Ecco
un’altra fanfic su House e Cuddy, però
‘sta volta lo stile è diverso rispetto
alle altre due che ho pubblicato: diciamo che sono un po’
uscita dal mio stile
malinconico e mi sono cimentata in qualcosa di più
divertente. Spero che vi
piaccia. Bacini!
Ringraziamenti:
vorrei
ringraziare Swindle
per la sua recesione in “Happy Birthday” e Miky91
per la sua recensione in “I wanna be loved by you”.
Grazie mille!!
Disclaimers:
I personaggi di
questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia
è frutto
della mia fantasia.
L’insegna
colorata al neon del bowling lampeggiava ad intermittenza.
“Strike!” c’era
scritto, forse per augurio ai clienti. Entrava gente di ogni sorta:
famiglie
con prole al seguito, amici, coppie, ragazzi. Lisa Cuddy diede
un’occhiata
all’orologio digitale del grattacielo vicino: 21.45. Erano 30
minuti che
aspettava, ormai. Del suo accompagnatore, Brian O’ Donnell,
nemmeno l’ombra.
Brian era un architetto che aveva conosciuto per caso ad una mostra.
Finalmente
si era deciso ad invitarla ad uscire. L’appuntamento era alle
21.00, ma Lisa
era arrivata alle 21.15 pensando di trovare Brian ad aspettarla e
invece la
situazione si era ribaltata. Mentre l’orologio digitale
diceva che un altro
minuto era passato, il suo cellulare squillò.
-Brian?
-Ciao
Lisa. Scusa ma si è presentato un impegno improvviso e sono
bloccato in
ufficio.
“Sì,
certo.”
-Ok
Brian, non importa, ci sentiamo.
“Certo,
aspetta e spera.”
-Ciao,
Lisa.
Buttò
il
cellulare in fondo alla borsa. Decise che comunque sarebbe entrata a
bere una
bibita, visto che l’attesa le aveva messo sete.
Dopo la
bibita (e un panino), però, notò che
c’era una pista libera così mandò al
diavolo Brian per l’ennesima volta e affittò le
scarpe.
Non
è che
lei fosse molto portata per il bowling di solito, ma quella sera
sembrava
proprio che niente volesse andare per il verso giusto. Aveva appena
sprecato
l’ennesimo tiro, quando una voce la fece sobbalzare.
-Che eri
una schiappa come medico lo sapevo, ma che tu facessi schifo anche al
bowling,
poi…
-House!
Che ci fai qui?? Non dovevi uscire con Wilson?
-Infatti.
Ma poi bastarda tagliagole gli ha telefonato per dirgli che aveva
finito prima
il turno e il cagnolino è corso dalla padroncina. E tu che
ci fai qui da sola?
L’architetto ti ha dato buca?
-Accidenti,
House! Quante volte ti ho detto che non devi sbirciare nella mia
agenda?! Mi
vuoi lasciare in pace una volta per tutte?! Cosa devo fare per fartelo
capire?!
Si rese
conto di aver sfogato tutta la rabbia e la frustrazione che si erano
accumulate
quella sera su di lui e forse in modo troppo aggressivo. Stava per
chiedergli
scusa, quando lui la precedette.
-Battimi.
Fu la
semplice risposta.
-Eh?
-Battimi
e giuro che ti lascerò in pace… e farò
anche tutte le ore di ambulatorio che
vorrai per… una settimana.
Tanto
valeva esagerare visto che Cuddy non avrebbe mai vinto.
-Ci sto.
Dopo vari
tiri, House la stava surclassando.
Lisa
colpì
gli ennesimi tre birilli. House non perse l’occasione.
-Però,
vedo che migliori! Finora ne avevi presi solo due e con colpi separati!
-Dacci un
taglio, House.
-Sì,
ma
io così mi annoio! Il fatto, comunque, è che
sbagli posizione.
-Perché
c’è una posizione predefinita?
-Ma devo
insegnarti tutto io?? Aspetta, ti faccio vedere…
Detto
questo, si avvicinò a lei e le si parò dietro
dirigendole il braccio che teneva
la palla. Il suo petto era così vicino alla schiena di Lisa
che lei fu percorsa
da un brivido. Le fece dondolare un po’ il braccio e poi le
fece lasciare la
presa. Strike. Lisa fece un salto battendo le mani.
-Ahah!
Si
girò
con un altro salto e si accorse che solo pochi centimetri la separavano
dal volto
di House.
-Brava,
ti meriti un premio…
E si
avvicinò
a lei cingendole la vita.
-Declino
volentieri.
-Allora
me lo merito io come istruttore…
Stesso
avvicinamento.
-Non ci
provare, House. Prendi una palla e combatti!
-Ai tuoi
ordini, padroncina!
La
partita fu vinta da House, anche se Lisa aveva fatto molti progressi.
Erano
fuori dal bowling e House era salito sulla moto.
-Vuoi un
passaggio?
-Prenderò
un taxi.
-Se vuoi
fare la muffa qui…
-Certo,
perché tutti i taxi di Princeton si sono estinti…
-Hai
scelto il tuo destino.
Si mise
il casco e partì.
Venti
minuti dopo, Lisa si era alzata il bavero del cappotto e stava perdendo
le
speranze.
-Quanto
vuoi per due ore?
-House??
Ma non te n’eri andato? Che ci fai qui?
-Ti
dimostro che avevo ragione. Dai, sali.
Arrivati
davanti casa di Lisa lei scese dalla moto e si mise a giocherellare con
le
chiavi.
-Beh…
quindi… grazie per la serata…
-Di
sicuro è stata migliore di quella che avresti passato con
quel tizio. Ho
controllato il suo profilo su scapoliappetibili.com e sono sicuro che
non ti
sarebbe piaciuto.
-Ah, tu
frequenti questo… scapoliappetibili.com?
-Certo,
sono uno di quelli che riceve più contatti.
-Immagino
che avrai messo la foto di George Clooney e mentito nella sezione
“carattere”…
-Forse,
però sono stato sincero nella sezione
“difetti”…
-E cosa
hai scritto?
-Niente!
Perché tu riesci a trovarmi un difetto?
Lisa
ripensò a quella serata.
-No.
Gli
passò
le mani intorno al collo e lo baciò. Dopo alcuni secondi
staccò le labbra dalle
sue.
-Ti
andrebbe di…
-Si.
-Ma io
non ti ho ancora chiesto niente!
Disse ridendo.
-Non
c’è
bisogno di chiedere: è ovvio che voglio venire a letto con
te!
-Veramente
volevo chiederti se ti andava di entrare, ma va bene lo
stesso…
Varcarono
la porta senza staccarsi l’uno dall’altra. Lisa
voleva portarlo di sopra, ma
lui la indirizzò verso il divano. Le tolse la camicia e
cominciò a sbottonarle
i jeans. Lei gli tolse la maglietta e gli accarezzò la
schiena. Lui abbandonò
le sue labbra per scendere sul collo e lei gli morse un orecchio.
-Ma sei
proprio una pantera! Wilson non ci crederà mai quando glielo
racconterò…
-Allora…
per la partita… possiamo ritenerci pari?
-D’accordo,
ma solo per ’sta volta. A me piace vincere!
Quella
mattina Lisa si svegliò al solito orario. Il suo orologio
biologico le aveva
fatto aprire gli occhi alle sette precise. Quella mattina non si
trovava nel
suo letto, però, ma sul divano. Tra le braccia di House.
Cercò di alzarsi senza
fare rumore, ma lui si svegliò subito.
-Perché
sei sveglia?? Non è nemmeno l’alba!
-Veramente
sono le sette.
-Cooosa?
Ma allora perché mi sembra di aver dormito solo due ore?
-Perché
abbiamo dormito solo due ore!
-Giusto!
Avevo dimenticato che sei insaziabile! Ma allora sarò
giustificato se mi
addormenterò prima di andare in ambulatorio!
-Eh no,
House! L’ambulatorio lo devi fare!
-Ma
allora non c’è nessun vantaggio ad andare a letto
col capo?!
-Non
sull’ambulatorio! Però su delle nostre
conversazioni private nel mio ufficio a
tende chiuse…
-Uuhm,
potrei accontentarmi…
-Forza,
ora: in piedi!
-Come
vuoi, maestrina: lo scolaretto va a prepararsi!
Lisa
sentì l’aria fredda pungerle la schiena. Si
girò e vide che House aveva aperto
il box doccia.
-House,
che vuoi??
-Indovina…
-Ma
è già
tardi!
-Ti
ricordo che devi ancora ringraziarmi per averti insegnato la difficile
arte
dello strike…
-Beh, se
le cose stanno così…
E quella
fu la prima mattina che Lisa Cuddy arrivò tardi in ufficio.