Sempre più inquieto
«Jared?»
Il
ragazzo si voltò scontroso: «Che c’è?»
Conny
sussultò spaventata. Jared sospirò.
«Scusa.
Scusa, non volevo…»
La
ragazza si sedette al suo fianco: «Volevo solo chiederti come stai. Non hai
l’aria di essere molto in forma…»
Il Drago
scosse la testa, tenendosi una mano sugli occhi: «In effetti no… è più di una settimana
che dormo poco… e che ho sempre la nausea…»
Conny gli
sorrise: «Se dormi poco è normale che tu sia nervoso, non preoccuparti. C’è
forse qualche cosa che ti agita? Con me puoi parlarne.»
Jared le
restituì uno stanco sorriso: «No, nulla di particolare… forse è legato ai nuovi
polmoni, non so…»
La
sacerdotessa infilò una mano nella sacca, per poi tirare fuori un frutto:
«Prova a mangiare una mela, dicono che aiuti contro la nausea.»
In quel
momento Mako gridò: «Conny! Vieni qui un attimo!»
«Scusa, torno
subito.»
Sospirando,
Jared aspettò che la ragazza si allontanasse per mettere la mela nella borsa,
con l’intenzione di donarla al primo cavallo che avessero incontrato. Nel
vedere Conny così preoccupata per lui non aveva avuto cuore di dirle che in realtà
solo la vista di quel frutto gli aveva fatto venire su il pranzo. Un paio di
giorni prima erano riusciti a comprare un po’ di carne, e per quel pranzo Jared
era stato decisamente meglio. Tuttavia, non aveva il coraggio di chiedere agli
altri di ripetere l’esperimento: i soldi scarseggiavano e la carne costava
cara. Così si era ritrovato a buttare giù minestre e verdure varie, che ogni
volta gli causavano un’acidità di stomaco sempre maggiore. Era quasi come se il
suo corpo le stesse rifiutando, ma Jared non capiva perché. Era cresciuto in
una famiglia di contadini, aveva mangiato verdure e cereali per tutta la vita,
perché ora sembravano dargli così fastidio? Si portò una mano al petto. Che
c’entrasse davvero la sua nuova vocazione?
Jan assestò
il colpo di grazia al mostro che avevano incontrato sul cammino: «Ed ecco
fatto!»
Jared non
ebbe il tempo di esultare che sentì di nuovo qualcosa di strano al petto. Era
così tanto tempo che non gli capitava che proprio non aveva più pensato che
potesse accadere nuovamente. Fece segno agli altri di allontanarsi e subito gli
amici ubbidirono.
Era
diverso dalle volte precedenti. Non gli veniva da tossire, innanzitutto, e di
questo la sua gola ringraziava. Non poteva fare a meno di respirare
profondamente e con una frequenza sempre maggiore, come se avesse corso per
miglia e miglia. Nella parte sinistra del suo petto qualcosa stava cambiando,
ne era sicuro: sentiva la cassa toracica allargarsi leggermente, con un forte
dolore intercostale, e avvertiva distintamente crescere in lui un nuovo calore,
violento e allo stesso tempo rassicurante. Improvvisamente, così com’era
venuto, sparì. Questa volta, però, non aveva bisogno di Conny per capire
cos’era accaduto, perché lo aveva avvertito distintamente. Prese un profondo respiro
e sputò fuoco. La fiammata fu molto più potente, in grado già di arrostire un
cosciotto di carne o di causare piccole ustioni.
Jan
applaudì: «Accidenti, fai progressi! Questa sì che era una fiammata come si
deve!»
Mako annuì:
«Eh sì, forse adesso ci possiamo già combinare qualcosa…»
Conny si
limitò a sorridere incoraggiante e Jared avvertì per la prima volta
distintamente che qualcosa nella sua anima stava cambiando. Fino a poco prima
era certo che a tutte quelle attenzioni sarebbe arrossito, si sarebbe sentito
in imbarazzo e preoccupato per queste sue nuove capacità. Ora invece sosteneva
tranquillamente lo sguardo dei suoi amici e non era affatto a disagio, anzi, si
sentiva orgoglioso di sé, di quello che stava diventando e non era
assolutamente preoccupato di quello che gli stava accadendo.
Jan sorrise:
«Dobbiamo festeggiare! Vado nel villaggio più vicino e mi procuro un paio di
costolette. Che dici, Jared, ce le cuoci tu, oggi?»
«Volentieri!»
Jan non
poteva sapere quanto quella proposta lo aveva fatto felice. Jared infatti
avvertiva distintamente i morsi della fame e l’idea di mettere i denti su un
qualunque pezzo di carne lo rendeva felice ed euforico come non gli capitava da
tanto. Sorrise.
«Vi
aspetto qui, faccio un po’ di pratica con le mie nuove fiamme, così non
rischierò di ustionarvi per errore durante un combattimento.»
«Va bene,
a dopo.»
Nel bel
mezzo della notte, Jared spalancò gli occhi e si mise seduto, perfettamente
sveglio. Guardò i compagni placidamente addormentati e sorrise. Era stata una
gran bella serata, una delle migliori che ricordasse di aver mai passato. Jan e Mako avevano fatto la gara
a chi riusciva ad arrostire più carne alla fiamma viva di Jared, e lui si era
divertito da morire a vederli in lotta. Avevano riso e scherzato tutti insieme.
Com’erano lontani i tempi noiosi e sempre uguali passati a casa dei nonni…
Jared si
alzò. Per la prima notte dopo tanto tempo, non aveva fame. Era stata una
soddisfazione molto più grande di quanto avesse mai potuto immaginare mangiare
della carne cotta con le sue stesse fiamme. Gli era sembrata infinitamente più
buona di qualunque cosa avesse mai mangiato prima d’allora.
Neanche
così era riuscito a dormire, ma per la prima notte da più di una settimana non
aveva importanza. Si sentiva bene, perfettamente riposato, nonostante non
avesse dormito più di quattro o cinque ore. Anzi, aveva una gran voglia di
camminare. Si mise in marcia, facendo attenzione a non allontanarsi troppo, nel
caso i suoi compagni si fossero svegliati. Dove poteva andare? In una città?
Rabbrividì all’idea. No, troppa gente, troppa confusione. E poi non era ancora
sorto il sole, non gli avrebbero aperto le porte…
Mentre
rifletteva, un mostro gli si parò davanti. Jared imprecò. Aveva lasciato la
borsa con la fionda al campo, ed era solo. Era stata una pessima idea
avventurarsi di notte. Forse poteva cercare di fuggire, ma se il mostro
l’avesse inseguito avrebbe rischiato di portarlo proprio dove giacevano i suoi
amici addormentati. Ne sarebbe valsa la pena?
Oppure…
Un’idea strana
e assolutamente folle fece capolino nella sua mente, un’idea di cui Jared
stesso si stupì per un secondo, ma che una volta pensata non poté fare a meno
di accarezzare dolcemente, come un gattino.
Dopotutto
lui non era disarmato, anzi. Aveva un’arma che era sempre con
lui e da cui nessuno avrebbe mai potuto separarlo. Uno strano sorriso gli
comparve in volto, un sorriso che non sapeva quasi di poter fare, pieno di
strafottenza, mentre una strana luce gli danzava negli occhi, come una fiamma
ardente e inestinguibile. Sentiva in lui una sicurezza mai provata prima
d’allora. Era l’occasione giusta per mettersi alla prova come Drago. Avrebbe
combattuto solo con le sue nuove fiamme.
Il mostro
era debole. Avrebbe vinto. Era sicuro.
Era certo. Era scritto.
Conny si
stiracchiò alle prime luci dell’alba.
«Buongiorno!»
La
ragazza si voltò. Jared stava preparando la colazione davanti a un falò acceso
probabilmente da lui stesso. Aveva un’aria rilassata e allegra, come non gliela
vedeva da un po’.
«Buongiorno!
Da quanto sei sveglio?»
«Da un
pochino.»
Subito
dopo anche Jan si svegliò: «Cos’è questo profumino?»
«Uova. Ho
trovato una contadina, poco più in là, che soffre d’insonnia come me e che me
ne ha venduta qualcuna a buon prezzo.»
Mako si
sedette attorno al falò: «Ottimo. Se ci fai tutte le mattine un servizio così,
ti assumiamo subito come addetto alla prima colazione.»
Jared
ridacchiò: «Per me va bene.»
Il
ragazzo si sentiva sollevato. I suoi amici non si erano accorti della sua
scappatella notturna e, soprattutto, dei cinque mostri che aveva affrontato e
battuto con le sue sole fiamme mentre dormivano. Anche se non si sentiva
particolarmente preoccupato, non sapeva spiegarsi cosa gli fosse preso quella
notte. Per un attimo, ne era certo, non era stato più il solito Jared. L’unica certezza era che aveva scoperto che anche a
sputare fiamme a ripetizione non si stancava per nulla. Il fuoco nel suo petto
sembrava inestinguibile e il suo calore gli dava una sicurezza mai provata
prima d’allora. Sorrise, mentre serviva le uova ai suoi compagni.
In fondo,
cosa c’era di male se occupava le sue notti insonni facendo pratica con le sue
nuove capacità?
Mako lo
guardò annoiata, mentre gli altri si allontanavano lentamente: «Allora, ci
aspetti qui?»
Jared le
sorrise: «Sì, se non vi dispiace.»
La maga
sbuffò: «Figurati, lo fai sempre ultimamente, ci sto facendo il callo. Ti serve
qualcosa in città? Equipaggiamento, erbe medicinali, ali di fenice…»
«Se ne
trovate a buon prezzo, mi prendete un po’ di carne per cena?»
«Va bene.
Ultimamente non chiedi altro… non scappare che torniamo a prenderti.»
Jared
sorrise intenerito. Anche Mako, a modo suo, si
preoccupava per lui, e la cosa non poteva che fargli piacere. Si sedette per
terra, abbracciandosi le gambe. A pensarci bene, era strano. Quando viveva con
i nonni, non vedeva l’ora di andare in città, per poter finalmente vedere un
po’ di vita. Il suo piccolo villaggio, dopotutto, era un mortorio. Forse, ora
che aveva degli amici, non aveva più questo bisogno. L’idea di andare in una grande
città, anzi, lo infastidiva non poco. Troppa gente, troppa confusione, troppo… tutto! Preferiva rimanere lì, a godersi
l’aria pura e i luoghi incontaminati. Doveva ammetterlo, stava decisamente
meglio. Era riuscito a convincere gli amici ad alternare con più frequenza la
carne alla solita verdura, e anche se dormiva di meno sembrava non soffrirne,
anzi. La notte sembrava quasi elettrizzarlo. Aveva cominciato sempre più spesso
ad aggirarsi intorno al campo anche senza fionda, nella speranza di incontrare
qualche mostro ed allenarsi. Quattro o cinque per notte, non di più, abbastanza
per fargli passare un po’ di tempo e farlo sentire vivo. Aprì e chiuse le mani
più volte, stringendo i pugni con forza. Si sentiva decisamente più forte di
quando era partito, anche se non ancora ai livelli di Jan,
decisamente più muscoloso di lui. Stava crescendo, a modo suo. Il nonno ne
sarebbe stato felice? Ridacchiò. La nonna sicuramente no.
Da
lontano sentì la risata di Jan e sorrise. Stavano
tornando. Prese la sua borsa e andò loro incontro. Sorrise nel vederli carichi.
«Avete
fatto buon viaggio?»
Conny
sorrise dolcemente, come sapeva fare solo lei: «Oh, sì! Abbiamo trovato un
sacco di cose interessanti e…»
«Attenta!»
Jared si
parò davanti a lei. Non sapeva esattamente dire come, ma aveva sentito con un paio di secondi di
anticipo l’arrivo di due mostri con intenzioni poco amichevoli.
Jan sbuffò:
«Nemmeno un attimo di tregua… e vediamo di toglierci dai piedi anche questi.»
I due
mostri erano abbastanza tosti, più di quelli che avevano affrontato fino a quel
momento, e Jared fu ben felice di essersi allenato all’insaputa dei compagni. I
risultati si vedevano eccome: riusciva a tendere l’elastico della sua fionda
con più forza e a colpire con più precisione. Senza contare le sue fidate
fiamme, che colpivano implacabili anche se, se ne rese subito conto, erano
ancora un po’ troppo deboli per avversari come quelli. Sentì risvegliarsi in
lui come un moto d’orgoglio. Improvvisamente l’idea di sentirsi debole suscitava in lui un profondo
senso di fastidio. Strano, perché prima di quel momento non gliene era poi
importato molto…
Alla
fine, un incantesimo ben assestato di Mako ebbe la
meglio sui loro avversari e Conny poté concedersi un sospiro di sollievo.
«Fiù… stavolta c’è mancato poco… fortuna che avevamo appena
comprato le erbe medicinali!»
Jan annuì:
«Già… se i mostri che ci aspettano sono tutti così, forse converrebbe tornare a
prenderne ancora qualcuna e…»
«Attenti!
Drago in crescita!»
All’avvertimento
di Mako, tutti indietreggiarono in fretta, mentre
Jared non riuscì a trattenere un sorriso di pura soddisfazione. Oh, sì, per la
prima volta si rese conto di aver aspettato con ansia e impazienza quel
momento. Nel suo cuore non c’era la minima traccia di paura, solo pura eccitazione.
Il suo respiro si fece di nuovo profondo e affannoso, mentre stavolta furono le
costole di destra ad allargarsi con un dolore quasi piacevole. Una gradevole
sensazione di freddo, perfettamente equilibrata a quella di caldo che aveva
provato in quei giorni, lo pervase dalla testa ai piedi e, prima ancora che il
processo si fosse totalmente concluso, Jared prese un profondo respiro e
soffiò, creando una corrente d’aria gelida.
Jan lo
guardò con ammirazione: «Uao, diventi sempre più
bravo!»
Jared
rispose con un mezzo sorriso soddisfatto: «Grazie.»
Lo
avvertiva con una chiarezza disarmante, questo cambiamento era stato ancora più
radicale. Era mutato proprio il suo modo di respirare, più profondo, in grado
di incamerare una quantità d’aria inimmaginabile prima di diventare un Drago.
Gli era ormai impossibile prendere fiato senza utilizzare interamente il
diaframma, e avvertiva chiaramente l’aria dentro il suo corpo dividersi fra i
suoi quattro polmoni, l’ossigeno alimentare le sue fiamme e il vapore acqueo
rinvigorire il suo ghiaccio. Fece un respiro ancora più profondo, ad occhi
chiusi, sforzando fino al limite estremo il suo costato, con una sete e una
fame insaziabile di aria, di vita. Il calore e il freddo nel suo corpo gli
davano per la prima volta nella sua esistenza la sensazione di essere davvero vivo. Vivo e potente, rinato a nuova
vita, come se fino a quel momento non fosse stato che un inconsapevole uovo sul
punto di schiudersi. Un uovo di Drago.
Mako alzò un
sopracciglio: «Non ci hai messo meno dell’altra volta?»
Jared
rispose con sicurezza: «Non credo, il tempo mi sembra più o meno lo stesso.»
Mentiva,
mentiva spudoratamente. La sua crescita non dipendeva dal tempo, ma dalla
quantità di combattimenti, ora lo sapeva, e i suoi compagni non erano a
conoscenza di quelli che aveva effettuato di notte. Non sapeva precisamente
perché lo stesse nascondendo agli amici, ma sentiva
che era giusto così. Loro non
potevano capire.
Conny
rovistò per un po’ nella borsa: «Accidenti, non pensavamo di usarlo così
presto…»
Jared
alzò un sopracciglio: «Usare cosa?»
Jan sorrise:
«Il nostro regalo per festeggiare il tuo aumento di vocazione!»
Il Drago
si ritrovò fra le mani delle zanne di oricalcum, uno
dei metalli più resistenti al mondo.
Mako alzò gli
occhi al cielo: «E non fare quella faccia! Non puoi continuare a combattere con
quella stupida fionda, e visto che non vuoi più entrare in città tocca a noi
pensare al tuo equipaggiamento.»
Ecco
perché stavano risparmiando i soldi! Fino a qualche giorno prima, Jared avrebbe
pianto a quel gesto. I suoi occhi, invece, rimasero perfettamente asciutti, non
più commosso ma fiero di quegli amici che nei modi più svariati pensavano
sempre a lui. Quasi senza preavviso, tirò fuori la fionda dalla borsa, la
lanciò in aria e la incenerì con una potente fiammata.
Jan lo
guardò sorpreso: «Ci hai pensato bene? Fino adesso hai combattuto a distanza,
con quell’arma non potrai non avvicinarti al nemico. Ti senti pronto?»
Jared
guardò prima la sua nuova arma, poi i suoi compagni negli occhi, uno per uno.
«Sì. Come
mai prima d’ora.»
E dunque rieccoci qua! L’evoluzione
di Jared avanza a ritmi sempre più sostenuti... dove lo porterà?
Ringrazio NEON GENESIS KURAMA
per aver messo questa storia fra le preferite, vi aspetto al prossimo capitolo!
Hinata 92