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Autore: Midnight tears    08/05/2009    9 recensioni
Elena, Anna, Giulia. Tre amiche indivisibili, tre biglietti aerei, una macchina in affitto e un grande sogno che sta’ per realizzarsi: una vacanza on the road insieme in Australia.
Bill, Tom, Georg, Gustav. Un gruppo ultra famoso, i Tokio Hotel, quattro grandi amici, un cantante in crisi per il troppo stress, un gemello TROPPO buono, due amici troppo pazienti e succubi degli eventi, un’unica soluzione: una vacanza on the road come semplici turisti in Australia.
Strify, Kiro, Yu, Shin, Luminor. Una band emergente di grande successo, i Cinema Bizarre, un’amicizia fortissima, una felicità incontenibile e un grande regalo per festeggiare il loro successo e la loro amicizia: un viaggio on the road in Australia.
Anna, la sognatrice, è pazza dei Tokio Hotel e detesta i Cinema Bizarre.
Giulia, la casinista, adora i Cinema Bizarre e non sopporta i Tokio Hotel.
Elena, la boss tirapugni, mal digerisce entrambi i gruppi.
Cosa succederà dall’incontro di questi tre variegati e apparentemente incompatibili gruppi?   
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cinema Bizarre, Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 6
Troubles



Oh no, I see
a spiderweb and it's me in the middle
so I twist and turn
but here am I in my little bubble
(Trouble, Coldplay)


“Ok, ora mi avvicino e le chiedo cosa sta ascoltando”
Bill si voltò verso Elena, che, seduta accanto a lui, fissava fuori dal finestrino con le cuffie nelle orecchie, persa nei suoi pensieri.
- Ehmm… -
“Voce. Voce, esci!!”
Ma, per quanto si sforzasse, le parole non uscivano. Non perché non sapesse cosa dirle, e la vicinanza della pugile non lo bloccava fino al punto da inibirgli la capacità di parola, però lo spaventava. Lo spaventava e lo intimoriva allo stesso tempo.
Era incuriosito da lei e voleva conoscerla meglio, ma aveva paura che se si fosse avvicinato troppo Elena lo avrebbe aggredito, e sapeva che c’erano possibilità ragionevolmente alte che la ragazza avesse dei pregiudizi nei suoi confronti e lo detestasse a prescindere, visto anche l’accanimento che sembrava dimostrare Anna nei suoi confronti, ed era sempre possibile che Elena decidesse di ignorarlo per lasciare campo libero all’amica.
Inoltre, anche il fatto che Tom si fosse dimostrato così interessato a lei era un buon deterrente per Bill. Tom avrebbe potuto sentirsi tradito se lui avesse anche solo osato rivolgerle la parola, lo sapeva bene, e allora si sarebbe ritrovato non solo una Elena ancora più incazzata di prima, ma anche un Tom imbestialito, intenzionatissimo a difendere quello che lui considerava “il suo territorio”, e una Anna, se possibile, ancora più accanita e pedante di quanto non lo fosse stata fino a quel momento.
Al solo pensiero, sentì un brivido percorrergli la spina dorsale.
Che fare? Rischiare o no?
“Oh, al diavolo Anna, Tom e tutto il resto! Avanti Bill, leb die sekunde!!”
Prima si voltò verso i sedili posteriori per assicurarsi di avere campo libero. Sia Tom che Anna fissavano imbronciati fuori dal finestrino, ed entrambi avevano le cuffie alle orecchie, e il rumore di due melodie differenti attutite dagli auricolari indicavano che entrambi dovevano essere troppo impegnati a ribollire nel loro brodo per potersi accorgere di lui.
- Ehmmm - si avvicinò ad Elena, schiarendosi la voce, ma lei sembrò non notarlo.
Riprovò, ottenendo lo stesso identico risultato.
“E che cavolo!”
Sbuffò.
- Credo che non ti senta -
Bill si voltò di scatto verso Gustav che lo fissava dallo specchietto, sorridendo.
- Come? -
Il battersita alzò gli occhi al cielo, sorridendo bonariamente:- Ha le cuffie, credo non ti senta. Prova a scuoterla, altrimenti mi sa che non si accorgerà di te -
Il vocalist annuì, tormentandosi però il labbro con i denti, facendo scorrere lo sguardo da Elena a Tom con aria indecisa.
- Bill… - spostò lo sguardo verso il batterista, che chiamandolo si era voltato verso di lui - Cos’è che ti blocca? -
Bill continuò a mordersi il labbro, senza rispondere.
- È perché Tom è interessato a lei? - tirò a indovinare Gustav, facendo centro al primo colpo.
Lui annuì:- Sì. Mi sembrerebbe di rubargli qualcosa se parlassi con lei…-
Gustav sbuffò:- Oh, ma dai, vuoi solo parlarle, mica te la devi sposare! -
Sorrise immaginandosi la scena. Decisamente surreale.
- E poi - continuò il batterista - mica devono per forza essere tutte di Tom! Lui non è innamorato, è solo cocciuto come un mulo ed è cronicamente incapace di accetare un rifiuto, che lo fa scattare come un segugio. Per lui è solo una sfida, dovresti saperlo meglio di me - accennò con il capo ad Elena, che non si era accorta di nulla - e poi, mi sembra che questa poveraccia ne abbia passate abbastanza per oggi! -
- Sì, infatti - si intromise Georg - poveretta, si è dovuta subire tutto il giorno gli attacchi di Tom mentre le sue amiche se la spassavano con i loro idoli. Credo che al suo posto vorrei solamente qualcuno con cui fare due chiacchiere in santa pace! - gli lanciò uno sguardo dallo specchietto e gli fece l’occhiolino.
Bill sorrise.
Era bello avere amici come loro.
Si voltò verso Elena, che continuava a fissare il paesaggio scorrere davanti a lei con aria assente. Bill si prese qualche istante per osservarla in silenzio, cercando di capire qualcosa di più di quella ragazza.
La linea della mascella era stranamente rilassata, le labbra spiegate in un mezzo sorriso che, almeno per lui, creava uno strano effetto sul volto della ragazza, sciogliendo i lineamenti che fino a quel momento aveva visto solamente contratti dalla rabbia o tesi come quelli di una tigre pronta a difendersi. Gli piaceva il suo volto, in quel momento così rilassato, con qui lineamenti aguzzi, armonici, e le labbra tese in un sorriso quasi impercettibile. Ma soprattutto, gli piaceva il modo in cui le iridi viola sembravano perdersi nel paesaggio di fronte a lei, mescolandosi nel riflesso del finestrino con i colori caldi e solari dell’Australia, scaldandoli di una luce nuova, e, a suo avviso, tremendamente affascinante.
“Forza, vai!”
Si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla, scuotendola leggermente.
- Ehi? -


I tried so hard
And got so far
But in the end
It doesn't even matter
I had to fall
To lose it all
But in the end
It doesn't even matter

La musica dei Linkin Park le risuonava nelle orecchie mentre si perdeva in quel meraviglioso mondo dai colori caldi e invitanti, quel mondo fatto di rocce, caldo e sabbia, con distese rocciose immense tinte di un marrone caldo e liquido simile a miele, intervallate da sprazzi di piante color verde smeraldo, il tutto che poi andava a mescolarsi con l’azzurro limpido del cielo.
Sì, l’Australia era davvero bellissima.
Aveva sempre sognato di andarci con Anna e Giulia, ed era sempre stata convinta che la loro sarebbe stata una vacanza fantastica, memorabile, ma ora quei cretini stavano rovinando tutto! Le sue due amiche erano talmente prese dai rispettivi ragazzi da dimenticarsi tutto il resto.
Sentì la rabbia ribollirle nelle vene mentre pensava a come stesse andando tutto a rotoli.
“Ma perché? Proprio loro dovevamo incontrare? E manco un gruppo solo, TUTTI E DUE CONTEMPORANEAMENTE!!!”
E poi non le stavano per niente simpatici quei tipi. Assolutamente. Soprattutto Tom.
Le stavano rovinando la vacanza, e la cosa non le andava per niente giù!
- Ehi? -
Improvvisamente si sentì toccare sulla spalla, si voltò di scatto, trovandosi di fronte Bill, che la fissava leggermente ansioso.
- Che vuoi? - chiese bruscamente.
Lui trasalì, ritraendosi leggermente.
- Volevo solo sapere che cosa stavi ascoltando…-
- Non sono affari tuoi! -
Detto questo, si voltò di nuovo verso il finestrino, dandogli le spalle, fermamente decisa ad ignorarlo per il resto del viaggio. Forse in un’altra situazione avrebbe anche potuto farci due chiacchiere, ma per il momento era troppo incazzata per rivolgergli la parola.
“Ma brava” si complimentò una vocina nella sua testa “continua così. Magari voleva solo fare amicizia e tu hai sputato sopra la mano che ti offriva. Davvero complimenti, Elena, brava!”
“Oh, e piantala!” esclamò lei, rivolta a quella dannata e insistente vocina.
Che, ovviamente, non ci pensava nemmeno lontanamente a lasciarla in pace.
“Certo, fare l’asociale musona e indisponente ti aiuterà di sicuro a migliorare la situazione!”
“La situazione è già irrimediabilmente rovinata, per colpa di questi emeriti coglioni!”
“Potresti almeno provare ad andarci d’accordo…”
“MI STANNO ROVINANDO LA VACANZA!!!!!”
“Non dire cazzate!” esclamò la vocetta con fare imperioso “nel caso tu non l’abbia notato, tre su quattro dei presenti in questa macchina hanno tentato di fare quattro chiacchiere amichevolmente, e tu li hai allontanati tutti. Guarda in faccia la verità: LA VACANZA TE LA STAI ROVINANDO DA SOLA!”
Detto questo, la fastidiosa vocetta si chetò. Lasciandola però con la spiacevole sensazione che quello che avesse detto fosse vero, e che lei si stesse scavando con le sue stesse mani una fossa ancora più profonda di quella in cui era precipitata.
Sbuffò, e alzò lo sguardo verso il riflesso di Bill sul finestrino. Il ragazzo non si era mosso di un centimetro, e la fissava con un’espressione delusa e addolorata.
Elena si sentì uno schifo. Accidenti, in fin dei conti non era mica colpa sua se aveva per gemello quella grandissima testa di cazzo di Tom…
Attraverso il riflesso sul finestrino, fece scorrere lo sguardo sul volto di Bill, scivolando dulle linee armoniche del volto, soffermandosi sugli occhi, che però non riusciva a vedere bene a causa del contrasto col paesaggio circostante.
Sbattè le palpebre: che fare?
Reclinò la testa di lato, ripensando a quello che aveva detto la vocetta: la vacanza te la stai rovinando da sola…
Beh, effettivamente…
Sbuffò: perché doveva sempre essere tutto così complicato?!?!?!?
“Dunque, vediamo…” riflettè “se continuo così rischio di mandare seriamente a puttane anche quella minuscola possibilità che ho di passare una vacanza decente… e, in fin dei conti, questo Bill non sembra nemmeno tanto male…”


“Ecco, lo sapevo io, dovevo lasciarla stare. Chissà adesso cosa pensa di me…”

Il sapore amaro della delusione, intanto, pizzicava in bocca a Bill, che fissava sconsolato la ragazza che in quel momento gli dava di nuovo le spalle.
“Non avrei dovuto chiederle niente, magari se avessi aspettato un po’ avrei anche potuto…”
Elena, intanto, continuava a fissare il volto angosciato del ragazzo, e non potè fare a meno di sentirsi leggermente in colpa. In fin dei conti, non voleva fare niente di male, solo parlare un po’.
Alzò gli occhi al cielo, sconfitta.
“E va bene…”
Si voltò verso il vocalist, che alzò lo sguardo su di lei, leggermente sorpreso.
- Linkin Park - disse.
Bill sbattè le palpebre, confuso.
- Cosa? -
- Linkin Park - ripetè lei - sto’ ascoltando i Linkin Park -
Bill impiegò qualche istante per realizzare che Elena stava effettivamente parlando con lui.
- Ah sì? - riuscì a dire alla fine - Non li ho mai sentiti… come sono? -
Entrambi erano molto cauti, attenti a quel che dicevano e parlavano in modo piuttosto formale e diffidente.
- Molto bravi - rispose cauta lei - A me, personalmente, piacciono un sacco. Però forse non sono il tuo genere -
Anche Bill era un po’ impacciato. Non sapeva bene come comportarsi con lei, e aveva paura che, se avesse detto qualcosa di sbagliato, lei avrebbe ripreso ad ignorarlo.
- Non saprei, non so nemmeno che canzoni fanno -
Inaspettatamente, dopo qualche istante Elena gli porse una cuffietta.
- Vuoi sentire? - mormorò, sorridendo.
Bill rispose al sorriso, piacevolemente sorpreso, e si infilò l’auricolare, sistemandosi più vicino a lei e facendo involontariamente aderire la sua spalla con quella di Elena.
- Grazie -
- Figurati. Ti faccio sentire What I’ve done -
- D’accordo, sei tu l’esperta! -
Dopo qualche istante le note della canzone risuonarono nelle cuffie, ed entrambi si zittirono per ascoltare meglio.
Elena si stupì nel constatare che la vicinanza con Bill la faceva, in qualche modo, rilassare. Lui emanava calma e tranquillità, e lei si lasciò influenzare dalla sua aria serena.
- Sono bravi - constatò dopo un po’ il cantante.
- Sì, hai ragione. Le loro canzoni sono belle, anche se non credo reggano il confronto con gli Evanescence, o i Breaking Benjamin -
Bill inarcò un sopracciglio:- Gli Evanescence li conosco, ma i Breaking Benjamin non so nemmeno chi siano -
- Sono il mio gruppo preferito. Magari poi te li faccio sentire -
- Se non ti do fastidio…-
Elena rise:- Ma che fastidio! Mi piace parlare con te -
Quell’affermazione colse di sopresa persino lei. L’aveva detto veramente?
Bill sorrise:- Anche a me. Cioè, intendo dire, parlare con te! Non è che io parli con me stesso, non sono matto, cioè… -
Non potè fare a meno di pensare che quando arrossiva Bill era a dir poco adorabile.
- Tranquillo, ho capito. Piuttosto, tu che musica ascolti? -
Bill portò una mano al mento, pensoso.
- Vediamo… mi piacciono molto i Coldplay, Placebo, Green Day… e soprattutto Nena! -
Elena rimase di sasso.
- Nena?!?!? -
- Sì, perché? -
- Aspetta, aspetta… ti piace davvero Nena? -
- Sì… perché, che c’è che non va? - Bill era confuso, non capiva perché la cosa la sconvolgesse tanto.
Sotto gli occhi stralunati del cantante, Elena mutò lentamente espressione, storcendo la bocca e contraendo la mandibola, finchè…
- Oddio, non ci posso credere!! -
La ragazza scoppiò a ridere, facendolo sobbalzare.
- Nena, oddio, Nena!!!! -
Bill la guardava esterrefatto: era paonazza e aveva le lacrime agli occhi, stava letterlamente morendo dal ridere.
- Ma… ma… che c’è da ridere?? - esclamò indignato assumendo un’adorabile sfumatura rosso fuoco.
- Ma dai, Nena?!? Dio mio, non credevo proprio che fossi il tipo! -
- Perché? -
- Dai, tu, mezzo emo, darkettone, con quel look, mi vieni a dire che ascolti una cantante di non so quanti anni fa, che non brilla certo per chissà quali perle di canzoni… beh, dai!!!!! -
- Ehi, io non sono emo!!!!!! -
L‘ultima affermazione di Bill la fece ridere ancora di più, mentre lui diventava sempre più rosso.
Dopo qualche istante, si rese conto che Elena non era la sola a ridere. Si voltò e vide che anche Georg e Gustav avevano le lacrime agli occhi.
- Vi ci mettete pure voi adesso?!?!?!? - esclamò scandalizzato.
- Scusaci Bill, però… -
Incredibile, la risata della ragazza era contagiosa!
- Ok, aspetta che mi ricompongo… - fece ad un certo punto Elena, cercando di darsi un contegno.
- Certo… - boffocchiò Bill, ancora rosso di vergogna.
- Te la sei presa? -
- No, non ti preoccupare… -
Elena lo fissò scettica, il sorriso ancora stampato sul volto:- Sicuro? -
Lui rimase un attimo in silenzio, poi fissò il volto sorridente della ragazza accanto a lui e si rilassò.
- Sì, è tutto ok, ci sono abitutato -
- Scusami - esclamò lei - è solo che mi hai colta alla sprovvista, tutto qui -
- Fa niente -
- Non pensavo avesso gusti così pessimi in fatto di musica! - disse Elena, sorridendo perfida.
Uno strano sorriso curvò le labbra di Bill.
- Certo che, detto da una che ascolta le canzoni di Mermaid Melody, la critica perda un po’ il suo valore…-
Il sorriso morì sulle labbra di Elena, quando si accorse che Bill aveva in mano il suo iPod e che fissava con grande interesse lo schermo luminoso.
- Ehi, ridammelo!!! -
- Perché dovrei? -
- Perché lo dico io!! -
- E tu chi saresti? -
- Una che tra un po’ ti prende a calci!! -
- Non ce la fai!! -
- Vuoi scommettere??? -
- Vediamo!! -


Elena non aspettava altro: si lanciò verso Bill con uno scatto tanto repentino che Bill ebbe appena il tempo di mettere l’apparecchio fuori dalla sua portata.

- Ridammelo! -
- Non ci penso nemmeno!!! -
Quasi senza accorgersene, i due finirono uno sopra l’altro. Entrambi si agitavano, Bill perché cercava di tenere il prezioso oggetto lontano dalle grinfie di Elena, lei perchè cercava di strapparglielo di mano.
Alla fine, si ritrovarono tutti e due con il fiatone, Elena vittoriosa sopra a Bill, che, nonostante tutto, la fissava sorridendo.
- Certo che sei strana! - esclamò lui.
- Perché? -
- Beh, visto come ti eri comportata finora, non mi aspettavo proprio fossi così simpatica! -
Lei si sistemò meglio su di lui, appoggiando le mani sul suo petto e sdraiandosi completamente.
- Sì, anche tu sei forte, devo dire che ti avevo giudicato male! -
I due si ritrovarono a fissarsi negli occhi e a parlare scherzando del più e del meno, in una posizione decisamente equivoca a cui nessuno dei due sembrò fare caso.
- Sai che hai degli occhi stupendi? - si lasciò sfuggire Bill.
Elena sorrise dolcemente:- Grazie. Anche i tuoi sono molto belli -
Calò un silenzio strano.
Entrambi si fissavano negli occhi, sorridenti, ognuno perso nelle proprie considerazioni.
Ad un tratto Bill reclinò la testa da un lato.
- Perché ho la sensazone che ci stiamo scordando qualcosa? -
Lei assottigliò lo sguardo:- Non lo so, anche se in effetti ho anch’io una strana sensazione… -
Improvvisamene scattò qualcosa nella mente di entrambi, e tutti e due sgranarono gli occhi. Lentamente, entrambi alzarono lo sguado, rendendosi conto che due figure troneggiavano su di loro.
- … -
- … -
- … -
- … -
- Emmm… Tom? - mormorò Bill, vedendo lo sguardo esterrefatto del fratello.
- Elena… - chiese Anna, allucinata - cosa stai…? -
Proprio in quel momento, Georg urlò ed inchiodò di colpo, facendo cadere Elena per terra, Anna sopra a Bill e Tom sopra ad Anna.
- Ahia!!! Tom tirati su! -
- Che dolore!! -
Approfittando della situazione, Elena riuscì a sgusciare via e a catapultarsi fuori dalla macchina per vedere cosa succedeva.
Il camper aveva inchiodato davanti a loro. Lo sorpassò, cercando di capire cosa stesse succedendo.
- Ehi, ma che diavolo…? -
Lo spettacolo che si trovò davanti la lasciò senza parole.


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Ehmmm.... ritardo, dite? XD
Scusate, mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, ma avevo assolutamente perso la voglia di andare avanti!!!
Comunque, alla fine, ecco il nuovo capitolo, che posto di corsa!
Me lo lasciate un commentino, vero?? *_*
Giuro che mi impegnerò per aggiornare in tempi umanamente accettabili!
Ora scappo, alla prossima!!!


Midnight Tears

  
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