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Autore: Alice_Tarrant99    15/10/2016    3 recensioni
''Credi che io sia matta?'' ''Oh si Alice, sei matta, completamente svitata, ma ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti.''
Questa storia racconta ciò che successe dopo l'addio tra il Cappellaio Matto e Alice. Ci sono nuovi guai in vista per Sottomondo, che ha di nuovo bisogno della sua Paladina per riportare l'ordine e la serenità. Romanticismo, azione e colpi di scena si presenteranno in un contesto folle come pochi! Mi auguro che la storia vi piaccia e vi chiedo scusa in anticipo per eventuali errori grammaticali o di ordine nella stesura. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Alice]
 
<< Non sempre ciò che vedi è l’unica cosa esistente, spesso, per capire meglio la realtà, bisogna osservarla da altre angolazioni. >>
Detto questo, il gigantesco animale sparisce attraverso lo specchio.
‘’Osservare da altre angolazioni‘’... Cosa vorrà mai dire? Pensa Alice, pensa! Osservare ciò che vedi da altre angolazioni.
Sento il Cappellaio parlare tra sè e sè: << Altre angolazioni... realtà... osservare... >>
Improvvisamente un lampo percorre i nostri pensieri, e prende vita attraverso le nostre parole.
All’unisono ci ritroviamo a dire: << Lo specchio! Dobbiamo girare lo specchio! >> e insieme ci apprestiamo ad attraversarlo di nuovo.
Una volta fuori, prendiamo dai due lati lo specchio, e insieme lo giriamo. Guardo il Cappellaio sorridendo: << O la va, o la spacca...! >>
<< Come? Spaccare cosa? Non sono mica il Leprotto! >> afferma confuso.
<< Lascia perdere, te lo spiegherò appena ci sarà tempo! >> rispondo io ridendo, e prendendogli la mano ancora una volta, attraverso lo specchio.
[Stayne]
Le passo una mano dietro la nuca, e avvicino il suo viso al mio sempre di più. Non appena i nostri nasi si sfiorano però, istintivamente mi allontano da lei. Ma che diavolo mi prende? Come potrebbe una come lei volere un codardo e un assassino come me? Come potrebbe volere colui che per anni ha cospirato insieme a sua sorella contro di lei, per rubarle la corona o addirittura ucciderla? Non posso, non posso permettermi di provare nulla per lei, lei che per quanto bella e perfetta possa essere, resterà sempre irraggiungibile.
<< Perchè ti allontani? >>
<< Non posso farlo... perdonami. >>
[Mirana]
Si alza con un’espressione sconvolta in viso, e tremante chiude la cella e va via.
‘’Perdonami.’’
Perdonare cosa? L’essersi lasciato andare? L’avermi permesso di spogliarlo di ogni maschera e vederlo per ciò che realmente è? È così sbagliato lasciare a qualcuno la possibilità di conoscere i tuoi più lontani ricordi e più oscuri segreti?
Tante, troppe domande mi attanagliano la mente, e altrettante sensazioni mi attanagliano il cuore. Era così vicino, così diverso. Era un momento così strano, così assurdo, eppure così bello.
Ma lui è pur sempre dalla parte di Iracebeth, e finchè sarà sotto il suo controllo, qualsiasi sentimento andrà messo da parte, per la mia e per la sua vita.
[Alice]
Ci ritroviamo di nuovo nella sala, che stavolta si presenta sottosopra. Camminando mi guardo intorno, osservando i quadri, gli orologi e i mobili sopra la mia testa, sul soffitto. Andiamo avanti, fino a raggiungere la fine della sala, dove prima c’era la fenice in catene, e osservo la parete più chiara delle altre, in particolare la chiazza scura su di essa.
[Tarrant]
Osservo la chiazza, e Alice mi fa segno di avvicinarci ancora. È assorta nei suoi pensieri, quando ancora una volta i suoi occhi si illuminano, e si gira aprendosi in un sorriso così grande da togliermi il fiato.
<< Ho capito! >> esclama entusiasta. Con le mani sfiora la parete, e colta da un altro lampo di genio mi guarda e mi dice << Cappellaio, puoi prestarmi le tue forbici per favore? >>
<< Certo, mia cara... >> un po’ perplesso la osservo fare degli squarci sulla parete, fino a rivelare, dietro uno strato di carta, una porta in legno scuro.
<< Alice, sei un genio! >>
Le prendo il viso e le stampo un bacio in fronte, e lei risponde con un sorriso euforico.
<< Finalmente ci siamo. >> dice lei fissandomi dritto negli occhi.
Fa per aprire la porta, ma è chiusa a chiave.
<< Ovviamente, come potevo pensare che fosse aperta?! >> sbuffa lei irritata.
[Alice]
Dal fondo della sala si rimaterializza la fenice, che con pochi battiti d’ali ci raggiunge.
<< Sapevo che ce l’avresti fatta, Alice! La chiave che ti serve per aprire la porta è qui appesa al mio collo, prendila. >>
<< Grazie mille, davvero! >> Sgancio la chiave arrugginita dalla catenina che la grande creatura porta al collo. Fatto un cenno col capo, ancora una volta, si dilegua.
 con lo sguardo alla porta. Infilo la chiave, e finalmente riusciamo ad aprirla. Troviamo una piccola stanza senza finestre, al cui centro vi è un baule.  Aiutandoci a vicenda io e il Cappellaio riusciamo ad aprirlo.
[Mirana]
Apro gli occhi dopo una breve e disturbata dormita. Lo trovo seduto davanti a me, che mi osserva in silenzio.
<< Scusami, ti ho svegliata... >>
<< Non scusarti, non riuscivo a dormire in ogni caso... >>
<< Neanche io ci sono riuscito, e mi ero anche dimenticato di farti una domanda: perchè Iracebeth ti odia tanto? >>
A sentire questa domanda un brivifo mi percorre la schiena e nella mente riappaiono le immagini di un passato che forse è meglio dimenticare.
<< Beh... è una storia che risale a quando eravamo più che ragazzine. Lei e io eravamo inseparabili, una volta. >>
<< Cosa accadde di così grave? >>
[Stayne]
Si mette a sedere, con calma, e lentamente inizia a raccontare << Ecco, lei ed io sin da piccole eravamo una l’opposto dell’altra, eppure nonostante ciò ci volevamo bene. Ma lei era la maggiore, e una futura regina ha delle responsabilità, delle regole comportamentali e tante altre cose che io a differenza sua non dovevo fare. Lei amava giocare con le creature di Sottomondo, amava l’idea di diventare regina, ma aveva un’idea distorta di come si regna, e degli immotivati scatti d’ira che sfogava su qualsiasi cosa o qualsiasi creatura si trovasse davanti. Io invece mi limitavo a giocare con le mie pozioni, e con i miei amici più cari come il Cappellaio.  Ebbene, i nostri genitori si resero presto conto  che Iracebeth non sarebbe mai stata una brava regina, e iniziarono lentamente a metterla da parte e a spostare la loro attenzione su di me. Così io appresi da loro tutto quello che so su come si regna, mentre a lei fu negato ciò che le spettava di diritto. Fu lì che in lei iniziò a crescere l’odio verso di me. Questo sentimento raggiunse l’apice quando venni incoronata al suo posto e fui promessa a colui che poi sarebbe diventato il re suo marito. Lui mi amava, e anche io amavo lui. Iracebeth mi odiò ancora di più vedendo che più la mia vita migliorava, più la sua diventava un inferno. Usurpò il mio trono, e sposò il re, a cui in seguito fece tagliare la testa. >> si ferma per un attimo, con gli occhi chiusi. Poi riprende con un sorriso malinconico << I suoi piani sembravano proseguire, ma ben presto si rese conto di una cosa: nonostante non fossimo ancora sposati, io e il re ci eravamo amati non solo con l’anima ma anche con il corpo, e da questo amore era nata una bambina. >>
Sconvolto, chiedo << E che ne è stato della bambina? >>
<< Beh, tu la conosci e anche bene... La bambina che portavo in grembo era Alice, la Paladina ed erede al trono di Sottomondo. >>
Sgrano gli occhi, non riesco a realizzare ciò che ho appena sentito.
<< Questo Iracebeth non me lo aveva mai detto, nonostante fossi il suo uomo di fiducia... >>
<< Certe cose non sono belle da far sapere agli altri, per quanta fiducia essi ci ispirino. Certi ricordi fanno riemergere i nostri fallimenti. >>
<< Di quali fallimenti stai parlando? >>
<< Il mio fallimento è stato non aver avuto la forza di tenermi stretto il regno, e di conseguenza l’uomo che amavo e mia figlia. >>
Con le lacrime agli occhi la sua voce trema, e d’istinto la stringo a me.
<< Non sono l’unico ad aver avuto vita difficile, a quanto pare... >>
<< Già... >>
Ancora una volta mi ritrovo a guardarla negli occhi, con i nostri nasi uno contro l’altro.
[Mirana]
Non voglio allontanarmi, non ci riesco. Poggio una mano sul suo petto e stringo i suoi vestiti in modo da non permettergli di allontanarsi di nuovo.
[Stayne]
Sembra che non voglia lasciarmi andare, mi stringe a sé e mi osserva intensamente. Con una mano le cingo i fianchi, mentre con l’altra le accarezzo il viso pallido. Mi avvicino ancora, fino ad annullare completamente la distanza tra le sue labbra e le mie.
 
 
 
 
 
 
Ciaooo a tutti e scusate per la milionesima volta il ritardo (no, non quello mentale, o forse si? Ma cos vabbè) :D Bene, capitolo scritto in un momento di grande ispirazione in seguito a qualche piccolo intoppo creativo J Vi inviterei a rileggere i primi capitoli, perchè in questi giorni sto correggendo alcuni orrori della serie ‘’accendo la luce’’ quando in realtà la storia è ambientata nel 1800 circa! Ma sorvoliamo... parliamo del capitolo! Dunque, la camera dei segreti è stata apert... no aspettate, storia sbagliata! Volevo dire, finalmente abbiamo svelato l’arcano della fenice, e ora non ci resta che prendere quella benedetta spada e andare a tagliare un po’ di teste! Quanto a Stayne e Mirana, che dire, mi sto divertendo molto a scrivere la loro storia, sono una coppia che mi piace molto! Aspetto con ansia le vostre recensioni, vi prego perdonate questa povera idiota che non si sbriga mai a pubblicare! Alla prossimaaa :D
   
 
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