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Autore: ImperioMagicum    08/10/2016    1 recensioni
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Appunto: Vi ringrazio per l'attenzione , sono appena arrivato su EFP e questa è la mia prima storia. Vi ringrazio del tempo che avete dedicato a leggere la trama , spero vogliate continuare leggendo il prologo.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cap 13:

Fede

< Continua anche tu per favore. > dissi appena ebbi scritto l'ultimo punto < Non mi hai ancora detto come sei arrivato qui, in questo nulla che stiamo riempiendo. > < Troppo buono, in fondo sto dando solo istruzioni, tu stai inventando tutto. > e continuò < La mia storia è complessa, non ci crederesti se non fosse assurda anche la tua. > < Hai ragione, già ciò che mi hai detto finora ha dell'incredibile. Però io posso crederci, ho prove di cose più strane. > 

Shade prese un respiro profondo di rassegnazione: < Voi umani fate fatica a credere a ciò che non vedete, anche quelli che voi chiamate preti e vi predicano dei invisibili non hanno la fede che predicano. In questo consiste la seconda parte del mio racconto, nella fede.

Don Infedele

Non potevo raggiungere i bambini da solo, mi serviva una mano da qualcuno. Sotto mentite spoglie presi informazioni su come raggiungere il “Paradiso”. Feci incontri molto strani, sembrava che ognuno sapesse come raggiungere il Paradiso, ma non ve ne erano due che dicessero la stessa cosa. 

Per primi incontrai un gruppo chiamato Setta della Grande Fine. Per loro la Fine era vicina e per salvarsi avremmo dovuto pregare il dio Ammut esattamente il 15 di quel mese a mezzanotte e saremo ascesi al grande Cielo. Non indagai i dettagli ed aspettai, ma tutto fu vano: il capo della setta sparì il giorno prima della Grande Fine con tutti i soldi degli associati. Quando scoprii che si trovava in un giro in barca a vela, chiesi aiuto a qualche amico demone. Non ti dico cosa gli è successo, ma sicuramente ora avrà molto più rispetto per Ulisse, conoscendo la fatica patita.

Decisi di seguire i dittami di un monaco pelato e vestito di azzurrino chiaro che viveva su su un mote altissimo. Egli mi sembrava saggio, datosi all'ascetismo per allontanarsi da un mondo di peccato e violenza. Disse che con la meditazione avrei potuto raggiungere qualunque luogo e qualunque tempo. Io a quel punto ero certo di aver trovato la persona giusta, ma mi sbagliavo. Mi accorsi che il monaco usava strani bastoncini profumati per raggiungere le stelle, comunemente aggettivati dalla civiltà come allucinogeni. Salutai il vecchio hippy e proseguii.

Mi unii ad un gruppo diverso, con uno stemma che ricordava la mia vecchia casa: una grande fiamma con al centro una stella rovesciata, probabilmente un errore di stampa. Cominciarono a parlare di un certo Satana, e cose simili e che dovevamo bruciare dei pezzi di legno a forma di croce ma fuggirono immediatamente appena io li sollevai a mezz'aria e li feci prendere fuoco.

Ero ormai senza speranze. Andai ad un vecchio pub e decisi di fare ciò che fanno gli umani quando sono tristi: bere molti liquidi infiammabili. Mentre spaventavo il barista finendo la terza bottiglia di vodka, naturalmente sono immune alle sostanze dannose, ascoltavo i discorsi degli altri acquirenti. Erano tutti piuttosto alticci e soli, non sembravano decisamente contenti: parlavano dei loro problemi al barista; come fosse una specie di psicologo part-time; del lavoro che odiavano, della moglie disattenta, del poco denaro che avevano eccetera.

Mi sembrò strano, tra tutti i lamenti, sentire qualcuno invece che parlava in modo allegro ed apparentemente sobrio. In effetti non raccontava di una vita facile, aveva avuto il figlio molto malato e la casa sotto sequestro a causa di un grosso problema infrastrutturale, ma affrontava tutto in modo ottimistico e sorridendo. Il barista ne fu sorpreso quanto me e gli chiese come facesse a stare così sereno dopotutto. L'uomo allora scucì il nome di un certo Dus Infi, un nuovo parroco appena arrivato in città. 

Non persi tempo e mi precipitai dal Don in questione. Suonai alla porta della canonica e mi aprì un uomo con una barba grigia ed i capelli bianchi. Era in vestaglia, con le pantofole ed uno sguardo scocciato. Prima che potessi dire qualcosa, lui mi investì con la sua voce possente: < TI SEMBRA QUESTA L'ORA DI SUONARE ALLA PORTA DI QUALCUNO? LA CHIESA è APERTA A TUTTI SEMPRE, MA CERCA ALMENO DI RISPETTARE IL SONNO DI UN POVERO PRETE. > ed aggiunse < Ora entra pure...gradisci una scodella di latte? > Io varcai la soglia.

Il suo appartamento era piccolo ma confortevole. Mi fece accomodare al tavolo della cucina, ricoperto da cartelline rosse e blu con i loro documenti. < Scusa il disordine, non attendevo ospiti. Dimmi per cosa sei venuto, hai forse il sonno turbato da qualche torto che hai commesso e sei venuto a chiedere consiglio? > < Non esattamente, le volevo fare una domanda ben precisa. > < Certamente, dimmi pure > < Ho bisogno di raggiungere il Paradiso, possibilmente in fretta, lei sa aiutarmi? > Lui mi guardò un po' stupito, poi mi rispose: < Forse ti sei convertito da poco? Perché altrimenti non mi spiego tutta la tua fretta di ascendere in Cielo, per quanto sia un luogo santo. > < Non capisco, per quale motivo non posso raggiungerlo subito? > < Beh, ovviamente dovresti morire, e dubito che ciò potrebbe avvenire in poco tempo, mi sembri in salute. > < Allora... > dissi tristemente < Non potrò mai raggiungere quei poveri bambini > 

Il prete pretese spiegazioni, che non tardarono ad arrivare, ma non furono accolte molto bene. Non credeva a ciò che dicevo, ovviamente. < Mi sembra una storia strana , ma soprattutto molto brutta e crudele. Non so se crederti o no, perché se avessi inventato tutto saresti un uomo deplorevole. > < Non mi crede...posso capirla, anche se non credendomi lei è piuttosto incoerente. > < Cosa intendi? > < So che molte persone vengono in queste chiese per venerare ed ascoltare gli insegnamenti di esseri che sono invisibili. Tuttavia lei e altri chiedono di avere fede, la stessa che lei nega a me, non avendo le prove che solitamente lei non ritiene importanti. > < I-io... > lo avevo bloccato con due paroline. Restò per qualche secondo pensoso, poi continuò: < Hai ragione, grazie per avermi corretto, non mi ero nemmeno accorto di quello che avevo fatto. Mi stai forse dicendo che mi trovo davvero di fronte ad un demone quindi? > < Sì, ma non temere, non sono comandato da quello che voi chiamate Satana, e comunque sarebbe stato di certo un padrone migliore di quello che ho avuto. L'uomo di cui vi ho parlato mi ha fatto commettere cose terribili e di ciò mi pento. Vorrei chiedere il perdono a quelli che ho ferito, per questo voglio raggiungere il luogo dove si trovano. > < Se vuoi andare in Paradiso devi leggere un libro. > Si alzò ed andò in una stanza vicina. Quando tornò aveva sottobraccio un grosso tomo rilegato.

 
   
 
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