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Autore: Hobieroller    10/10/2016    3 recensioni
Dal primo capitolo "Quel bacio.
Jungkook non si rese conto che, mentre era tornato con la mente a quel fatidico giorno, aveva riempito il disegno di lacrime. Erano lacrime di frustrazione, non di tristezza. Da quella sera non aveva fatto altro che pensare alle labbra di Yoongi sulle sue, al modo in cui, avvicinandosi, i loro corpi per un attimo si erano toccati".
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I due gruppi casualmente si ritrovarono a lavorare insieme. Dovevano preparare una coreografia per l’esibizione annuale degli awards e tutti erano eccitatissimi all’idea, beh in realtà non proprio tutti. Avevano un mese di tempo, e la coreografia era abbastanza complicata quindi erano costretti a dover provare tutti insieme per essere impeccabili.
Per il primo giorno di prove si erano trovati nelle sale prova dei Got7, era una struttura abbastanza grande con sale attrezzate e vari salottini, dove potersi riposare.
Gli altri ragazzi li stavano già aspettando in sala prove e i saluti come al solito furono calorosi, leggermente esagerati. Il coreografo doveva ancora arrivare quindi ne approfittarono per fare casino, in fondo era da quel famoso giorno che non si vedevano. C’erano sicuramente tantissime storie e novità da raccontare.
Quando il coreografo entrò nella stanza scese un improvviso silenzio, si erano tutti girati verso la porta e lo fissavano aspettando che desse loro dei compiti; poi iniziarono a riscaldarsi mentre lui parlava dell’esibizione e di quali piani aveva per la coreografia.
“Bene, allora. Stanotte mi è venuta un’idea fantastica e pensavo che sarebbe bellissimo realizzarla, sarete l’highlight della serata. Nessuno si potrebbe mai scordare di voi dopo quel giorno!” disse lui infervorandosi sul discorso, stava letteralmente alzando le braccia al cielo con fare molto teatrale.
“Quale sarebbe questa idea?” Jinyoung con la sua espressione saccente lo guardava aspettando una risposta.
“Vi dividerete a coppie. Cosa c’è di più perfetto di lavorare con due gruppi da sette persone? La coreografia sarà uguale per tutti, solo che i Bangtan avranno un ruolo e i Got7 un altro”.
Si guardarono tutti un po’ perplessi ma comunque eccitati all’idea di iniziare a lavorare insieme.
“Ho deciso che le coppie le farete voi, dovrete sentirvi in sintonia con il vostro partner. A una sola condizione… Jhope e Yugyeom non potranno stare insieme, obbiettivamente farebbero sfigurare gli altri” aggiunse ridacchiando.
I due presi in causa si guardarono sconsolati, poiché in quei cinque minuti avevano già silenziosamente deciso che sarebbero stati insieme.
“Yoongi ah” Yoongi si voltò verso la voce che l’aveva chiamato e si ritrovò Mark a un palmo dal naso “Stiamo insieme vero? Vero?”
Alzando gli occhi al cielo, ma comunque sorridendo gli mise un braccio attorno al collo “Certamente, come potrei fare altrimenti?” con una mano gli scompigliò i capelli biondi mentre l’altro cercava di divincolarsi dalla sua presa.
Le coppie erano state fatte – Nel momento in cui Namjoon e Jackson si guardarono all’unisono si capì che sarebbero stati insieme, erano tutti abbastanza soddisfatti – perciò iniziarono a esercitarsi.
La coreografia era del genere “uccidiamo le fan con tanto fanservice e movimenti sexy”, ma, in effetti, c’era da aspettarselo. Non che a Yoongi dispiacesse vista la scena che gli si presentava davanti.
Era strano come quel giorno Mark fosse entrato a far parte della sua vita. Un minuto prima erano in camera sua a parlare di musica, l’altro erano a faccia a faccia con gli occhi fissi negli altri. Lui con l’improvvisa voglia di avere quelle labbra carnose che sorridevano maliziosamente.
Da quel momento era stato ancora più strano, si erano rivisti più volte da soli, ma non avevano mai avuto un vero e proprio appuntamento. Era più una relazione del tipo “Ci vediamo a casa tua quando non c’è nessuno, o in quel parco isolato lì in fondo”, il rapporto andava bene così. Era solo attrazione fisica, almeno per lui.
 
“Sei proprio sicuro di volerci far fare questa mossa?” chiese Jin quasi impaurito quando il coreografo mostrò quel passo che era davvero troppo esplicito, per Jin consisteva nel mettersi di schiena davanti a Yugyeom e con le braccia prendergli il collo mentre si abbassava lentamente. Yugyeom rideva sotto i baffi, abbracciò Jin da dietro facendolo saltare di qualche metro, diventò completamente rosso in faccia e il più piccolo non poté più nascondere la risata. “Oh sì che sono sicuro, è la mossa cardine. Oh se le fan moriranno per questo, voi non avete idea”.

Mark stava sorridendo a uno Yoongi imbarazzatissimo davanti a lui che lo guardava attraverso i suoi occhiali, i capelli – che ora erano diventati verde menta – erano troppo lunghi e gli ricadevano sugli occhi. Le guance rosse mentre guardava Mark pensando a ciò che avrebbe dovuto fare davanti a tutti. “Vieni dai proviamo tutto da capo, poi aggiungeremo la mossa” Yoongi si avvicinò a lui e ricominciarono a ballare. Non poté fare a meno di diventare sempre più paonazzo in viso, ogni minimo movimento che facevano erano più vicini e gli capitò più volte di percepire la presenza incombente di Mark dietro di lui. “Fra poco dovremmo andare in pausa, e sai… io avrei visto un-”.
“Bene ragazzi, siete stati quasi perfetti, vi voglio così sempre. Ora facciamo dieci minuti di pausa così possiamo continuare e dare il massimo!” Il coreografo finalmente decise di fare la pausa e tutti quanti si buttarono per terra sfiniti.
Mark non finì nemmeno la frase, prese Yoongi per il polso e lo trascinò con sé fuori dalla sala da ballo, in uno dei salottini relax. Aprì una porta semi nascosta accanto al televisore ed entrarono.

Ma perché finisco sempre negli sgabuzzini con qualcuno?  
Mark non aspettò nemmeno che la porta fosse completamente chiusa, gli si buttò addosso baciandolo con foga, mettendogli le mani nei capelli per avvicinarselo sempre di più, come se non ne potesse avere abbastanza.
“Sai, ti avevo sottovalutato, non pensavo ballassi così bene” Mark sussurrava all’orecchio infiammato di Yoongi, che con un sorriso rispose “L’ho fatto solo per te”.
“Hai fatto centro direi” Mark stava respirando sul suo collo, con le mani sotto la maglietta sudata.
Non si resero conto di aver passato mezz’ora in quello sgabuzzino – quindi venti minuti in più di quanto avrebbero dovuto – fino a quando non uscirono, e si trovarono davanti tre persone che nel frattempo stavano cercando di chiamarli al telefono.
 

 
Dopo due minuti in cui Jungkook era rimasto sdraiato per terra a riprendere fiato decise di andare a prendere qualcosa da mangiare alla macchinetta che avevano nel salotto. In quel momento vide Hoseok e Yugyeom che uscivano dalla stanza e li seguì, probabilmente anche loro stavano andando dalla stessa parte.
Arrivarono insieme nel salotto, Jungkook prese una barretta dietetica dalla macchinetta e si mise sul divano verde accanto ad Hoseok. Stavano parlando del più e del meno, Jungkook non li stava nemmeno ascoltando veramente, era di nuovo perso nella sua mente e nei suoi pensieri. Ma una parola lo fece ridestare dal suo trance: Yoongi.
“Cosa scusa?” Jungkook senza nemmeno pensarci si intromise nel discorso.
“No stavo dicendo, Anche voi avete notato che c’è qualcosa fra Yoongi e Mark vero? Ho pure sentito che sono usciti da soli altre volte” Yugyeom aveva gli occhi illuminati, quell’espressione tipica delle persone quando si raccontano pettegolezzi.
“Ah, già. Non è solo qualcosa” rispose Jungkook di nuovo fra i suoi pensieri. Yoongi. La mente continuava a tornare su quell’unico nome, e ogni volta era come una coltellata al cuore. Una ferita perennemente aperta. Ma sapeva che era tutto sbagliato, si odiava per pensare ancora a lui. Non aveva speranze, per lui sarebbe sempre rimasto il suo fratellino; e poi, obbiettivamente, come pensava di poter competere con Mark raggiodisole Tuan?
“Terra chiama Jungkookie, ci sei?” si spaventò quando aprendo gli occhi, che aveva involontariamente chiuso, si ritrovò la faccia di Hoseok ad un palmo dalla sua con quel suo sorriso a trentadue denti. “Sono passati dieci minuti dobbiamo tornare in sala”.
Quasi come un automa si alzò dal divano e seguì i due ragazzi davanti a lui. Tornato nella sala prove diede una rapida occhiata agli altri e subito si accorse che qualcosa, o meglio qualcuno, mancava. Dove sono quegli stupidi capelli menta? Continuava a guardarsi in torno, perso Ovviamente dove sono anche quelli biondi. Che domande inutili ti fai Jungkook.
“Bene, possiamo ricominciare. Siamo tutti?” Il coreografo rientrò nella sala più vivace che mai. Subito si sentì una risata soffocata “Mancano Mark e Yoongi” Jimin stava continuando a ridere sotto i baffi, dando delle gomitate a JB che era seduto accanto a lui.
“Dove sono andati?” Questa volta Jimin non riuscì a trattenere la risata e Jungkook lo fulminò con lo sguardo. L’ansia che saliva ogni secondo di più. “Non lo so, in un posto comodo immagino” Ora anche JB stava ridendo, tutti lo stavano facendo. Jungkook si costrinse a ridere, o almeno sorridere, insieme agli altri. Ma era una maschera, una maschera che era stato costretto a mettersi molto tempo fa.  
Il coreografo però non ne era molto contento, non poteva sopportare qualsiasi forma di ritardo, e quei due minuti erano decisamente troppo.
Passarono dieci minuti nella sala, aspettando che si facessero vedere. Poi il coreografo esplose “Andate a cercarli, per Dio. Appena li vedo gli tiro le orecchie fino a staccargliele”.
Jungkook era intenzionato a rimanere lì, nella sala, senza dare troppo nell’occhio e aspettare che gli altri trovassero i due. La paura di ritrovarsi davanti una scena come quella dell’altra volta era troppa.
Ovviamente niente andava mai come voleva. Si sentì tirare per un braccio, Hoseok era già con il telefono in mano pronto con il numero di telefono di Yoongi, ma giustamente aveva bisogno di una spalla per fare una semplice telefonata e certamente quella spalla doveva essere Jungkook. “Hyung ma cosa fai? Lasciami”.
“No, andiamo, vieni con me. Se li cerchiamo tutti insieme li troviamo prima. Tu prova a chiamare Mark” Nel frattempo aveva afferrato anche Jimin e stavano andando verso il salotto dai divani verdi.
“E’ inutile, smettete di chiamarli… Hanno lasciato i telefoni qui” Taehyung li guardava dalla sala prove con i telefoni ancora squillanti in mano.
Nel momento in cui attaccarono, sentirono una porta aprirsi. Era una porta in fondo al salotto, probabilmente lo sgabuzzino. Dietro quella porta c’erano i due ricercati. Yoongi si stava sistemando gli occhiali sul naso e Mark era diventato ancora più rosso di prima. Andarono lentamente verso gli altri tre ragazzi, in imbarazzo.
“Quanto siamo in ritardo?” chiese Mark.
Ma come risposta ricevette una risata sguaiata da parte di Jimin e dei io lo sapevo soffocati. Hoseok non poteva far a meno di ridere dietro Jimin, ma intanto gli dava delle pacche sulla schiena per farlo smettere. Jungkook li fissava. Fissava Mark. Fissava la maglietta di Yoongi, era infilata per metà nei suoi pantaloni, come se si fosse sbrigato a vestirsi. Aveva voglia di vomitare.
Non ci riusciva. Non riusciva a non pensare a Yoongi con qualcun altro, vedeva dietro le sue palpebre scene scorrere come se fossero un nastro. E non riusciva a non starci male, per quanto ci provasse.
Non di nuovo. Non di nuovo, per favore. Si sentiva mancare il respiro, aveva le vertigini. Appoggiandosi alla testa del divano riuscì a controllare meglio il suo corpo. Quando sentì di nuovo l’aria entrare nei polmoni, e la vista tornare nitida, scappò quasi inciampando da quel salotto.
Avrebbe avuto voglia di correre via per sempre da quel posto, ma il lavoro veniva prima di tutto, quindi tornò nella sala prove in cui gli altri li stavano aspettando. Hoseok aveva mandato a tutti un messaggio per avvertirli.
“Ehi, ricominciamo?” Youngjae si era avvicinato a Jungkook sorridente, pronto per continuare le prove in coppia, ignaro di tutto ciò che stava passando il ragazzo in quel momento.
Era il momento di riutilizzare la maschera. Gli sorrise “Certo, andiamo”.
 
*

 
Era il giorno prima dell’esibizione. Avevano passato un mese intero insieme, provando e riprovando. I rapporti fra loro erano diventati ancora più stretti. Yoongi e Mark erano ormai una coppia di fatto. Per tutti gli altri era una cosa abbastanza strana, ma chi prima e chi dopo ci avevano fatto l’abitudine. Jimin almeno aveva smesso di ridacchiare come un bambino ogni volta che li vedeva insieme.
Jungkook era peggiorato. Ogni giorno era sempre più vicino al fondo. Si era chiuso in se stesso, e la maschera lo aiutava solo fino ad un certo punto. Era dimagrito, aveva smesso di andare in palestra convulsivamente. Era da settimane che gli altri non lo vedevano sorridere come era solito, delle sue battute non era rimasta neanche l’ombra. Le occhiaie sotto i suoi occhi evidenziavano anche la perdita del sonno.
Aveva iniziato ad odiare più se stesso che la situazione in generale. Si odiava per desiderare egoisticamente che Yoongi stesse male con Mark.
Yoongi. Lui era stato solo l’inizio. La punta dell’iceberg che lentamente aveva fatto riemergere cose che pensava essersi lasciato alle spalle. La sensazione di non essere nemmeno un essere umano, i pensieri che gli affollavano la mente e non lo lasciavano da solo.
Lui non pensava che sarebbe successo di nuovo, invece si sbagliava. Era ancora peggio.
 
 
Ultimo giorno prima dell’esibizione equivaleva anche a ultimo giorno di prove. Ormai la coreografia la sapevano talmente bene che potevano farla ad occhi chiusi, ma comunque il coreografo voleva la perfezione e allora li faceva provare, e riprovare per ore.
Quel giorno Jungkook aveva una strana sensazione addosso, come se dovesse succedere qualcosa di brutto, tanto per cambiare. Sentiva su di se gli occhi di tutti puntati, ma soprattutto di una persona. Mark.
Era sicuro che Mark lo stesse fissando, da tutto il giorno, e ciò non poteva far a meno di irritarlo. Aveva notato che il ragazzo era rimasto silenzioso, in disparte. Forse avranno litigato, ma Yoongi non sembrava triste o arrabbiato… Era il solito. Andava perfino di tanto in tanto vicino a Mark per dirgli qualcosa, ma l’altro sembrava non sentirlo. Avrà le sue cose la principessa. Subito si maledisse per aver pensato un cosa così velenosa, lui non era così. Lui amava le persone, non pensava mai nulla di così cattivo perché si sentiva in colpa come se le avesse dette ad alta voce. Ma con Mark non riusciva ad essere così gentile, soprattutto quando – a quanto pareva – non apprezzava la compagnia del suo ragazzo.
Quel giorno erano nel loro edificio, le case discografiche avevano predisposto i turni per tutto il mese. Erano quasi le sette di sera, ora in cui avrebbero dovuto finire con le prove. Erano sfiniti, soprattutto perché non pensavano che per una coreografia sola ci fosse bisogno di tutto quell’allenamento. Il coreografo si accorse della mancanza di voglia e forze del gruppo quindi decise di lasciare quest’ultimo giorno libero, o almeno l’ultima ora.
Non appena li lasciò liberi si diressero tutti verso le docce per lavarsi e poi uscire tutti insieme a mangiare e bere qualcosa.
“Jungkook” Una voce fredda lo chiamò dal fondo della sala, si girò e vide Mark in piedi con i pugni stretti sui fianchi. Cosa vuole adesso?
“Possiamo parlare un attimo? – Mark notò che insieme a Jungkook si era fermato anche Taehyung accanto al suo amico come se avesse chiamato anche lui – Da soli”.
Taehyung prima di voltarsi e andare via strinse la mano a Jungkook, un muto segno di incoraggiamento. Lui era l’unico che in quel periodo si era davvero accorto cosa gli stava succedendo, gli altri semplicemente accostavano il suo silenzio all’adolescenza “Sta solo crescendo, gli passerà”. Ma non dava loro la colpa, lui era abbastanza bravo a nascondere la maggior parte dello schifo che stava passando. Loro vedevano solo la superfice. Perfino il suo migliore amico non sapeva davvero tutto.
 
Si avvicinò lentamente all’altro cercando di non venire preso dall’ansia. A quanto pare doveva affrontare il “nemico”.
“Che c’è?”
Lo sguardo di Mark era diventato ancora più freddo, e lo fissava. Ma Jungkook aveva notato nel fondo dei suoi occhi una scintilla di paura, ma non di lui. Era simile alla sua in un certo senso, riconosceva quello sguardo. Era la paura di provare sentimenti.
“Ti ho visto. Ho visto come guardi Yoongi, come guardi noi e la cosa non mi piace per niente. Devi lasciarlo stare” Jungkook avrebbe avuto voglia di urlare non sto facendo niente, sto facendo di tutto per non pensarci. Ci sto provando, mi dispiace. Ma tutto ciò che riuscì a fare fu continuare a fissarlo.
“Tu non capisci Jungkook, o forse non vuoi capire: Noi due stiamo insieme, e se non ti va bene non è un problema mio – vedendo che Jungkook non rispondeva decise di continuare – Non potrai mai essere all’altezza di Yoongi, non starebbe mai con uno come te. Lui ha bisogno di qualcuno che lo faccia ridere, divertire, e sicuramente tu con quel muso lungo che ti ritrovi non riusciresti a farlo”.
Si avvicinò ancora di più a Jungkook, che era diventato pallido, le mani cominciarono a sudargli, un nodo in gola impediva ad ogni parola di fuoriuscire. Era troppo debole per affrontare una conversazione del genere, doveva solo aspettare che finisse.
“Allora che fai? Continui a fissarmi senza parlare come al solito? Sei proprio una persona insulsa. Io lo so cos’è successo tra voi due, quel giorno nello stanzino, e so anche cosa ne pensa Yoongi. Per lui non è stato altro che un gioco, una costrizione, non lo avrebbe mai fatto. Tu sei il suo piccolo fratellino Jungkook, e sempre sarà così. Levatelo dalla mente”.
Il suo volto ora era a un palmo dal naso di Jungkook, gli occhi freddi fissati nei propri “Io lo amo, e niente e nessuno me lo porterà via”.
Jungkook sentì il suo cervello spegnersi, non riusciva più a pensare a niente. C’era solo il vuoto in lui. Il cuore gli faceva fisicamente male, le pugnalate questa volta erano arrivate tutte insieme. Il nodo in gola minacciava le lacrime. Lui non voleva tutto questo, a lui andava bene così. Non voleva portarglielo via, voleva solamente morire da solo con la consapevolezza che non sarebbe mai stato suo. Ma Mark questo non lo sapeva, o non voleva capirlo accecato da Yoongi, e dal suo amore.
Abbassando gli occhi riuscì a sussurrare “Io non voglio” prima che la gola gli si chiudesse di nuovo. Nello stesso istante entrò qualcuno nella sala, e senza voltarsi lui sapeva. Sapeva che era lui.
Mark si allontanò e sorrise a Yoongi che si stava avvicinando a loro, risorridendo al suo ragazzo gli avvolse le spalle con il suo braccio. “Allora? Di cosa state parlando qui? E’ tardi dovreste andare a farvi la doccia”.
Mark si voltò verso di lui e gli lasciò un bacio sulla guancia per poi sorridere a Jungkook. Ha vinto, ora lo sa anche lui. Menomale che ora si sente in pace con se stesso.
Riprendendo lentamente le sue facoltà cognitive Jungkook guardò negli occhi Yoongi un’ultima volta “Che farei meglio a sparire” rispose. Si girò verso l’uscita non rendendosi conto di aver iniziato a correre, le lacrime gli rigavano il viso. Aveva bisogno di aria.
Correva, non sapeva dove si stava dirigendo, la vista era appannata.
Saliva le scale, continuava a salire.
Aprì la porta e una ventata d’aria lo travolse.

Io non sono abbastanza.

Fece un passo.

Non mi merito di stare qui.

Un altro passo.

Nessuno mi amerà mai, e per nessuno io sarò mai abbastanza.

Il vento era sempre più forte.

Nessuno sentirebbe la mia mancanza.

Un ultimo passo.

Yoongi, ti amo.
 
 
  
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