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Autore: ExLuna    15/10/2016    1 recensioni
Quando il livello della criminalità nelle città diventa troppo alto ed è quindi troppo pericoloso e arduo per i principali comandi di polizia del mondo fronteggiare l’emergenza, ecco che interviene l’Organizzazione Luna Rossa; un’agenzia di sicari, attiva da anni, che collabora con le principali agenzie investigative del mondo al fine di debellare la criminalità e proteggere gli innocenti.
Ad esso è affiancato una importante agenzia investigativa indipendente di Konoha, la KCI, ovvero la Konoha Crime Investigation, che insieme alle centrali di polizia ed alle altre agenzie, fornisce all’Organizzazione tutte le informazioni necessarie per mettere sul campo i suoi migliori agenti e porre fine ai crimini più efferati.
Quando uno di questi agenti viene però attaccato personalmente, ferendo mortalmente la persona a lui più cara e rubando ciò che è per lui la cosa più preziosa sulla terra, le regole di ingaggio a quel punto cambiano. Ci vorranno solo 24 ore affinché la vendetta si compia. Ma l’amore è nascosto dietro l’angolo. [lieto fine. Sasu/Saku]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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[Note dell'autrice: eccoci qua, siamo alla fine, anche se questo non è iil capitolo conclusivo, manca ancora l’epilogo che ci sarà nel prossimo. Spero di non avervi deluso e che questa storia abbia colto in pieno il vostro interesse. A me non è dispiaciuta scriverla, mi rammarico di averci messo tanto ad aggiornarla, ma posso ritenermi soddisfatta. Baci baci!!]

 

 

Cap.9 – 3

Asuma chiuse il garage con il lucchetto; non era esattamente un vero e proprio garage, ma più una specie di box/magazzino dove metterci le cose che non servono e in città ce ne erano di diversi tipi e di varie dimensioni, a  canone variabile.

Mise la chiave in una busta con dentro un biglietto e la sigillò con cura prima di imbucarla nella cassetta della posta; non appena ritornò alla sua officina, notò che i portelloni erano ancora chiusi e che nessuno dei suoi ragazzi era nei dintorni a lavorare, cosa alquanto strana dato l’orario.

Si accorse troppo tardi di essere finito in trappola, quando due uomini lo immobilizzarono da entrambi i lati e un terzo, che lui purtroppo conosceva molto bene, sbucò dal suo piccolo ufficio in fondo all’officina accompagnato da tutto il suo entourage.

 

“L’uomo di Luna Rossa ha ucciso mio figlio… e ora la KCI ha aperto nuove indagini su di me e mi tiene di nuovo per le palle; hai qualche idea, Asuma, su chi sia il responsabile di questo?”

 

“Non so cosa vuoi, di cosa tu stia parlando, ma di certo non sono io il tuo martire”

 

Asuma venne fatto sedere su una sedia e legato stretto con una corda, a niente valse il suo tentativo di ribellarsi con la forza, i due uomini con le tenevano erano più grossi e massicci di lui, ma non si arrese tanto facilmente.

Orochimaru si tolse la giacca e si avvicinò; Asuma lo aveva già una volta visto all’opera, non era certo uno che usava i guanti bianchi, sapeva essere la peggiore di tutte le carogne.

Venne colpito in faccia da un pugno che sapeva di acciaio, ma si accorse era il sangue che sgorgava dal taglio sul labbro che quel pugno gli aveva provocato; gli venne portata una chiave inglese, inutile per Asuma immaginare l’uso che ne fece, le rotule di entrambe le ginocchia vennero ridotte in poltiglia, con un cacciavite gli penetrò il fianco fino a spezzargli una costola e poi un’altra ancora, una tortura che durò per un tempo infinito.

Lo stava massacrando con gli stessi arnesi che Asuma teneva nell’officina e quando ebbe terminato, Orochimaru sembrava più fresco di quando aveva iniziato mentre Asuma era ridotto a brandelli, ma continuò a ripetere che lui era l’uomo sbagliato.

Capì subito il motivo per cui Orochimaru non era intenzionato a credergli, entrò nell’officina una ragazza dai capelli rossi e per Asuma fu peggio che ricevere una pallottola in testa; Karin era la traditrice ed era la ragione per cui Orochimaru non lo avrebbe lasciato in vita.

 

“Posso risparmiarti ulteriori pene Asuma, se mi dici dove trovare l’uomo di Luna Rossa e i nomi dei due tuoi nuovi amici poliziotti con cui hai avuto recente contatto”

 

“Non li avrai mai…

 

“Ho visto il video di sorveglianza del molo dove si trovavano i container; la ragazza dai capelli rosa, chi è e per chi lavora?”

 

Asuma gridò di dolore per le dita spezzate dalle pinze che Orochimaru aveva appena usato; Asuma però resistette, non avrebbe mai detto nulla che avrebbe messo in pericolo un solo membro di Luna Rossa o della KCI.

 

“Lo scoprirò comunque, preferirei però che fossi tu a farmi risparmiare tempo… sempre che tu non ne voglia abusare ulteriormente…

 

“Preferisco marcire all’inferno…

 

La tortura ricominciò, ma Asuma non cedette ed Orochimaru a quel punto perse totalmente interesse a continuare personalmente e lasciò che fosse Karin a finire il lavoro.

 

“E’ un vero peccato Asuma. Avevi talento, ed io odio sprecare risorse preziose, ma non accetto il tradimento. Ti auguro un gradevole viaggio!”

 

Come previsto, fu proprio la rossa a puntargli la pistola in fronte e premere il grilletto; una telefonata anonima avrebbe avvisato la polizia del cadavere del proprietario di una officina di periferia ed Orochimaru sapeva per certo che, il messaggio sarebbe arrivato presto al destinatario.

 

Sakura trovò l’appartamento che le aveva indicato Naruto; la porta era chiusa a chiave ma grazie ad un trucco molto semplice, perfezionato in anni trascorsi in polizia, riuscì ad aprire la porta, facendo scattare la serratura con l’uso di una carta magnetica.

L’appartamento era messo a soqquadro, sembrava ci fosse stata una lotta di recente e Sakura non riuscì a trattenere un senso di amarezza, non era certo come se l’era immaginato; allo stesso tempo però non si stupì più di tanto, considerati gli ultimi avvenimenti che avevano portato alla luce verità nascoste che avrebbe preferito non conoscere.

Su una mensola alla parete del salotto, vide alcune fotografie e ce ne era una in particolare che attirò la sua attenzione; la foto ritraeva due giovani ragazzi sorridenti, uno più grande rispetto all’altro, ma piuttosto simili negli occhi e nei lineamenti: doveva essere stata scattata alcuni anni prima e sembravano veramente felici.

Sakura riconobbe Sasuke, doveva avere avuto all’incirca tra i 13 e i 14 anni, l’altro invece doveva essere il fratello deceduto, almeno così aveva detto Naruto; Sakura prese la foto per osservarla ancora più da vicino e sorrise, immaginando come poteva essere stata l’infanzia di Sasuke e dovette riconoscere che, anche suo fratello non era stato di certo un brutto ragazzo.

 

“Trovato nulla di interessante…detective?”

 

Sakura si girò di scatto verso la porta di ingresso e trattenne il fiato vedendo Sasuke in piedi che la osservava con il suo solito sorriso sghembo, non pensava che lo avrebbe rivisto tanto presto e sentì il volto comprimersi in una smorfia di rabbia; doveva esserci sicuramente lo zampino di Naruto…

Rimise la foto al suo posto con molta cura, cercando le parole migliori per affrontarlo, impresa non così facile come pensava.

 

“Nulla che colleghi un comune personal trainer con fucili d’assalto AK47 e pistole calibro 45…”

 

Touchè… sono in arresto?”

 

Tecnicamente…

 

Sakura aveva d’istinto portato la mano alla fondina della pistola, senza però impugnarla; voleva conoscere la versione di Sasuke ma allo stesso tempo temeva ciò che era in grado di fare, lo aveva visto e non era molto propensa a fidarsi.

 

“Non giocare con me Sakura, ricordati che ti ho salvato la vita”

 

“Vorrei che non lo avessi fatto…

 

“Forse hai ragione… in caso contrario non me lo sarei mai perdonato…

 

“Perché?...”

 

Quella domanda suonò come una sconfitta ed una delusione, ma anche un forte desiderio di sapere la verità; in fondo lei provava sentimenti forti per Sasuke, fin da quando lo aveva conosciuto e pensava che lui un po’ la ricambiasse; ora però non ne era così sicura…

 

“Avevamo fatto un patto, ricordi? Nessuno dei due doveva parlare o chiedere del lavoro dell’altro, ed io sono costretto a vivere nell’ombra di una menzogna per proteggere me stesso, la mia famiglia e l’Organizzazione. Nessuno deve sapere chi siamo e quello che facciamo…

 

“Già, me ne sono accorta…

 

Sasuke si era avvicinato di qualche passo e Sakura si irrigidì notevolmente; aveva conosciuto un uomo che si era rivelato più pericoloso di Orochimaru stesso e si trovava ora sola con lui, sperava davvero di non essere costretta a sparargli per difendersi, ma allo stesso tempo si sentiva pervasa da uno strano senso di eccitazione che non aveva mai provato con nessun altro.

 

“Eri l’ultima a cui avrei voluto mentire o fare del male, ma non c’è nulla che possa cambiare ciò che sono…

 

“Non avvicinarti così… non farlo”

 

Erano uno di fronte all’altra, così vicini che Sakura poteva sentire sul suo viso e il calore che il corpo di Sasuke poteva emanare, sebbene nell’appartamento non facesse particolarmente caldo.

 

“Dovresti allentare la presa, sei troppo tesa, sarebbe molto facile disarmarti”

 

Sasuke le prese la mano e lentamente le fece estrarre la pistola dalla fondina, la prese lui stesso di persona e la appoggiò sulla mensola dietro a Sakura; lei non si oppose, avrebbe voluto ma non aveva alcuna capacità di ragionare con lucidità quando era con lui, in quella circostanza poi era ancora più difficile.

 

“Forse dovresti scegliere uomini meno complicati…

 

“Forse sei tu che dovresti scegliere un tipo di donna…semplice

 

“Adoro quelle che sanno il fatto loro, e tu non sei certo in fondo alla lista…

 

“Rimane il fatto che sei un assassino e io un poliziotto, non è certo un’ottima combinazione…

 

“Ma pur sempre intrigante. Non sei curiosa nemmeno un po’?”

 

“In un certo senso, direi di sì…

 

Si scambiarono lo sguardo per un istante, lei era sicura di aver scorto sul suo volto un sorriso malizioso, che non lasciava spazio a diverse interpretazioni; mise la mano dietro la nuca di lei e si avvicinò ancora di più per baciarla, inizialmente con dolcezza, poi nell’arco di un secondo sentì la sua lingua nella sua bocca, dolce e morbida farsi sempre più vorace, fino al punto che non potè resistere oltre e cercò di liberarsi dalla sua stretta.

Era la prima volta che la baciava e non si aspettava una reazione di quel genere, voleva fermarsi ma non ebbe il coraggio di allontanarlo.

 

“Ricordi che ti avevo detto che dovevo darti una cosa?”

 

Le sussurrò a bassa voce sulle labbra e per un attimo Sakura non era sicura di aver capito; poi le tornò in mente l’ultimo messaggio che lui le aveva mandato prima di annullare il loro appuntamento e quanto rimase entusiasta in quel momento, fu quasi come ritornare al liceo ed alle prime cotte adolescenziali.

Fece cenno di sì con la testa e lui non perse tempo a ritornare alla carica, con una certa foga passionale che Sakura rimase travolta e non potè che reagire facendosi trascinare da quell’uragano che o poi l’avrebbe portata via; capì allora a cosa si riferiva Sasuke e rispose con la stessa foga con cui ora lui la divorava.

Non si rese conto di come o di quando i vestiti finirono sul pavimento, ma un attimo dopo erano in camera da letto a finire ciò che avevano appena iniziato.

 

 

- 2

Kakashi era nel suo ufficio, quando la divisione investigativa della scientifica lo avvisò dell’omicidio avvenuto nel garage di Asuma.

Per Kakashi era chiaro che Orochimaru stava mettendo in atto la sua personale vendetta contro tutti quelli coinvolti nella morte di Kabuto; il suo obiettivo in particolare era Sasuke e il solo modo per trovarlo era torturare ed uccidere chiunque aveva avuto a che fare con lui, o sapeva come rintracciarlo.

Il messaggio era molto chiaro e non vi erano dubbi che, in un qualche modo, sospettasse anche di Sakura; la sicurezza della sua identità era appesa ad un filo e non poteva permettere che Orochimaru mettesse le mani su di lei.

In quell’istante entrò Naruto nell’ufficio e, non appena vide la faccia di Kakashi, capì subito che qualcosa non andava.

 

“Sembra che non abbia avuto buone notizie questa mattina capo. Ecco perché il tempo non accenna a migliorare…

 

“Piantala subito con le battute idiote e dimmi dove si trova Sakura adesso!”

 

Ehm…l’ho lasciata a casa di una persona…

 

“E chi sarebbe?”

 

“So che comunque mi prenderebbe a calci nel culo, ma non credo di poterglielo dire”

 

“Hai torto Naruto, io posso fare molto peggio che prenderti a calci nel culo, quindi meglio per te che Sakura non sia con la persona che ho in mente in questo momento”

 

“Lei sapeva che uscivano insieme?”

 

Naruto era caduto come il solito idiota nella trappola di Kakashi; le sue non erano mai minacce fatte a vuoto, ed era capace di ottenere ciò che voleva con sottile inganno e semplice intimidazione. Tattica acquisita in anni di esperienza operativa.

Naruto se ne accorse troppo tardi, il volto di Kakashi era diventato di pietra, non aveva la benché minima idea che, Sakura e Sasuke, si frequentassero né tanto meno da quanto; se avesse potuto avrebbe scagliato tutta la scrivania fuori dalla finestra, ma anche l’autocontrollo era una dote acquisita in anni di esperienza.

 

“Cavolo sono proprio un coglione…

 

 Asuma è appena stato ucciso. Orochimaru intende dare la caccia a Sasuke e non esiterà ad uccidere chiunque sia con lui o abbia anche solo una minima relazione con lui…questo include anche te e Sakura”

 

“Non è me che la serpe vuole morto capo, ma Sasuke…

 

“Chiamalo e fate in modo che lei non venga coinvolta. E’ giunta l’ora di porre fine a questa storia una volta per tutte”

 

 

Aveva appena terminato di fare la doccia, fuori ancora pioveva a di rotto e si sedette sul letto al suo fianco ad osservarla silenziosamente; Sakura era crollata per il sonno e dormiva profondamente, Sasuke non aveva alcuna intenzione di disturbarla, tanto che aveva tolto la suoneria al cellulare.

Poco dopo però, il telefono iniziò a vibrare, e quando vide il nome di Naruto sullo schermo, si alzò e se ne andò in cucina a rispondere, pensando che fosse realmente importante; quando si rese conto che era peggio di quello che si aspettava, un ombra scura gli ricoprì il volto e si irrigidì come una pietra.

 

Asuma è stato ucciso. Orochimaru è intenzionato a fare strage di tutta l’ Organizzazione e della KCI pur di trovarti. Sakura non è al sicuro insieme a te, dobbiamo impedire che si avvicini a lei. Passo a prenderti tra 10 minuti”

 

Dal punto in cui si trovava poteva scorgere la camera da letto, la porta era aperta e poteva vedere il profilo di Sakura sotto il lenzuolo, lei ancora dormiva e sentì il sangue ribollire per la rabbia e il cuore spezzarsi in mille pezzi: era consapevole che doveva proteggerla ma allo stesso tempo sapeva che, se fosse andato ad affrontare Orochimaru, non sarebbe più tornato.

Elaborò rapidamente un piano per assicurarsi che, se proprio doveva morire, almeno Orochimaru lo avrebbe seguito; mandò un messaggio con il cellulare e andò a vestirsi, doveva essere pronto per quando Naruto sarebbe arrivato; non aveva la benché minima idea di cosa avesse in mente quella testa quadra ma non aveva scelta che affidarsi a lui.

Non svegliò Sakura e non lasciò alcun messaggio, preferì non rendere il tutto ancora più difficile e se ne andò, l’ultima missione prima della fine.

 

 

-1

Karin era in procinto di partire verso le isole esotiche, era stato organizzato tutto dall’avvocato di Orochimaru, doveva solo recuperare alcuni effetti personali che mise accuratamente in una borsa da viaggio di medie dimensioni.

Intendeva viaggiare comoda e una volta arrivata a destinazione, con tutti i soldi che aveva ricevuto, non sarebbe stato un problema comprare tutto quello che aveva sempre desiderato; uscì dal portone del palazzo dove abitava ed attraversò il portico esterno verso il parcheggio dove avrebbe trovato uno degli autisti di Orochimaru che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto: aveva tutto, soldi, un nuovo passaporto ed una nuova identità, era sicura che avrebbe avuto un roseo futuro, ma si accorse subito di essere seguita e non le ci volle  molto per capire che, nonostante le sue abilità ed ogni precauzione presa per non farsi rintracciare, alla fine Luna Rossa l’aveva trovata; venne presto circondata da almeno una decina di uomini vestiti con abiti scuri e da dietro una colonna sbucò il capo in persona: Fugaku voleva essere sicuro che il traditore non vedesse più la luce del giorno.

 

“Signorina Karin, sono dolente di informarla che il Consiglio ha stabilito che i suoi servigi non sono più richiesti .”

 

Karin sogghignò, non si aspettava certo un bel tornato e nemmeno le interessava di cosa pensava l’Organizzazione e della sua politica; rimase immobile in attesa che ognuno degli uomini intorno a lei impugnò la pistola e, in contemporanea, fecero fuoco.

 

 

La limousine nera era bloccata nel traffico della strada principale del centro, la pioggia incessante stava creando notevoli disagi e rallentamenti, ma Orochimaru non aveva fretta; era intenzionato a trovare l’uomo che aveva ucciso suo figlio ed una volta trovato era intenzionato a dargli una morte lenta e molto dolorosa.

Ad un tratto squillò il telefono cellulare dell’avvocato, seduto nel sedile di fronte ad Orochimaru e gli passò la telefonata; era inusuale che lui rispondesse alle chiamate fatte al telefono di un'altra persona, ma l’avvocato disse che era importante: la voce di un uomo fece intendere ad Orochimaru che avrebbe presto ricevuto il suo premio.

 

“Ho saputo che mi stai cercando”

 

“Deduco che questa non sia una semplice telefonata di cortesia”

 

“Deduzione esatta. Sprechi il tuo tempo, non è così facile trovarmi”

 

“Il tempo amico mio è l’unica cosa di cui posso vantarmi di possedere in abbondanza… e presto io mi prenderò il tuo di tempo”

 

“Come ti ho già detto, non è così facile trovarmi… sarò io a trovare te, so già dove stai andando e mi assicurerò che la tua meta sia la definitiva”

 

La chiamata venne interrotta, Sasuke e Naruto avevano avuto il numero dell’avvocato di Orochimaru grazie a Shizune, la seconda esperta informatica della KCI che aveva da poco preso servizio, sostituendo Shikamaru.

Era molto brava ed aveva fornito loro le coordinate del gps della limousine di Orochimaru ed aveva scoperto, entrando nel computer portatile dell’avvocato, che si stava in quel momento recando al suo aeroporto privato appena fuori città.

Sasuke aveva un piano ed aveva deciso di farsi aiutare da Naruto; uscirono velocemente dalla superstrada, avrebbero intercettato Orochimaru al suo arrivo all’aeroporto, ma nessuno dei due s’immaginava che, a sua volta, Orochimaru aveva fatto intercettare la chiamata ed aveva mobilitato tutto il suo esercito personale che avrebbero atteso l’arrivo di Sasuke all’ingresso in aeroporto; avevano l’ordine di catturare l’uomo di Luna Rossa vivo e poi avrebbe pensato lui stesso ad eliminarlo.

Quando giunsero ai cancelli di ingresso del piccolo aeroporto, videro che il jet privato di Orochimaru stava uscendo dall’hangar, era sicuramente intenzionato a lasciare la città, allo stesso tempo si accorsero del muro di auto e uomini armati che iniziarono a sparare contro il suv che Naruto stava guidando; imprecando cercò di sterzare per evitare le pallottole, non era certo un blindato quello su cui stavano viaggiando, diversi colpi centrarono il fianco ed i vetri dei finestrini andarono in frantumi, poi Sasuke gli intimo di proseguire e sfondare la recinzione laterale; appena oltre era posteggiata una camionetta che rifornisce gli aerei di benzina, una volta oltrepassata la recinzione, Sasuke si sporse dal finestrino e sparò una serie di colpi contro la cisterna che esplose generando una colonna di fumo che si levò verso il cielo.

 

“Ehi ma che intenioni hai?”

 

“Segui il piano Naruto

 

“E’ appena andato a farsi benedire il tuo piano… SASUKE!”

 

Il moro era già saltato giù dall’auto, approfittando del fumo e delle fiamme si mise a sparare con una piccola mitragliatrice, parte integrante del suo arsenale personale; intendeva tenere occupati gli uomini di Orochimaru in modo che Naruto avesse il tempo di proseguire comunque con il piano concordato.

Non sarebbe stato facile c’erano uomini armati ovunque, ed uno in particolare armato di bazuka punto contro il suv che si stava dirigendo verso l’aereo; Naruto se ne accorse e fu costretto e saltare fuori dall’auto prima che il missile lo centrasse in pieno.

Come da copione, l’auto venne fatta saltare in aria e senza troppi indugi Naruto si mise a correre dietro all’hangar per sfuggire ai suoi inseguitori che già gli stavano sparando; Sasuke ebbe un bel daffare per tenere occupati i suoi avversari, erano troppi, molti di più di quanto si aspettasse e no ci volle molto che rimase a corto di caricatori.

Dovette a quel punto ricorrere alle bombe a mano, fortunatamente ne aveva un paio con se, lanciandoli contro gli uomini armati riuscì a liberarsi la strada e buttarsi nella mischia affrontandoli uno per uno, utilizzando le loro stesse armi da fuoco come supporto.

Gli anni di duro addestramento servirono bene allo scopo ed aveva eliminato quasi tutti, ma era così concentrato nella lotta da non essersi accorto che l’ospite tanto atteso era infine giunto alle sue spalle; l’ultima cosa che udì fu il colpo esploso a poca distanza da lui, il dolore al fianco fu un lampo che era praticamente impossibile ignorarlo.

Si accasciò contro la portiera di una delle auto ferme vicino all’hangar e si portò la mano contro la ferita per fermare il sangue che già usciva abbondante; dopo quasi 24 ore si ritrovò a guardare occhi negli occhi l’uomo con cui suo padre aveva combattuto per tutta la vita e che, per ironia della sorte, lui stesso gli aveva ucciso il figlio.

 

“Sei molto coraggioso te lo concedo, ma anche molto ingenuo. Ad ogni modo preferisco modi alternativi per porre fine alla vita di coloro che mi ostacolano il cammino”

 

“Come hai fatto con il procuratore Haruno vero? Conosco i tuoi così detti modi alternativi,non c’è niente di più vile che sterminare un’intera famiglia e far saltare la casa per coprire il misfatto. Ma ancora più vile e non aver personalmente acceso la miccia”

 

“Così parlò per l’ultima volto un uomo che uccide a comando.”

 

Orochimaru non era solo, ma si liberò del cappotto e della giacca e decise di affrontare Sasuke personalmente senza pistole e senza armi di alcun genere, così come doveva essere tra veri uomini.

Ma era anche un uomo abile nell’inganno, non aveva infatti esitato a sparargli alle spalle prima, in modo da essere sicuro di poter avere la meglio su di lui; in fin dei conti sapeva che avrebbe affrontato un uomo forte e ben addestrato, voleva la certezza che sarebbe morto soffrendo.

Sasuke riuscì a rimettersi in piedi, il tempo per incassare un poderoso destro dritto sulla mascella, il secondo lo parò con il braccio reagendo a sua volta con tutte le tecniche di arti marziali che conosceva; dovette ammettere che, nonostante l’età, Orochimaru era molto abile nel combattimento ed anche molto forte, ma il suo vantaggio dipendeva dalla ferita che gli aveva inferto.

Sasuke accusò un colpo basso dritto sulla ferita al fianco che gli fece perdere terreno e il vantaggio ottenuto da Orochimaru su di lui si fece sempre maggiore; riuscì a tenergli testa ancora per poco, dopodiché le forze iniziarono e venire meno ed Orochimaru rincarò la dose facendolo crollare a terra ai suoi piedi.

 

“C’è sempre una conseguenza nell’ostacolarmi e sebbene condivida il tuo risentimento per la perdita di tuo fratello, non posso certo perdonarti di aver preso la vita di mio figlio”

 

Orochimaru sogghignò, sicuro di avere la vittoria in tasca, quando ad un tratto un sibilo echeggiò nell’aria ed un proiettile gli passò vicino al volto procurandogli una ferita alla guancia che lo fece indietreggiare; ci furono diversi spari, da un punto imprecisati intorno all’area dove si trovavano, non erano uomini di Orochimaru e Sasuke sorrise di sbieco, la bocca impastata di sangue per i colpi inferti da Orochimaru.

 

“Credevi di poter avere tutto?”

 

Orochimaru lo guardò con rabbia mentre i suoi uomini di scorta cominciarono a sparare a loro volta e l’avvocato gli andò incontro intimandogli di allontanarsi e di raggiungere il jet.

 

“Non finisce qui, hai la mia parola”

 

Orochimaru ed i suoi uomini si misero a correre verso l’aereo pronto a partire, il pilota aveva già avviato i motori, lasciando Sasuke moribondo in mezzo al piazzale ancora con il sorriso stampato in volto.

 

“E’ già finita, stronzo”

 

Il gruppo salì sull’aereo e il portellone venne chiuso, l’aereo si incamminò verso la pista di decollo; Sasuke vide l’aereo prendere il volo con a bordo Orochimaru, in viaggio verso l’inferno…

 

“3…2…1…”

 

A pochi minuti dal decollo, appena raggiunto la quota ideale, l’aereo esplose con un boato assordante; Naruto era riuscito ad entrare nell’hangar da una porta posteriore, per impedire agli uomini che lo stavano inseguendo aveva bloccato la porta dall’interno con un’ascia che era stata lasciata vicino all’entrata. A guardia dell’aereo c’erano soltanto due uomini al soldo di Orcohimaru e grazie all’addestramento ricevuto, sia da Luna Rossa che dalla KCI, non gli fu difficile sbarazzarsi di loro e salire indisturbato sull’aereo per piazzare la bomba di piccole dimensioni dentro la centralina di controllo; una volta decollato l’aereo, grazie a un detonatore comandato a distanza, fu sufficiente premere il bottone e dato che il serbatoio era pieno di benzina il risultato era assicurato.

Naruto uscì dall’hangar in tempo per impedire ad Orochimaru di infierire su Sasuke e metterlo in fuga e quando fu il momento fece saltare in aria l’aereo; raggiunse Sasuke dolorante per le ferite inferte ma sollevato di aver messo la parola fine alla legacy di Orochimaru e di aver, allo stesso tempo, protetto la donna di cui si era innamorato.

 

“Ho sempre pensato che la mia vita fosse troppo banale. Sei decisamente uno straccio Sasuke

 

“Piantala idiota, non è poi così esaltante come pensi finire con le costole a brandelli.”

 

Bhè almeno non hai perso il tuo senso dell’umorismo”

 

Le auto della polizia, vigili del fuoco ed ambulanza arrivarono a sirene spiegate e Naruto prese sottobraccio Sasuke per farlo rialzare e portarlo via ma il moro si oppose.

 

“Sono stanco amico, non ho più voglia di nascondermi!”

 

“Non posso lasciarti qui e ad ogni modo se rimango lo sai che cosa succederà”

 

“Ne sono grato e preferisco che sia tu a farlo”

 

Naruto aveva capito a cosa si riferiva e sospirò osservando ancora una volta i veicoli che stavano entrando nell’aeroporto; sapeva benissimo cosa comportava quella richiesta e fu costretto ad assecondare l’ultimo desiderio del suo amico.

 

“Va bene, come vuoi. Andiamo… coraggio, in piedi, sei in arresto con l’accusa di omicidio. Hai il diritto di rimanere in silenzio, se rinunci a questo diritto qualunque cosa dirai potrà essere usata contro di te in tribunale. Hai diritto ad un avvocato, se non puoi permettertelo te ne verrà assegnato uno d’ufficio ecc… ecc… Cavolo quanto ti odio in questo momento!”

 

Sasuke sorrise sghembo mentre Naruto gli prese i polsi e lo ammanettò; le auto degli agenti si fermarono a pochi metri da loro e subito dietro, da un’auto di ordinanza, scese Kakashi che osservò Sasuke gravemente ferito ed ammanettato mentre Naruto lo trascinava verso una ambulanza e scortato da altrettanti agenti.

Sasuke si voltò verso di lui e poco dopo spostò lo sguardo oltre la recinzione metallica, una macchina nera era posteggiata sul ciglio della strada che costeggiava il piccolo aeroporto, i vetri oscurati impedivano di vedere chi fosse seduto all’interno, ma Sasuke sapeva che suo padre lo stava osservando e si limitò a sorridergli con aria di sfida: aveva messo la parola fine ad anni di guerra contro il crimine organizzato di Orochimaru ed allo stesso tempo aveva rotto una delle regole principali che costituivano le fondamenta dell’intera Organizzazione.

 

 

 

 

   
 
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