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Autore: Alma Karma    13/10/2016    0 recensioni
-non sei stanco?
-di cosa?
-di tutto, di tutto questo?
-no. Se non ci fosse stato tutto questo non ci saresti stata neanche tu.
Cos'è la solitudine? Cos'è quello stato di profonda malinconia che ti coglie in qualsiasi momento della giornata? Maya è bella, giovane, intelligente e sola. Le sue giornate trascorrono tra momenti di noia e di angoscia. Ma la sua routine è destinata a cambiare il giorno in cui Eros entrerà nella sua vita e la stravolgerà completamente.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In macchina, con la musica a tutto volume, abbasso il finestrino e lascio che il vento mi colpisca il viso. Ho più sonno che voglia di uscire. Osservo le case passare, le macchine muoversi in direzioni opposte alla nostra, seguirci e voltare ad incroci disseminati ovunque. Osservo semafori diventare verdi e poi rossi. Osservo le persone passeggiare sui marciapiedi e respirai lo scarico delle vetture che ci sorpassano. Poi davanti ai miei occhi i condomini si trasformano in villette e poi in capannoni. Superiamo anche la zona industriale e proseguiamo oltre. Ania guida fin fuori la città. In campagna l'aria è più fresca.

 

-ma dove stiamo andando?

 

-è un vecchio locale, non manca molto siamo quasi arrivati.

 

-non manca molto? È già mezz'ora che guidi.

 

Svolta in un stradina persa nel nulla. Non vi è alcun tipo di illuminazione eccetto per i fari della macchina. Fuori dal raggio di quella luce non è possibile vedere nulla. In lontananza le luci della città. Tutto il resto è solo buio ed oscurità. Dobbiamo percorrere qualche altro chilometro prima di iniziare ad udire della musica.

 

-che ti ho detto? Siamo arrivati!

 

Dice Ania con la sua voce stridula non riuscendo a trattenere un sorriso. Ci troviamo di fronte a quello che avrei detto essere un vecchio capannone abbandonato. Se non fosse per la musica ad alto volume, le luci ad intermittenza che provengono da dentro e per le persone che affollavano la facciata d'avanti avrei detto che abbiamo sbagliato posto. Sembra che cada a pezzi!

 

-ma almeno è a norma?

 

Lei mi guarda come se avessi appena detto una bestemmia (be no, in realtà non si è mai inorridita sentendo una bestemmia)

 

-che ti importa se è a norma o no?

 

Parcheggiamo la macchina in un grande spiazzale, non sono rimasti molti posti liberi. Due macchine più in là la nostra una ragazza vomita. Mi sistemo i capelli ormai spettinati dal vento e mi allungo il vestitino lungo le cosce. Ania indossa un canotta nera tempestata di paiette e dei pantaloncini rossi molto sgambati. I tacchi affondano nel terreno. Invidio le sue converse. Lei conosce già il posto, chiaro che si sia  vestita di conseguenza. Poteva almeno avvisarmi di non mettere i tacchi.. i miei bellissimi tacchi in vernice nera.

 

-dai sbrigati!

 

Mi afferra per il polso e mi strascina verso l'entrata.

   
 
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