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Autore: Yuki Delleran    10/10/2016    2 recensioni
« Deve essere per forza Tobio? Puoi volare solo se è Tobio a darti la spinta? Non potresti permettere anche a qualcun altro di ammirare le tue ali? »
« Cosa intendi dire? »
« Lascia che sia io a farti spiccare il volo. »
E l'espressione di totale incredulità che si dipinse sul volto di Hinata fu così impagabile che Oikawa si rammaricò di non poterla immortalare per ricordarla per sempre.
[OiHina]
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 4

Quel pomeriggio, quando rientrò a casa, Oikawa aveva la mente piena di pensieri. Dopo l'incidente in palestra Hinata si era scusato velocemente ed era corso via, lasciandolo solo con l'esaltazione della schiacciata, la sensazione delle sue labbra e il timore di aver rovinato tutto. Tooru era sempre stato uno stratega, sapeva come muoversi per prevenire le mosse altrui e per ottenere esattamente quello che voleva, ma quando si trattava di essere onesto con sé stesso e con i suoi sentimenti era tutto un altro discorso.
Mentre camminava verso casa il vento si era alzato, provocandogli frequenti brividi a causa delle maniche della camicia arrotolate. Hinata si era portato via la sua maglietta quindi aveva la certezza che almeno un'altra volta lo avrebbe incontrato, probabilmente sarebbe stata la sua unica occasione per fargli capire che lo voleva davvero in squadra e non si era trattato solamente di uno scherzo di cattivo gusto: quel ragazzo aveva talento da vendere, non gli avrebbe permesso di sprecarlo, men che meno per una motivazione sciocca come quella.
Stava ragionando su quello che poteva dirgli, su come giustificare un gesto all'apparenza tanto assurdo, quando si trovò davanti, all'angolo prima di svoltare verso casa sua, proprio l'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare in quel momento.
« A cosa devo l'onore di questa visita, Tobio-chan? » chiese in tono fintamente leggero.
Era assolutamente impossibile che Kageyama si trovasse in quel luogo e in quel momento per caso.
Portava la felpa della squadra che l'aveva selezionato e un borsone in spalla, segno che era appena tornato dagli allenamenti: doveva aver fatto una deviazione non indifferente per arrivare fin lì.
« Nessun onore, Oikawa-san. » esordì con un lampo d'irritazione negli occhi blu. « Sono venuto a chiederti di smettere immediatamente con questo assurdo giochetto. »
Oikawa sapeva che prima o poi sarebbe successo, Kageyama non era mai stato un tipo paziente, specialmente quando qualcosa gli stava a cuore.
« É stato Sho-chan a chiederti di farlo? » domandò, dissimulando l'ansia che lo stava cogliendo.
« No, lui non mi ha detto nulla, ma ha saltato le lezioni della mattina e durante quelle del pomeriggio non sembrava nemmeno lui. Era distratto, ansioso, preoccupato. Oikawa-san, devi smetterla! Non è corretto che per fare un dispetto a me, faccia soffrire qualcuno che non c'entra niente! Se hai qualcosa da dirmi, fallo e basta! »
Sentendo quelle parole così accorate, così nervose, ad Oikawa venne quasi da ridere. Kageyama non cambiava mai, poteva essere cresciuto da quando veniva chiamato Re del Campo, ma rimaneva sempre il solito egocentrico, convinto che tutto girasse attorno a lui.
« Tobio-chan... » iniziò in tono morbido. « Nessuno vuole farti un dispetto, te lo fai già da solo con questo atteggiamento. Non ho mai avuto intenzioni meno che limpide nei confronti di Sho-chan, ma ammetto che è divertente vederti dibattere nella gelosia e nella frustrazione. »
« Oikawa-san! »
Lo vide stringere i pugni, in preda alla rabbia e al dubbio se azzardarsi a dire quello che gli frullava in mente o trattenersi per l'ennesima volta. Tooru lo sapeva, Kageyama non avrebbe retto ancora a lungo, non era mai stato un tipo tranquillo o tollerante.
« Se non hai nient'altro da dire, io me ne andrei. » disse, accennando a muovere un paio di passi per superare la figura del kohai.
Se l'era quasi lasciato alle spalle quando si sentì afferrare per un braccio e si voltò, fulminando l'altro con lo sguardo: che Tobio non si azzardasse a mettergli le mani addosso!
« Oikawa-san! Ti... Ti prendi sempre quello che desidero e io...! »
Kageyama aveva le sopracciglia aggrottate, le guance rosse e gli occhi brillanti che mescolavano la rabbia al più puro disagio. Le sue dita stringevano la manica della camicia di Oikawa tremando leggermente. Era così... scioccamente impacciato, teneramente imbarazzato, che Tooru quasi provò pena per lui.
« Tobio-chan, non è colpa mia se il tuo primo amore era qualcuno su cui non avresti mai dovuto posare lo sguardo e il tuo secondo non sei in grado di concretizzarlo. »
Kageyama s'irrigidì sul posto e lasciò andare di scatto la sua manica. Dalla sua espressione era chiaro che avesse capito perfettamente a chi si stesse riferendo e l'aria ferita che gli si dipinse sul volto colpì Oikawa: sembrava che il suo kohai, solitamente così distaccato, avesse davvero trovato qualcuno a cui tenere particolarmente. Questo invogliò Oikawa a spiegargli sinceramente quali fossero le sue attenzioni: vista quella reazione, poteva anche permettersi di mettere da parte la facciata strafottente che solitamente riservava al kohai. Tuttavia non ne ebbe il modo perché Kageyama gli voltò le spalle e si allontanò di corsa, lasciandolo solo in mezzo alla strada.
L'alzatore sospirò: quella che era iniziata come una semplice buona intenzione, per quanto rara da parte sua, sembrava assomigliare sempre di più ad una battaglia sentimentale. La cosa peggiore era che Oikawa si ritrovava sempre più a desiderare la vittoria anche in quella. Non si trattava di sottrarre a Kageyama ciò che desiderava, era un sentimento ben diverso da quello che aveva provato anni prima, quando il piccolo Tobio aveva iniziato a scodinzolare dietro Iwaizumi. Questa volta desiderava sinceramente essere d'aiuto a Shoyou e, in qualche modo, avrebbe voluto che il suo sguardo venisse ricambiato.
« Ti stai divertendo? »
Alzando gli occhi, Oikawa incrociò quelli scuri di Iwaizumi, che gli veniva incontro. Era molto probabile che avesse assistito allo scambio di battute appena avvenuto.
« Iwa-chan, le tue domande iniziano ad essere ripetitive! » esclamò Tooru nel vano tentativo di sviare l'attenzione dell'altro dal punto cruciale.
Ovviamente non ci riuscì.
« Se quello che dice Kageyama è vero, lascia perdere subito. Non voglio vederti fare la stessa stupidaggine delle medie. »
Iwaizumi lo fissava con aria severa: non era raro che lo rimproverasse quando assumeva qualche atteggiamento eccessivamente leggero, ma questa volta sembrava davvero serio. La “stupidaggine delle medie” doveva essere la sua reazione eccessiva alla vicinanza del piccolo Kageyama con l'amico.
« Intendi quando ti ho baciato? Quello è stato solo... »
Non poté terminare la frase con il tono scherzoso che si era imposto, zittito dall'espressione mortalmente seria di Iwaizumi.
« Quello che per qualcuno è solo uno scherzo, per altri può essere una speranza o un dolore. »
Quelle parole stupirono particolarmente Oikawa, non perché non fosse a tutti gli effetti una verità, ma perché non era da Iwaizumi mettersi a parlare di sentimenti. Non avevano mai discusso di quello che era successo durante quel gioco alle medie e Oikawa lo aveva archiviato appunto come scherzo e dispetto ai danni di Kageyama, un modo per sottolineare la propria precedenza assoluta e quasi esclusiva nelle amicizie di Iwaizumi. Non si era mai soffermato a pensare come il ragazzo avesse potuto sentirsi, se avesse provato qualcosa oltre l'istintiva reazione minacciosa, e, a rifletterci ora, si scopriva intimorito di saperlo. Iwa-chan era il suo pilastro, la sua ancora di salvezza, nonché l'unico vero amico che avesse mai avuto, l'idea che provasse per lui qualcosa di diverso gli provocava una stretta dolorosa all'altezza dello stomaco.
« Iwa-chan, allora tu... » iniziò.
« Io niente! » sbottò l'altro. « Qui non stiamo parlando di me e non provare a sviare il discorso o ti prendo a calci! Quello che mi preme sapere è se stai di nuovo giocando un brutto tiro a Kageyama, come lui sembra convinto, o se sei davvero interessato al piccoletto. No, niente scuse, voglio che tu me lo dica chiaro e tondo! » esclamò prevenendo ogni obiezione.
Oikawa sospirò: quella domanda diretta lo metteva di fronte ad una riflessione che non era ancora certo di voler fare, non così seriamente per lo meno. Inizialmente la sua unica intenzione era stata quella di accaparrarsi un buon giocatore che gli scout si erano inspiegabilmente fatti sfuggire, facendo allo stesso tempo un favore a Hinata, che desiderava solo giocare ancora. Il problema con Kageyama era subentrato in un secondo momento, quando si era reso conto che irritarlo e tenerlo sulla corda lo divertiva adesso come alle medie. Anche quel sentimento però era diventato di un'importanza relativa quando aveva iniziato a conoscere Hinata davvero, quando lo aveva invitato in palestra, quando si era offerto di insegnargli la battuta in salto. All'inizio era stato quasi uno scherzo, ma ora era convinto che avrebbe potuto farcela davvero, ne aveva tutti i requisiti. Senza contare, poi, quel bacio dato d'impulso e fatto passare quasi per un gioco, che tanto aveva imbarazzato il piccolo schiacciatore. Il rossore sulle sue guance era stato talmente adorabile che Oikawa si era dovuto sforzare per non inseguirlo e impedirgli la fuga quando l'altro era scappato via. Più ci ragionava razionalmente, più si rendeva conto che delle reazioni di Tobio gl'importava molto poco, essere dispettoso nei suoi confronti ormai non aveva il minimo senso, semplicemente voleva quel piccolo uragano nella sua squadra, quel raggio di sole nella sua vita.
Mentre rifletteva, Oikawa si era incamminato lungo la strada, deviando però verso un piccolo parco invece che dirigersi a casa propria. Iwaizumi lo seguiva in silenzio senza staccarli gli occhi di dosso: aspettava una risposta e l'alzatore sapeva di dovergliene una. Se davvero, come temeva, l'amico aveva provato qualcosa per lui, o lo provava tutt'ora, o fosse anche solo per la loro conoscenza di lunga data, era suo diritto conoscerne le intenzioni.
Mentre si sedeva su una piccola altalena, lasciandosi dondolare leggermente, Oikawa sospirò di nuovo.
« Mi piace. » esordì senza altri preamboli. « Non pensavo di essere in grado di dire una cosa del genere, ma è così. »
Iwaizumi affilò lo sguardo ma non disse una parola, inducendolo in qualche modo a confermare la sua affermazione.
« Niente più scherzi, Iwa-chan, sono serio. » assicurò. « Non m'importa minimamente di prendere in giro Tobio-chan, anche se con questa storia ho rovinato tutto. Di certo ora Sho-chan penserà che mi sono voluto solo approfittare di lui per divertimento. »
Un nuovo sospiro sfuggì dalle sue labbra, mentre aspettava che Iwaizumi chiedesse cos'altro era successo, ma lo schiacciatore di nuovo non disse nulla, appoggiato con apparente noncuranza  ai pali di sostegno dell'altalena. I suoi occhi occhi scuri lo scrutavano accusatori, rendendolo acutamente consapevole della pessima situazione che aveva creato con le sue mani, oltre al fatto che non sarebbe stato tollerato un suo eventuale piangersi addosso.
« Questo non puoi saperlo. » disse infine Iwaizumi. « Ma se non vuoi che lo pensi davvero, ti conviene darti una mossa e fare qualcosa di concreto, invece di rifilargli solo inutili promesse. Al suo posto ti avrei già mandato al diavolo da un pezzo! »
Erano parole brusche, ma erano anche ciò che Oikawa aveva bisogno di sentirsi dire per prendere finalmente una decisione: se avesse tergiversato ancora, Hinata avrebbe finito per convincersi di essere stato davvero preso in giro e quella era l'ultima cosa che voleva.
Con uno scatto balzò giù dall'altalena, fissando Iwaizumi con un sorriso schietto: se non fosse stato per lui probabilmente avrebbe finito per rovinare del tutto anche quell'occasione.
« Grazie, Iwa-chan. » disse in tono serio. « Se la nostra squadra avrà presto un nuovo acquisto, sarà solo merito tuo. E se anche il resto avrà un'evoluzione positiva, beh... saprai a chi andrà la mia gratitudine. »

Oikawa attese l'indomani sera per dare la notizia a Hinata. Nel pomeriggio aveva parlato con i dirigenti della sua squadra, mostrando loro i video delle giocate migliori del piccolo schiacciatore quando era alla Karasuno e spiegando che ancora nessun club professionistico l'aveva ingaggiato. Ne aveva cantato le lodi mettendo in evidenza la sua velocità, l'agilità e a destrezza di movimento, la passione, la grande motivazione e addirittura la spericolatezza, finché non aveva ottenuto un responso positivo. I dirigenti ritenevano Hinata un giocatore molto interessante e di un livello tale che non si spiegavano come fosse sfuggito agli occhi attenti degli scout, per questo motivo avevano accettato, anzi, espressamente richiesto di poterlo incontrare. Oikawa si era offerto di fare da tramite e contattare il ragazzo, ma ora si ritrovava a rigirarsi il telefono tra le mani, indeciso. Se l'avesse chiamato, era facile che Hinata non gli rispondesse nemmeno, per imbarazzo o per fastidio. Non dubitava della sua correttezza, ma era stato lui stesso il primo a fare una mossa discutibile, quindi non avrebbe avuto il diritto di lamentarsi di nessun tipo di reazione. Alla fine si risolse ad inviare un semplice messaggio, cortese e sufficientemente formale da non suscitare nessuna idea di secondo fine. Voleva che Hinata capisse che le sue intenzioni erano buone, che anche se non avesse ottenuto una risposta positiva in campo sentimentale, gli sarebbe bastato averlo a fianco sotto rete e che gli scherzi messi in atto finora nei confronti di Kageyama non avevano più nessuna importanza.  Quel bacio, invece, ne aveva e sperava venisse compreso.
Tuttavia, per quella sera non ottenne risposta.

Noticina di Yuki:

Venite a trovarmi! Fairy Circles

   
 
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