Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: Spartaco    09/05/2009    4 recensioni
E se Mur fosse stato il miglior amico di Saga? E se proprio quando Saga aveva avuto bisogno di lui, Mur l'avesse abbandonato? La storia di un rancore, di un dolore, di un pentimento, ma soprattutto, di un'amicizia fra due giovani cavalieri.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aries Mu, Gemini Saga, Scorpion Milo
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mur si diresse verso quell’ampio spazio erboso, illuminato da una luce fioca; camminava lentamente, non aveva fretta, e quello

Mur si diresse verso quell’ampio spazio erboso, illuminato da una luce fioca; camminava lentamente, non aveva fretta, e quello era il luogo adatto per restare soli coi propri pensieri, ripensando al passato.

Anche solo guardando si poteva percepire l’aura di tristezza che traspariva da quel luogo; tante giovani vite stroncate nel fiore degli anni, senza aver ancor capito appieno i propri desideri e il proprio scopo, senza alcuna ragione…

Venivano chiamati paladini della giustizia, eroi, ma non c’era niente di eroico in tutto questo, niente di eroico nell’uccidere i propri compagni, i propri fratelli e Mur si chiedeva se le guerre sarebbero finite sempre così, dove a vincere è sempre lei, la morte.

Era tormentato, notte e giorno, da questi cupi pensieri, che non gli davano pace, quegli stessi pensieri che molto tempo prima si erano insinuati nella mente del precedente cavaliere di Aries al termine della guerra santa.

Glielo aveva detto qualche giorno prima Dohko, il maestro dei cinque picchi, e gli aveva anche detto che lui, da giovane cavaliere focoso aveva risposto che nessuno è morto invano.

Ma sarà poi vero? Sarà vero che era davvero necessario tutto ciò?

Depose i fiori che aveva portato sulle due tombe, quella di Sion, suo maestro e Gran Sacerdote, e quella di Saga, il suo assassino.

Anche se in realtà era la sua parte malvagia che aveva compiuto tutto ciò…

Si sedette e guardò le altre tombe, anche su quella di Camus, vi erano dei fiori, sicuramente messi da Milo e da Hyoga; anche su quella di Shura ve ne erano, posti quasi sicuramente da Sirio; su quella di Micene aveva provveduto Ioria e su quelle di Cancer e Aphrodite ci aveva pensato Athena, anche se erano dei traditori…

Una brezza leggera lo riscosse dai suoi pensieri, nonostante avesse tutto il tempo che voleva a disposizione: Kiki era rimasto in Jamir e Athena aveva concesso loro un mese di pausa.

Tornò a guardare la lapide di Saga e ben presto iniziò a piangere e a singhiozzare: - Maledizione! Non saresti dovuto morire così! È anche colpa mia, anzi è soltanto colpa mia! – gridò Mur colpendo con rabbia il suolo.

E così, dolorosamente, si abbondò ai ricordi.

 

Aveva conosciuto Saga subito dopo essere diventato cavaliere e i due avevano fatto subito amicizia: chiacchieravano insieme, si allenavano.

La vita era quasi… monotona al Grande Tempio se non si aveva qualcuno con cui passare il tempo al di fuori degli allenamenti.

Lui e il cavaliere di Gemini amavano sedersi sulle rovine dell’Acropoli, al tramonto, e godersi qualche attimo di calma prima che uno dei due scoppiasse inevitabilmente a ridere senza motivo, contagiando anche l’altro e ridendo felici fino alle lacrime.

Attimi inutili forse, ma allo stesso tempo carichi di significato.

Oppure già di mattina presto nell’arena ad allenarsi, sotto lo sguardo dei più giovani che li osservavano affascinati per poi rimanere stupiti, quando, dopo essersi attaccati con ogni mezzo ed essersi gridati qualsiasi tipo d’insulto finivano a terra rotolandosi nella terra, ridendo come matti.

Tutto sembrava andare per il meglio fino a quando Saga seppe che era fra i candidati alla successione del Grande Sacerdote, Mur fu molto contento per lui e lo sostenne nei momenti di crisi.

Dopo la notte degli inganni, però, nessuno sarebbe rimasto lo stesso di un tempo…

Loro due non si erano visti dopo che Sion aveva chiamato i due candidati e dopo che ebbe scelto il successore, ossia Micene e nessuno dei due aveva lontanamente immaginato quello che sarebbe successo nelle ore successive: la parte malvagia di Saga che prese il sopravvento, la morte di Sion, quella di Micene considerato un traditore e la presa al potere sempre della parte malvagia di Saga.

Ma solo lui, Mur, sapeva cos’era successo in realtà, gli altri pensavano che Micene fosse davvero un traditore, che Sion avesse abdicato in favore del fratello il quale sarebbe divenuto Gran Sacerdote, che in realtà era sempre e solo Saga, la verità era stata celata per ben dodici anni, ed era stata necessaria una sanguinosa guerra per riportare l’ordine ad Atene.

Lui in cuor suo sapeva che era successo qualcosa e che la giustizia non regnava più ad Atene, ma non aveva dei contorni ben definiti di quella notte; era stato lo stesso Saga, vestito normalmente, a dirglielo.

La parte buona di Saga tornò per un po’, permettendogli di raccontare a Mur quel che era successo, Saga cercava un aiuto ma lui non glielo diede.

Al contrario, si sentiva deluso e tradito, Saga, parte malvagia che fosse, aveva ucciso il suo maestro Sion e aveva tradito Athena, anzi, aveva cercato persino di ucciderla.

Mur sapeva che avrebbe dovuto confortarlo, dargli una mano, ma non vi riuscì; in quel momento riuscì solo a scagliare tutta la sua rabbia, a gridare il suo dolore addosso a Saga. Mur non riusciva a pensare che Sion fosse morto, già lo sospettava, ma che fosse ucciso dal suo miglior amico…, no, era inaccettabile.

Saga non sapeva come avrebbe reagito Mur, non sapeva cosa aspettarsi, forse nonostante tutto quello che aveva fatto si aspettava un minimo di comprensione, ma Mur gli disse soltanto che era comunque lui il responsabile delle sue azioni, che se fosse stato davvero devoto ad Athena avrebbe dovuto sopprimere la propria parte malvagia.

Fu come se una lama rovente fosse penetrata nel suo corpo, ma fu lo sguardo che Mur gli rivolse che gli fece più male, carico di sfiducia, rancore e odio.

E così nel momento in cui Saga aveva un assoluto bisogno di lui, Mur lo abbandonò.

Saga accettò la reazione dell’amico e pensò che in fondo aveva ragione, che fosse stata la parte buona o la cattiva, era sempre colpa sua; così se ne andò mesto e solitario, rivolgendo un ultimo sguardo al compagno di tante avventure.

Mur ne andò il giorno successivo verso il Jamir, piangendo il suo maestro ma anche il perduto amico; Mur sapeva di aver sbagliato ma non voleva ammetterlo, ne a lui, ne tanto meno a sé stesso.

Visse in Jamir allenando Kiki, quasi dimenticando ogni cosa che era successa, quasi, ma non del tutto.

Fu un cavaliere di bronzo a richiamare alla sua mente tutto ciò che ella aveva dimenticato, così il giorno della battaglia finale tornò al Grande Tempio, riconoscendo la Dea.

Alla fine della scalata delle dodici case, Cancer, Camus, Shura e Aphrodite erano morti, Shaka era appena tornato dall’al di là e Micene si era sacrificato, ancora tredici anni fa, per salvare Athena allora in fasce.

Ma prima del tramonto sarebbe morta ancora una persona.

Davanti ai bronze saint e ai gold superstiti, Athena combatté con Saga, ma fu lui stesso ad uccidersi. Cadde a terra sputando sangue, sorretto da Athena, e guardando verso l’Ariete disse: - mi dispiace Mur, perdonami… - e sorridendogli un’ultima volta se ne andò.

Mur crollò in ginocchio urlando tutta la sua rabbia e il suo dolore, perché non gi aveva detto addio, perché non era riuscito a dirgli che gli dispiaceva, che non avrebbe dovuto dirgli quelle cose, che era stato uno stupido, che non era degno di essere suo amico, che lo aveva abbandonato…

Gli altri man a mano se ne andarono e Mur restò solo, qualcuno gli mise una mano sulla spalla per fargli forza, ma questo non cancellava il fatto che era anche colpa sua…

Avrebbe voluto suicidarsi, abbandonare quella vita che per lui era diventata un peso, ma non poteva: Kiki non era ancora pronto per succedergli e lui era considerato il più saggio tra i Gold Saint.

Saggio… Ma da quando…

- Di nuovo qui cavaliere di Ariete? – Mur si riscosse improvvisamente, non aveva sentito i passi del – cavaliere di Scorpio, ma che bella sorpresa, cosa sei venuto a fare qua? -

- Niente di preciso, passeggiavo e ti ho visto qua seduto…, non mi hai risposto però… - evitando il tono tagliente dell’Ariete.

- Pensavo… -

- a Saga, vero? – poi senza attendere risposta continuò – Mur, il tempo passa, non tornerà mai indietro, l’unica cosa che puoi almeno fare è cercare di riscattarti, anche se secondo me non è colpa tua, in ogni caso Saga, dal paradiso dei cavalieri, non gradirà di certo che tu te ne stia qui a versar lacrime, proteggi la terra anche per lui, Mur -

Milo quando ci si metteva sapeva essere davvero bravo con le parole, aggiungendo poi il sincero affetto e rispetto che nutriva nei suoi confronti del cavaliere di Ariete.

Lo aiutò a rialzarsi e gli asciugò le lacrime – Grazie – mormorò lui.

- Vieni, torniamo al Grande Tempio, ci sarà sicuramente qualcosa da farti fare, visto che al momento mi sembri libero – disse con vigore, mettendo una mano sulle spalle di Mur, mentre lui in una tacita promessa affermava – Giuro che fin a quando sarò in vita proteggerò la terra al posto tuo Saga! -

Mur osservò l’orizzonte, era l’alba.

E sorridendo a Milo si incamminò con lui verso il Grande Tempio.

Un nuovo sole stava sorgendo.

Avrebbe portato nuove guerre, nuove morti, ma lui si sarebbe sempre battuto per la giustizia, perché l’aveva giurato a Saga e perché era un cavaliere.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Spartaco