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Autore: AllisonHermioneEverdeen    15/10/2016    1 recensioni
Una ragazza che vaga per il mondo, in fuga.
Il Capitano e la sua ricerca di Bucky.
L'HYDRA, davvero dura a morire.
Segreti mai svelati, dimenticati da chi li custodisce.
Se volete saperne di più, non vi resta che cliccare sul titolo.
Ma vi avverto: non si torna più indietro...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Capitolo sei



- Faith, Faith, Fait... - disse in tono canzonatorio una voce dal forte accento russo che conosceva fin troppo bene. Gli agenti si fecero da parte per farlo passare: era un uomo alto, capelli bianchi ed occhi azzurro ghiaccio. La ragazza rimase paralizzata a fissarlo.
- Così mi deludi - continuò l'uomo - Mi deludi profondamente: rimanere qui a Chicago per tre settimane... davvero ti aspettavi che non ti avremmo trovata? Hai rischiato tutto... per chi? Una vecchia signora! -. Faith lo guardò negli occhi: c'era solo disprezzo nel suo sguardo. Un tempo aveva paura di quell'uomo, ne era terrorizzata... ma adesso non era più una bambina.
- Lasciatela andare - ordinò secca, cercando di ignorare la coscia che pulsava. L'uomo le sorrise freddo.
- Ma certo... la lasceremo andare, ma solo se tu verrai con noi - affermò. Faith se l'aspettava, sapeva che sarebbero state queste le condizioni, come sapeva che non c'erano via d'uscita. Alzò le mani in alto ( compresa la destra sporca di sangue ) e aprì lo sportello, senza smettere di guardare negli occhi l'uomo.

L'aereporto era gonfio di gente, perciò non fu difficile per Steve, Sam e Natasha mischiarsi alla folla, evitando di essere riconosciuti. L'ultima cosa che volevano era gente impazzita che gridava : " Gli Avengers! Gli Avengers!! ".
Uscirono dall'aereporto trascinando le valige che si erano portati dietro: contenevano le armi di Natasha, il costume di Steve e le ali di Sam. Non che girassero disarmati: avevano nascosto sotto i vestiti le pistole.
- Bene, adesso che facciamo? Chicago è enorme, da dove comiciamo? - chiese Sam.

Faith aprì gli occhi. La testa le pulsava terribilmente. A fatica mise a fuoco un soffitto grigio e sporco di muffa. Si issò a sedere guardandosi intorno: era in una stanza completamente vuota, dalle pareti scure ammuffite e il pavimento sporco di terra. Chiuse gli occhi per placare il mal di testa, cercando di ricordare cosa fosse successo: si era assicurata che Esther fosse liberata, le aveva gridato di correre via perchè la signora sembrava voler rimanere lì... l'aveva vista andarsene... poi il buio. Dovevano averla sedata, così adesso non aveva idea di dove fosse, nè da quanto tempo fosse svenuta: poteva benissimo essere tornata in Siberia, così come trovarsi ancora a Chicago. Sospirò, trascinandosi addosso al muro. Strinse le braccia al petto e si chiese cosa le avrebbero fatto. Tremava al pensiero: non potevano permettersi di ucciderla, era troppo preziosa per loro, ma questo non la rassicuarava affatto; c'erano molte cose ben peggiori della morte, e Faith era sicura che gliele avrebbero fatte sperimentare tutte...

La loro stanza non era niente di che: tre letti singoli, un bagno ed un tavolo.
- Allora Nat, dove si trova la base abbandonata dell'HYDRA? - chiese Steve mentre controllava il viale sottostante dalla finestra.
- Ai confini della città, ci prepariamo e ci andiamo subito, ma prima di entrare questa volta voglio controllare il perimetro... meglio essere certi di non avere brutte sorprese! - affermò la spia russa.
Mezz'ora dopo, vestiti e armati per l'occasione, si stavano dirigendo verso i confini ovest della città. Steve provava a guardarsi intorno, ma c'era talmente tanta gente che ci rinunciò: impossibile trovare qualcuno che si nascondeva tra la folla!
Svoltarono a destra, entrando in una piazzetta: era la via più rapida per arrivare al confine. Nel centro di questa c'era una strana scena: una sigora sconvolta attorniata da una piccola folla. I tre Avengers si avvicinarono: sentivano puzza di guai...
- L'hanno presa! L'hanno portata via! Dovete aiutarmi! - stava esclamando la signora. La folla scuoteva la testa, ma qualcuno tra le facce pallide annuiva.
- E' vero, li ho visti! - disse una voce dalla folla.
- Vi prego... qualcuno ha un telefono, devo chiamare le autorità... la polizia... - balbettò la signora guardandosi intorno. Individuò Steve, Natasha e Sam e sgranò gli occhi. Subito corse verso di loro, pallida e sconvolta.
- Grazie a Dio! Gli Avengers! - disse. Per fortuna la folla stava ancora parlottando tra sè, e cominciava a disperdersi, anche se qualche curioso aveva sgranato gli occhi.
- Signora, per favore, vorremmo un po' di discrezione... - disse Steve scambiando uno sguardo con Natasha.
- Certo.. capisco... ma non c'è tempo da perdere! L'hanno presa! Dovete aiutarmi a ritrovarla... non sapete cosa possono farle! - . I tre agenti decisero di andare a cercare un posto più riservato per parlare.
Dieci minuti dopo erano in una via secondaria deserta. La signora stava spiegando bene cosa era successo...
- La conosco solo da tre settimane... una ragazza così sola e forte! Sa fare delle cose... mi ha salvato la vita una volta... Ma ora loro l'hanno presa! -
- Loro chi? - chiese Sam.
- Non so chi siano.. Faith mi ha solo detto che si trovavano in Siberia - affermò la signora. Steve, Sam e Natasha si guardarono: avevano capito la gravità della situazione.

La lasciarono a marcire dentro quella stanza per ore, sola a fissare il vuoto. La faceva impazzire stare lì a non fare niente, senza avere idea di cosa stessero decidendo di lei. Per non parlare della paura che andassero a cercare Esther per ricattarla! Perchè ora che aveva assaggiato la libertà, non aveva nessuna intenzione di tornare ad essere un'assassina!
Alla fine, dopo quelli che le erano sembrati giorni, la porta davanti a lei si aprì cigolando. Faith si alzò, pronta a fronteggiare chiunque fosse arrivato; nella stanza entrò l'uomo che l'aveva catturata. Aveva un ghigno che trasformò presto in una fintissima espressione rammaricata.
- Mne ochen' zhal', Faith ( Mi dispiace davvero tanto, Faith ) - cominciò, chiudendo la porta alle proprie spalle. - No na etot raz vy deystivitel'no peresek liniyu ( Ma questa volta hai davvero superato il limite ) - continuò. La ragazza lo fissava con sguardo di ghiaccio.
- Vy prosto zdes', chtoby chitat' mne lektsiyu? ( Sei qui solo per farmi la predica? - ribattè gelida. L'uomo sorrise.
- K sozhaleniyu, dlya vas, net ( Purtroppo per te, no ) - affermò, e la porta si riaprì: fuori c'erano una decina di agenti armati che le puntavano dei fucili.
- My dolzhny ochistit' ( Dobbiamo ripulirti ) -

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il sesto capitolo! Purtroppo per voi, è solo di passaggio, ma nel prossimo ne vedremo delle belle!
Grazie infinite a Red_Amortentia ed Elanor 02 per aver lasciato il suo commento, sono così contenta che la storia vi intrighi... ci ho messo tutta me stessa per crearla!
Grazie a tutti i lettori silenziosi, a chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate o seguite.
Spero che la storia continui ad incuriosirvi!
A presto con un nuovo capitolo
AllisonHermioneEverdeen
P.S. Per le frasi in russo mi sono affidata a google traduttore, perciò non so quanto possano essere corrette.
   
 
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