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Autore: Miss_Sunshine    10/05/2009    8 recensioni
Cuddy ha un appuntamento ma il suo accompagnatore le dà buca e per di più incontra pure House. Riuscite ad immaginare qualcosa di più tremendo per la povera dottoressa? Però non ogni nube annuncia tempesta… leggere per credere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco un’altra fanfic su House e Cuddy, però ‘sta volta lo stile è diverso rispetto alle altre due che ho pubblicato: diciamo che sono un po’ uscita dal mio stile malinconico e mi sono cimentata in qualcosa di più divertente. Spero che vi piaccia. Bacini!

 

Ringraziamenti: vorrei ringraziare Swindle per la sua recesione in “Happy Birthday” e Miky91 per la sua recensione in “I wanna be loved by you”. Grazie mille!!

 

Disclaimers: I personaggi di questa storia non appartengono a me, ma a chi li ha creati. La storia è frutto della mia fantasia.

 

L’insegna colorata al neon del bowling lampeggiava ad intermittenza. “Strike!” c’era scritto, forse per augurio ai clienti. Entrava gente di ogni sorta: famiglie con prole al seguito, amici, coppie, ragazzi. Lisa Cuddy diede un’occhiata all’orologio digitale del grattacielo vicino: 21.45. Erano 30 minuti che aspettava, ormai. Del suo accompagnatore, Brian O’ Donnell, nemmeno l’ombra. Brian era un architetto che aveva conosciuto per caso ad una mostra. Finalmente si era deciso ad invitarla ad uscire. L’appuntamento era alle 21.00, ma Lisa era arrivata alle 21.15 pensando di trovare Brian ad aspettarla e invece la situazione si era ribaltata. Mentre l’orologio digitale diceva che un altro minuto era passato, il suo cellulare squillò.

-Brian?

-Ciao Lisa. Scusa ma si è presentato un impegno improvviso e sono bloccato in ufficio.

“Sì, certo.”

-Ok Brian, non importa, ci sentiamo.

“Certo, aspetta e spera.”

-Ciao, Lisa.

Buttò il cellulare in fondo alla borsa. Decise che comunque sarebbe entrata a bere una bibita, visto che l’attesa le aveva messo sete.

Dopo la bibita (e un panino), però, notò che c’era una pista libera così mandò al diavolo Brian per l’ennesima volta e affittò le scarpe.

Non è che lei fosse molto portata per il bowling di solito, ma quella sera sembrava proprio che niente volesse andare per il verso giusto. Aveva appena sprecato l’ennesimo tiro, quando una voce la fece sobbalzare.

-Che eri una schiappa come medico lo sapevo, ma che tu facessi schifo anche al bowling, poi…

-House! Che ci fai qui?? Non dovevi uscire con Wilson?

-Infatti. Ma poi bastarda tagliagole gli ha telefonato per dirgli che aveva finito prima il turno e il cagnolino è corso dalla padroncina. E tu che ci fai qui da sola? L’architetto ti ha dato buca?

-Accidenti, House! Quante volte ti ho detto che non devi sbirciare nella mia agenda?! Mi vuoi lasciare in pace una volta per tutte?! Cosa devo fare per fartelo capire?!

Si rese conto di aver sfogato tutta la rabbia e la frustrazione che si erano accumulate quella sera su di lui e forse in modo troppo aggressivo. Stava per chiedergli scusa, quando lui la precedette.

-Battimi.

Fu la semplice risposta.

-Eh?

-Battimi e giuro che ti lascerò in pace… e farò anche tutte le ore di ambulatorio che vorrai per… una settimana.

Tanto valeva esagerare visto che Cuddy non avrebbe mai vinto.

-Ci sto.

 

Dopo vari tiri, House la stava surclassando.

Lisa colpì gli ennesimi tre birilli. House non perse l’occasione.

-Però, vedo che migliori! Finora ne avevi presi solo due e con colpi separati!

-Dacci un taglio, House.

-Sì, ma io così mi annoio! Il fatto, comunque, è che sbagli posizione.

-Perché c’è una posizione predefinita?

-Ma devo insegnarti tutto io?? Aspetta, ti faccio vedere…

Detto questo, si avvicinò a lei e le si parò dietro dirigendole il braccio che teneva la palla. Il suo petto era così vicino alla schiena di Lisa che lei fu percorsa da un brivido. Le fece dondolare un po’ il braccio e poi le fece lasciare la presa. Strike. Lisa fece un salto battendo le mani.

-Ahah!

Si girò con un altro salto e si accorse che solo pochi centimetri la separavano dal volto di House.

-Brava, ti meriti un premio…

E si avvicinò a lei cingendole la vita.

-Declino volentieri.

-Allora me lo merito io come istruttore…

Stesso avvicinamento.

-Non ci provare, House. Prendi una palla e combatti!

-Ai tuoi ordini, padroncina!

 

La partita fu vinta da House, anche se Lisa aveva fatto molti progressi.

Erano fuori dal bowling e House era salito sulla moto.

-Vuoi un passaggio?

-Prenderò un taxi.

-Se vuoi fare la muffa qui…

-Certo, perché tutti i taxi di Princeton si sono estinti…

-Hai scelto il tuo destino.

Si mise il casco e partì.

 

Venti minuti dopo, Lisa si era alzata il bavero del cappotto e stava perdendo le speranze.

-Quanto vuoi per due ore?

-House?? Ma non te n’eri andato? Che ci fai qui?

-Ti dimostro che avevo ragione. Dai, sali.

 

Arrivati davanti casa di Lisa lei scese dalla moto e si mise a giocherellare con le chiavi.

-Beh… quindi… grazie per la serata…

-Di sicuro è stata migliore di quella che avresti passato con quel tizio. Ho controllato il suo profilo su scapoliappetibili.com e sono sicuro che non ti sarebbe piaciuto.

-Ah, tu frequenti questo… scapoliappetibili.com?

-Certo, sono uno di quelli che riceve più contatti.

-Immagino che avrai messo la foto di George Clooney e mentito nella sezione “carattere”…

-Forse, però sono stato sincero nella sezione “difetti”…

-E cosa hai scritto?

-Niente! Perché tu riesci a trovarmi un difetto?

Lisa ripensò a quella serata.

-No.

Gli passò le mani intorno al collo e lo baciò. Dopo alcuni secondi staccò le labbra dalle sue.

-Ti andrebbe di…

-Si.

-Ma io non ti ho ancora chiesto niente!

Disse ridendo.

-Non c’è bisogno di chiedere: è ovvio che voglio venire a letto con te!

-Veramente volevo chiederti se ti andava di entrare, ma va bene lo stesso…

 

Varcarono la porta senza staccarsi l’uno dall’altra. Lisa voleva portarlo di sopra, ma lui la indirizzò verso il divano. Le tolse la camicia e cominciò a sbottonarle i jeans. Lei gli tolse la maglietta e gli accarezzò la schiena. Lui abbandonò le sue labbra per scendere sul collo e lei gli morse un orecchio.

-Ma sei proprio una pantera! Wilson non ci crederà mai quando glielo racconterò…

-Allora… per la partita… possiamo ritenerci pari?

-D’accordo, ma solo per ’sta volta. A me piace vincere!

 

Quella mattina Lisa si svegliò al solito orario. Il suo orologio biologico le aveva fatto aprire gli occhi alle sette precise. Quella mattina non si trovava nel suo letto, però, ma sul divano. Tra le braccia di House. Cercò di alzarsi senza fare rumore, ma lui si svegliò subito.

-Perché sei sveglia?? Non è nemmeno l’alba!

-Veramente sono le sette.

-Cooosa? Ma allora perché mi sembra di aver dormito solo due ore?

-Perché abbiamo dormito solo due ore!

-Giusto! Avevo dimenticato che sei insaziabile! Ma allora sarò giustificato se mi addormenterò prima di andare in ambulatorio!

-Eh no, House! L’ambulatorio lo devi fare!

-Ma allora non c’è nessun vantaggio ad andare a letto col capo?!

-Non sull’ambulatorio! Però su delle nostre conversazioni private nel mio ufficio a tende chiuse…

-Uuhm, potrei accontentarmi…

-Forza, ora: in piedi!

-Come vuoi, maestrina: lo scolaretto va a prepararsi!

 

Lisa sentì l’aria fredda pungerle la schiena. Si girò e vide che House aveva aperto il box doccia.

-House, che vuoi??

-Indovina…

-Ma è già tardi!

-Ti ricordo che devi ancora ringraziarmi per averti insegnato la difficile arte dello strike…

-Beh, se le cose stanno così…

E quella fu la prima mattina che Lisa Cuddy arrivò tardi in ufficio.

 

  
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