Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Blue Drake    15/10/2016    1 recensioni
Isabeau, una scrittrice di racconti fantasy, riceve visite inattese – e non necessariamente gradite –. Che cosa mai vorranno da lei, questa volta? E perché proprio in quel momento, quando invece dovrebbe assolutamente portare a termine il suo lavoro, in fretta, prima che l'editore inizi a tramare vendetta contro di lei. Isabeau si augura solamente di non finire nuovamente nei guai, come già successe dodici anni prima; ma per come si stanno mettendo le cose, ci crede poco.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Capitolo Sette



Con un soffice fruscio, Zaynar scomparve nel nulla, diretto nel suo mondo.

E Isabeau fu nuovamente sola. Beh, più o meno. Abbassò lo sguardo, lo soffermò sull'unico altro essere vivente – “per ora”, la pungolò a tradimento la coscienza – presente e mugolò infelice.

Aveva preso la decisione più giusta, lo sapeva bene, eppure si sentiva comunque nervosa e spaventata. Già se lo figurava: sarebbe arrivato da lei qualche assurdo demone, con pretese altrettanto assurde, molto probabilmente incavolato nero per ciò che era accaduto e, naturalmente, se la sarebbe presa con lei, matematico: non c'era scampo. Per fortuna sarebbe stato presente anche Zaynar. Si augurava solamente che non finisse in carneficina; in fondo aveva solo ventiquattro anni, per la miseria!

Nell'attesa che l'amico facesse ritorno con i rinforzi, si sedette accanto ad Arjentael e gli scostò i capelli finiti sugli occhi, sospirando e pregando che, per una volta soltanto, le cose andassero per il meglio.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

Trovalo”, diceva lei. “Tsk, come se fosse facile”, pensò Zaynar, percorrendo ad andatura sostenuta la fitta foresta imbiancata dalla recente nevicata. Faceva freddo, ma il corpo agile e robusto dell'atrox non lo percepiva e non se ne curava, mentre i muscoli forti delle zampe si flettevano ritmicamente nella corsa alla ricerca del demone che gli serviva.

Pochi mesi prima si era imbattuto in lui e lo aveva furtivamente seguito, nella speranza di ricavarne qualche informazione. Purtroppo anche quello, come molti altri prima, era stato un buco nell'acqua; neppure quel demone bianco era a conoscenza di qualcosa di utile. Così, alla fine, lo aveva lasciato perdere ed era tornato a battere altre piste, sempre con l'intima e segreta speranza di trovare quella giusta.

In quel momento, invece, desiderava con tutte le sue forze di ritrovare quel maledetto demone bianco, ma il suo naso e i suoi sensi affinati ancora non lo avevano intercettato, costringendolo a proseguire la sua corsa a oltranza.

Fece un improvviso balzo, inerpicandosi fra le fronde di un albero e rintanandosi il più possibile fra le ombre, mentre due demoni rossi passavano proprio lì sotto, parlottando in modo confusionario fra loro senza minimamente avvedersi della presenza silenziosa sopra le loro teste.

Zaynar allungò appena il collo, mantenendo l'equilibrio con la lunga coda, e drizzò le orecchie all'indirizzo del loro continuo cicaleccio perché, se l'udito non l'aveva ingannato, aveva appena sentito il nome del demone che stava cercando sulla bocca di uno dei due rossi lì sotto. Cauto e silenzioso, si spostò fra i rami, tenendo occhi e orecchie fissi sui due, seguendoli come un'ombra senza peso, nella speranza che si decidessero a dire qualcosa di utile – tanto per cambiare –. E dopo lunghi minuti di chiacchiere insulse, finalmente eccolo di nuovo, quel nome tanto sospirato.

«E hai sentito di Erwan?», chiedeva uno.

«No, che cosa ha fatto?», si informava l'altro.

«Per ora ancora nulla di che. Ma pare vada in giro a fare domande strane», rispose il primo.

«Domande? Pensavo che fosse troppo occupato a cercare informazioni sulla scomparsa di Lothyan», dubitava il secondo.

«Beh, pare che ora sia scomparso un altro demone e che Erwan lo stia cercando», lo aggiornò, solerte, il primo.

«Ah, le cose si complicano, eh? E quando scomparirà anche Erwan, chi si prenderà la briga di cercarlo?».

Entrambi i demoni rossi scoppiarono a ridere sguaiatamente, mentre Zaynar, nella propria testa, rispose, “Io lo cercherei, visto che ci sono costretto”, e sbuffò seccato.

Bene, quindi quel bellimbusto di un demone bianco si era accorto che il compagno idiota era sparito dalla circolazione. Questo poteva andare a vantaggio di Zaynar, in qualche modo. Avrebbe potuto provare a sintonizzarsi su Erwan. Normalmente non ne avrebbe ricavato granché, dato che non era mai stato un asso in quei giochetti psichici; ma in questo caso era differente: Zaynar sapeva esattamente su cosa concentrarsi e, questa volta, molto probabilmente, avrebbe funzionato. Doveva fare attenzione, però: Erwan non era un bambolotto sprovveduto come il suo preziosissimo demone blu; poteva diventare molto pericoloso in qualunque momento.

Salì ancora, sul ramo più alto e solido che riuscì a scovare, e lì si appollaiò, piantando gli artigli nel legno in modo da non rischiare di cadere nel momento meno opportuno, poi sollevò la testa e chiuse gli occhi, mentre le orecchie vibravano di anticipazione nell'aria fredda. Inspirò a fondo e lentamente, liberò la mente da ogni pensiero superfluo e concentrò ogni sua percezione su un unico obbiettivo: Erwan e la sua ricerca del demone blu.

Per i primi minuti non accadde assolutamente nulla; tutto ciò che vide fu il nero sbiadito dietro le palpebre serrate, tutto ciò che sentì fu l'aria fredda contro la pelliccia. Poi, senza alcun preavviso, un lampo bianco quasi lo accecò dopo tutto quel buio e dovette conficcare più a fondo gli artigli nel ramo che lo sosteneva, per rimanervi aggrappato. Tornò a concentrarsi e il lampo bianco perse lentamente il suo alone sfumato e abbagliante, concretizzandosi nei capelli candidi di colui che stava braccando già da qualche ora. Esultò dentro di sé e mentalmente seguì i suoi passi, impaziente di riconoscere il luogo in cui si trovava in quel momento e poterlo così raggiungere; tuttavia dovette attendere lunghi minuti per avere una risposta soddisfacente.

Seppe, infine, quale direzione prendere, nel momento in cui riconobbe i bastioni della dimora che, prima della scomparsa di Lothyan, aveva a lungo considerato la loro casa. Allora spalancò gli occhi, un sordo ringhio a vibrargli in gola, balzò a terra e spiccò una corsa risoluta e potente, diretto verso il suo obbiettivo.







   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Blue Drake