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Autore: nikita82roma    15/10/2016    4 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Si sedettero nel loro solito tavolo, più appartato, e Kate pensò che era strano trovarlo libero a quell’ora di punta.

- Ho chiamato questa mattina per riservarlo - disse Rick - e prima di salire sono passato ed ho lasciato una genero mancia al ragazzo per far sì che si ricordasse.

Kate sorrise mentre si sedeva, quel discorso non la sorprendeva affatto, era tutto molto da Castle, dall’uomo che pretendeva che ogni momento ed ogni cosa fatta per lei fosse sempre perfetta.

Ordinarono due cheeseburger con patatine. Tutte le idee di mangiare sano e rimettersi in forma per smaltire quei pochi a dir la verità chili ancora di troppo che aveva erano andate a farsi benedire, aveva solo bisogno di cibo consolatorio. Era la prima cosa con la quale si poteva consolare, visto che non poteva approfittare delle attenzioni di suo marito.

Giocherellava nervosamente con il tovagliolo di carta che ormai aveva ridotto ad un mucchietto di coriandoli ed ogni tanto sorrideva a Lily che giocava con i suoi peluches legati al passeggino portando alla bocca tutto quello che le era a portata di mano. Le sembrava che quei mesi fossero volati via, la guardava e pensava che fosse ieri che l’aveva stretta a se la prima volta, che aveva sentito il suo battito ed il suo respiro, il suo profumo inconfondibile, che aveva sentito la sua pelle sulla sua ed aveva capito che era una cosa sola con lei, qualcosa che non riusciva a spiegare ancora adesso e forse non ci sarebbe mai riuscita.

- Cosa c’è Kate? - le chiese Castle che la osservava serio ed attento e lei non si era nemmeno accorta. Le capitava spesso ultimamente.

- Pensavo a DeVito e a Campos. 

- Ok ma… Cosa c’è che ti fa stare così? - Insistette Castle vedendola pensierosa

- Non posso permettere che quell’avvocato gliela faccia passare liscia. Non posso andare dalle famiglie di quelle due ragazze a dirle che non avranno mai giustizia.

- Non accadrà Kate. Metterai dentro Campos a vita e quei genitori te ne saranno grati.

- Come fai ad esserne certo Rick?

- Perchè so che sei la migliore. - Le prese una mano e la strinse sotto la sua. Sapeva che lui lo pensava realmente.

- Sai Rick, ora è più difficile. Parlare con i genitori delle vittime dico, non so se ce la posso fare. - disse guardando Lily sempre presa dai suoi giochi.

- Capisco quello che vuoi dire. So come ti senti. - Castle si sporse per accarezzare Lily tra i capelli che non si curò molto di lui, seria e concentrata sui giochi.

L’arrivo dei loro piatti interruppe quel discorso. Mangiarono riuscendo a mettere da parte quei discorsi più scomodi e Kate rise di gusto nel vedere Castle sporcarsi la camicia con il ketchup del panino che cercava di nascondere la macchia con il tovagliolo peggiorando solo la situazione e lo prese in giro dicendogli che gli avrebbe comprato un bavaglino come quello di Lily visto che sembrava averne più bisogno di lei. 

- Sai Babe, mi piace tutto questo… - gli confidò Kate mentre spostava il piatto ormai vuoto da davanti andando a prendere la mano di Rick.

- Io che mi sporco mentre mangiamo? - Scherzò lui nel vedere quello sguardo fin troppo profondo di Kate che faticò per qualche istante ad assimilare per come lo aveva colpito in profondo.

- No, noi qui, un pranzo insieme qualsiasi, con lei… Mi sembra impossibile a volte avere tutto questo con te. - Deglutì per quella confessione che non si aspettava nemmeno lei di fargli, ma era qualcosa che aveva dentro e non riusciva a tenersela, era felice e voleva dirglielo.

- Con qualcun altro ti sarebbe sembrato più possibile? - La prese in giro Rick fingendosi offeso e provando a ritrarre la mano che lei strinse ancora di più.

- Non ci sarebbe stato niente di questo con nessun altro. Lo sai Castle. - Glielo disse con una voce decisa e forte che non ammetteva replica e contrastava con la tenerezza con la quale accarezzava la mano del marito. In un momento c’era tutta Kate Beckett, quella dura e sicura di se, quella che conoscevano tutti, e quella che era solo per lui che si lasciava emozionare ed emozionava solo con un gesto: Kate non era mai stata una che nella loro intimità si era mai limitata di fargli capire quando lo volesse e come lo considerasse suo, con i fatti e con le parole, se ritornava con la mente a quel giorno che aveva cambiato per sempre le loro vite, era stata proprio lei alla fine a rompere gli indugi in modo così irruente e aveva usato tutte le sue armi a disposizioni per ribadirglielo e continuava a farlo ogni volta. Non era però abituale che questo venisse fuori in altre circostanza, nella quotidianità ed ogni volta che lei lo faceva, che gli riaffermava con decisione la sua unicità nella sua vita per lui era come sentire le farfalle nello stomaco ogni volta e valeva di più di qualsiasi dichiarazione d’amore che potesse fargli, perché quella sicurezza nel suo sguardo mentre gli diceva che lui era l’unico ed il solo per lei valevano più di ogni altra parola e si sentiva a corto di argomenti per rispondere. L’unica cosa che seppe fare, non trovando modo per risponderle mentre sorrideva quasi imbarazzato da quel discorso fatto in quel contesto così inusuale per loro, tra camerieri che giravano tra i tavoli, il chiacchiericcio dei tanti clienti e i mugugni di Lily intenta a ciucciare la zampetta di un pupazzo, fu prendergli lui la mano tra le sue mentre entrambi i loro sguardi si focalizzavano esattamente su quell’intreccio che per loro aveva un significato molto più profondo.

 

Un cameriere, senza molto riguardo, poggiò i due piatti con il dolce sul tavolo, andando ad urtarli e beccandosi uno sguardo arcigno di Rick che avrebbe voluto fargli un lunghissimo discorso su come aveva appena interrotto la sacralità del momento e Kate vedendolo così accigliato scoppiò a ridere di nuovo: si rendeva conto che quando era con lui ed era così leggera, ridere era molto più facile e la faceva stare bene. Non se ne sarebbe privata mai finchè poteva.

- Ti prego Castle, vorrei riprendere possesso della mia mano per mangiale, se me lo concedi.

- Sai che la tua mano sarebbe mia di diritto da molto tempo, vero? 

Kate sorrise e cominciò a mangiare la sua fetta di torta e prima che Rick cominciasse la sua Lily buttò a terra uno dei suoi sognali attirando con il rumore gli sguardi di entrambi i genitori. Castle fu il più rapido a piegarsi per raccoglierlo e mentre si stava rialzando, incrociò lo sguardo di sua figlia che seguiva incantata il suo semplice movimento con quel sonaglino colorato. Si fermarono a guardarsi, come se non si fossero forse mai visti, eppure quella era una cosa che accadeva quotidianamente, ma lui sembrava faticare ad abituarsi a quest’altro paio di occhi uguali a quelli di Kate, che lo guardavano curiosi e ne rimaneva sempre rapito.

- Castle… - lo richiamò Beckett con la voce proprio da Beckett quando lo doveva rimproverare - … mi piacerebbe che quegli sguardi ogni tanto li rivolgessi di nuovo anche a me, non solo a tua figlia. - Rick fu per un attimo sgomento nel vedere la serietà con la quale lo aveva ripreso ed ebbe un vortice di emozioni in un lampo che gli fecero pensare se effettivamente aveva trascurato sua moglie. Balbettò qualcosa e Kate non resistette più a tenere la sua faccia seria, prendendolo in giro per le sue espressioni che sarebbero state da foto. Ci mise qualche secondo per riprendersi dall’immagine di Beckett gelosa di MiniBeckett ma poi rilanciò dicendo che se era così allora voleva anche lui riappropriarsi di qualcosa di lei che ormai era diventata proprietà di sua figlia e le fece un occhiolino maliziosa. Kate diventò tutta rossa prima di rispondergli prima con lo sguardo che a parole, al che Rick ritrattò, assicurandole che stava scherzando. Poi risero di nuovo, insieme e si accorsero che anche Lily rideva con loro. In fondo bastava poco per essere felici. 

 

Il tempo era volato, letteralmente. Finì di mangiare il suo cheeseburger e poi disse a Castle che doveva scappare in ufficio. Riuscì con i suoi soliti modi a strapparle ancora qualche minuto, solo il tempo di tornare insieme al dodicesimo. Si lasciò convincere quindi ad andare insieme fino al portone e lì salutò suo marito con un trasporto che raramente aveva mostrato nei pressi del suo luogo di lavoro, fregandosene per una volta, del via vai degli agenti e detective che c’era lì intorno.

- Grazie per il pranzo Castle. Ne avevo proprio bisogno.

- Per me lo possiamo anche fare sempre. - rispose lui con gli occhi che brillavano. Kate gli sorrise e gli accarezzò una guancia lentamente, dando modo a lui di appoggiarsi al suo tocco. Si piegò per salutare anche Lily che come la vide alla sua portata si dimenò per farsi prendere, ma dovette darle un dispiacere non potendo farlo.

- Ti amo Rick. - Gli sussurrò poi baciandolo, lasciandolo di sorpresa che non ebbe nemo modo di replicare prima che lei entrasse di corsa al distretto. Castle rimase con una mano a mezz’aria in segno di saluto ed un “Ti amo” incastrato tra le labbra. Glielo avrebbe detto quella sera stessa a casa. E ripetuto molte volte. Girò il passeggino e tornò verso il loft mentre Lily ancora si lamentava per non essere stata presa in braccio dalla mamma: era una bella giornata di quella calda primavera, ideale per stare un po' all’aperto.

 

- Allora, signor Campos, rivediamo la sua posizione. Entrambe le vittime avevano tracce del suo liquido seminale e i segni di un rapporto sessuale consumato poco prima di morire. Una strana coincidenza, non trova?

- Dato il… ehm… lavoro… delle due signorine, non penso che le tracce di DNA siano solo del mio assistito - La interruppe DeVito, mentre Ramon continuava a guardarla, senza parlare, ostentando una sicurezza ben oltre il limite della strafottenza.

- Ed immagino è un caso anche che entrambe siano state uccise nello stesso modo, così come altre cinque donne in passato, tra la Florida e la Geogia, guarda caso proprio quando il suo cliente gestiva affari in quell’area… 

- Capitano, si rende conto che le sue sono solo insinuazioni e che non ha niente in mano contro il mio cliente? - Kate fece finta di non sentirlo, sapeva che aveva ragione lui, aveva bisogno assolutamente che quel coltello fosse compatibile con l’arma che aveva ucciso quelle donne, altrimenti con quelle prove non avrebbe potuto trattenerlo ancora a lungo.

- Campos, dove era la notte tra il 29 e 30 aprile e in quella tra il 3 e 4 maggio? - Lo incalzò ancora Beckett

- Come faccio a ricordarmi, Capitano? Ma se lei ha detto che sono stato con quelle donne, sarò stato con loro. Non è stata nè la prima nè è stata l’ultima volta che ho passato le mie notti con qualche puttana per divertirmi un po’, sa cosa intendo vero? Un po’ di ragazze ben pagate e disponibile, qualche amico da far felice… Se mi vuole arrestare per questo… 

- Potrei anche farlo Campos. - Lo minacciò

- Suvvia Capitano! Lo sa benissimo anche lei che sarebbe solo una mera perdita di tempo, giusto quello di pagare la cauzione ed il mio cliente sarà fuori e per lei sarà solo una figuraccia da giustificare ai suoi superiori. È proprio sicura di volerlo fare?

Kate ci pensò mentre fissava negli occhi il giovane che non sembrava proprio intimorito da lei. Lasciarlo libero con il rischio che sparisse o giocarsi il tutto per tutto nella speranza che arrivassero buone notizie dalla scientifica? 

- Beh, signor Campos, la sua mi pare una confessione in piena regola. Quindi, Ramon Campos la dichiaro in arresto per favoreggiamento ed induzione alla prostituzione.

- Ma questo è assurdo! - Sbraitò Ramon all’indirizzo di Beckett che rimase questa volta lei impassibile davanti alle sue proteste. Fece un gesto verso lo specchio dietro di lei e vennero subito due agenti a prelevare il giovane.

- Credo che questa notte almeno resterà qui a farci compagnia, signor Campos - Il giovane, ora in piedi davanti a lei, era notevolmente più basso di quanto sembrasse seduto e lei lo sovrastava di vari centimetri guardandolo con aria soddisfatta mentre lui non accennava a nascondere tutto il suo disappunto per quell’incidente di percorso che nè lui nè il suo avvocato avevano calcolato.

- Ha fatto un grave errore Capitano Beckett. Un grave errore. Domattina il mio cliente sarà già libero di andarsene, farò immediatamente ricorso! - La minacciò DeVito puntandole in faccia l’indice, che Beckett scansò con un gesto della mano.

- Si rilassi avvocato, se ne è così sicuro. Da qui a domattina possono succedere molte cose… - Kate uscì soddisfatta dalla sala interrogatori, lasciando l’avvocato a recuperare le sue carte, per poi vederlo andare via a passo svelto.

 

- È stata dura eh, Beckett! - Le disse Esposito mentre tornava nel suo ufficio. - Non c’è male come ritorno…

- Speriamo solo che l’arma coincida con quella del delitto. Altrimenti ha ragione DeVito, pagherà la cauzione e poi sparirà, magari tornando in Venezuela per qualche tempo…

- Non essere negativa Beckett. Lo incastreremo quel bastardo, ne sono sicuro.

- Sono realista Javier. Abbiamo solo una possibilità.

L’ispanico lasciò un fascicolo sulla scrivania del suo capitano e poi tornò alla propria postazione, dove il collega Ryan era in costante contatto con la scientifica in attesa di novità.

Kate vide i molti messaggi sullo schermo del cellulare. Erano tutti di Castle che le mandava foto di lui e Lily documentandole la loro giornata. La vide al parco sorridente e poi a casa mentre mangiava l’orecchio del suo elefante di peluche, e poi c’era anche un video dove lei e Rick giocavano insieme. Controllò l’orario era un po’ prima di quanto pensasse, ormai lei aveva più poco da fare. Fece un giro di telefonate istituzionali per aggiornare i suoi superiori degli sviluppi, informandoli della decisione presa di fermare Campos con un capo di imputazione minore per prendere tempo in attesa della prova schiacciante. La informarono che della pratica per la cauzione se ne sarebbe occupato il giudice Markway, l’amico di Rick, quindi poteva stare tranquilla che avrebbe fatto tutto quello che era in suo possesso per allungare i tempi e cercare ogni cavillo necessario per darle margine di indagare.

Decise quindi di tornare a casa, non prima di aver intimato a Ryan ed Esposito di avvisarla per qualunque novità sul caso e questa volta fece in modo che fosse ben chiaro a tutti e due il concetto.

 

- Mamma sei a casa? Non avevi la serata tra ragazze con le tue amiche? - Chiese Rick sentendo aprire la porta mentre era intento a preparare la cena.

- Non sono tua madre, spero vada bene lo stesso… - Rick sobbalzò sentendo la voce di Kate ed i suoi passi inconfondibili mentre si avvicinava.

- Sei già a casa? - Esclamò stupito.

- Se aspettavi qualche altra visita, torno più tardi… - Lo provocò. Castle chiuse il forno e andò verso di lei, cingendola con fin troppa veemenza a se.

- In realtà sì… stavo aspettando un capitano di polizia dannatamente sexy con cui ho pranzato oggi…

- Ah bene Castle… e me lo confessi così? - Gli disse parlandogli a pochi centimetri dalle labbra

- Sì, te lo confesso così… però anche mia moglie va benissimo… - Strinse ancora un po’ di più e la baciò con passione, gli piaceva da morire quando giocavano così tra di loro, come due ragazzini. 

- Ci vorrà ancora un po’ per la cena, pensavo venissi più tardi… - Le disse quando ebbero finito di salutarsi a modo loro.

- Non ho molta fame Castle… Lily? 

- Si è addormentata… - guardò l’orologio - mezz’ora fa, più o meno. Dopo aver fatto merenda.

Kate andò in camera, ripose nella cassaforte le pistola ed il distintivo e si stava per cambiare quando entrò anche Rick, lo sentì avvicinarsi e abbracciarla da dietro, come a lei piaceva tanto quando la avvolgeva con le sue braccia possessive. Si era già tolta le scarpe e si sentiva così bene protetta dal suo corpo che la sovrastava.

- Che ne dici di un bel bagno? - Le sussurrò Rick per non svegliare Lily - Solo io e te… La cena si cuoce, lei dormirà ancora per un po’…

- Ma… - provò ad obiettare lei

- Solo io e te Kate… - ripeté lui mordendole il lobo dell’orecchio e poi baciandola sul collo così che tutte le resistenze di sua moglie venissero meno in un attimo. - Dammi solo qualche minuto, ma tu non ti cambiare. - Il gemito che Beckett si era lasciata sfuggire quando le sue labbra si erano fatte più insistenti era la risposta affermativa che Rick non aveva più bisogno di sentire. La sciolse dal suo abbraccio per sparire oltre la porta del bagno dove lei lo sentì immediatamente armeggiare con l’acqua e non sapeva cos’altro. 

Controllò Lily che dormiva tranquilla e la pregò di continuare a farlo. “Non fare come tua nonna”, le sussurrò piano in uno di quei discorsi che dovevano rimanere tra loro. Pensò che suo marito le avesse letto nella mente per capire che un bagno bollente era proprio quello di cui aveva bisogno quella sera. Sentì la voce di Rick chiamarla piano ed entrò anche lei nel loro bagno, completamente avvolto dal vapore dell’acqua calda vide i vestiti di Castle buttati in un angolo e lui già dentro la vasca. Accostò la porta senza chiuderla, per quello scrupolo materno che ancora la faceva quasi sentire in colpa di volersi dedicare del tempo solo per se con suo marito, nella speranza di non venire interrotti.

- Devo entrare vestita? - Chiese Kate maliziosamente mentre cominciava a sbottonarsi la camicia.

- No, voglio che ti spogli qui… così ti posso vedere… - Rispose lui tirandosi un po’ più su nella grande vasca da bagno appoggiando le braccia sul bordo osservandola soddisfatto mentre i bottoni si aprivano uno dopo l’altro fino a quando la camicia di Kate non raggiunse gli abiti di lui seguita a breve da tutto il resto. Entrò quindi nella vasca con lui tra i brividi che le procurava quell’acqua fin troppo calda ma soprattutto il contatto con il corpo di Castle sul quale si appoggiò, mentre lui cominciava a massaggiarla lentamente con la spugna sulle braccia e a riprendere a baciarla sul collo.

Se l’acqua si fosse raffreddata non se ne sarebbero accorti. In realtà si sarebbero accorti di ben poche cose. Si lasciarono andare ai sensi e a loro stessi in una struggente lentezza d’amarsi estraniati dal resto del mondo, come era ogni volta, quando entravano in quella bolla dove solo a loro era concesso stare e non c’era più niente. E soffocarono gemiti, urla e sospiri sulla bocca e sul corpo uno dell’altra, in quell’unica accortezza che tacitamente adottarono ricordandosi non sapevano quanto coscientemente che Lily dormiva a pochi metri da loro. 

Kate si ritrovò con le braccia allacciate dietro la nuca di Rick e la testa appoggiata nell’incavo del suo collo, lì, dove gli piaceva baciare la sua pelle e sentire il suo profumo: era completamente adagiata su di lui che le passava le sue mani sulla schiena, sollevando un po’ d’acqua ogni volta. Rimasero in quella posizione fin quando i loro respiri non tornarono normali, tra un bacio ed una carezza e tanti sorrisi.

- Penso che questo lo possiamo mettere direttamente tra i migliori ritorni a casa di sempre - le disse Rick decisamente soddisfatto.

- Sì, direi che possiamo farlo… - rispose languidamente Kate

- Però prossimamente possiamo anche provare a fare qualcosa di meglio… - rilanciò lui stuzzicandola

- Si può sempre fare di meglio Castle… - Gli rispose baciandolo con passione prima di uscire dalla vasca, mentre lui la osservava con il corpo ricoperto di goccioline d’acqua che scorrevano lungo tutta la schiena, fino ad arrivare sui glutei e poi sulle lunghe gambe. Doveva smetterla di guardarla altrimenti sarebbe uscito ed avrebbe ricominciato subito da dove avevano finito poco prima.

- Tu non esci Castle? - Gli chiese Kate mentre si avvolgeva nel suo accappatoio ridendo e lui da dentro l’acqua sbuffava. Lo osservò con quella sua faccia stretta in quella smorfia contrariata e rise. - Sei incontentabile!

- È un reato esserlo della propria moglie, che specifico, non fa niente per facilitare le cose?

- Uhm… no, non lo è ancora… Altrimenti dovrei arrestarti, lo sai!

- Per favore, Kate, non infierire su di me! 

Si legò l’accappatoio in vita e prima di uscire dal bagno lo avvisò che avrebbe controllato lei la cena. Rick rimase a sbuffare ancora qualche istante nella vasca, poi aprì l’acqua fredda che gli fece fare qualche altra smorfia. Si decise ad uscire, sistemò il bagno raccogliendo i vestiti sparsi ed asciugando l’acqua che avevano involontariamente fatto uscire dalla vasca senza rendersene assolutamente conto e con un gran sorriso stampato sul volto indossò anche lui l’accappatoio e la raggiunse in cucina. 

   
 
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