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Autore: piccolo_uragano_    14/10/2016    2 recensioni
[SPIN OFF DI 'TI AMO PIU' DI IERI..' / CROSSOVER HARRY POTTER-DOCTOR WHO(o almeno è un tentativo)]
[SCRITTO E IDEATO CON Always_Potter]
possibili spoiler sulla storia del Decimo Dottore
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Kayla Lily Black, secondogenita di Sirius e Martha, si sente sola e confusa quando incontra uno strano uomo chiamato 'il Dottore'.
Dal testo:
“Fidati di me, piccola strega. Sono il Dottore.”
“E allora?”
L’uomo si grattò la nuca. “Di solito alla gente basta questo.”
Kayla allargò le braccia con aria esasperata. “Alla gente basta questo? Come se la frase ‘sono il Dottore’ equivalga a ‘io ti salverò’?!”
“Di solito è così.”
“Di solito?!” domandò lei, rialzandosi.
“Sì!” rispose lui, alzando la voce – ma non arrivando comunque al tono di lei. Si alzò anche lui, risultando parecchio più alto di lei.
“E nel tuo ‘di solito’,quante volte ti succede di trovarti in un mondo appeso ad un filo?”
Il Dottore sorrise. “Oh, non sai quante.”
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 1, Doctor - 10, Jack Harkness, TARDIS
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Al gioco del sì e del no 
che ancora non ci ha stancati, 
a chi gioca a quel gioco 
ridendo e dimenticandosi il resto. 





Il Dottore, seduto comodamente in biblioteca, sorrise: erano solo le dieci di quella domenica mattina, ma i toni soavi e pacati di Kayla Black rimbombavano lungo le pareti del Tardis con la delicatezza di un plotone di Daleks.
Scosse la testa e si alzò nel momento in cui sentì la risata di Fred e uno sbuffo della ragazza. S’incamminò con calma nei corridoi ma, prima di rendersene conto, si ritrovò a correre: con un sorriso incerto, non potè impedirsi di pensare che si era affezionato a quei due maghi… suo malgrado.
“Tutto per i tuoi capricci.” disse, rivolto alle pareti del Tardis; saltò con un balzo un gradino apparso dal nulla e, facendo una linguaccia alla console, atterrò nella sala principale.
“Ne sei sicura?”
, insomma … argh!” Kayla sembrava davvero infastidita. “Ti odio.”
“Davvero?” domandò Fred.
“Buongiorno, Gallifrey.” Disse lei, ignorando il rosso.
“Ciao, Hogwarts.” Le rispose lui. “Lo sai che ti si sente strillare alla biblioteca?”
“Io non strillo!”
“Ah no?”
“NO!” sbottò Kayla, per poi tapparsi la bocca mentre Fred scoppiava a ridere. “Oh, sei un cretino!” gridò, iniziando a tempestargli un braccio di pugni.
“Vedi che urli?” ridacchiò il Dottore.
“Prenditela con quel cretino di Fred, allora!”
Il Dottore strizzò l’occhio al rosso che, con un largo sorriso sulla bocca, aveva afferrato i polsi di Kayla per evitare di farsi fratturare un braccio. “Fred è simpatico. Preferisco prendermela con te.”
Ovviamente è preferibile prendersela con te.” Confermò la voce di Jack, arrivando dalla cucina. “Ma perché te la prendi tanto, piccola, si può sapere?”
“Perché ho un ragazzo cretino e un fratello deficiente.” Ringhiò lei, incrociando le braccia.
“Oh, che le hai fatto?” domandò Jack, avvicinandosi.
“Hanno iniziato un gioco assolutamente idiota e privo di senso, insomma, è una delle cose più stupide che io abbia mai sentito, e …”
“Ma stai giocando anche tu!” rispose Fred.
Kayla alzò il mento con fare sdegnoso. “Non per scelta mia.”
Ma stai giocando!”
NO!” immediatamente, però, si portò la mano sulla bocca.
Di nuovo.
Fred la indicò e rise. “Continui a perdere!”
“Continui a farlo apposta!”
Fred sorrise. “Può essere.”
“Quindi il gioco è non dire no?” domandò il Dottore.
“Non puoi dire neanche il contrario.” Gli rispose Fred. “Kayla è a trentasette errori.”
“Tu ti prenderai trentasette calci in c-“
“E abbiamo iniziato meno di un’ora fa.”
Il Dottore e Fred dovettero trattenersi per non scoppiare a ridere.
“Però con Jack è troppo facile, guarda.” Il Dottore ruotò la testa verso il Capitano Harkness. “Ehi Jack, oggi andiamo al gay pride di Barcellona del 2020?”
“Sì!” urlò lui, alzando i pugni al cielo. “Oh, cazzo, è più difficile di quanto sembri!”
Kayla alzò gli occhi al cielo. “Vedi? Ho ragione io. Sono cose a cui facciamo talmente poco caso che non puoi inventare un gioco del genere!”
“Non posso?”
Kayla stava per rispondere, con l’indice puntato, un bel ‘no’ pronto sulla punta della lingua, ma si trattenne e se ne uscì con un fiero “Esattamente, Weasley.”
“In realtà, questo gioco è stato inventato secoli fa, e non certo sulla Terra: si gioca almeno in un trilione di trilioni di galassie diversi.” spiegò il Dottore, meditabondo.
“Perciò anche su Gallifrey?” chiese Kayla, inarcando un sopracciglio.
Il signore del tempo fece un largo sorriso. “Oh, ci puoi scommettere, Hogwarts.”
Kayla lanciò un verso esasperato, mentre Fred e Jack scoppiavano a ridere.
“Sei forte Dottore, ma credi davvero di potermi battere?” insinuò il rosso.
“Oh, non sarei mai tanto arrogante: insomma, a te viene così naturale, sei un talento nato.” replicò l’altro, incrociando le braccia e appoggiandosi alla console di comando.
Fred si passò una mano fra i capelli con un sorriso da schiaffi. “Sì, in effetti sono- Oh porco Salazar!
“Ah-ah! Ben ti sta, Weasley!” saltò su Kayla, battendo il cinque al Dottore.
“Non ti sembra di cantare vittoria troppo presto, Black?
“Assolutamente-“ Kayla si bloccò nuovamente, fulminando con gli occhi il ragazzo.
“Posso invitare un paio di ragazzi di Hogwarts al Gay Pride?”
“Jack! Assolutamente no!” sbraitò Kayla, nello stesso momento in cui il Capitano scoppiava a ridere appoggiandosi a una ringhiera. “Ah-ah, infame che non sei altro!” sbuffò lei, mandando al diavolo tutti e tre con un’espressione particolarmente forbita.
“Oh, ragazzaccia, io alla tua età non avrei avuto il coraggio  di pensare certe parole!”
“Certo, Jack, come n- Oh, te lo scordi che lo dico!”
Fred scosse la testa e il Dottore sorrise. “In realtà, comunque” confessò il rosso “è solo una questione di allenamento. Io, George e Robert ci giochiamo da ieri sera.”
“Scommetto che non ci avete dormito.” Buttò lì Jack, mentre Kayla si allontanava infuriata.
“Esatto.” Rispose Fred. “Ora me ne pento, ma è stato alquanto divertente.” Sottolineò, scoccando un’occhiata malandrina alla strega,
“Oh, ma vai a bere il tè con i troll, Weasley!” sbottò Kayla, seduta sul divano giallo dietro la consolle.
“Si può sapere cosa avete contro i troll, voi maghi?” domandò il Dottore.
“Hanno il quoziente intellettivo di Fred, George e Robert.”
“Quindi mi credi stupido?”
“Estremamente.”
“Pensavo mi amassi.”
Grande notizia!”
“Ehi!” sbottò il Dottore. “No! Non vale!”
“Lo hai detto!” Gli fece notare Jack, vittorioso. “Hai detto la parola proibita.”
“Anche tu lo hai detto prima.” Contestò il Dottore.
“Sì, ma …” tirò un calcio a terra. “Non ti sopporto, giuro. Me ne vado.”
Jack mosse tre passi verso la porta, ma quando i tre capirono che faceva sul serio, urlarono “NO!” per poi scoppiare a ridere tutti insieme.
 
“Kayla, mi passeresti il sale per favore?
“Perché non usi le mani o la bacchetta, fratellone? Io ho quattro anni meno di te e so fare  un Incantesimo di Appello, tu?”
“Certo che sì, ma-“
“Robert, hai appena detto quella parola!
“Come?! No, aspetta, io-“
“Ancora!”
“Ma che- vi sbagliate, io non intendevo, non volevo dire…”
“Ma l’hai detto, fratello caro.”
“Detto cosa?” chiese Harry, sedendosi al tavolo dei Grifondoro.
“Ha detto no- o porca miseria!”
Lee, mi deludi.”
“Oh, al diavolo!”
“Ma come è successo? Non avevi mai sbagliato da quando abbiamo iniziato a giocare.”
“Giochi anche tu?!”
“Sì, Kayl- oh porco Merlino!
“Ecco, Harry, ecco come è successo.”
“Kayla, gli hai fatto dire tu-sai-cosa?!”
“Precisamente. Cosa che tu non riesci a fare, Ron.” disse orgogliosa la Serpeverde. “Ma domani giocano i Tornadoes contro il Puddlemore United?” aggiunse, pensierosa.
“Certo che no! Giocano i Cannoni di Chudley!” sbottò Ron, la bocca piena di patate arrosto, rendendosi conto solo dopo le isate degli amici dell’errore fatto. “Oh, porco Merlino.
“E io che credevo che non volessi giocare.” sospirò Hermione, alzando gli occhi al cielo.
“Beh, diciamo che è molto divertente, una volta imparato qualche trucco!” sogghignò Kayla, sotto lo sguardo imbronciato di Robert.
“Meglio, forse adesso si stuferà di passaer il suo tempo a fare stupide domande a tutti invece che sudiare Pozioni …” osservò con un’occhiataccia la riccia.
“Hermione, Piton mi odia, non mi metterebbe un ‘Accettabile’  nemmeno se mi scolassi un boccettino di Felix Felicis il giorno del test pratico!”
“Dici, fratellone?”
Sì, dico” ribattè a denti stretti il Grifondoro, che detestava quando la sorella dava manforte alla già inarrestabile Hermione Granger. “ARGH!” ruggì, dopo essersi reso conto di ciò che aveva detto.
Tutti scoppiarono a ridere, picchiando mani e posate sul tavolo mentre Robert abbandonava definitamente il suo piatto di arrosto e piselli, incrociando le braccia  e mettendo il broncio.
 
“Però, è diventata parecchio brava, eh?”
“Chi?”
“Come ‘chi’? La tua ragazza, ecco chi.” sbuffò George, mentre lui e il fratello uscivano dalla Sala Grande.
“Mah, non saprei…” cincischiò Fred, studiando gli arazzi appesi alle pareti con inaspettato interesse.
“Non sapr- oh, per Godric, Fred! Ieri Kayla riusciva a malapena a infilare mezza frase senza un ‘sì’ o un ‘no’ e ora mette nel sacco Robert. Robert! Insomma, non puoi non averlo notato.” Sentenziò George, scuotendo il capo.
“Si sarà allenata” buttò lì l’altro, il naso talmente per aria da farlo inciampare in un gradino.
“E quando? A Trasfigurazione con la McGranitt o a ‘Difesa’ con la Rospa?” frecciò sarcastico George, afferrando il gemello prima che rovinasse a terra e tirandolo indietro con uno strattone. Lui si limitò a stirare le pieghe del maglione con le mani, facendo spallucce e mugugnando qualcosa di indistinto.
George alzò gli occhi al cielo e proseguì verso la Torre di Grifondoro con il fratello.
Dopo un po’, però, si accigliò.
“Ehi, ma il Torrone Sanguinolento?” chiese, squadrando il fratello con sospetto.
“Il Torrone Sanguinolento… cosa?” fece Fred, inarcando un sopracciglio.
“Il… il Torrone, Fred, dovevamo perfezionarlo per non finire dissanguati come dei diavolo di vampiri, hai presente?” suggerì l’altro, inarcando le sorpacciglia. “Piton, Fred, dovevi prendere in prestito degli ingrdienti dalla riserva di Piton!” precisò, scocciato dall’assenza della benchè minima scintilla di comprensione nell’espressione del gemello.
“Ah, già!” esclamò lui, schiaffandosi una mano in fronte. “Porco Salazar, mi sono scordato George… scusa, sai, tra i M.A.G.O., la Rospa e Kayla, sai com’è…” aggiunse con un sorriso nervoso.
George sbuffò e accellerò il passo, bofonchiando fra i denti un “fa niente” poco convincente; il gemello lo seguì di corsa, bloccandolo davanti al ritratto della Signora Grassa.
“Ehi, aspetta! Si può sapere che ti prende?!” sbottò il rosso, aggrottando la fronte.
“Che prende a me? Sul serio, Fred?” fu l’acida replica.
“Non sono io quello che sbuffa e borbotta come il bollitore di mamma.”
“Non sono io quello che scompare nel nulla ogni giorno da giorni, e che è passato dallo scannarsi con la propria ragazza davanti a tutta la Sala Comune allo starle sempre appiccicato che manco  un Incantesimo di Adesione Permanente!”
“Allora è questo che ti da fastidio? È questo il problema? È Kayla il problema?” chiese con tono duro Fred, incrociando le braccia.
Il gemello alzò gli occhi al cielo e scartò il fratello. “Bah, lascia perdere. Madrag-”
“Eh no!” sbottò Fred, parandosi nuovamente davanti a George e afferrò la cornice del dipinto per impedire che si spostasse.
“Eh !” ribattè l’altro, accigliandosi e sporgendosi oltre Fred per farsi vedere dalla Signora Grassa. “Mandragol-”
Fred spinse il fratello, che ingaggiò un’accanita lotta per mettersi di fronte al quadro.
“Ho detto di no!
“Ho detto di sì!
“Ho detto di-”
Vi decidete?” s’intromise la Signora Grassa, esasperata, incrociando le braccia.
“Io ho deciso! Mandragola!” ululò George, prima di essere strattonato nuovamente da Fred.
“Ho… detto… di… no!” ribadì quest’ultimo, mollando di colpo il gemello per aggrapparsi alla cornice della Signora Grassa e tentando di tenerla ferma.
“Ma insomma!” abbaiò lei, che sembrava invece sforzarsi di spostarsi dall’ingresso della Sala Comune del Grifondoro.
“Fred, le-va-ti!” scandì George, tirando a sua volta il fratello per il maglione della divisa.
Poi, all’improvviso, i due ruzzolarono a terra, sbalzati via dallo scatto deciso con cui il dipinto si era spostato dal buco che costituiva l’ingresso alla Sala Comune. Da esso si sporse una testa rosso fuoco.
Ginny Weasley squadò i fratelli con un sopracciglio inarcato. “Ma che state facendo? Anzi, no, non lo voglio sapere” sentenziò, balzando fuori dal tunnel e sorridendo ad un Corvonero che, paralizzato e apparentemetne traumatizzato, era sfuggito all’attenzione dei gemelli.
“Ciao Michael!” lo salutò gioviale la rossa, prendendolo a braccetto e trascinando il ragazzo nel corridoio.
“… hai visto anche tu quello che ho visto io?”
“Se è per quello, io ho visto anche Dean Thomas guardarlo con la bava alla bocca mentre lei ridacchiava per una battuta pessima, ieri.” Fu la funerea replica di George Weasley al fratello che, con sguardo schifato, fissava ancora il punto in cui era sparita la sorella.
“Ora capisco come si sentiva Robert” disse con tono nauseato. “Dannato Harry Potter.”
“Quanti ragazzi dovremo vedere al guinzaglio di Ginny prima che il Bambino-Che-È-Un-Po’-Toccato si svegli?”
“Troppi, temo, ma…” iniziò Fred.
“Di sicuro più di quante ragazze avrà Ronnie in una vita.” terminò George, annuendo.
I due sogghignarono e si aiutarono ad alzarsi, scambiandosi qualche pacca sulle spalle.
"Senti, Fred, io non ho niente contro te e Kayla: per i mutandoni di Morgana, sono stato io a dirti di darti una mossa con la piccola Black, o te ne sei dimenticato?” chiese retorico, facendo scoppiare a ridere il gemello. “Ma sappiamo entrambi che Kayla nasconde qualcosa, e da un po’ di tempo lo fai anche tu.”
Fred evitò lo sguardo del fratello, con una smorfia di disagio in volto. “Georgie, io non… non posso.”
“Ehi, io sono tuo fratello, ok?! Quello gemello, tra parentesi, che ha condiviso con te ogni istante da quando mamma ancora sperava di avere una femmina. Noi non abbiamo segreti, non esiste cosa che tu non possa dirmi. Tu non puoi avere segreti con me.” Disse perentorio George, continuando a fissare il fratello con espressione seria.
Fred fece un’altra smorfia, poi si scambiò uno sguardo con il suo riflesso. Sospirò, scuotendo la testa.
“Beh, al diavolo. Te lo farò vedere, ok?” capitolò infine, alzando la mano destra e posando l’altra sul cuore, a mo’ di giuramento.
“Vedere cosa?” chiese subito George, fra l’allarmato e il curioso.
“Vedere il motivo per cui Kayla è tanto brava al gioco del ‘sì o no’. ” sogghignò Fred, voltandosi verso il muro. “Signora Grassa? Ora Mandragola.”.
 
“Kayla mi ucciderà.” asserì Fred, col tono di chi sta constatando che il cielo è blu. “Ma…”
“Solo se ci scopre.” proseguì noncurante il fratello.
“E non ci scoprirà…” aggiunse Fred.
“… perché noi non ci facciamo mai beccare” disse con un sorriso orgoglioso e arrogante George.
“Né da Gazza…”
“Né dai Professori…”
“Né dai Black!”
“Ben detto, Forge!”
“Grazie, Gred!”
Dopo qualche istante di silenzio Fred, con tono molto meno convinto, aggiunse: “… ok, in questo momento vorrei tanto non aver dato la Mappa del Malandrino a Harry.”
“E per cosa?” chiese George, con una smorfia. “Nessuno va al Lago Nero con questo schifo di tempo. E di notte. Che poi, perché stiamo andando al Lago Nero?”
“Perché è nascosto lì”
Cosa è nascosto lì?”
“Quello che è nascostoe che ti voglio mostrare” fu la replica snervant di Fred, che si guardò attorno con furtività e fece segno al fratello di abbassare la voce.
“Ma che hai? Anzi, perché prima mi hai quasi gettato in braccio alla Piovra Gigante quando ho provato a fare un Lumos?” bisbigliò George. “Qui non si vede un accidente…”
“Ci vedrebbe arrivare.” spiegò enigmatico l’altro.
“Ci vedrebbe arrivare chi?!”
“Quello che ha nascosto la cosa nascosta che ti voglio mostrare per nascondersi.”
La replica decisamente poco fine ed elegante di George fu fermata dal gemello, che indicò un punto poco lontano, al confine fra la sponda del lago e la Foresta Proibita. “Ci siamo quasi, è laggiù.”
George aggrottò la fronte, fissando prima il tratto d’erba che stavano calpestando, poi quello che gli aveava indicato il fratello, e poi ancora quello sotto i suoi piedi.
“Scusa, Fred, ma questo non è il posto dove avete dato di matto tu e Kayla? Stavamo passeggiando qui con Robert, Harry e gli altri quando… ah, certo.” Disse, capendo improvvisamente lo strano ocmportamento di Kayla e Fred che, dopo aver cercato di convincere la comitiva a saltare la passeggiata al lago, il giorno precedente, giunti in quell’esatto punto avevano iniziato letteralmente a trascinarli via, con scuse che andavano dai compiti di Piton all’urgente bisogno di giocare a Gobbiglie.
“Ecco, ci siamo!” esclamò Fred: anche al buio, il fratello potè vedere chiaramente quegli occhi identici ai suoi illuminarsi di una scintilla che sapeva d’entusiasmo, di stupore e… di magia.


NdA fondamentale: il 90% dei meriti di questo capitolo va accreditiato a Always_Potter. Il restante un po' a me, un po' ai miei amici scemi che inventano giochi come quello di cui tratta questo capitolo. 
   
 
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