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Autore: hij    09/10/2016    10 recensioni
Lily riceve una strana lettera che pare provenire dal futuro. Gli viene chiesto di radunare i malandrini, Regulus e Piton per leggere dei libri che cambieranno la loro vita. Il primo della lista si intitola "Harry Potter e la pietra filosofale". Come reagirà la Old Generation alle prese con la lettura di questa saga? Cosa accadrà?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Regulus Black, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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---ATTENZIONE! Da un po' di mesi sto avendo dei problemi con il mio telefono (unico mezzo, purtroppo, tramite il quale posso scrivere e pubblicare) ed è a questo che è stata dovuta la mia assenza, anche a chi non ho risposto nei messaggi, ma provvederò appena pubblico. Ora dovrei aver risolto (si spera, anche perché stare per tanto tempo praticamente senza telefono è abbastanza snervante). Il capitolo è brevissimo per i miei standard, l'ho scritto tutto questo pomeriggio tra un compito e l'altro, ma volevo pubblicare subito per spiegarvi cosa è successo e farvi sapere che, sì, sono viva! E devo dire che mi siete mancati e mi è tanto mancata questa storia. ---

 

 

 

 

 

Tornai al mio dormitorio e lì trovai Mary ad aspettarmi stesa placidamente sul letto con un libro tra le mani, l'ennesimo che stava leggendo. Appena aprii la porta i suoi occhi guizzarono su distogliendosi da quelle pagine per posarsi addosso a me, era sicuramente curiosa di sapere se il suo consiglio, quello di andare a parlare con Severus, era stato in fin dei conti buono o disastroso. Io la fissavo di rimando, i miei verdi puntati sui suoi occhioni blu così vivaci che parevano brillare, senza sapere bene cosa dire, senza sapere bene cosa pensare. Ero uscita dalla sala grande convinta di mettere in ordine i miei pensieri aggrovigliati, certa di arrivare a mettere un punto fermo a quella storia, ma tutto quel casino era, solo cresciuto esponenzialmente e il solo pensarci mi faceva venire l'emicrania.

- Lily - mi chiamò Mary. - Cosa è successo? Sei... strana -

Pronunciò l'ultima parola con cautela, quasi non fosse davvero sicura di volermelo chiedere.

Il vero problema, però, era che di cose in quell'ultimo periodo ne erano accadute davvero tante, quello che mi era successo poco prima era stato solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Ma come spiegare tutto questo a Mary se non potevo essere totalmente sincera con lei?

- E solo che... - inizai a dire sedendomi accanto a lei.

Lei mi sorrideva dolcemente invitandomi a parlare, a spiegarle meglio.

- Io... - proseguii incerta - non so neanche da dove incominciare - conclusi sincera.

Il sorriso di Mary si allargò ancora di più, caldo e rassicurante.

- Beh, prova a partire dal'inizio - propose, poi rise debolmente appena colta l'ovvietà delle sue stesse parole. - Cioè, perché Piton si è fatto vivo così, di punto in bianco, dopo così tanto tempo? Non vi frequentate da così tanto! -

- Il perché proprio adesso non l'ho ben capito -

Prima bugia. Potevo facilmente intuire cosa lo avesse spinto ad agire proprio in quel momento, la storia di quei libri aveva fatto sì che, in un modo e nell'altro, ci fossimo avvicinati. Era ben poco, ma almeno era meglio di nulla.

- Ma ho capito cosa voleva - aggiunsi.

Lei mi spronò a continuare semplicemente con uno sguardo. I suoi occhi grandi era come se parlassero per lei in ogni situazione, vi si poteva leggere di tutto se solo si sapeva come interpretarli.

Le raccontai quello che era successo, decidendo di sorvolare momentaneamente sul finale. Gliene avrei parlato dopo, forse.

- Ma - replicò Mary perplessa - come potreste ritornare come prima? -

Io la fissavo, non sapevo come risponderle. I dubbi di Mary erano lo specchio esatto dei miei e per questo mi pentivo sempre più della mia decisione. Sarebbe stato così semplice, così giusto e razionale lasciarlo stare. Ma a starci dentro fa diventare tutto più difficile, più complesso. Chi può dire cosa è giusto e nobile fare in questi casi? Perché non esiste un dannato manuale su come comportarsi in queste situazioni? Io l'avrei comprato ad occhi chiusi!

- Quel che intendo dire - si affrettò ad aggiungere lei - è che non puoi dimenticare come niente quello che ti ha fatto, sei già stata male per questo, Lily -

- Allora non c'è nessuna chance? Che senso ha avuto spingermi a parlare con lui? - ribeccai un po' stizzita.

Subito dopo, però me la presi con me stessa per essermela presa con Mary. Cosa poteva sapere lei se io per prima non la stavo coinvolgendo completamente? Eppure Mary era lì, ad offrirmi il suo sostegno nonostante tutto.

- Non ho mai detto questo - mi fece notare pacatamente e scuotendo quasi impercettibilmente il capo. - È proprio perché voglio che tu colga questa seconda chance che ti ho spinta a sentire cosa mai volesse lui, Lily, te l'ho già detto. Poi io ti ho aiutata solo a prendere la scelta che avresti comunque fatto da sola - Mary allargò il suo sorriso e di riflesso le sorrisi anch'io - ti ho solo evitato qualche ora, o meglio secolo, di complessi mentali di troppo -

- Allora... -

- Fammi finire - mi riprese lei. - L'unica cosa che devi tenere a mente, e sì, lo so che è anche superfluo dirtelo perché ci puoi arrivare benissimo con la tua testolina rossa, è che voi siete schierati su due fronti opposti, fuori di qui questo sarà un problema, voglio solo che tu ricordi questo. Devi stare attenta nel riporre la tua fiducia -

- Questo è già un problema - le feci notare. Il clima pesante che questo conflitto tra maghi stessi stava causando riusciva a penetrare perfino nellle forti e sicure mura di Hogwarts.

- Fidati, quel che sento raccontare dai miei genitori è agghiacciante. Loro mi tengono sempre aggiornata su questo, vogliono che io sia abbastanza consapevole e preparata ad affrontare quel che lì fuori. A detta loro, la Gazzetta del Profeta, nei suoi articoli, minimizza in modo ridicolo la situazione solo per non creare allarmismi tra la gente -

Rabbrividì senza neanche accorgermene. Mi ritrovai a ripensare per l'ennesima volta a Potter e subito alzai gli occhi al cielo, maledicendomi per questo: pensai per la seconda volta a sua madre e a come sarebbe stato bello sapere che tutto fosse apposto; ripensai al suo viso decisamente troppo triste e devastato per addicersi ad uno come lui. Con l'eco delle parole di Mary ancora nelle orecchie, quella, scena si dipingeva nella mia mente in modo ancor più tetro.

Egoisticamente mi imposi di non pensarci. Avrei avuto tutto il tempo di farlo poi e di riflettere anche sull'Ordine della Fenice. Forse mi sarebbe stato tutto più semplice conoscendo mano mano scorci del possibile futuro che ci attendeva, o perlomeno mi avrebbe reso più consapevole.

Decisi invece di raccontare a Mary di quell'improbabile svolta che aveva avuto il mio incontro con Severus. Raccolsi un po' di coraggio, sapevo che non avrebbe ben visto la cosa, ed insipirai ed espirai lentamente e in profondità fissandola bene. Un respiro, poi un altro, il mio petto si alzava e si abbassava piano. Mary mi stava parlando, ma non riuscivo a capire cosa stesse dicendo, vedevo le sue labbra muoversi accompagnate da qualche gesto qua e là con le mani per enfatizzare non so che concetto, ma la mia mente si rifiutava di rielaborare quel che sentiva, troppo occupata a cercare il momento giusto per parlare. Ma ormai avevo deciso, alla fine non potevo davvero avere il timore di rivelare qualcosa alla mia migliore amica!

Inspirai. Glielo avrei detto tutto ad un fiato

Espirai. I miei polmoni stavano raccogliendo tutta l'aria possibile nella stanza.

Inspirai. Ero giunta al punto di non ritorno, glielo avrei detto tra tre, due, uno...

- Avete percaso visto il mio libro di incantesimi? È tutto il giorno che lo cerco! -

E fu così che Susan Van-Hoboken mandò a farsi benedire tutti i miei piani con la sua vocetta stridula. Tempismo perfetto ragazza, davvero.

- Hai provato ad appellarlo, Susan? - le chiese Mary, con lo stesso tono che avrebbe usato con una bambina di cinque anni, sforzandosi di essere paziente. Potevo scommetteci tutto quel che avevo che avevo che no, non gli era neppure passato per anticamera del cervello provarci.

Susan proruppe in una risatina molto, ma molto irritante: - O Merlino non ci ho proprio pensato -

Come volevasi dimostrare. D'altronde dubitavo anche che avesse la capacità di pensare quella ragazza.

Mary stava per riprendere a parlarmi quando si accorse che Susan fosse ancora imbambolata accanto alla porta con l'aria stralunata e senza aver mosso neppure un muscolo.

- Ehm, Susan? - la chiamai per attirare la sua attenzione. - Non dovresti prendere il libro? -

E magari lasciarci stare da sole? Aggiunsi mentalmente.

- Ah già - rispose lei una volta riscossa, ma continuava a non muoversi, guardandosi intorno svampita.

- Dovresti appellarlo - le ricordai senza preoccuparmi di celare la mia stizza, tanto comunque non l'avrebbe captata.

- Ma io non mi ricordo l'incantesimo - disse lei, come se fosse una cosa perfettamente normale.

Io e Mary ci guardammo e, sbuffando, mormorai distrattamente un "accio" accompagnandolo da un veloce movimento della baccetta. Un attimo dopo stringevo il libro tra le mani.

Mary si alzò e glielo porse, poi prese la sua borsa a tracolla e mi disse - Forza, dovremmo andare pure noi. Non sono pronta per l'ennesima corsa per i corridoi per poi fare tardi comunque -

- Proprio no - concordai sorridendo mentre la raggiungevo.

 

Per tutta la lezione non vidi nè Potter ne Black, avevo una brutta sensazione che mi attanagliava lo stomaco, possibile che...?

Scossi la testa, no, non poteva essere. Per tutta lezione fissai Remus e Minus erano distratti, disattenti. Remus aveva lo sguardo vacuo e stranamente il suo foglio non era scribacchiato, ma candido.

Decisi che gli avrei parlato appena dopo la lezione, ma loro sparirono via velocemente così mi ritrovai a correre per tentare di inseguirli per i corridoi, facendomi spazio tra la calca di ragazzini e con la borsa pesante che portavo a tracolla. Poi finalmente li trovai, notai piacevolmente che erano stati raggiunti anche dagli altri due Malandrini.

Li raggiunsi, ma nessuno di loro mi notò immersi com'erano nei loro discorsi. Mi congelai sul posto. Ero forse di troppo io? Dopotutto li avrei rivisti dopo poche ore, avrei dovuto e potuto aspettare.

- Ehi, Evans! -

La voce di Potter mi riscosse e io mi mossi a grandi passi per raggiungerlo, e ovviamente raggiungere anche il resto del gruppo. Chissà come quel ragazzo era riuscito a vedermi in mezzo a tutto quel caos. Forse, per una volta, avere la chioma rossa giocava a mio favore.

- Potter - lo salutai - Ragazzi - aggiunsi facendo loro un cenno.

- Qual buon vento, Evans. Che ci fai qui? - fece Black, un po' seccato.

- Giro per i corridoi - gli risposi con finta nonchalance. - Voi piuttosto, che ci fate? Siete come spariti! -

- Perché ti interessa tanto? - disse gelidamente Minus, storcendo in naso quando il suo sguardo si posò su di me. - Da quando ti importa di quel che facciamo? -

Sostenni lo sguardo ostentando indifferenza, ma mi sentivo fuoriposto, anzi questa volta non era più una sensazione: io lo ero, lo sapevo con certezza. Avevo interrotto qualcosa ed era evidente che non mi volessero lì, o perlomeno non mi volevano Black e Minus. Forse rincorrerli per i corridoi si era rivelata l'ennesima cosa stupida alla LIly Evans della giornata.

- Io e Sirius eravamo stati chiamati da Silente - mi rispose Potter ignorando il commento dell'amico, cosa che lo indispettì ancora di più. - Siamo tornati solo ora -

Lo fissai meglio: i capelli erano sombinati al limite dell'inversosimile e sorrideva ovviamente, era difficile vedere quel ragazzo accigliato, aveva poi gli occhi che gli brillavano, pieni di vitalità, anche se cerchiati da profonde occhiaie violacee. Un accoppiamento strano e buffo al tempo stesso che mi fece sorridere.

Black invece sembrava stravolto e basta.

- E... e cosa ti ha detto? - gli chiedi.

Se sorrideva così non poteva essere nulla di brutto.

- Qualcosa di cui dovremmo parlare adesso con loro - disse Black, indicando i suoi amici.

- È per mia madre - rispose subito Potter.

- Ma lei, lei lo sa? - disse Black strabuzzando gli occhi.

Anche gli altri erano basiti, Potter non doveva aver detto nulla a loro della nostra chiacchierata, così io mi limitai semplicemente ad annuire.

- E... come sta? - chiesi, sinceramente preoccupata per la risposta.

- L'hanno trovata, l'hanno trovata finalmente -

Potter era euforico, il suo sorriso si fece ancora più grande e questa felicità contagiò immediatamente anche tutti noi.

L'unico a conservare lo sguardo cupo era Black che sbuffò sonoramente quando ci vide gioire così.

- Che c'è, Felpato? Qualcosa non va? - gli chiese Remus vedendo la sua strana reazione.

- Nulla - replicò lui in modo scostante - Va tutto a meraviglia. Se solo James si decidesse di crescere... -

- Ma cosa... - iniziò a dire Remus, ma venne subito interrotto da Potter.

- Sirius ora basta - fece lui, serio - Ne abbiamo già discusso abbastanza -

- Discuterne non farà sparire il problema, lo sai vero? -

- Ma perché devi fare così? Me lo vuoi spiegare? - ribattè lui.

- Così come? Sei tu quello che non prendi atto della situazione! Non te ne importa niente! -

- È mia madre! È ovvio che mi importa -

La discussione dei due ragazzi stava attirando gli sguardi di molte persone lì nel corridoio, ma nessuno tra noi se ne curava.

- Beh non si direbbe, ci manca poco che ti metti a fare festa proprio in questo momento -

- Sono felice perché abbiamo avuto sue notizie, perchè è viva. Aspettavo da giorni una notizia del genere, non immagini neppure come io sia stato in questi giorni. Non lo sai. -

- No, non lo so. Non lo so e questo è solo per colpa tua, James. Cos'è, stavi aspettando che fosse troppi tardi per dirvemelo? Come minimo perfino la Evans l'ha saputo prima di me, tutti l'hanno saputo prima me -

Ops...

- Sapevi che avrei voluto saperlo anch'io - aggiunse Black - Sai quanto ci tengo. E spiacente, ma non mi sento di cantar vittoria nè di festeggiare fino a quando non sapremo che tua è fuori pericolo -

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice

Ben ritrovati! Che dire, vi ho spiegato brevemente all'inizio del capitolo quello che è successo, potete capire il mio odio profondo per quello sottospecie di telefono che ho -.-" Per la cronaca ho perso anche schemini e appunti che avevo scritto su questa storia e, anche se non interesserà a nessuno tutto ciò, è una bella seccatura! Sto cercando di rimettermi in pari con tutto pian piano, spero di poter avere un computer prima o poi, risolverebbe molti problemi (e migliorerei anche la grafica u.u ).

But anyway, ora dovrebbe essere ritornato tutto alla normalità: yuppie!

Che ne pensate di queste poche righe? Finalmente si arriva ad un punto nella questione "mamma di James" e i due ragazzi prendono la cosa in due maniere opposte: James è felice e sollevato perché hanno ritrovato sua madre e, nonostante sia preoccupato anche lui, crede che tutto andrà per il meglio; Sirius non l'ha presa bene perchè lei non si può ancora considerare fuori pericolo e vede il tutto in maniera decisamente più pessimistica rispetto all'amico. Voi come avreste reagito? Mi farebbe davvero tanto, tanto, tanto, taaaanto piacere risentirvi (ed ovviamente sentire "nuove voci"), fatemi sapere!

Ah, il personaggio di Susan vi sembra stupido fino all'inverosimile? Che forse ho esagerato nel renderla così, ehm, tonta? Vi posso assicurare che conosco un paio di persone che le farebbero concorrenza u.u

Il prossimo capitolo sarà più lungo e si ritornerà alla normalità, ho in mente così tante idee!!

See you soon 💖

 

PS: Quanti di voi hanno letto The Cursed Child? Vi è piaciuto(niente spoiler pls)? Io purtroppo non sono riuscita ancora a comprarlo, ma sono ansiosissima di leggerlo *-*

 

   
 
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