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Autore: Cassie chan    09/05/2009    1 recensioni
Ciao a tutti! Sono ancora io, Cassie chan! Per chi non mi conoscesse, ho pubblicato due fic su Tokyo mew mew e una su Buffy, ma questa, in ordine di tempo di scrittura, è la mia prima fanfiction! L’ho scritta su Gundam perché sinceramente è stato l’anime, che mi ha fatto esaurire di più; Heero e Relena non arrivavano mai al sodo, con quello che sveniva ogni tre puntate e quell’altra che sospirava: “Oh, Heero!” ad intervalli più o meno di cinque secondi. Per questo, siccome sono una persona molto vendicativa, mi sono presa questa piccola rivincita!… che cosa succederebbe se Heero e Duo si scoprissero contemporaneamente innamorati di Relena? Senza andare per le lunghe, Relena sceglierebbe Heero, ma quando le cose ti danno modo di cambiare completamente idea per un tragico equivoco? Un piccolo avvertimento: la fic comprende due coppie, e, come avrete intuito, sono Heero&Relena, e poi Duo&Relena! Solo che una rimane, e l’altra no! Perciò, se non vi dovesse piacere che coppia io ho scelto, non ammazzatemi!Buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heero Yui, Relena Peacecraft
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13- Rain’s tears

Capitolo 13- Rain’s tears

 

Relena era sola nella sua stanza e si stava annoiando terribilmente, anche perchè cercava ossessivamente di distrarre la sua mente dalle moltitudini di pensieri, che l’assalivano, ma così facendo, si riduceva a guardare in televisione telenovele, o quiz che la stufavano. Inoltre, aveva avuto il divieto tassativo di non occuparsi di alcuna delle questioni, che facevano parte del suo lavoro, almeno fino a quando non avesse dato alla luce Daphne. Fino a quando ciò non fosse avvenuto, e ormai mancava soltanto un mese, sarebbe dovuta rimanere in ospedale. La cosa le dava naturalmente molto fastidio, abituata com’era ad essere sempre in movimento, ma quello che le faceva più male, era la tempesta, che si era scatenata nella sua testa e che ormai durava da due mesi, da quando era stata portata svenuta in quell’ospedale.

Heero e Duo… c’erano, sempre, loro due nella sua testa e lei si sentiva schiacciata, da quest’assurda situazione. Non avrebbe mai neanche lontanamente immaginato, che si sarebbe trovata in quella vicenda, e ora si sentiva, come se fosse stata chiamata a fare una scelta, che non era ancora pronta a fare. Anche perché la situazione di quei due, la confondeva ancora di più: Heero era sempre in ospedale, accanto a lei, tanto che, alle volte, vi entrava la mattina alle otto e ne usciva la sera alle 11. A lei, ovviamente, faceva piacere vederlo così spesso, ma avrebbe preferito che venisse anche Duo. Lui, invece, era sparito e in quei due mesi, non era venuto a trovarla neanche una volta. Questo suo comportamento la feriva molto, anche perché sentiva enormemente la sua mancanza e poi, come quella volta sulla spiaggia, sentiva distintamente nel suo cuore, che lui stava male, che lui stava soffrendo molto e lei anche stavolta, non poteva fare di nuovo niente per lui, se non l’avesse visto. Voleva parlargli, voleva sapere come stava, ma lui era sparito. Aveva ripetutamente chiesto a Jeannemarie se sapesse dove fosse, ma lei assicurava che era a Seaflower, da quello che sapeva lei, ma la sua tata non ci andava da molto tempo, perché ora viveva alla Reggia, su invito di Miliardo. Aveva anche chiesto a Miliardo stesso notizie, ma neanche lui sapeva niente di Duo. E naturalmente non poteva chiedere niente a Heero di lui. Heero, da quel giorno, era sempre molto dolce e lei apprezzava molto che lui le stesse vicino, ma le dava un po’ fastidio che lui si comportasse, come se non sapesse che in quegli anni, lei era stata fidanzata a lungo con Duo, faceva finta che non fosse accaduto nulla e la baciava, l’ abbracciava, scordando completamente che lei era ancora, almeno formalmente, la ragazza di Duo. Intanto, però, sapeva che non avrebbe potuto né dirgli, né fare niente, perché nel momento, in cui l’avesse fatto, avrebbe dovuto dirgli tutto di lei e Duo, e sapeva che non era ancora pronta per farlo, anche perché in quel momento, avrebbe dovuto ammettere e confessargli di averlo tradito, anche se lei era convinta che lui fosse morto, e di essersi innamorata di un altro e di non aver mai pensato di avere sbagliato. E poi, non sapeva ancora che cosa fare: si sentiva molto legata a Heero, c’era quasi un’intera vita che avevano vissuto assieme, ma, allo stesso tempo, sapeva con certezza che quello, che la univa a Duo, era qualcosa, che prendeva completamente possesso del suo cuore, della sua anima e della sua mente, e non la lasciava neanche per un momento, neanche quando era con Heero.

All’improvviso, sentii la porta, che si apriva: erano Hilde e le sue amiche Annie, Chanelle e Soraya.

“Ciao ragazze!” disse allegramente “Che ci fate qui?”.

“Ciao Relena. Come stai?” chiese Soraya, in tono amichevole.

“Ora sto meglio, grazie”
”Siamo venute a tenerti compagnia. Non è che volevi riposare?” chiese Annie, che teneva in braccio Derek, il bambino che aveva appena avuto.

“No, figuratevi! Riposo tutto il giorno!”.

“Ah già!” disse Hilde, battendo la mano sulla fronte “Laurie mi ha detto di darti questa…” e le porse una busta, bianca.

“Che cos’è?” chiese Relena, tenendola tra le mani.

“Non ne ho la più pallida idea!” disse Hilde, con un’alzata di spalle “Mi ha detto solo di dartela quanto prima!”.

“Ed è tuo marito e non ti dice queste cose!” rise Chanelle.

Relena sorrise e poi aprì la busta, che conteneva alcuni fogli.

Una grafia disordinata che conosceva…la grafia di Duo…

 

 

Cara Relena,

sono tre o quattro giorni, che ho continuamente questa lettera nella mia testa, anzi a dirla tutta, l’ho in mente, come un pensiero ossessivo, dal giorno, in cui Heero è tornato. E solo oggi, ho trovato in me la forza di prendere questo pezzo di carta e di scriverti finalmente queste parole, le parole che risolveranno tutto. Adesso sono a Seaflower ed è notte. Sento le onde infrangersi piano sulla spiaggia e vedo la luce della luna entrare pallida e triste dalla mia finestra e mai, come adesso, mi prendono ad ondate i ricordi di tutto questo tempo passato assieme. Ma li sto ricacciando via a fatica, perché so che se solo mi lascio andare anche per poco nel loro caldo abbraccio, smetterò di scriverti e non potrò mai perdonarmi di essere stato ancora una volta così codardo.

Se stai leggendo queste righe, vuol dire che io non sono più sulla Terra…ho appena svuotato tutto l’armadio e preso le mie cose, che adesso giacciono in valigia, accanto a me e appena avrò finito di scrivere, me ne andrò.

So che adesso probabilmente ti stai chiedendo dove, ma non posso, né voglio, né so risponderti, perché neanche io ho ben chiaro quale sarà il mio futuro, da questo momento in avanti, inaspettatamente senza te.

Forse, ora non capisci, Relena, ma credimi, spero che arriverai a capire alla fine della lettera, e spero anche che riterrai che ho fatto la cosa più giusta, anche se mi sembra sempre di più un enorme errore, ma è solo il mio egoismo a parlare. Perché se penso a te, e a quella che sarebbe la tua vita, accanto a me, accanto ad una persona così irresponsabile, che ha permesso che tu fossi rapita, e quasi uccisa, non posso fare a meno di pensare a quanto ci guadagneresti, stando senza di me.

Tutto, è cominciato in me quel giorno, che Heero tornò. Lui venne a casa nostra a reclamare quello che io, nel mio amore folle per te, gli avevo ingiustamente portato via. Come potevo biasimarlo? Come potevo dirgli: “Heero, fattene una ragione. Ora io e lei stiamo assieme e tu non c’entri più niente”. Non avrei mai potuto farlo, perché, amandoti così tanto, sapevo che significava stare senza di te, averti e poi perderti. E perché, poi, che Heero dica quello che vuole, io gli voglio ancora molto bene, e non avrei mai potuto tradirlo in questo modo.

Poi, quel giorno, litigai con te e tu scappasti via, e fosti rapita. Non era stato in grado neanche di proteggerti, come un amico, come il tuo Comandante…neanche questo era stato in grado di fare e, in quel momento, mai come allora, capii che io non ti meritavo, non avevo mai meritato di stare accanto a te e d’essere tuo marito e il padre di nostra figlia. Feci una promessa con me stesso: se fossimo riusciti io ed Heero a riportarti indietro, ti avrei lasciato per sempre e me ne sarei andato via, da te. Ti avrei lasciato a Heero.

Fortunatamente, grazie al piano di Heero e di Laurie, riuscimmo a riportarti indietro, sana e salva, ma io sapevo che era giunto il momento di lasciarti andare. Lo seppi ancora di più, quando ti vidi, in quell’hangar, baciare Heero. Credimi, Relena, non sto facendo tutto questo, perché ti ho visto baciare Heero, ma solo perché ho sempre saputo nel mio cuore che era così che doveva andare a finire, era sempre stato così, già da quel giorno, quando tu e Heero vi baciaste per la prima volta, ancora sotto i miei occhi, ancora senza che io potessi fare niente. Solo che il destino, il caso, chiamalo come vuoi, ha fatto sì che questo tragico equivoco ci prendesse entrambi e ci facesse credere ciò che non era assolutamente vero, altrimenti le cose sarebbero andate in maniera molto diversa. Spero solo che, un giorno, Heero mi possa perdonare per quello che ho fatto e possa capire quanto sia facile innamorarsi di quella stupenda persona che sei.

Sono convinto che il regalo più grande che potessi farti sia questo: liberarti dal peso di dover scegliere tra me e Heero, liberarti da tutto quello che cercherai di fare per non farmi soffrire, ma credimi, amore mio, non è colpa tua, non lo è mai stata. Ogni giorno, che ho passato con te, è stato il migliore della mia vita, ma io non potevo continuare a vivere con il continuo e assillante pensiero che non mi avresti mai amato quanto hai amato e ami ancora Heero. Per questo, non ti preoccupare: le cose dovevano andare così. La storia tra te e Heero non era mai finita, ha solo fatto un giro immenso e poi è ritornata, anche se ha preso in pieno anche me nel suo tragitto, perché io mi sono fatto guidare da quella stupida illusione che avevo nel cuore.

Mi dispiace di non esserti venuto mai a trovare in questi mesi, ma avevo bisogno di stare da solo. Ho passato le giornate tra Seaflower e la sala d’aspetto dell’ospedale; se Heero volesse parlare di me, te lo potrebbe confermare. Lui è il solo che mi ha visto, non volevo che mi vedesse Jeannemarie, altrimenti mi avrebbe trascinato a forza nella tua stanza e io non potevo permetterlo. Così, non sarebbe mai finita e invece, adesso lo è.

Per quanto riguarda Daphne, la verrò vedere tra qualche tempo, adesso non credo che ci riuscirei. Se, come spero che accada, assomigliasse a te, potrei non riuscire più a lasciarla. E invece lei deve stare con te e con Heero, lui sarà anche un padre migliore di quello che sarei potuto essere io.

Volevo solo dirti questo, mia dolce principessa.

 

                                                                                                                                                                                                                  Duo 

 

 

 

Relena, le mani che le tremavano, rilesse la lettera più e più volte, per poi cercare ossessivamente nella busta, se ci fosse qualcos’altro. Ma non c’era più niente. Rimase immobile, lo sguardo perso nel vuoto, incapace di parlare e anche di pensare. Che cosa avrebbe dovuto dire? Niente, non c’era più niente da dire. La sua testa si era liberata di un tratto della miriade di pensieri, che la schiacciavano, fino a cinque secondi prima, ma una voragine ora si era aperta, dopo quelle parole scritte fredde sulla carta e non pronunciate dalla sua voce così dolce, così…

“Sei una scema! Lo sai, io non sono di ferro! E poi ci vuole una certa pazienza a sopportare una tipa come la Principessa del Saint Kindom!”.

Quella voce, che la faceva innervosire, o che le faceva venire i brividi …

“Non ti lascerò mai, mia dolce principessa…non lo farò mai, perché ti amo da morire…”.

Le lacrime iniziarono a cadere, da i suoi occhi, scatenando le domande delle sue amiche, che, non sentendosi risposte, le strapparono la lettera di mano.

E invece adesso te ne sei andato…adesso mi hai lasciato da sola…

Iniziò a piangere, come se non potesse fare altro, per liberarsi del suo dolore, e poi ad urlare: “Sei un bugiardo! Sei un bugiardo!”.

Le sue amiche le si accalcarono attorno, cercando di consolarla e di calmarla, ma lei, dopo aver smesso improvvisamente di urlare e di piangere, chiese che la lasciassero da sola. Non voleva vedere nessuno. Voleva solo rimanere sola, circondata dalle gocce di memoria, che le erano rimaste incagliate nel cuore.

 

 

Erano passati due settimane, da quando Duo aveva dato a Laurie quella fatidica lettera, quella lettera, che lo aveva allontanato per sempre da Relena. La ragazza era ancora in ospedale e, anche se apparentemente stava meglio fisicamente, qualcosa in lei si era irrimediabilmente spezzato. Tutti si erano accorti che la principessa era strana, diversa…c’era un solo modo per definire il suo nuovo atteggiamento. Era vuota, non aveva più niente dentro. Nessuno l’aveva mai vista in quella maniera, nessuno. Se Relena aveva ostentato quella cieca rabbia e quel dolore così acuto, quando aveva creduto Heero morto, ora non mostrava niente di tutto quello che era stata. Era apatica, e parlava molto poco. Aveva perso interesse per tutto, anche per il fatto che oramai mancasse molto poco alla nascita della sua bambina. Gli altri, a parte Laurie e le sue amiche, non sapevano come spiegarsi quella situazione. Heero cercava ogni momento di capire che cosa avesse, ma la ragazza si era erta un muro attorno e non accettava che nessuno la riportasse indietro. Una sola persona avrebbe potuto, ma quella persona se ne era andata via da lei e lei ora combatteva con la rabbia, verso di lui e sé stessa, il dolore, l’angoscia, il leggero sollievo e poi…il ricordo, che non la lasciava mai…

Il tempo passò lento e apatico. Era una sera di settembre e scendeva una pioggia leggera; lei era seduta dietro la finestra e guardava il cielo, squarciato ogni tanto dai lampi, le guance, che non si rassegnavano ad asciugarsi, mentre non sapeva che, nell’altra metà del cielo, un’altra persona, ora guardava il firmamento, con la stessa canzone nell’anima…

Lacrime di pioggia

…e pensare che domani nasce la mia bambina, nasce Daphne, e adesso l’unica cosa, che vorrei è smettere di vivere, di respirare…è ingiusto tutto questo, è ingiusto verso mia figlia ed è ingiusto verso Heero, che mi sta sempre vicino e che mi ama così tanto, e invece…

Il tuo ricordo mi parla

…già, non ci riesco, non riesco a smettere di pensare a lui, di pensare a tutti i meravigliosi momenti, che abbiamo condiviso assieme, a quanto la mia vita, in quei momenti, non mi sembrasse più così sbagliata, a quanto credessi di avere raggiunto la felicità…e poi, chissà, se esiste la felicità o è solo un’utopia, che ci creiamo da soli per difenderci da quello, che il vero senso della nostra esistenza…non credo che esista più la felicità, o se esiste, non è stata destinata a me. E poi, vorrei tanto capire se…mentivo quando dicevo che amavo Heero? Ho mentito quando dicevo di amare Duo? Sono sempre stata nient’altro che una bugiarda, con me stessa e con tutti e due? Ormai, non lo so più…so soltanto che il sapere che non lo vedrò più, mi fa così male che vorrei non vedere più neanche un altro giorno…

Dalla mia finestra

Io guardo il mondo che passa

E invece no…  tutto continua ad andare avanti, niente si è fermato, quando Hilde mi ha dato quella lettera, niente… le stelle non si sono spente, il mondo non si è improvvisamente fermato, non è accaduto nulla. Fuori da questa fredda stanza, tutto è andato avanti, come sempre e a nessuno fuori, è importato che la Principessa del Saint Kindom, una delle donne più potenti del mondo, non avesse il potere di impedire che la persona che amava se ne andasse via, di non lasciare che sparisse, senza avere il tempo di dire quello che nella sua mente e nel suo cuore, lei aveva scritto così chiaro, ma che aveva paura di ammettere a sé stessa. Che cosa sarebbe cambiato, se in quei giorni avessi avuto il coraggio di chiedere a Jeannemarie perché Duo non veniva a trovarmi? Se avessi detto ad Heero, che l’affetto, che provo per lui, è fortissimo, ma provo qualcosa di uguale intensità per il padre di mia figlia? Sarebbe cambiato tutto, o magari non sarebbe cambiato niente…forse, lui se ne sarebbe andato lo stesso, perché non poteva sopportare il pensiero che non l’amassi, quanto avevo amato Heero…e ora, invece, so con certezza che l’ho amato milioni di volte di più di quanto ho amato lui…Heero, il mio primo amore, la persona che mi aveva aperto gli occhi, che mi aveva fatto capire che la mia vita non si esauriva nella mia casa e nella mia famiglia perfetta…c’era il dolore fuori, c’era il mondo fuori, quel mondo che mio padre aveva voluto in pace, senza riuscirci… Duo, invece, no, non era una tappa della mia maturazione, celata sotto gli occhi di un Pilota di Suit… era l’Amore, quello vero, quello di due persone che si prendono cura l’uno dell’altra, giorno per giorno, e io ogni giorno, ogni notte, mi innamoravo di più di lui e rinascevo da quel dolore, che la mia vita mi aveva sempre e inevitabilmente donato, e che avevo considerato normale…fino a quando, lui mi è venuto a prendere quel giorno dalla clinica, dove ero stato ricoverata, fino a quando mi ha portato a volare nel cielo, fino a quando mi ha portato a Parigi e mi ha baciato sulle rive della Senna…il dolore non è necessario, è innaturale per una persona cercarlo, io posso e devo essere felice… posso perché ne ho la forza e devo perché ho te…

Ed ogni giorno ci sarai, ogni minuto, che vorrai

Ad ogni passo della vita

…e invece ora, non ho più te, ti ho perso per sempre, perché non ho avuto il coraggio, e la forza di rischiare, e sapere che tu non mi amavi, quanto io amavo te… eppure, tu sei ancora qui, eppure tu sei ancora nella mia mente e nel mio cuore, e ci sarai per sempre… mai, per un solo attimo, smetterò di amarti, anche perché, pur volendo, non potrei, perché tu hai lasciato una parte di te in me… Daphne, nasce domani, amore mio, e io spero che assomigli tutta a te, così da averti sempre con me…

E quale strada sceglierai, che direzione mi consiglierai

Ad ogni passo della vita

…eppure, la mia vita dovrà andare avanti, purtroppo dovrà separarsi dai tuoi ricordi e da te… perché io sono la Principessa del Saint Kindom e mai potrò lasciare tutto, e non potrei mai farlo, perché l’ho promesso a me stessa, a mio padre e a Patrick… se ho la forza e il potere di cambiare la gente, devo farlo… è la mia croce e la mia benedizione e, per questo motivo, dovrò sposarmi e diventare Regina per avere maggiore forza per portare avanti il mio Destino… Relena ti continuerà ad amare, sebbene non potrà più averti, il Sottosegretario di Stato ti odierà perché l’hai lasciata,con tua figlia e non hai avuto la forza e la sicurezza di rimanerle accanto, e la Principessa fingerà che sia stata lei a lasciarti, custodirà questo segreto nel cuore, e sposerà un altro uomo…

 

 

Sei solo un’ombra

chissà, se anche sulla Terra sta piovendo… so che sulle colonie, è un computer che decide se far piovere o meno…se ci fossi stata tu, mi avresti detto: “Che cosa poco poetica!” e ti saresti toccata il naso, con il dito, come quando non sai che cosa dire e sei contrariata per qualcosa… e io ti avrei detto: “Che preferiresti che non piovesse affatto?!” e avremmo litigato… poi ti saresti avvicinata e mi avresti baciato, dicendo che avevi ragione tu e che io avevo torto marcio, e io ti avrei dato ragione…e invece stavolta ti ho dato torto, ti ho detto che sbagliavi, tacita risposta a quando mi urlasti: “Io mi sono messa con te perché sono innamorata di te!”… chissà, se magari allora lo pensavi o lo dicevi solo per consolarmi…e, in fondo, ora poco importa… perché ora il tuo viso mi appare scuro, non lo riesco più a ricordare… sei solo un’ombra nella mia testa e, sebbene lo sperassi, adesso mi fa tremendamente paura… perché continuo follemente ad amare una persona, di cui sto scordando il viso…

(Io ti ho creduto e credo in te, tutto l’amore che c’è in me)

Ho sempre avuto fiducia in te, sempre, forse anche di più di quanta ne avessi per me stesso, anzi sicuramente molta di più di quanta ne avessi per me… ho sempre saputo, già dal primo giorno che ti avevo vista, che eri speciale, ma eri diversa dalle altre, c’era qualcosa di stupendo nei tuoi occhi celesti, qualcosa che non capivo e che era il più ancestrale segreto dell’Universo… quando eravamo solo amici, ho sempre pensato, a ragione, che era l’amore che provavi per Heero a renderti così, poi, da quel giorno, che non ho avuto altra scelta, che venire alla Reggia per cercare un lavoro, ho capito che non era più quello, anzi non era mai stato quello per me… mi sono innamorato di te e ho pensato che tu fossi così solo per una tua innata capacità, ho scordato Heero e l’amore che provavi per lui e che ancora provi per lui… aveva ragione Heero, ha sempre avuto ragione… io lo avevo già tradito, prima che lui sembrasse morto, già da prima di quella sera, che rubassi quel bacio alla sua Relena, già da quello stesso momento, in cui io l’ avevo guardata e avevo visto quanto fosse bella e quanto avrei voluto averla soltanto per me… ma è stata solo un’illusione, una stupida idea, su cui io mi ero intestardito, lo stare con te, che dal primo momento, sapevo sbagliata, ma che ho sperato nel mio cuore, che potesse un giorno cambiare, anche se sapevo che non ti avrei mai potuto rendere felice, quanto avrebbe potuto fare Heero…

Ma la tua voce mi parla

…e nonostante, ancora adesso pensi sempre di aver fatto la cosa giusta, sento ancora la tua voce nella mia testa… non riesco a dimenticarmi di te, o a rassegnarmi che era così che doveva andare, che doveva finire, che era tutto sbagliato e che così ho riportato l’ordine, che doveva esserci…  fino alla morte, mi assillerà il pensiero, di non aver avuto la forza di starti accanto, di rischiare che tu mi mandassi via per sempre e di essermene andato via prima io, prima che ciò potesse succedere… spero solo di non svegliarmi una mattina, a quarant’ anni, e capire di aver sbagliato… ma anche allora il problema riguarderà solo me, perché non era giusto che io ti costringessi ad una vita, che sarebbe stata sempre peggio di quella che tu invece meriti…

(e dal cuore di tua madre)

… hai sempre maledetto il fatto che fossi una Principessa, l’hai sempre detestato, avresti voluto essere un’altra persona e non quella invece che eri… me lo hai detto tante volte, anche quando eravamo solo amici… mi dicevi: “Se solo non fossi la figlia di Eleanor Peacecraft…”, e poi abbassavi lo sguardo e dicevi che sapevi che era impossibile cambiare improvvisamente identità… e adesso so che anche per il fatto che sei una Principessa, tra noi, non sarebbe mai andata a finire bene… io sono un irresponsabile e, se non  sono stato capace di proteggere te, figuriamoci se potevo essere un buon Re per il tuo paese, che è così piccolo, ma anche così importante a livello internazionale…

E la tempesta

… e mi si scatena dentro la tempesta, quando penso che per quel cognome, così pesante che porti, un giorno dovrai sposare qualcuno, sarà anche solo perché hai il dovere di diventare Regina… e, se fosse Heero, forse lo accetterei, perché saprei che era giusto così, ma se non fosse più lui, sarà anche peggio… il solo pensare che, alla mattina, guarderai un altro uomo, a cui sorriderai, mi fa nascere una miriade di emozioni, che non riesco ancora a fermare… che diamine mi importa che era giusto così, se non ti avrò più?! Che cosa avrebbe più valore?! Niente, niente di niente… perché, nonostante lo neghi e cerchi di scordarlo, ti amo ancora così tanto, che ti penso tutto il giorno, e vorrei scordarti, ma, se solo cominciassi a farlo, mi ammazzerei su due piedi… perché, nonostante soffrirò per tutta la vita, non voglio smettere neanche per un secondo di amarti, fino all’ultimo mio respiro, che userò per chiamare il tuo nome…

(e molto presto capirai che tutti gli anni che vivrai, cancellano i peccati suoi)

… perché, un giorno, lo capirai, mia piccola Principessa, che ognuno nasce con un gomitolo di lana, da cui si dipana un filo, che noi possiamo solo seguire nel suo corso, ma non orientare… tu sei una Principessa e la tua anima gemella è Heero Yuy… e gli anni passeranno lenti, per me, rapidi, per te, e di colpo, cancelleranno le colpe di quella condizione di figlia regale che non avresti mai voluto, ma che ora invece dovrai accettare, perché io non ti distoglierò più da ciò che realmente sei e meriti di essere… e io capirò e  accetterò il mio errore, che spero che diventi sopportabile, almeno… perché di scomparire, non potrà mai accadere…

Nei suoi pensieri, io vivrò, con le sue mani ti accarezzerò

Ad ogni passo della vita

… l’unica cosa, che mi consola è pensare che almeno qualcosa di me, ti rimarrà per sempre… la mia bambina, che non guarderò nascere e che chissà quando avrò la forza di vedere… io vivrò in nostra figlia e, se negli anni, ogni tanto, penserai a me, spero che nelle sue mani piccole e paffute, potrai trovare qualcosa di me… Daphne, forse, chiederà di suo padre un giorno o magari tu le dirai che io sono lontano, e che ti ho lasciato, e avrai ragione… e chissà, spero che tu riesca a fare sì che la mia bambina non mi odi un giorno…

Stringila forte, quando avrà paura, che c’è il mio amore che non la abbandona

Ad ogni passo della vita

… ma, anche se questo dovesse succedere, non credo che sarà importante, perché tu, invece, le sarai accanto e la amerai, anche per me… e anch’io, dall’altra parte di questo cielo, carico di pioggia, non smetterò mai di amare tutte e due…

 

Il cielo continuò a rumoreggiare ancora a lungo, testimone e custode silenzioso, di un addio triste, ma ancora carico di amore, che si stavano dando due ex fidanzati, il cui destino aveva unito e ora stava inesorabilmente separando, travolgendoli in una tempesta di lacrime di pioggia, che, gelide e brutali, incrostavano le loro anime di insicurezza e di paura.

 

   
 
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