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Autore: flowseung    10/10/2016    3 recensioni
Si era tinto i capelli di un altro colore. Aveva iniziato a farlo qualche mese fa ed era sembrato stranissimo all'inizio, ero abituata alla chioma castana. Adesso era arancione. Come gli era saltato in mente di diventare una carota? Da un certo punto di vista era sexy, quando si passava la mano nei capelli mentre si leccava le labbra rimanendo concentrato sul suo computer.
[...]
“Sembri una di quelle disperate che rivogliono indietro il loro ragazzo a tutti i costi” continuò.
“Non dire idiozie. Sono stata io a lasciarlo, perché vorrei vederlo tornare da me?”
“Magari ti manca il sesso, non saprei. Dovrei anche ricordarti che non sai fare le cose di nascosto e Jimin è un ragazzo sveglio. Si starà chiedendo quali siano i tuoi problemi.”
“Quello che ha problemi è lui se si tinge di arancione”
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 9

 

Jimin

 

“Taehyung parte?” chiese sorpreso Namjoon. Non alzai la testa, continua a guardare la fetta di pizza che avevo avanzato, giocai con la crosta staccandone piccoli pezzetti. Sentii lo sguardo di Jin che mi perforava la testa. Cosa voleva da me? Voleva che corressi fuori dalla porta per fermare Taehyung?

“Settimana prossima, mi ha detto che ha parlato con Hoseok e lo ospiterà lui.”

La mia pizza ormai non aveva più la crosta. Presi un tovagliolo e mi pulii le mani. Yoongi si schiarii la voce, alzai la testa trovando il suo sguardo indeciso. Anche lui voleva chiedermi cosa ne pensassi? Il mio migliore amico aveva quasi fatto sesso con la mia ragazza e adesso voleva partire per l'Australia. Come potevo stare? Ero ovviamente distrutto. Distrutto per diverse ragioni. La rabbia non mi lasciava solo, il giorno precedente avevo quasi rotto lo specchietto retrovisore della mia auto. Ero incazzato anche perché non riuscivo a levarmi dalla testa Jennifer. Dopo quello che avevo scoperto avrebbe dovuto premersi un interruttore dentro di me cancellando tutto quello che provavo. Niente, i miei sentimenti erano ancora lì. Ero deluso da Taehyung, non mi sarei mai immaginato che avrebbe potuto fare un gesto simile. Ero triste perché stavo perdendo il mio migliore amico, colui che mi è sempre stato vicino e che ha fatto una marea di stronzate con me. Questa cosa mi confondeva. Ci tenevo ancora a lui – non si possono cancellare anni di amicizia schioccando le dita – ma il pensiero di vederlo mi faceva venire la nausea. In quel momento sentivo di stare su una giostra di emozioni.

“Pensavo di andare a salutarlo all'aeroporto” continuò Jungkook, gli altri annuirono e si girarono verso di me.

“Ho già un impegno” risposi e nessuno aprì bocca, tornarono tutti a finire le loro pizze. Namjoon cercò disperatamente di cambiare argomento parlando della squadra di pallavolo della nostra università – e Namjoon odiava la pallavolo.

 

Il giorno seguente cercai di concentrarmi sui miei studi, riempii la pagina di appunti per ogni lezione e cercai di studiare anche durante la paura pranzo. Non potevo permettermi di cercare Jennifer con lo sguardo. Avrei dimenticato tutta la rabbia che avevo provato negli ultimi giorni solo guardandola negli occhi. Ero un rammollito. Chiusi il quaderno e mi sfregai gli occhi per mandare via la stanchezza, mi alzai e abbandonai il tavolo della biblioteca universitaria su cui avevo passato due ore. Mi serviva una corsa in palestra e una doccia, sarei stato sicuramente meglio dopo. Quando oltrepassai il portone dell'edificio vidi una macchina familiare lasciare il parcheggio della scuola. Tutti i miei programmi si sgretolarono e presi il cellulare dalla tasca senza nemmeno accorgermene. Esitai un secondo poi inviai il messaggio.


Da Jimin:

Possiamo vederci al solito bar?
 

Non mi sarei aspettato una risposta immediata, ma il “va bene” apparso sullo schermo mi levò un peso dal cuore. Ero nervoso, agitato, sollevato. Il mix di emozioni non mi lasciava stare. Mi avviai a piedi, il bar non era lontano e sperai che camminando avrei sciolto un po' di tensione. C'era poca gente nel locale e fui felice, avremmo parlato in tranquillità. Aspettai una decina di minuti seduto al tavolino con un caffè davanti, ricontrollai l'ora sul cellulare e proprio in quel momento la porta del bar si aprì. Jennifer si guardò intorno e quando mi vide notai l'irrigidirsi delle sue spalle. Camminò verso di me stringendo con la mano la tracolla della borsa. Mi salutò con un sorriso tirato e scivolò sulla panca davanti a me. La cameriera prese il suo ordine e poco dopo le portò un bicchiere d'acqua, Jennifer la ringraziò con un sorriso migliore di quello che aveva fatto a me. Bevette un sorso d'acqua ed evitò il mio sguardo, picchiettò le unghie contro il vetro del bicchiere. Mi schiarii la gola e parlai. “Come stai?”

Si girò verso di me stupida. Era una domanda tanto stupida? Immagino di si. “Ehm, così così” rispose “tu?”

“Potrei stare meglio” alla mia risposta deglutì rumorosamente tornando a fissare il bicchiere. “Volevo parlare di quello che è successo” continuai serio.

Jennifer rimase in silenzio qualche secondo poi alzò la testa e mi guardò dritto negli occhi. “Non so di cos'altro tu voglia parlare. Ho sbagliato e lo so, rimpiango quell'errore da quando è successo ma non posso tornare indietro e cancellarlo.”
“Se Taehyung non si fosse fermato tu saresti andata fino in fondo?”

Fu spiazzata dalla mia domanda diretta e rispose guardando di nuovo l'acqua davanti a lei. “Non lo so. Ero ubriaca e non ricordo nulla ma so di aver cercato di fermare Taehyung quando mi ha baciata. Sai anche tu che non l'avrei mai fatto a mente lucida!”

“Non ne sono più così sicuro”

“Mi dispiace tantissimo, vorrei davvero tornare indietro, non toccherei una goccia d'alcol.” fece una pausa “Ho smesso di berlo, non voglio che ricapiti qualcosa del genere.”

Feci un cenno alla cameriera per ordinare un altro caffè. Il silenzio fu pesante. Notai che le sue mani tremavano leggermente, era nervosa e voleva sicuramente piangere ma si stava trattenendo. La Jennifer di cui mi ero innamorato non lasciava mai che le emozioni la scombussolassero e vederla in quello stato mi fece venire una stretta al cuore. Volevo abbracciarla e dirle che andava tutto bene ma avrei mentito, non andava per niente bene ma volevo cambiare le cose.

“Sono più arrabbiato con Taehyung che con te” dissi a bassa voce, la cameriera ci guardò curiosa quando mi portò la tazzina, evidentemente si capiva anche da duori la tensione che aleggiata fra di noi. Jennifer alzò la testa di scatto, nei suoi occhi brillava qualcosa ma non mi azzardai a pensare che quella fosse speranza.

“Jimin, non sono così egoista da chiederti di tornare insieme, non sono nemmeno un'illusa e so che non provi più alcun sentimento per me oltre alla delusione e alla rabbia. Vorrei solo tornare a parlare con te, non subito, anche fra un paio di mesi o più, ma non voglio distruggere completamente tutto quello che c'è stato.”

Appoggiai la tazzina sul tavolo, i fondi di caffè ben visibili al suo interno. “Forse sbagli.”

“Cosa?”

“Forse quelli non sono gli unici sentimenti che provo” mi alzai senza aspettare una sua riposta. Pagai le nostre consumazioni e uscii, Jennifer non mi seguì, quando la guardai con la coda dell'occhio era ancora seduta al tavolo fissando il vuoto davanti a sé.

 

 

Jennifer

 

Tamburellai con le dita sul volante dell'auto, ero imbottigliata nel traffico e la situazione non sembrava migliorare nei minuti che seguirono. Sbuffai controllando l'ora sul cellulare. Sarei arrivata in ritardo. Mi ero decisa ad uscire di casa all'ultimo secondo continuando a ripetermi che ero una cretina. Sapevo che la strada per l'aeroporto non era corta e ci avrei messo del tempo, ma non mi immaginavo tutto quel traffico. Al semaforo cambiai strada, l'avrei allungata ma almeno lì non avrei trovato una coda immensa. Ci misi un mezzora ad arrivare e a trovare parcheggio. Corsi dentro e sentii l'annuncio per i passeggeri del volo per l'Australia. Imprecai sottovoce e una signora vicino mi guardò male, la ignorai e cercai con lo sguardo il gate giusto. Vidi un ragazzo con una valigia enorme dirigersi verso di esso con le spalle ricurve.

“Taehyung!” urla rincorrendolo.

Lui si girò, visibilmente sconvolto. Sul viso portava una mascherina nera che gli copriva la bocca e la punta del naso. Sembrava indeciso sul rimanere fermo e sul correre verso il gate. Lo raggiunsi e mi fermai ad un paio di metri da lui. Lo fissai respirando più veloce del normale.

“Perché sei qui?” chiese confuso.

“Per salutarti” risposi in modo ovvio.

“Sì, ma perché? Tu dovresti odiarmi.”

“Io non ti odio” ammisi. “Volevo ringraziarti” feci una pausa per prendere fiato “volevo ringraziarti per esserti fermato e non essere andato avanti quella sera.” Gli sorrisi vedendo che la confusione non abbandonò il suo viso. “Non sei così cattivo come pensi. In quel caso saresti andato fino in fondo ma non l'hai fatto ed è per questo che ti sono grata.”

Mi abbracciò all'improvviso e mi strinse talmente forte da farmi mancare il fiato per un paio di secondi. “Non merito tutto ciò” disse e nella sua voce sentii un piccolo tremolio “Dovresti allontanarti da me e non rivolgermi più la parola.”

Ricambiai l'abbraccio. “L'ho detto anche a Jimin, non voglio buttare via anni di affetto per uno stupido errore. Lentamente le cose si sistemeranno.”

Mi strinse un'ultima volta e poi si allontanò riportando la distanza tra noi. Annuì e i suoi occhi si assottigliarono formando piccole rughette ai lati, segno che stava sorridendo dietro alla mascherina. La voce all'altoparlante avvisò i viaggiatori che quella era l'ultima chiamata. “Fai buon viaggio” gli dissi e lo salutai con la mano. Lui fece lo stesso e si girò verso il gate, pronto per partire. Si voltò per un ultimo saluto e sparì dietro alle porto automatiche. Sospirai e quando mi voltai trovai Emily che mi salutava da lontano, dietro di lei tutti gli altri tranne Jimin.

“Alla fine sei venuta!” esclamò felice la mia amica venendomi incontro.

“E' stata una decisione dell'ultimo secondo.”
“Bhe sono felice che ci siamo tutti!” disse Namjoon.

“Tranne Jimin” sottolineai.

“In realtà c'è anche lui” mi corresse Jin, lo guardai confusa “è in macchina, aveva detto di voler venir con noi ma quando siamo arrivati ha cambiato idea ed è rimasto lì.”

Non sentivo Jimin da quando abbiamo parlato quel giorno al bar, la sua frase mi aveva fatto venire il mal di testa, continuavo a pensarci ogni giorno non trovando una risposta alle mie domande. Passai il braccio dietro alla schiena di Emily mentre ci avviammo verso l'uscita. I ragazzi ridevano e scherzavano, la mia amica rideva con loro. Mi fermai davanti alla porta e mi girai verso le porte del gate che si aprivano e si chiudevano ogni volta che passava qualcuno. Ero sollevata al pensiero che Taehyung avesse Hoseok vicino a sé, non sarebbe stato solo ed ero sicura che le cose sarebbero tornate piano piano al loro posto. Nessuno avrebbe dimenticato ma era giusto così.

 

 

Due mesi dopo

 

Presi il portatile e mi sedetti a gambe incrociate sul divano. Aprii le email e ne notai una nuova, conteneva un allegato e mentre aspettai che si scaricasse andai in cucina a prendermi un succo. Aprendo il frigorifero sentii la mancanza delle bottiglie di vino bianco che riponevo sempre nello sportello ma mi ero ripromessa di non bere più nulla. L'alcol aveva causato solo brutte conseguenze. Ritornai in salotto e aprii il video dell'email. Comparve la faccia di Taehyung, stava cercando di sistemare al meglio la videocamera mentre Hoseok salutava in direzione dell'obiettivo. Quando Taehyung fu soddisfatto dell'angolazione salutò anche lui. Erano in uno zoo, vicino alla vasca dei coccodrilli e Hoseok stava mostrando orgoglioso i suoi amici. Aveva dato un nome ad ognuno di loro e voleva presentarmeli uno per uno. Taehyung guardò la telecamera con sguardo rassegnato, lui doveva averli già conosciuti. Sorrisi vedendo l'entusiasmo dei miei amici, ero felice che si stessero divertendo. Il video finì con un altro loro saluto. Avevano iniziato a mandarmi video il mese prima e ne ricevevo almeno due o tre durante la settimana, in resto dei giorni continuavano a mandarmi messaggi. Il rapporto con Taehyung stava migliorando ma c'era ancora una punta di imbarazzo. Mi aveva detto di aver parlato con Jimin di recente e sembrava che anche il loro rapporto stesse tornando lentamente quello di prima. Chiusi il portatile e sentii suonare il citofono, era Jimin. Avevamo ricominciato a vederci un paio di settimane prima dopo aver parlato tanto – tantissimo – di quello che provavamo e di come ci sentivamo riguardo a quella sera. Avevamo deciso di riprovarci e sembrava andare tutto per il meglio. La porta si aprì e il ragazzo entrò con qualcosa di diverso.

“Hai fatto la tinta?”

“Sì, l'arancione iniziava a darmi noia” rispose alzando le spalle e sedendosi accanto a me sul divano.

Gli passai una mano tra i capelli soffici sciogliendoli un paio di nodi. “Peccato, a me iniziavano a piacere davvero tanto.”




NOTE AUTRICE
E' finita! Quest'ultimo capitolo è stato un parto e sono felice di essere riuscita a pubblicarlo ahah spero vi sia piaciuto anche questo.
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito la storia e che mi hanno incoraggiata a continuarla, vorrei ringraziare anche tutti quelli che l'hanno messa nelle preferite, seguite ecc
Grazie mille davvero per aver seguito questa storia!


P.S. se seguite i Monsta x sul mio account trovate una one shot dedicata alla ship tra Hyungwon e Wonho, spero vi piaccia anche quella.

   
 
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