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Autore: Odinforce    06/10/2016    2 recensioni
Quell’ultima edizione aveva visto arrivare ben tre ragazze in finale, ma solo una sarebbe diventata “la più bella di Konoha”. Il caso aveva voluto che tutte e tre fossero ragazze ninja ma, cosa più importante, erano grandi amiche.
Sakura, Ino e Hinata erano a pochi passi dalla vittoria... ma anche da una trappola.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 4
 
Dopo tutto quello che avevano affrontato in passato, Sakura, Ino e Hinata credevano di poter superare qualsiasi cosa: che le maggiori difficoltà della vita fossero ormai alle loro spalle, e che il resto fosse tutto in discesa. Dopotutto erano sopravvissute a una guerra mondiale e a un disastro planetario: cosa poteva esserci di peggio?
Per questo, mentre le tre ragazze si trovavano incatenate nel seminterrato di una casa abbandonata, trovarono ridicola l’idea di essere in quella situazione per mano di una psicopatica: Inori Yamanaka. Non era più forte o più letale di Madara Uchiha, eppure era riuscita a intrappolare ben tre eroine dell’ultima guerra con il suo folle piano; impadronirsi del corpo della vincitrice al concorso “La più bella di Konoha” grazie alla sua Tecnica dell’Evanescenza.
E in quel momento, la vittima designata era Ino.
I preparativi erano ormai ultimati. Il programma inventato da Inori stava per avviarsi, e avrebbe annientato la mente di Ino per consentire al nemico di possedere il suo corpo. Inori stava di fronte a lei, pronta ad attivare la tecnica al momento giusto.
Hinata e Sakura non potevano far altro che stare a guardare, incatenate al muro, sperando fino all’ultimo che il piano fallisse.
« Non la passerai liscia! » urlò Sakura, tentando il tutto per tutto. « Credi di poterti prendere il corpo di Ino senza conseguenze? Nulla ci impedirà di dire a tutti cosa hai fatto! »
Inori ridacchiò senza guardarla.
« E tu credi sul serio che vi lascerò andare? » le rispose. « Avete visto anche troppo... e dopo aver eseguito il trasferimento sarò libera di uccidervi. Sarà facile decapitarvi, immobilizzate come siete! »
« Ugh... » borbottò una disgustata Hinata, incapace di aggiungere altro.
« Non temete, ragazze» proseguì Ino, gelida. « Non so come ha fatto questa stronza a cavarsela, la volta scorsa, ma io ho una famiglia, un fidanzato e degli amici... ammesso che il piano riesca, si accorgeranno tutti dello scambio. Scopriranno cos’è successo e la cattureranno! »
« Hah! Ho pensato anche a quello, cara cugina » ribatté Inori. « Anche Mei aveva persone care... ma è bastato inscenare qualche litigata per tagliare i ponti con chiunque, per poi partire lontano e godermi la vita senza preoccupazioni. Farò lo stesso in questo caso: romperò con la tua famiglia, il fidanzato e tutti i tuoi amici e mi godrò altrove un altro anno di celebrità... per poi ricominciare alla prossima edizione del concorso! »
« Grrr... TU SEI PAZZA! »
« Forse è così... ma mi ci hanno fatto diventare. »
Un forte bip proveniente dal dispositivo attirò l’attenzione di tutte le presenti. Il caricamento del programma era stato ultimato.
LOADING: 100% - PROGRAMMA “DAN” AVVIATO.
Il sorriso di Inori si allargò.
Ino, invece, fu infine dominata dallo sconforto.
« No... »
Il dispositivo prese a ronzare, producendo una forte scarica elettrica che viaggiò attraverso fili e raggiunse il cranio di Ino. La ragazza urlò in modo terribile; il suo corpo immobilizzato fu preda di forti convulsioni. Presto la sua mente sarebbe stata annientata.
« Ino! » urlò Sakura, sconvolta.
Inori compose nel frattempo i sigilli della tecnica, e puntò le mani verso la sua preda.
Tecnica dell’Evanescenza!
Sotto lo sguardo inorridito delle tre amiche, l’anima di Inori fuoriuscì dal corpo: aveva un aspetto diverso da quello di Mei, ma le ragazze non riuscirono a distinguere i suoi lineamenti, perché l’entità s’infilò con rapidità fulminea nel corpo di Ino. La bionda ebbe un nuovo sussulto, mentre il corpo che aveva eseguito la tecnica crollava a terra come una bambola senza fili.
Un attimo dopo accadde qualcosa d’imprevisto.
La porta del seminterrato crollò a terra, sfondata da una forza enorme. Sakura e Hinata si voltarono, sgranando gli occhi per lo stupore: videro una gigantesca tigre d’inchiostro irrompere nella stanza, seguita a ruota nientemeno che da Naruto e Sai.
« Sakura! Hinata! State bene? » chiese subito Naruto, ansioso.
« Il dispositivo! » urlò Sakura. « Non c’è un attimo da perdere... spegnete quell’affare, subito! »
Sai individuò Ino e il macchinario accanto a lei, e annuì. Puntò una mano e la sua illustrazione animata eseguì l’ordine, sfondando il dispositivo con un paio di zampate; non appena andò in frantumi, le scariche cessarono, e il corpo di Ino smise di agitarsi.
Mentre Naruto liberava Sakura e Hinata, Sai fece altrettanto con Ino, staccandola dai fili e dalle manette. La ragazza era immobile tra le sue braccia, priva di conoscenza.
« Ino... »
Gli amici si avvicinarono subito, preoccupati.
« Cavolo... ma cos’è successo? » chiese Naruto, mentre notava il vecchio corpo di Inori a terra. « E quella chi è? »
« Ha... ha preso il corpo di Ino » gemette Hinata, sconvolta. « Ma voi avete spento la macchina prima che finisse... forse non è troppo tardi. »
« Speriamo » osservò Sakura, avvicinandosi di più per esaminare le condizioni dell’amica. « Dopo tutto quello che abbiamo passato... sarebbe assurdo se finisse in questo modo. »
« Mmm... »
Ino rinvenne in quel momento. Sai lasciò la presa, permettendole di rimettersi in piedi, ma Sakura e Hinata scattarono in guardia, pronte a reagire alla minima minaccia; Naruto invece era indeciso.
Ino restò in silenzio, guardandosi intorno con aria confusa. Si tastò il corpo e la faccia; poi, lentamente, il suo sguardo fissò il corpo della ragazza bruna a terra.
« Ino, tesoro... stai bene? » chiese Sai.
Ino cominciò a ridere, dapprima piano, poi sempre più forte.
« Sì... ora sto bene » dichiarò. « Ora sono Ino... e sono la più bella. »
La risposta e il suo sguardo maligno furono la conferma, tanto che anche Naruto e Sai scattarono in guardia. Inori aveva preso davvero il controllo di Ino!
« Maledetta... ridacci subito Ino! » esclamò Sakura, infuriata.
« Neanche per sogno. E non vedo come possiate fare per separarmi da lei: non lascerò mai questo corpo, a meno che non mi uccidiate... ma sono certa che non oserete arrivare a tanto, vero? »
Naruto, Sai, Sakura e Hinata rimasero immobili. Purtroppo dovevano ammettere che aveva ragione: non potevano rischiare di far del male a Ino.
« Rassegnatevi, è finita » dichiarò Inori, trionfante. « La vostra amica non c’è p... argh! »
La ragazza s’interruppe, afferrandosi la testa come se le facesse male. I ragazzi arretrarono di un passo: Inori sembrava improvvisamente preda di un dolore interno.
« Argh... che diavolo... nnnnvattene... ngh... dal mio... corpo! »
« Ino? » fece Hinata, sorpresa.
« No... Ino non... aaaargh! Sì, invece! Ci sono... ancora... ggghhh... sparisci! Va’... via! »
Gli amici di Ino rimasero a guardare, impietriti per lo stupore, mentre la vera battaglia infuriava nella sua mente.
 
Ino si guardò intorno. Si trovava lungo una strada del Villaggio della Foglia: l’ambiente era reso cupo da spesse nuvole grigie che oscuravano il cielo; sentiva voci e risate intorno a sé, anche se non vedeva nessuno.
Poco lontano vide una ragazzina, proprio al centro della strada; era paffuta, con corti capelli di un biondo sporco. Non riuscì a vederla in viso perché portava una maschera, un fac-simile di quelle usate dagli ANBU, acquistata di certo in qualche bancarella nei paraggi. La ragazzina restava immobile sulla strada, mentre le voci aumentavano di volume; voci giovanili, accompagnate da risate di scherno.
« Guardate, la suina! »
« Brutta! »
« Mostro, mostro! »
« Chiamate lo zoo, è scappato un animale dalla gabbia! »
« Fai schifo! »
Ino rimase immobile, sconvolta e amareggiata, mentre udiva quelle voci crudeli che parevano insistere, echeggiando dappertutto. La ragazzina non si mosse, ma chinò il capo con aria rassegnata. La sentì piangere.
Doveva essere Inori, senza alcun dubbio. Stava osservando i suoi ricordi, a causa del legame tra le loro menti dopo l’attivazione della Tecnica dell’Evanescenza. Ricordi dolorosi, doveva ammetterlo... ma pur sempre i ricordi di un nemico, che doveva sconfiggere e scacciare dal suo corpo. Non poteva permettersi di provare pietà per lei.
Ino si avvicinò alla ragazzina con decisione, ma questa svanì nel nulla appena prima che la toccasse. Anche le voci cessarono, e l’ambiente parve dissolversi, per poi riformarsi un attimo dopo. Ora Ino si trovava nei pressi di un parco giochi; Inori era là vicino, un po’ più grande rispetto a prima, il volto sempre coperto da una maschera. Stava osservando qualcos’altro... o meglio, qualcun altro.
Lo riconobbe subito: era Naruto, ancora ragazzino, prima che diventasse un ninja. Aveva l’aria determinata, e gridava qualcosa anche se nei paraggi non c’era nessuno.
« Io diventerò Hokage! » diceva. « Vi farò vedere! Diventerò il più grande Hokage di tutti, e allora mi rispetterete! È una promessa... non mi arrenderò mai! »
Ino lo osservò, comprensiva. Erano i giorni più difficili della vita di Naruto, quando non c’era nessuno al suo fianco e doveva cavarsela da solo. La gente del villaggio lo evitava perché era la Forza Portante della Volpe a Nove Code, arrivando a paragonare lui stesso a un mostro. Anche Ino, con suo rammarico, lo aveva guardato con diffidenza a causa delle voci negative sul suo conto. Ma Naruto non si era mai arreso, e aveva lottato ogni giorno per guadagnarsi l’amore e il rispetto che meritava.
Ma cosa c’entrava con Inori?
« Ha ragione » mormorò la ragazzina mascherata al suo fianco. « Non devo arrendermi... anch’io vi farò vedere quanto valgo. »
Fantastico, pensò Ino subito dopo. Dunque Naruto aveva ispirato Inori con quelle parole: anche se non la conosceva, l’aveva spronata a distanza a non arrendersi. Chissà, se Inori lo capiva avrebbero potuto diventare amici.
La scena si dissolse ancora e si riformò subito dopo. Inori era a casa sua, in compagnia di un’altra persona: un ragazzo alto dai capelli color rame e gli occhi ambrati, che riconobbe come Fu Yamanaka. Questi sorrideva, e parlava con la sorellina posando una mano sulla sua spalla; Inori portava sempre la maschera, quindi non potè vedere la sua espressione.
« Il maestro Mizuki mi ha detto quanto sei brava » diceva Fu. « Hai delle capacità superiori a quelle dei tuoi compagni, e perciò ho avuto un’idea. Che ne diresti di proseguire l’addestramento con il gruppo ANBU? »
« Gli ANBU? » ripeté Inori, dubbiosa.
« Proprio così. Potrebbe essere una grande opportunità per te... potrai allenarti con persone alla tua altezza. E, cosa più importante, non dovrai vergognarti del tuo aspetto, perché l’uso della maschera è obbligatorio. Se diventerai abbastanza forte, avrai tutto il rispetto che meriti tra le forze speciali dei ninja della Foglia. Che ne pensi? »
Ino non udì mai la risposta, perché un attimo dopo era cambiato tutto. Inori era cresciuta ancora: ora era una ragazza, in compagnia di un folto gruppo di ninja, tutti mascherati come lei. Stavano in piedi in una stanza poco illuminata, scattando sull’attenti non appena videro arrivare un vecchio con la testa bendata.
Danzo Shimura, il capo della Radice.
« Oggi siete ufficialmente ninja della Radice » dichiarò Danzo ai suoi cadetti. « Il vostro addestramento è completo. Da oggi agirete nella massima segretezza e obbedirete a me. Ma ricordate che siete al servizio della Foglia, con tutto ciò che questo comporta. Combatterete, ucciderete... distruggerete per un unico scopo: proteggere la Foglia. Voi siete la radice che cresce nascosta sottoterra... e sosterrete l’albero a qualsiasi costo! »
« Sissignore! » gridò Inori, insieme a tutti gli altri.
Lo scenario svanì ancora, e un nuovo ricordo apparve davanti agli occhi di Ino. La bionda cominciava ad averne abbastanza: se non prendeva l’iniziativa avrebbe finito per assistere all’intera vita di Inori senza poterne uscire. Mentre ci pensava, vide Inori in ginocchio su una distesa di rocce, all’alba di un nuovo giorno; radici e cadaveri la circondavano, mentre lei era coperta di strane bende che si stavano sbriciolando. Era appena stata liberata dallo Tsukuyomi Infinito, ma non sembrava contenta.
« No... no... » ripeteva, quasi piangendo. « Perché... ero così felice! Noooo! »
« Oh, per l’amor del cielo » protestò Ino, esasperata. « Ora dacci un taglio! Ok, hai avuto una vita difficile, ma questo non mi pare un buon motivo per rovinare quella degli altri! Tutti abbiamo dei sogni, ma non tutti si possono realizzare... e tu hai scelto il modo peggiore per realizzare il tuo. Perciò fammi un favore ed esci dal mio corpo. Trova un altro modo per essere felice! »
Inori parve averla sentita, perché si voltò a guardarla. L’inespressività della sua maschera aveva qualcosa d’inquietante, in quel momento...
Poi la scena cambiò ancora una volta.
Il sole splendeva forte sopra Konoha. Ino si ritrovò in piedi sopra il palcoscenico al centro dell’arena, con indosso il costume e la fascia di concorrente di “La più bella di Konoha”. Davanti a sé riconobbe il signor Konta mentre parlava al pubblico.
« Signore e signori, bentornati a “La più bella di Konoha”! » annunciò Konta al microfono. « Finalmente è giunto il momento che aspettavate con ansia... tra pochi istanti verrà proclamata la vincitrice del concorso. Chi sarà la più bella di Konoha di quest’anno? La risposta è proprio qui, tra le mie mani. »
Konta sollevò la mano con la busta ancora chiusa, mentre il pubblico si lanciava in una nuova, ennesima ovazione. Ino non riusciva a muoversi per lo stupore: era un suo ricordo? Eppure non vedeva Sakura né Hinata accanto a sé... qualcosa non andava.
Konta riprese la parola in quel momento.
« Allora... la vincitrice di questa quarantasettesima edizione... la più bella di Konoha di quest’anno è... Inori Yamanaka! »
Il pubblico esplose in una nuova ovazione, mentre una nuova ragazza faceva la sua comparsa sul palcoscenico. Ino gemette per lo stupore: era identica a lei, come se qualcuno avesse assunto le sue sembianze con una tecnica. L’altra Ino si fece avanti, raggiante ed emozionata, sotto scroscianti applausi; Konta le pose la corona sul capo, mentre una cascata di coriandoli e petali di fiori pioveva sopra le loro teste. L’impostora sembrava godersi ogni istante di quel grande trionfo, gli occhi le luccicavano per l’emozione.
Per Ino fu l’ultima goccia che fece traboccare il vaso.
« ORA BASTA! » urlò, trovando finalmente la forza per farsi avanti. « Piantala con le stronzate, Inori! Non ti permetterò di rubarmi l’identità... e la mia vita! »
La falsa Ino e Konta si voltarono a guardarla. Mentre il presentatore era sorpreso, lo stesso non si poteva dire per la ragazza, che rispose con un sorriso maligno.
« Ormai è troppo tardi » dichiarò.
Due persone apparvero in quel momento sul palcoscenico, atterrando con un lungo balzo. Ino fu colta da una nuova ondata di stupore: erano Choji e Shikamaru, i suoi più grandi amici e compagni di squadra.
« Che sta succedendo? » chiese Choji, rivolto tuttavia alla falsa Ino. « Perché c’è un’altra Ino? »
« È un’impostora! » dichiarò Inori, puntando il dito contro la bionda. « Vuole rubarmi il mio momento di gloria! Fermatela, ragazzi... proteggetemi ad ogni costo! »
Sotto lo sguardo incredulo della vera Ino, Choji e Shikamaru le stavano lanciando un’occhiata di puro odio.
« No... ragazzi, fermi » disse, provando a farli ragionare. « Sono io quella vera... è lei l’impostora! »
« Tsk... dicono tutti così » commentò Shikamaru. « Ma ormai non ci casco più... Tecnica del Controllo dell’Ombra! »
Ino ebbe appena un istante per scansarsi, prima che l’ombra del suo compagno, animata grazie al ninjutsu, arrivasse a toccare la sua per immobilizzarla. Ino scattò di lato, ma nel frattempo si era fatto avanti Choji, tramutatosi in una palla rotolante grazie alla sua Tecnica dell’Espansione. Schivò anche lui per un soffio, e continuò a muoversi, perché l’ombra di Shikamaru la inseguiva.
Le cose avevano preso una piega fin troppo brutta. Inori stava guadagnando molto terreno nella sua conquista del corpo di Ino: ora sfruttava i ricordi della bionda per rivoltarli contro di lei; coloro che stava affrontando in quel momento non erano i veri Choji e Shikamaru, ma immagini basati sui ricordi che aveva di loro. Anche se il risultato non cambiava.
« Hai passato il limite, bastarda! » gridò Ino, esasperata. Tentò il tutto per tutto e si scagliò contro Inori, cercando di colpirla con un pugno. Non riuscì a raggiungerla: il suo corpo s’irrigidì ad appena un metro di distanza. Abbassò lo sguardo, inorridita, scoprendo che l’ombra di Shikamaru era infine riuscita a bloccarla.
E adesso?
Inori le rivolse un’occhiata sprezzante.
« È finita » dichiarò. « Ora io sono te... ora sono io la più bella! »
« No... non te lo permetterò! Non mi arrenderò mai! »
« Hah... sembra che non sono l’unica ad aver imparato qualcosa da quel biondino, dopotutto. Rispetto la tua determinazione, ma la mia è decisamente più forte. Perciò rassegnati... ormai sto prendendo il pieno controllo del tuo corpo. Sei rimasta sola. Rassegnati, Ino Yamanaka, accetta la sconfitta e sprofonda nel nulla eterno. »
« Grrr... m... mai! »
Inori sospirò seccata.
« Come vuoi. Ragazzi... datele il colpo di grazia, voglio che questa storia finisca all’istante. »
Choji scattò in avanti, preparandosi a colpire Ino con un pugno gigantesco. La bionda rimase dov’era, immobile, mentre lacrime disperate sgorgavano dai suoi occhi.
Maledizione... non può finire così!
Wham!
Choji crollò a terra, prima che il suo pugno colpisse Ino. Lo stesso accadde a Shikamaru, pochi metri più in là: Ino fu nuovamente libera di muoversi, e quando voltò il capo scoprì che qualcuno era intervenuto in suo soccorso. Due nuovi individui avevano fatto la loro comparsa sul palcoscenico, mettendo subito al tappeto i suoi compagni di squadra.
Erano due uomini, vestiti con l’uniforme ninja della Foglia. Uno aveva capelli neri e una barba corta, e fumava una sigaretta; l’altro aveva gli occhi azzurri e lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo. Entrambi avevano l’aria soddisfatta, mentre la indirizzavano su una Ino al culmine dell’incredulità.
Ora aveva un vero motivo per versare lacrime di gioia.
« Maestro Asuma... Papà! »
Era proprio così: per quanto incredibile, gli uomini giunti in suo aiuto erano proprio loro. Suo padre, Inoichi Yamanaka, e il suo maestro Asuma Sarutobi. Entrambi morti da tre anni, per mano dell’Akatsuki e della guerra. Ma questa fatale condizione non contava nulla laggiù, nel luogo dove tutti i ricordi vivono in eterno.
« Non temere, tesoro » dichiarò Inoichi, sorridendo. « Non sei sola... noi saremo sempre con te. »
« E saremo sempre pronti ad aiutarti » aggiunse Asuma. « Proprio come stanno facendo ora i tuoi amici. Li senti? Ti stanno chiamando. Vogliono che torni da loro. »
Tacquero, permettendo così a Ino di ascoltare. Era vero: riusciva a sentire nuove voci echeggiare nell’aria, intorno a sé. Sakura, Hinata, Sai e Naruto cercavano di riportarla alla realtà.
Ino! Riesci a sentirmi?
Ti prego, ritorna in te!
Coraggio Ino... prendi a calci quella stronza!
Resta con noi, Ino... resta con me!
Ino si asciugò le lacrime, commossa, dopodiché strinse i pugni.
« Sì, riesco a sentirvi » dichiarò con gioia. « Aspettate ancora un momento... prima devo liberarmi di una scocciatrice. »
Si voltò a guardare Inori, rimasta impietrita per lo stupore dopo la comparsa di Asuma e Inoichi. La ragazza parve incapace di reagire, e Ino ne approfittò per scagliarsi nuovamente su di lei, sferrandole un pugno micidiale in piena faccia.
« Quello è il mio volto, stronza... e ora mi riprendo la mia vita! VATTENE DAL MIO CORPO! »
Inori cadde all’indietro, lentamente, mentre il suo corpo finto si sgretolava alla vista. Riacquistò il suo vero aspetto, con il volto nuovamente celato da una maschera, ma anche questo andò in frantumi non appena toccò il suolo, come se fosse fatta di vetro.
Inori Yamanaka era sparita. Ino, non ancora convinta, restò in guardia, ma nel frattempo Inoichi e Asuma si avvicinarono a lei, posando una mano a testa sulle sue spalle.
« Ben fatto, figliola » dichiarò il padre, soddisfatto.
« Grazie » rispose Ino con un sospiro. « Per un attimo ho creduto di non farcela... se non foste arrivati voi... »
« Be’, anche i più grandi eroi a volte hanno bisogno di un piccolo aiuto, no? » ammise Asuma, facendole l’occhiolino.
« Hehe... credo proprio di sì. »
Inoichi si chinò un attimo a terra. Stava raccogliendo la corona del concorso di bellezza. Si rialzò e la porse a Ino, posandola sulla sua testa.
« Credo che questa appartenga a te » disse orgoglioso. « La mia bambina è diventata una bellissima ragazza coraggiosa. »
« La più bella di Konoha » aggiunse Asuma, che cominciò ad applaudire. Altrettanto fecero Choji, Shikamaru, Konta e tutto il pubblico alle spalle di Ino. Stava rivivendo il momento del trionfo più grande avvenuto poco prima, nel mondo reale.
Allora perché continuava a versare lacrime? Per la vittoria? Per suo padre e il suo maestro? Per i suoi amici? Non riusciva a capirlo. Ma forse, si disse, non era così importante saperlo... piangeva perché era la cosa giusta da fare.
Era tempo di andare, ma prima rivolse un ultimo sguardo ai suoi cari.
« So che siete solo frutto dei miei ricordi, e sta accadendo tutto nella mia testa » disse, commossa. « Ma voglio dirlo lo stesso... papà... sensei... grazie. Mi mancate un sacco! »
Inoichi e Asuma sorrisero ancora, mentre ogni cosa svaniva in una luce abbagliante.
« Ricorda, figlia mia » disse Inoichi, accarezzandole una guancia. « Noi non ti mancheremo mai... finché ti ricorderai di noi. »
   
 
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