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Autore: hinata 92    12/10/2016    0 recensioni
[Dragon Quest VI - Nel regno dei sogni]
Jared si è ritrovato per una curiosa serie di combinazioni invischiato con altri eroi e con l'assurda vocazione di... drago! Ma cosa significa essere un drago? E perché è una vocazione così rara? Non ha assolutamente idea che un giro turistico alla rinata Abbazia Mutationis stia per cambiargli completamente l'esistenza.
Se non avete giocato al videogame non preoccupatevi, ne riprendo giusto le ambientazioni, ma la storia è praticamente originale, quindi niente paura e preparatevi a viaggiare con Jared nel magico mondo di Dragon Quest!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Sempre più inquieto

 

«Jared?»

Il ragazzo si voltò scontroso: «Che c’è?»

Conny sussultò spaventata. Jared sospirò.

«Scusa. Scusa, non volevo…»

La ragazza si sedette al suo fianco: «Volevo solo chiederti come stai. Non hai l’aria di essere molto in forma…»

Il Drago scosse la testa, tenendosi una mano sugli occhi: «In effetti no… è più di una settimana che dormo poco… e che ho sempre la nausea…»

Conny gli sorrise: «Se dormi poco è normale che tu sia nervoso, non preoccuparti. C’è forse qualche cosa che ti agita? Con me puoi parlarne.»

Jared le restituì uno stanco sorriso: «No, nulla di particolare… forse è legato ai nuovi polmoni, non so…»

La sacerdotessa infilò una mano nella sacca, per poi tirare fuori un frutto: «Prova a mangiare una mela, dicono che aiuti contro la nausea.»

In quel momento Mako gridò: «Conny! Vieni qui un attimo!»

«Scusa, torno subito.»

Sospirando, Jared aspettò che la ragazza si allontanasse per mettere la mela nella borsa, con l’intenzione di donarla al primo cavallo che avessero incontrato. Nel vedere Conny così preoccupata per lui non aveva avuto cuore di dirle che in realtà solo la vista di quel frutto gli aveva fatto venire su il pranzo. Un paio di giorni prima erano riusciti a comprare un po’ di carne, e per quel pranzo Jared era stato decisamente meglio. Tuttavia, non aveva il coraggio di chiedere agli altri di ripetere l’esperimento: i soldi scarseggiavano e la carne costava cara. Così si era ritrovato a buttare giù minestre e verdure varie, che ogni volta gli causavano un’acidità di stomaco sempre maggiore. Era quasi come se il suo corpo le stesse rifiutando, ma Jared non capiva perché. Era cresciuto in una famiglia di contadini, aveva mangiato verdure e cereali per tutta la vita, perché ora sembravano dargli così fastidio? Si portò una mano al petto. Che c’entrasse davvero la sua nuova vocazione?

 

Jan assestò il colpo di grazia al mostro che avevano incontrato sul cammino: «Ed ecco fatto!»

Jared non ebbe il tempo di esultare che sentì di nuovo qualcosa di strano al petto. Era così tanto tempo che non gli capitava che proprio non aveva più pensato che potesse accadere nuovamente. Fece segno agli altri di allontanarsi e subito gli amici ubbidirono.

Era diverso dalle volte precedenti. Non gli veniva da tossire, innanzitutto, e di questo la sua gola ringraziava. Non poteva fare a meno di respirare profondamente e con una frequenza sempre maggiore, come se avesse corso per miglia e miglia. Nella parte sinistra del suo petto qualcosa stava cambiando, ne era sicuro: sentiva la cassa toracica allargarsi leggermente, con un forte dolore intercostale, e avvertiva distintamente crescere in lui un nuovo calore, violento e allo stesso tempo rassicurante. Improvvisamente, così com’era venuto, sparì. Questa volta, però, non aveva bisogno di Conny per capire cos’era accaduto, perché lo aveva avvertito distintamente. Prese un profondo respiro e sputò fuoco. La fiammata fu molto più potente, in grado già di arrostire un cosciotto di carne o di causare piccole ustioni.

Jan applaudì: «Accidenti, fai progressi! Questa sì che era una fiammata come si deve!»

Mako annuì: «Eh sì, forse adesso ci possiamo già combinare qualcosa…»

Conny si limitò a sorridere incoraggiante e Jared avvertì per la prima volta distintamente che qualcosa nella sua anima stava cambiando. Fino a poco prima era certo che a tutte quelle attenzioni sarebbe arrossito, si sarebbe sentito in imbarazzo e preoccupato per queste sue nuove capacità. Ora invece sosteneva tranquillamente lo sguardo dei suoi amici e non era affatto a disagio, anzi, si sentiva orgoglioso di sé, di quello che stava diventando e non era assolutamente preoccupato di quello che gli stava accadendo.

Jan sorrise: «Dobbiamo festeggiare! Vado nel villaggio più vicino e mi procuro un paio di costolette. Che dici, Jared, ce le cuoci tu, oggi?»

«Volentieri!»

Jan non poteva sapere quanto quella proposta lo aveva fatto felice. Jared infatti avvertiva distintamente i morsi della fame e l’idea di mettere i denti su un qualunque pezzo di carne lo rendeva felice ed euforico come non gli capitava da tanto. Sorrise.

«Vi aspetto qui, faccio un po’ di pratica con le mie nuove fiamme, così non rischierò di ustionarvi per errore durante un combattimento.»

«Va bene, a dopo.»

 

Nel bel mezzo della notte, Jared spalancò gli occhi e si mise seduto, perfettamente sveglio. Guardò i compagni placidamente addormentati e sorrise. Era stata una gran bella serata, una delle migliori che ricordasse di aver mai passato. Jan e Mako avevano fatto la gara a chi riusciva ad arrostire più carne alla fiamma viva di Jared, e lui si era divertito da morire a vederli in lotta. Avevano riso e scherzato tutti insieme. Com’erano lontani i tempi noiosi e sempre uguali passati a casa dei nonni…

Jared si alzò. Per la prima notte dopo tanto tempo, non aveva fame. Era stata una soddisfazione molto più grande di quanto avesse mai potuto immaginare mangiare della carne cotta con le sue stesse fiamme. Gli era sembrata infinitamente più buona di qualunque cosa avesse mai mangiato prima d’allora.

Neanche così era riuscito a dormire, ma per la prima notte da più di una settimana non aveva importanza. Si sentiva bene, perfettamente riposato, nonostante non avesse dormito più di quattro o cinque ore. Anzi, aveva una gran voglia di camminare. Si mise in marcia, facendo attenzione a non allontanarsi troppo, nel caso i suoi compagni si fossero svegliati. Dove poteva andare? In una città? Rabbrividì all’idea. No, troppa gente, troppa confusione. E poi non era ancora sorto il sole, non gli avrebbero aperto le porte…

Mentre rifletteva, un mostro gli si parò davanti. Jared imprecò. Aveva lasciato la borsa con la fionda al campo, ed era solo. Era stata una pessima idea avventurarsi di notte. Forse poteva cercare di fuggire, ma se il mostro l’avesse inseguito avrebbe rischiato di portarlo proprio dove giacevano i suoi amici addormentati. Ne sarebbe valsa la pena?

Oppure…

Un’idea strana e assolutamente folle fece capolino nella sua mente, un’idea di cui Jared stesso si stupì per un secondo, ma che una volta pensata non poté fare a meno di accarezzare dolcemente, come un gattino.

Dopotutto lui non era disarmato, anzi. Aveva un’arma che era sempre con lui e da cui nessuno avrebbe mai potuto separarlo. Uno strano sorriso gli comparve in volto, un sorriso che non sapeva quasi di poter fare, pieno di strafottenza, mentre una strana luce gli danzava negli occhi, come una fiamma ardente e inestinguibile. Sentiva in lui una sicurezza mai provata prima d’allora. Era l’occasione giusta per mettersi alla prova come Drago. Avrebbe combattuto solo con le sue nuove fiamme.

Il mostro era debole. Avrebbe vinto. Era sicuro. Era certo. Era scritto.

 

Conny si stiracchiò alle prime luci dell’alba.

«Buongiorno!»

La ragazza si voltò. Jared stava preparando la colazione davanti a un falò acceso probabilmente da lui stesso. Aveva un’aria rilassata e allegra, come non gliela vedeva da un po’.

«Buongiorno! Da quanto sei sveglio?»

«Da un pochino.»

Subito dopo anche Jan si svegliò: «Cos’è questo profumino?»

«Uova. Ho trovato una contadina, poco più in là, che soffre d’insonnia come me e che me ne ha venduta qualcuna a buon prezzo.»

Mako si sedette attorno al falò: «Ottimo. Se ci fai tutte le mattine un servizio così, ti assumiamo subito come addetto alla prima colazione.»

Jared ridacchiò: «Per me va bene.»

Il ragazzo si sentiva sollevato. I suoi amici non si erano accorti della sua scappatella notturna e, soprattutto, dei cinque mostri che aveva affrontato e battuto con le sue sole fiamme mentre dormivano. Anche se non si sentiva particolarmente preoccupato, non sapeva spiegarsi cosa gli fosse preso quella notte. Per un attimo, ne era certo, non era stato più il solito Jared. L’unica certezza era che aveva scoperto che anche a sputare fiamme a ripetizione non si stancava per nulla. Il fuoco nel suo petto sembrava inestinguibile e il suo calore gli dava una sicurezza mai provata prima d’allora. Sorrise, mentre serviva le uova ai suoi compagni.

In fondo, cosa c’era di male se occupava le sue notti insonni facendo pratica con le sue nuove capacità?

 

Mako lo guardò annoiata, mentre gli altri si allontanavano lentamente: «Allora, ci aspetti qui?»

Jared le sorrise: «Sì, se non vi dispiace.»

La maga sbuffò: «Figurati, lo fai sempre ultimamente, ci sto facendo il callo. Ti serve qualcosa in città? Equipaggiamento, erbe medicinali, ali di fenice…»

«Se ne trovate a buon prezzo, mi prendete un po’ di carne per cena?»

«Va bene. Ultimamente non chiedi altro… non scappare che torniamo a prenderti.»

Jared sorrise intenerito. Anche Mako, a modo suo, si preoccupava per lui, e la cosa non poteva che fargli piacere. Si sedette per terra, abbracciandosi le gambe. A pensarci bene, era strano. Quando viveva con i nonni, non vedeva l’ora di andare in città, per poter finalmente vedere un po’ di vita. Il suo piccolo villaggio, dopotutto, era un mortorio. Forse, ora che aveva degli amici, non aveva più questo bisogno. L’idea di andare in una grande città, anzi, lo infastidiva non poco. Troppa gente, troppa confusione, troppo… tutto! Preferiva rimanere lì, a godersi l’aria pura e i luoghi incontaminati. Doveva ammetterlo, stava decisamente meglio. Era riuscito a convincere gli amici ad alternare con più frequenza la carne alla solita verdura, e anche se dormiva di meno sembrava non soffrirne, anzi. La notte sembrava quasi elettrizzarlo. Aveva cominciato sempre più spesso ad aggirarsi intorno al campo anche senza fionda, nella speranza di incontrare qualche mostro ed allenarsi. Quattro o cinque per notte, non di più, abbastanza per fargli passare un po’ di tempo e farlo sentire vivo. Aprì e chiuse le mani più volte, stringendo i pugni con forza. Si sentiva decisamente più forte di quando era partito, anche se non ancora ai livelli di Jan, decisamente più muscoloso di lui. Stava crescendo, a modo suo. Il nonno ne sarebbe stato felice? Ridacchiò. La nonna sicuramente no.

Da lontano sentì la risata di Jan e sorrise. Stavano tornando. Prese la sua borsa e andò loro incontro. Sorrise nel vederli carichi.

«Avete fatto buon viaggio?»

Conny sorrise dolcemente, come sapeva fare solo lei: «Oh, sì! Abbiamo trovato un sacco di cose interessanti e…»

«Attenta!»

Jared si parò davanti a lei. Non sapeva esattamente dire come, ma aveva sentito con un paio di secondi di anticipo l’arrivo di due mostri con intenzioni poco amichevoli.

Jan sbuffò: «Nemmeno un attimo di tregua… e vediamo di toglierci dai piedi anche questi.»

I due mostri erano abbastanza tosti, più di quelli che avevano affrontato fino a quel momento, e Jared fu ben felice di essersi allenato all’insaputa dei compagni. I risultati si vedevano eccome: riusciva a tendere l’elastico della sua fionda con più forza e a colpire con più precisione. Senza contare le sue fidate fiamme, che colpivano implacabili anche se, se ne rese subito conto, erano ancora un po’ troppo deboli per avversari come quelli. Sentì risvegliarsi in lui come un moto d’orgoglio. Improvvisamente l’idea di sentirsi debole suscitava in lui un profondo senso di fastidio. Strano, perché prima di quel momento non gliene era poi importato molto…

Alla fine, un incantesimo ben assestato di Mako ebbe la meglio sui loro avversari e Conny poté concedersi un sospiro di sollievo.

«Fiù… stavolta c’è mancato poco… fortuna che avevamo appena comprato le erbe medicinali!»

Jan annuì: «Già… se i mostri che ci aspettano sono tutti così, forse converrebbe tornare a prenderne ancora qualcuna e…»

«Attenti! Drago in crescita!»

All’avvertimento di Mako, tutti indietreggiarono in fretta, mentre Jared non riuscì a trattenere un sorriso di pura soddisfazione. Oh, sì, per la prima volta si rese conto di aver aspettato con ansia e impazienza quel momento. Nel suo cuore non c’era la minima traccia di paura, solo pura eccitazione. Il suo respiro si fece di nuovo profondo e affannoso, mentre stavolta furono le costole di destra ad allargarsi con un dolore quasi piacevole. Una gradevole sensazione di freddo, perfettamente equilibrata a quella di caldo che aveva provato in quei giorni, lo pervase dalla testa ai piedi e, prima ancora che il processo si fosse totalmente concluso, Jared prese un profondo respiro e soffiò, creando una corrente d’aria gelida.

Jan lo guardò con ammirazione: «Uao, diventi sempre più bravo!»

Jared rispose con un mezzo sorriso soddisfatto: «Grazie.»

Lo avvertiva con una chiarezza disarmante, questo cambiamento era stato ancora più radicale. Era mutato proprio il suo modo di respirare, più profondo, in grado di incamerare una quantità d’aria inimmaginabile prima di diventare un Drago. Gli era ormai impossibile prendere fiato senza utilizzare interamente il diaframma, e avvertiva chiaramente l’aria dentro il suo corpo dividersi fra i suoi quattro polmoni, l’ossigeno alimentare le sue fiamme e il vapore acqueo rinvigorire il suo ghiaccio. Fece un respiro ancora più profondo, ad occhi chiusi, sforzando fino al limite estremo il suo costato, con una sete e una fame insaziabile di aria, di vita. Il calore e il freddo nel suo corpo gli davano per la prima volta nella sua esistenza la sensazione di essere davvero vivo. Vivo e potente, rinato a nuova vita, come se fino a quel momento non fosse stato che un inconsapevole uovo sul punto di schiudersi. Un uovo di Drago.

Mako alzò un sopracciglio: «Non ci hai messo meno dell’altra volta?»

Jared rispose con sicurezza: «Non credo, il tempo mi sembra più o meno lo stesso.»

Mentiva, mentiva spudoratamente. La sua crescita non dipendeva dal tempo, ma dalla quantità di combattimenti, ora lo sapeva, e i suoi compagni non erano a conoscenza di quelli che aveva effettuato di notte. Non sapeva precisamente perché lo stesse nascondendo agli amici, ma sentiva che era giusto così. Loro non potevano capire.

Conny rovistò per un po’ nella borsa: «Accidenti, non pensavamo di usarlo così presto…»

Jared alzò un sopracciglio: «Usare cosa?»

Jan sorrise: «Il nostro regalo per festeggiare il tuo aumento di vocazione!»

Il Drago si ritrovò fra le mani delle zanne di oricalcum, uno dei metalli più resistenti al mondo.

Mako alzò gli occhi al cielo: «E non fare quella faccia! Non puoi continuare a combattere con quella stupida fionda, e visto che non vuoi più entrare in città tocca a noi pensare al tuo equipaggiamento.»

Ecco perché stavano risparmiando i soldi! Fino a qualche giorno prima, Jared avrebbe pianto a quel gesto. I suoi occhi, invece, rimasero perfettamente asciutti, non più commosso ma fiero di quegli amici che nei modi più svariati pensavano sempre a lui. Quasi senza preavviso, tirò fuori la fionda dalla borsa, la lanciò in aria e la incenerì con una potente fiammata.

Jan lo guardò sorpreso: «Ci hai pensato bene? Fino adesso hai combattuto a distanza, con quell’arma non potrai non avvicinarti al nemico. Ti senti pronto?»

Jared guardò prima la sua nuova arma, poi i suoi compagni negli occhi, uno per uno.

«Sì. Come mai prima d’ora.»

 

E dunque rieccoci qua! L’evoluzione di Jared avanza a ritmi sempre più sostenuti... dove lo porterà?

Ringrazio NEON GENESIS KURAMA per aver messo questa storia fra le preferite, vi aspetto al prossimo capitolo!

 

Hinata 92

  
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