Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    08/10/2016    3 recensioni
-So che è difficile ma Usopp ha preso la decisione che lui ha reputato migliore per se stesso. È giusto e normale che ti manchi ma devi anche essere felice per lui. Ha deciso di intraprendere una strada diversa dalla nostra e noi dobbiamo credere in lui e forse un giorno lo incontreremo di nuovo- spiegò, sorridendo materna.
Chopper tirò su con il naso.
-E se non dovessimo vederlo mai più-
-In quel caso avrai sempre il suo ricordo nel tuo cuore-
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Usop
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci erano voluti una scatola di tamponi per il naso, la minaccia di Nami di addebitargli il costo del suo funerale se fosse morto, una sacca di sangue gentilmente donato da Saku e tre battute di Brook perché Sanji tornasse cosciente.
Usopp si era spaventato a morte, non avendo mai visto il cuoco in quello stato, ma ora era tornato tutto alla normalità.
Se di normalità si poteva parlare.
-Yoh fratello! un po’ della mia Supeeeer-cola e vedrai che passa tutto!- Franky diede una pacca sulla spalla a Pascal che picchiò la fronte sul tavolo della Sunny. -O-ohi scusa fratello! Ti ha fatto male?-
-Mai quanto mi fa male vivere.- rispose atono Pascal, rimettendosi dritto come se nulla fosse successo.
In uno slancio di euforia, eccessiva persino per lui e forse causata dal fatto che finalmente Usopp aveva voluto visitare la Sunny, Franky scattò in piedi, unendo gli avambracci sopra la testa. Rapido come una faina, Rufy allungò il braccio per sottrarre il piatto incustodito del proprio carpentiere, tirando un cazzotto a Zoro, che dormiva in bilico sulla propria sedia, nel tragitto.
-Ehi!- ringhiò il samurai, svegliato di soprassalto, sfoderando parzialmente la Kitetsu e come il suono metallico della lama contro la guaina risuonò nell’aria, Saku estrasse in automatico un coltello, in posizione di lancio.
Nello stesso momento, Nami tirò un pugno a Rufy, ingiungendogli di non fare tutto quel baccano dal momento che non voleva uscire da lì con il mal di testa. Rufy rimbalzò contro il braccio di Saku che perse presa sul proprio pugnale. L’arma sfrecciò nell’aria, tagliandola in due e conficcandosi dritta dritta in uno dei bulbi oculari vuoti di Brook, che si bloccò con la tazza di the a mezz’aria, sorpreso, e Chopper saltò giù dalla sedia in panico e cominciò a correre in tondo, chiamando a gran voce un dottore.
Un braccio spuntò sulla superficie del tavolo e sfilò delicatamente il pugnale dal teschio di Brook, per poi scomparire in una pioggia di petali rosati.
-Yohohoho-oh! Grazie Robin-san! La tua gentilezza è un toccasana per il cuore! Anche se io il cuore non ce l’ho più! Yohohohoho-oh! Potrei sapere il colore delle tue mutand…-  ma Brook non riuscì a finire quando si ritrovò con la faccia schiantata nel legno del tavolo da una sberla di Neena.
-Non sono domande da farsi a tavola!- tuonò la cuoca dei Naga Hana, un vena pulsante sulla fronte. L’archetto del violinista vorticò nell’aria e atterrò dentro il boccale di Saku, schizzando birra tutto intorno e soprattutto addosso al medico che chiuse per un attimo gli occhi ma non resistette più di pochi secondi.
-Vi volete dare una calmata?!- esplose, pestando un pugno sul tavolo, colpendo accidentalmente il bordo del piatto e rovesciandone il contenuto con un effetto catapulta. Con maestria, Rufy allungò il collo e recuperò l’intero contenuto del piatto di Saku ficcandosi tutto direttamente in bocca.
-Sono più impegnativi di quanto immaginassi- commentò Lilith, lanciando una rapida occhiata oltre la propria spalla.
-Da quel che vedo anche tu avrai il tuo bel daffare.- commentò Sanji con un sorriso comprensivo.
-Già- rispose la botanica. -Mi spiace che Neena e Saku siano così… ehm… attivi.-
Sanji ridacchiò. -Uno in più uno in meno, non fa poi una gran differenza.- le fece presente con uno sguardo eloquente a cui Lilith rispose con un sorriso, prima di ricominciare a riempire il piatto con tutte le prelibatezze che Sanji e Neena avevano cucinato.
-Ci sono ancora un po’ di melanzane? Dex le adora.- chiese Lilith, sporgendosi un po’ verso di lui.
-Dex?- domandò Sanji sorpreso. -Credevo stessi preparando il piatto per Usopp.-
Lilith sobbalzò appena e allargò un po’ gli occhi. -Uh?  No, lo stavo preparando per Dex io…- distolse lo sguardo, lievemente imbarazzata -Voglio dire, tu conosci bene i gusti di Usopp, no?-  domandò alla fine, tornando a guardarlo con un sorriso.
-S-sì certo ma credo che li conosca bene anche tu.- si riscosse. -Giusto?!- aggiunse poi, per assicurarsi che Lilith rispondesse alla domanda.
Era assurdo e irrazionale ma voleva capire quanto profondo fosse il loro rapporto. Non che poi avesse alcun diritto da reclamare sul cecchino e nemmeno poteva pretendere più di tanto perché, a conti fatti, Usopp aveva viaggiato più tempo con i Naga Hana che neanche con loro.
-Beh sì ma tu i gusti di Dex non li conosci.- ribatté ragionevole Lilith, cogliendolo alla sprovvista.
Sanji rifletté sulle parole della ragazza prima di sorridere con una punta di malinconia. -Hai ragione Lilith-chan.- rispose e Lilith allargò il sorriso prima che entrambi tornassero a occuparsi dei piatti.
Rimasero in silenzio per alcuni secondi, Sanji completamente immerso nei propri pensieri, le mani che si muovevano meccanicamente. Fu quando tornò alla realtà che si rese conto che Lilith si era fatto più vicina, molto più vicina, così vicina che il suo braccio nudo sfregava contro la manica arrotolata della camicia di Sanji.
Il cuoco si irrigidì, lievemente in panico. Con la crisi di quel pomeriggio, non poteva rischiare un’altra epistassi. Pensò di allontanarsi ma non tollerava l’idea di apparire scortese nei confronti di una tanto celestiale creatura e optò invece per un profondo respiro, appellandosi al proprio autocontrollo.
-Sanji- Lilith lo chiamò talmente piano che solo lui avrebbe potuto sentirla. Non riuscì a controllarsi e si girò per vedere cosa la giovane gitana volesse da lui ma Lilith aveva gli occhi puntati sul bancone e stava continuando a riempire il piatto come se niente fosse. -Volevo ringraziarti. Non so esattamente cosa tu abbia detto o fatto con Usopp ma, qualunque cosa sia stata, lo ha rimesso al mondo. Mi stavo cominciando a preoccupare seriamente, non sapevo davvero come comportarmi. Grazie per averci pensato tu. Sei un amico molto prezioso per lui.-
Sanji rimase interdetto alcuni istanti. Le parole di Lilith gli avevano suscitato una strana emozione che forse era un mix di più emozioni concentrate in una sola. Gli faceva un piacere indicibile sapere di aver riscosso Usopp dalla propria apatia e di essere un amico prezioso e fidato anche dopo tutto il tempo trascorso dall’ultima volta che aveva avuto la possibilità di ricoprire quel ruolo.
Lo sapeva, di essere felice per questo, ma non lo sentiva. Perché quella felicità era soverchiata dalla delusione e dalla nostalgia.
Voleva sapere che tipo di rapporto Lilith e Usopp avessero? Eccolo servito.
Nessun altro dei Naga Hana lo aveva ringraziato per ciò che aveva fatto o si era mostrato sollevato quanto lei eppure Usopp era il capitano di tutti, non solo di Lilith. E se non aveva frainteso il motivo per cui Lilith tanto si preoccupava per lui e parlava di lui come se fosse una sua responsabilità, allora la possibilità anche più pallida e remota che Usopp tornasse con loro non poteva esistere.
Non che Sanji si fosse accorto di quella sua speranza prima di quel momento. Non sapeva neppure come facesse a essere tanto ridicolo e irrazionale. Perché mai Usopp, che aveva finalmente raggiunto il proprio sogno diventando un capitano rispettato e amato, avrebbe dovuto lasciare tutto per tornare con loro? Di certo Sanji non aveva la presunzione di reputare sé stesso né nessuno dei suoi Nakama più speciale o più importante dei membri della ciurma amica. Smosse le spalle, deciso a non farsi sopraffare da quei pensieri e riprese anche lui a riempire il piatto.
-Non c’è bisogno di ringraziare Lilith-chan.- mormorò anche lui sottovoce -È stato un piacere.-
-Cosa? Tirare su il morale ad Usopp?- domandò a metà tra il sorpreso e il divertito.
Sanji sorrise, guardandola con la coda dell’occhio. -Il nasone è più resistente di quel che sembra. Può essere uno sfogo obbligarlo a reagire a volte.- ribatté, un po’ serio un po’ scherzando.
-Beh allora dovresti unirti alla mia ciurma e occuparti di tenerlo su e aiutarlo a rilassarsi! Ce n’è bisogno più spesso di quello che pensi!- esclamò Lilith, senza pensare.
Si bloccarono entrambi nel bel mezzo di ciò che stavano facendo e quando Lilith realizzò pienamente quanto ambiguo suonasse quello che aveva appena detto sgranò gli occhi e arrossì violentemente.
-Io… io non intendevo… N-non… - balbettò girandosi verso uno scioccato Sanji, mortificata.
-No, t-tranquilla Lilith-chan… Ho… ho capito che non intendevi c-che io e… io e…-
-No affatto! Non era quello che…-
-Infatti! L’ho capito!-
-O-okay, allora- annuì Lilith, sorridendo lieve, nonostante fosse ancora rossa in volto. Sanji la studiò per un attimo, gli occhi che brillavano e il sorriso luminoso e non poté fare a meno di ricambiare.
-Che succede?-
Entrambi si girarono di scatto al suono della voce di Usopp che era rientrato insieme a Dex, dopo essersi assentati per sistemare meglio la rotta della Fenix in modo che si trovasse perfettamente in linea con la Sunny. Sia Usopp che Dex li fissavano, ma mentre il biondo era chiaramente incuriosito e un po’ perplesso per il color aragosta assunto da Lilith, Usopp continuava a spostare gli occhi da cuoco a botanica con sguardo indagatore e appena un po’ contrariato.
Sanji rimase colpito dalla sua espressione e per la prima volta da quando lo avevano ritrovato si rese pienamente conto di che cambiamento il cecchino avesse fatto. Era diventato un uomo ormai, non solo nel fisico. E, come ogni uomo che si rispettasse, si stava giustamente dimostrando possessivo e geloso. Rispettoso, Sanji fece un passo indietro per allontanarsi da Lilith che intanto aveva preso a spostare lo sguardo da Usopp a Sanji, cercando qualcosa da dire.
I suoi occhi viola caddero sul piatto che ancora teneva in mano e, senza pensarci, tese il braccio in direzione dei due ultimi arrivati.
-Vi abbiamo tenuto da parte la cena.- disse rivolta a Dex, che si illuminò all’istante.
-Adoro le melanzane!- esclamò il ragazzo, prendendo il proprio piatto dalle mani di Lilith.
Sanji guardò Dex afferrare la forchetta e sedersi al tavolo e Lilith sedersi accanto a lui e osservarlo mentre mangiava con gusto, chiacchierando con lui. Quando si girò verso Usopp, il cecchino stava ancora fissando la scena di fronte a sé con occhi socchiusi. Sanji estrasse una sigaretta, l’accese e poi si diresse verso Usopp con il piatto preparato per lui, schiaffandoglielo in mano.
Usopp sgranò gli occhi, preso in contropiede. -Per me?- domandò, guardando incredulo il cuoco, prima di aprirsi in un sorriso. -Grazie Sanji.-
-Sì, sì, come vuoi. Vedi di non avanzare nulla.- lo liquidò Sanji, dirigendosi verso il forno che aveva appena trillato. Si chinò per estrarre il timballo di patate e lanciò con nonchalance un’occhiata da sopra la spalla e il cuore gli si scaldò quando vide Usopp divorare il contenuto del proprio piatto mentre rideva e scherzava e litigava con Rufy, finalmente sereno.
Proprio come ai vecchi tempi.
 

 
§

 
Cambiò posizione, continuando a strimpellare lieve sulle corde con le dita ossute, riempiendo di una piacevole melodia il ponte della Sunny. I bulbi vuoti osservavano attenti la scena di fronte a sé e ciò che vedeva gli fece provare un piacevole calore là dove sarebbe stato il cuore se ne avesse ancora avuto uno fisico e concreto.
Brook adorava lo scompiglio che i loro nuovi amici avevano portato alla già caotica vita della ciurma. Perché con il tempo e senza volerlo i Mugiwara avevano raggiunto, nel loro modo di fare casinista, una certa routine e regolarità di azioni. Senza saperlo, Zoro aveva imparato a dondolare impercettibilmente con la sedia per evitare i cazzotti di Rufy, Chopper schivava con maestria le mosse di Franky, Nami e Sanji davano l’impulso a braccio e gamba per picchiare Rufy prima ancora che il Capitano avesse detto o fatto ciò per cui stava per essere punito e Robin riusciva a leggere, scrivere, studiare e tradurre in mezzo a tutta quella gran cagnara.
Ma l’introduzione, sebbene temporanea, di quattro nuovi elementi aveva leggermente spostato l’ago della bilancia e Brook non poteva che essere felice di assistere, come uno spettatore, a quello che dovevano essere stati i Mugiwara nei loro primi giorni, ben prima di incontrarlo nel Triangolo Florian. Soprattutto, aveva la possibilità di vedere parte di quel malassortito gruppo di persone, che pure erano la sua famiglia, così come dovevano essere apparsi agli occhi di Lovoon.
Ma nella sua attenta e puramente mondana analisi a Brook non era sfuggito come Usopp fosse perfettamente inserito nei meccanismi che trasformavano quel pandemonio in una specie di coreografia perfettamente sincronizzata. Era come se non fosse passato neanche un giorno. Mentre litigava con Rufy, rideva con Chopper, ballava con Franky a Brook sembrava che Usopp fosse sempre stato lì.
Velocizzò appena il ritmo degli accordi che stava pizzicando distrattamente, pronto a lanciarsi in una versione il più gioiosa possibile del Liquore di Binks, quando un sospiro carico di angoscia attirò la sua attenzione e gli fece rizzare le orecchie. Si fa per dire, ovviamente, perché Brook le orecchie non le aveva più. Senza mollare il violino, lo scheletro si voltò verso il carpentiere della ciurma amica, lo sguardo vacuo e le spalle un po’ curve, proprio mentre Pascal produceva un secondo angosciato sospiro.
-Yo-oh, Pascal-san, qualcosa ti turba?-
Pascal scosse appena il capo, aprì la bocca, la richiuse, si strinse nelle spalle, aprì di nuovo la bocca e sospirò una terza volta. -La cena era squisita. Purtroppo le mie papille hanno già dimenticato cos’hanno gustato e il mio stomaco è troppo pieno per poter ricominciare da capo. E la soddisfazione provata nel consumare questo pasto non fa che aumentare la mia tristezza per l’effimera gioia ormai svanita che mi ha portato.-
I bulbi di Brook si fecero tondi tondi come due fondi di bottiglia ma si riprese subito e, suonando un motivetto più allegro, rispose. -Pensa che io nemmeno ce l’ho lo stomaco! Yohohohoh-oh!-
Pascal si girò e lo fissò alcuni secondi prima di allungare una mano e dargli una comprensiva pacca sulla spalla. -Mi dispiace molto.- mormorò, il capo chino.
Brook decise di ignorare per l’ennesima volta il fatto che mai nessuno riusciva a capire il suo senso dell’umorismo e tornò a concentrarsi su ciò che accadeva di fronte a lui. Sanji e Zoro stavano bisticciando come sempre, difficile dire quando avessero cominciato e soprattutto perché, e ignoravano Franky, o forse non lo sentivano proprio, che li stava minacciando qualora avessero provocato gravi danni alla sua piccolina.
-Brook.- Pascal lo chiamò con il suo tono perennemente abbattuto. -Quella al fianco di Zoro è davvero la Shusui?-
Sorpreso, lo scheletro studiò qualche istante la leggendaria katana nera appartenuta al grande Ryuma, che penzolava al fianco del samurai.
-Sì, è davvero lei. Ti intendi di spade Pascal-san?- rispose, voltandosi di nuovo verso il carpentiere che continuò a guardare fisso davanti a sé.
-Oh no, è solo che ho letto “Le cento arti dell’arma bianca”…-
-Ma dai? Anche i…-
-…“Mille e una lama”, “La strada del Bushido”…- 
Se Brook avesse ancora avuto gli occhi gli sarebbe caduti fuori dalle orbite mentre Pascal continuava a elencare con voce atona e spenta.
-…“L’enciclopedia della spada”, “Le tecniche di Wa no Kouni”…-
Un quantità di titoli che sembrava infinita, tanto che Brook rinunciò a provare a tenerne il conto mentre lo fissava a mascella spalancata. Quanti ne aveva letti?
-… “Ryuma: tra storia e leggenda”. Qualcosa non va?- domandò con lo stesso identico tono.
Brook rimase interdetto ancora un istante e poi scosse la testa per reagire. -No, Pascal-san. Non immaginavo fossi un appassionato dell’arma bianca.-
-Non lo sono. Li ho letti tutti settimana scorsa. Mi annoiavo.-
Se Brook avesse avuto ancora le palpebre le avrebbe ripetutamente sbattute, interdetto, ma dal momento che lui le palpebre non le aveva più si limitò a restare interdetto, giusto pochi attimi prima che qualcosa si schiantasse violentemente al suo fianco, sollevando terriccio ed erba.
Senza scomporsi, Brook e Pascal girarono il capo per scoprire che la cosa che si era schiantata altro non era che Usopp, colpito accidentalmente da un calcio di Sanji che era indirizzato a Zoro. Il cecchino si mise a sedere stordito, tastandosi la testa coperta dal cappello bianco per saggiare il bernoccolo che vi stava crescendo.
-Yohohohoh-oh Usopp-san, ti stai divertendo eh?-
Usopp gli lanciò un’occhiata ma non fece in tempo a rispondere quando Rufy gli balzò davanti, molleggiando su gambe e mani, in una posizione che lo faceva somigliare molto a una rana, sorridendo a trecentosessanta gradi. -Usopp!- lo chiamò entusiasta.
-E-ehi Rufy.- lo salutò il cecchino, con un sorriso un po’ imbarazzato, mentre il suo ex capitano si metteva seduto a gambe incrociate nell’erba.
-Facciamo un’alleanza?- domandò Rufy, prendendo Usopp in contropiede.
Il silenzio calò improvviso sul ponte e undici paia di occhi più due bulbi vuoti si focalizzarono su di loro. Persino Zoro e Sanji smisero di prendersi a male parole.
-C-come?!- balbettò il nasone, guardandosi intorno e sorridendo nervosamente. -In… in che senso?-
-Ray mi ha detto che nel Nuovo Mondo diverse ciurme pirata fanno alleanze per affrontare gli ostacoli che si trovano. Non è che ho capito tanto bene cosa intende ma credo voglia dire più o meno che si fa ufficialmente amicizia con altri pirati e visto che noi amici lo siamo già…- concluse Rufy, con espressione ingenua e una stretta di spalle.
Era stato così disarmante che Usopp trattenne il fiato come se qualcuno gli avesse tirato un pugno nello stomaco. Quella parola, “amici”, era più tagliente della carta vetrata quando Rufy la diceva a lui che sapeva di non meritarla.
Rimase in silenzio alcuni istanti, balbettando sconnesso e grattandosi la nuca finché non riuscì a tornare padrone delle proprie azioni per il tempo necessario a voltarsi verso destra e cercare Lilith con gli occhi. La ragazza lo guardò eloquente alcuni attimi per poi fargli un incoraggiante cenno con il capo, quasi impercettibile ma che non sfuggì a due paia di occhi più attenti degli altri.
Usopp deglutì a vuoto e poi voltò lentamente il capo di nuovo verso Rufy. Prese un profondo respiro e fece un secco cenno con il capo. -Okay-
Rufy ghignò sghembo e soddisfatto. Portò una mano sul cappello di paglia e tese l’altra verso Usopp.
Il capitano dei Naga Hana esitò solo un altro istante prima di stringerla solenne.
-E ora…- si mise in piedi Rufy, trasformando il ghigno in un sorriso e alzando entrambe le braccia al cielo, i pugni chiusi. -Festeggiaaaaaaamoooooooo!!!- 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page