i suoi capelli rossi mentre lo baciava, travolta dalla passione. Fare l’amore con quell’uomo era qualcosa di incredibile.
 
Il mattino dopo erano ancora stretti l’uno all’altra. Il cattivo tempo era passato e il sole splendeva alto nel cielo.
“Però seriamente, cosa vi siete detti tu e Jake ieri?” Le chiese Harry.
Sofia si ricordò di Lucas e decise che non poteva più nascondergli la cosa. Si mise a sedere sul letto. “Mi ha detto che ha conosciuto un certo Lucas”, gli spiegò con voce incerta.
Harry le accarezzò la schiena. “Lucas non era anche il nome di un tuo ex?” Le chiese con tranquillità. Sofia arricciò il naso, facendo una smorfia preoccupata e lui si tirò su, sedendosi vicino a lei. “Non è di quel Lucas che stiamo parlando vero? Ti prego Sofia, ho assolutamente bisogno di sentirti dire queste parole”.
 
SPAZIO DELL'AUTRICE
Harry e Sofia continuano ad avere dei pessimi caratteri e mi rendo perfettamente conto che litigano per delle cose assurde, però ormai non ci possiamo fare nulla, visto che sono fatti così! XD Lucas spunta fuori come le margherite, sempre e comunque, che succederà adesso? Che questa volta Harry riesca ad incontrare direttamente l'amore giovanile di Sofia?
  
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