Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Lady Five    12/10/2016    7 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo scoglio per Harlock fu mettere al corrente Mayu del suo nuovo rapporto con Kei. Decise così di invitarla a trascorrere qualche giorno sull'Arcadia, così avrebbe potuto dirglielo con calma, con le parole giuste... non sapeva nemmeno perché si sentisse così a disagio. Probabilmente perché non era abituato a esprimere i suoi sentimenti, a parlare di certi argomenti, men che meno con una ragazzina, che non era più una bambina, ma nemmeno ancora una donna.
Invece Mayu lo scoprì da sola, e nel modo peggiore.
Fece irruzione nella sua cabina, come era solita fare da piccola.
Solo che lui e Kei si erano lasciati travolgere da un momento di passione... “fuori programma”, e non avevano sbarrato la porta. Tanto, nessuno si permetteva di entrare non invitato nelle stanze del capitano, soprattutto senza bussare.
Nessuno. Tranne Mayu, appunto. Che così aveva sorpreso lui seduto a bere davanti alla vetrata, a torso nudo, e Kei che usciva dal bagno avvolta in un accappatoio. E tutto sommato poteva andare pure peggio! Ad Harlock andò subito per traverso il vino, mentre gli occhi spalancati della ragazzina correvano dall'uno all'altra, colmi di sorpresa, per poi indugiare un istante sul letto disfatto... e, visto che non era una sprovveduta, aveva mangiato la foglia, aveva fatto dietrofront ed era fuggita a gambe levate nel corridoio.
Harlock balzò in piedi.
“Maporcaput...!” borbottava mentre si rivestiva in fretta e furia, sudando freddo all'idea di che cosa avevano rischiato.
Le corse dietro fino alla sua camera e dovette supplicare a lungo per convincerla a dargli il permesso di entrare. La trovò seduta sul letto con il muso lungo e le braccia incrociate.
Si sedette a sua volta accanto a lei. Perché all'improvviso gli sembrava tutto così maledettamente difficile? Certo, la consapevolezza di essere stato beccato in quella situazione non facilitava le cose.
“Perché non me l'hai detto?” gli chiese lei.
“L'avrei fatto oggi stesso... ma non me ne hai dato il tempo... se non fossi entrata in quel modo!”
Lei sospirò con aria contrita.
“Hai ragione. Scusami, sono stata molto maleducata... non succederà più.”
Harlock si azzardò a farle una lieve carezza sui capelli, che portava sempre a caschetto.
“Lascia stare...Beh, allora, visto che ormai lo sai... che ne pensi?”
“Io? Ha importanza?”
“Certo che ce l'ha, per me...”
“Ok... Beh... sono... felice per te. Insomma, non potevi fare lo scapolo a vita, prima o poi dovevi mettere la testa a posto! E poi Kei mi piace... Quindi... vi sposerete?”
Harlock rise, più che altro per mascherare l'imbarazzo.
“Ma... è un po' presto per parlarne... non lo so, ma non credo sia necessario... vedremo. Comunque ci tenevo a dirti che non cambia nulla. Tra te e me resterà tutto come prima.”
La ragazzina annuì.
“È tutto a posto, allora?”
“Certo, tutto a posto.”
Mayu gli sorrise e Harlock se ne andò soddisfatto e sollevato, ripromettendosi che d'ora in poi la porta della sua cabina sarebbe stata sempre accuratamente sprangata!

Ma... tutto a posto un accidente! E il capitano se ne rese conto ben presto.
Mayu, che in effetti in passato aveva sempre avuto un ottimo rapporto con Kei, cominciò a comportarsi malissimo con lei. Nella migliore delle ipotesi la ignorava, quando invece era in vena non le risparmiava battute sarcastiche e commenti velenosi. La povera ragazza, mortificata, non sapeva come reagire e tutti i suoi tentativi di rientrare nelle grazie della fanciulla sortivano l'effetto contrario.
Harlock, invece, era sbalordito. Dove era finita la sua piccola, dolce Mayu? Era la stessa persona che diceva quelle cose terribili? si chiedeva angosciato, ritrovandosi a volte a fissarla come un'estranea, anzi, come un'aliena. Visto che la situazione non migliorava, cercò di parlarle, ma Mayu ogni volta negava l'evidenza oppure prometteva di stare più attenta, per poi continuare esattamente come prima, se non peggio. Una volta che, a cena con loro, aveva davvero esagerato e lui l'aveva rimproverata, si era rinchiusa nella sua stanza per giorni.
E fosse stato solo quello! I suoi sbalzi di umore erano all'ordine del giorno. Un attimo prima era allegra e affettuosa, un attimo dopo diventava scontrosa e taciturna, apparentemente senza motivo.
Poi, a un certo punto erano cominciate anche le richieste assurde. Una volta avevano litigato furiosamente perché lei voleva a tutti i costi organizzare la festa per i suoi quindici anni sull'Arcadia, invitando tutti i suoi amici e compagni di scuola. Sì, perché, a differenza di quanto accadeva all'orfanotrofio, in quel collegio avere un pirata come tutore era considerato molto... cool! E, di fronte alle obiezioni del suo padrino, che tentava di farle capire quanto fosse folle quell'idea (un tempo non sarebbe stato necessario...), aveva fatto una scenata.
Anche sul look il capitano avrebbe avuto qualcosa da dire, ma lì più di tanto non osava. Quelle gonne erano decisamente troppo corte e quei pantaloni (come diavolo li chiamava lei? leggins o qualcosa del genere...) troppo aderenti per i suoi gusti... per non parlare delle pettinature improbabili con cui ogni tanto si presentava.
L'unica persona che sembrava saperla prendere era Masu: con i suoi modi un po' rudi, ma diretti, riusciva a contenere le sue intemperanze. Mayu, per contro, ostentava dei modi impeccabili con Meeme, anche se Harlock sospettava che lo facesse soltanto per mortificare Kei.
Il capitano si confidava con la compagna, che tentava di consolarlo.
“Cerca di capirla, Harlock, sta attraversando un'età difficile, si sente disorientata, sta cercando la propria identità... Ricordati che non ha né padre né madre a guidarla...”
“Avrebbe potuto trovare in te un'amica, se non avesse deciso di farti la guerra.”
“Mmmh... non credo di essere proprio un modello da seguire, considerando la vita che faccio e le cattive compagnie che frequento!” commentò Kei fissandolo con aria ironica.
“Comunque, tu non avevi molti anni più di lei, quando ti ho preso a bordo, ma non ti sei mai comportata così...”
“Veramente mi hai tirato fuori da una cella... proprio un angioletto non ero!”
“Ma... che c'entra? Ti stavano trattenendo ingiustamente. E comunque, sull'Arcadia non hai mai dato problemi!”
“Non me lo potevo permettere... tu e questa nave eravate tutto ciò che mi era rimasto... non potevo certo rischiare che tu mi mollassi su qualche asteroide!”
In un momento di sconforto, aveva chiesto consiglio anche al dottor Zero. Forse Mayu aveva qualche disturbo psicologico e doveva essere aiutata.
“Nooo, nessun disturbo psicologico! L'unico problema di Mayu si chiama adolescenza. Deve solo portare pazienza, capitano. Passerà tutto, all'improvviso come è cominciato. Poi, certo, questo cambiamento nella sua vita può averla destabilizzata.”
“Quale cambiamento?”
“La sua nuova situazione sentimentale... Mayu forse si sente minacciata, magari è un po' gelosa...”
“Gelosa? In che senso, scusi?”
“Non nel senso che vorrebbe essere al posto di Kei... non credo, almeno. Ma ci pensi, capitano, per tutta la vita Mayu è stata al centro dei suoi affetti, ora deve dividerla con un'altra persona. Con la prospettiva, magari, che un giorno vogliate allargare la famiglia... teme di essere abbandonata di nuovo.”
Allargare la famiglia?!? Ma quando mai? Forse parlare con il dottore non era stata una buona idea...
“Ma tra noi non è cambiato nulla! Gliel'ho anche detto chiaramente.”
“Non lo metto in dubbio... è tutto a livello inconscio, e anche i suoi comportamenti stravaganti sono solo un modo per attirare l'attenzione.”
“D'accordo, non ci si può fare nulla, mi pare di capire. E... quanto durerebbe questa famigerata adolescenza?”
“Ma, è un po' difficile da dire, non c'è una regola valida per tutti. Diciamo che con la maggiore età le cose dovrebbero decisamente migliorare, almeno un po'...”
“Cosa??? Altri quattro anni così? Ma io mi sparo!”
Harlock lasciò l'infermeria più abbattuto di prima.
C'era un'altra questione che lo preoccupava. Ma di quella non faceva parola con nessuno, si sentiva ridicolo.
Si rese conto che Mayu era diventata decisamente carina. Cioè, lo era sempre stata, solo che ora non era più una bella bambina, ma una bella ragazza. Stava diventando simile a sua madre, alta e snella. E, come se n'era accorto lui, di sicuro se ne erano accorti anche altri. E, da quel poco che aveva captato, qualcuno che le ronzava intorno già c'era. E la cosa non gli piaceva affatto!
Aveva espressamente richiesto alla direttrice del collegio di tenerla d'occhio, ma in realtà a scuola Mayu si comportava bene, studiava sodo e non dava problemi di nessun tipo.
Se usciva con dei ragazzi? La direttrice era perplessa di fronte a quella domanda un po'... demodé.
“Ma... non mi sembra con uno in particolare. Esce in compagnia, con gli amici... e... sì, ci sono anche dei ragazzi... ma rientra sempre all'orario stabilito, non si preoccupi. Le nostre regole sono molto precise.”
Queste parole avrebbero dovuto rassicurarlo. Invece si sentiva più inquieto di prima. E i fatti successivi alimentarono la sua agitazione.
Un giorno, passando davanti alla stanza di Mayu, la sentì singhiozzare senza ritegno. Si preoccupò, perché era già la seconda volta in pochi giorni. Bussò discretamente ed entrò. La ragazzina era buttata sul letto a pancia in giù, con la testa nascosta tra le braccia incrociate sul cuscino. Le fece tenerezza, sembrava tornata la piccola Mayu.
“Ehi! Che succede ancora?”
Dopo qualche minuto, lei si mise seduta e, tirando su con il naso, si decise a parlare.
“Han ha detto che non vuole più avere niente a che fare con me... mi ha dato della bugiarda!” disse, indicando il portatile aperto sulla scrivania.
Han? Harlock ricordava una scena simile qualche giorno prima, appunto, ma avrebbe giurato che il nome fosse un altro...
Si schiarì la voce.
“Han? Ma... non si chiamava...”
“Chi? Luke? No... cioè, sì, ma non è lui che mi interessa davvero!”
“Ah! - commentò il capitano con un filo di voce - E... perché ti avrebbe dato della bugiarda?”
“Non crede a quello che gli ho detto riguardo a te!”
“Me? Perché, cosa c'entro io? Che cosa gli hai detto?”
Harlock era stranamente teso. Quella storia gli piaceva sempre meno.
“Che non sei il mio tutore o padrino o quello che è...”
“Ah! E... chi sarei?”
“Il mio fidanzato!”1
Al capitano per poco non venne un colpo.
“Cosacosacosa!?! Ma dico, sei impazzita!?! Vuoi mettermi nei guai con la legge?”
Mayu allargò le braccia.
“È una vita che sei nei guai con la legge! Che differenza vuoi che faccia un reato in più?”
“Eh no, cara mia! C'è una grossa differenza! Io sono un pirata con una reputazione! Non faccio... certe cose! Santo cielo, sei una ragazzina! Si può sapere come ti è saltato in testa di dire una cosa simile? E per quale motivo, poi?”
“Perché quello lì mi tratta come una mocciosetta! Dovevo dimostrargli il contrario! Eddai, Harlock, reggimi il gioco! Almeno fino alla festa di fine anno!”
“Ma non se ne parla nemmeno! Ma a te poi cosa interessa come ti considera questo qua? Lascialo perdere, no? E poi senti chi parla, sarà un moccioso pure lui, o sbaglio?”
“Sbagli! È due classi avanti a me ed è il più f..., cioè, il più carino della scuola! Sono sicura di piacergli, ma lui continua a prendermi in giro dicendo che sono una bambina... devo rendermi interessante, capisci? O lui non mi inviterà mai al ballo della scuola, e la mia, di reputazione, quella sì sarà rovinata per sempre!”
Mayu si ributtò sul letto e ricominciò a piangere.
Harlock era impietrito. Era molto peggio di quanto avesse immaginato. Decise di fare quattro chiacchiere con questo Han alla prima occasione. Era certo che, dopo, il ragazzo avrebbe girato alla larga dalla sua bambina! Intanto anche Mayu andava rimessa al suo posto.
“Basta così, signorina! Questa storia deve finire. Dì al tuo amico che scherzavi, che non è vero niente. Altrimenti glielo dico io, e non te lo consiglio. Tu devi pensare solo a studiare, altro che feste e balli, Luke, Han e chissà chi altri! O mi costringerai a dire alla direttrice di non farti più uscire, oppure, in alternativa, a spedirti in un collegio tutto femminile, dove non avrai più distrazioni di sorta!”
Harlock lasciò la stanza in preda a una leggera vertigine, cercando di ignorare i singhiozzi ancora più forti di Mayu. Era sicuro di aver agito per il meglio, ma si sentiva anche vagamente in colpa. Il ruolo del padre severo non gli si addiceva... e se avesse esagerato? Se adesso Mayu lo avesse odiato? Se fosse scappata dal collegio? Questa prospettiva lo terrorizzava.
Si decise a parlarne con Kei. Da donna, forse ci avrebbe capito qualcosa di più... e poteva essere anche una buona occasione perché le due si riavvicinassero.
Aveva sperato di trovare un'alleata. Kei, invece, rise fino alle lacrime al resoconto di Harlock. Lo guardò con tenerezza, scuotendo la testa.
“Sembri proprio venuto fuori da un altro millennio... nemmeno mio nonno si comportava così!”
Lui rimase un po' interdetto.
“Ma... ammetterai che l'ha fatta grossa! Insomma, inventarsi una storia così assurda! Se venisse alle orecchie della direttrice... magari mi toglierebbero la sua tutela! E poi quel ragazzo... è più grande di lei di ben due anni! Insomma, dopotutto è ancora una bambina! Non dovrebbe pensare a... queste cose!”
“Lo credi tu, che è ancora una bambina! Insomma, è normale che a quell'età ci si cominci a interessare all'altro sesso... Le ragazze poi sono più mature, ed è inevitabile che si trovino meglio con i ragazzi un po' più grandi... Sono dei passaggi obbligati, ed è meglio che ti abitui all'idea, tesoro, e in fretta. Soffrirai di meno, dai retta a me.”
Harlock ebbe la netta impressione di aver fatto un passo falso, coinvolgendo Kei. Quelle due adesso si sarebbero alleate contro di lui!
Kei andò a parlare con Mayu quella sera stessa. La ragazzina era talmente giù di morale che depose le armi e, da quel momento, le cose tra loro andarono un po' meglio.
La bionda la convinse a far credere ad Han di aver equivocato, di essersi bevuto una panzana.
“Ma guarda che non è vero, non ci ha mica creduto, sai?” obiettò Mayu.
“Lo so, ma tu devi convincerlo del contrario. Impara, cara: in tutti i campi, la miglior difesa è l'attacco!”

Per farla breve, Mayu andò al ballo di fine anno con Han e con un vestito nuovo scelto insieme a Kei. Poiché erano invitati anche i famigliari degli studenti, decise di andarci anche Harlock, con la complicità della direttrice, e volle andarci con la sua compagna. In realtà, furono loro la coppia più ammirata della festa. Fece finalmente conoscenza con l'amico di Mayu, che tutto sommato gli sembrò un bravo ragazzo. E non lo tranquillizzò affatto la raccomandazione di Kei, di non affezionarcisi troppo, perché tanto, tempo massimo sei mesi, ci sarebbe stato qualcun altro.




Note dell'autrice

Per il personaggio di Mayu adolescente mi sono ispirata, nemmeno tanto liberamente, alla figlia di una mia cara amica. Lo so, sono pessima: lei disperata mi raccontava le prodezze della fanciulla, e io intanto, fingendo partecipazione, prendevo appunti... (In realtà, poi ho confessato tutto!)

Per ora ci siamo solo divertiti... dal prossimo capitolo si comincerà a entrare nella vicenda.


 

 

1Questa l'ho rubata paro paro da un film, leggero ma divertente: “Mio padre, che eroe!” (1991), con Gérard Depardieu e Marie Gillain (no copyright infringement intended).

 

  
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