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Autore: Sam__    17/10/2016    16 recensioni
[Swan Queen/ Long AU / OOC]
Innamorarsi e ritrovarsi con il cuore spezzato, imparare ad amare ancora, voler restare sul fondo ma contemporaneamente voler essere disperatamente salvati, scoprire la propria sessualità, stringere amicizie con persone che non ti aspettavi, sognare in grande, fare progetti, litigare, urlare, piangere …
Storia su come l’adolescenza può essere un gran casino!
I dolci sedici anni, vissuti da Emma e Regina.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11.
Una stanza di distanza.

 
 
 
Dopo quella conversazione, tornarono giù alla festa senza rivolgersi più la parola per tutta la serata.
Si cercavano solo con lo sguardo, come erano solite fare.
Emma guardava Regina quando quest’ultima fingeva di divertirsi e viceversa.
Qualcuno aveva proposto di giocare a 7 minuti in paradiso, a un certo punto della serata.
Emma aveva sempre odiato quel gioco, non ne aveva mai capito il senso.
Non voleva che qualcuno si chiudesse dentro una stanza con Neal a fare chissà cosa per 7 minuti, non voleva che qualcuno lo facesse con lei e, adesso, si aggiungeva anche Regina.
Non voleva assolutamente vederla chiudersi in una stanza con chiunque.
Regina, invece, aveva sempre amato quel gioco.
La divertiva chiudersi in una stanza con qualcuno e poter essere liberi di fare qualsiasi cosa, o semplicemente fare versacci e urli tanto per incuriosire chi stava fuori.
Si sarebbe divertita ancora di più con la partecipazione di Emma.
Quest’ultima, infatti, decise di partecipare.
Se Regina voleva proprio giocare a quel gioco, tanto valeva provare a conquistare 7 minuti con lei.
Non sapeva ancora per cosa li avrebbe usati, ma sapeva per certo che voleva giocare per averli.
Ma Emma non teneva in conto che giocare per Regina, voleva dire giocare e basta.
Quei 7 minuti potevano capitare con chiunque stesse giocando, ovvero tutti i presenti alla festa.
 
I primi ad essere scelti dalla bottiglia di birra che girava sul pavimento, furono Killian e Trilly.
I due si andarono a chiudere nello sgabuzzino immediatamente.
Si, Regina aveva permesso che si giocasse a quel gioco dentro casa sua solo se si fosse utilizzato esclusivamente lo sgabuzzino come paradiso.
In fondo, la cosa principale che serviva in quel gioco era un po’ d’ingegno, fantasia e velocità.
I soliti abituati a quel gioco, si misero dietro la porta ad origliare.
Ma non vi era traccia di un singolo suono.
Emma, rimasta seduta a terra insieme a Neal, guardava Regina sghignazzare con i suoi amici, controllare il timer del telefono e mettere su scommesse riguardo cosa stesse succedendo lì dentro.
Per la prima volta in quella serata, poteva dire con assoluta certezza che Regina si stesse davvero divertendo.
Quando il timer suonò, i ragazzi davanti la porta cominciarono a bussare, urlare “tempo scaduto!” fino a quando Killian e Trilly non uscirono dalla stanza.
I ragazzi li scrutarono attentamente, cercando tracce di rossetto, morsi, vestiti fuori posto.
Ed eccolo lì: il rossetto sbavato nella bocca di Trilly. La faceva sembrare il Joker.
Crudelia sghignazzò “Mal, paga! Ti avevo detto che si sarebbero baciati sulle labbra.”
Malefica alzò gli occhi al cielo, mentre usciva dalla tasca una banconota di un dollaro.
Guardò Killian con delusione “mi aspettavo molto di più da te!”
Tornati seduti in cerchio, fu il turno di Neal per girare la bottiglia.
Essa puntò Ariel.
Quei due si conoscevano a malapena di vista, e da entrambe le parti c’era il disinteresse assoluto.
Neal guardò Emma prima di alzarsi “posso dire di no.”
“No che non puoi!” lo riprese Robin “andiamo amico, è solo un gioco! E non sei costretto a fare nulla che tu non voglia lì dentro!”
Emma abbozzò un sorriso “vai, tranquillo.”
Si fidava di lui, non c’era niente di cui preoccuparsi.
Ma nonostante questo, quando la porta dello sgabuzzino si chiuse dietro di loro, Emma provò uno strano peso al petto.
Regina capì immediatamente la preoccupazione della bionda, insomma, ce l’aveva scritto in faccia!
E malgrado la infastidiva che stesse così per via di Neal, non poteva nascondere che non le piaceva affatto vedere quell’emozione rendere quel bellissimo viso crucciato.
Non seguì gli altri quando si alzarono per mettersi dietro la porta.
Restò seduta a terra, dall’altra parte della bottiglia che la divideva da Emma.
E non le importava se la ragazza, nonostante lo sguardo fisso al pavimento, potesse sentire gli occhi di Regina su di sé. Le andava di guardarla.
Beh, in realtà le andava di fare molte più cose. Come andare ad abbracciarla fortissimo o tentare di farla ridere.
Ma restò solamente a guardarla.
Se solo uno sguardo avesse potuto curare il tormento di quel cuore.
Al tempo scaduto, i ragazzi non ebbero il tempo di iniziare il solito casino perché la porta si aprì immediatamente.
Neal si fiondò di nuovo accanto ad Emma e l’abbracciò.
La ragazza sorrise, tutta la preoccupazione svanita.
E Regina sorrise a sua volta.
Il turno dopo, toccò a Ursula e August.
Quest’ultimo proveniva dal gruppo di amici di Neal, quindi avrebbe rispettato quella ragazza, non costringendola a fare nulla che ella non volesse.
Crudelia era ugualmente tormentata dalla preoccupazione, così come lo era stata Emma.
A differenza sua, andò vicino alla porta per ascoltare.
Ma l’unico rumore che si sentiva era il ticchettio nervoso del suo piede sul pavimento.
Come nel turno prima, la porta si aprì non appena il timer squillò.
Ursula fu la prima ad uscire, buttandosi letteralmente sopra Crudelia, avvolgendole le braccia al collo.
“Non è successo assolutamente nulla.”
Crudelia annuì a quelle parole, baciando la sua ragazza già che ce l’aveva fra le braccia.
Al diavolo il fatto che fossero tutti lì a fissarle.
Tuttavia, nessuno dei presenti si stupì. Quella situazione era già abbastanza sospettata da tutti.
Tornati al gioco, fu Robin a girare la bottiglia. Ed uscì Regina.
Il ragazzo le sorrise, la prese in braccio facendola scoppiare a ridere e la portò dentro lo sgabuzzino, mentre i suoi amici fischiavano e applaudivano, ed Emma guardava Regina ridere con qualcuno che non era lei.
Beh, peggio per te! pensò sei stata tu a rinunciare ad avere quel sorriso.
“Ho sentito qualcosa!” esclamò Ruby, che come suo solito, si era già perfettamente integrata con il gioco.
E lo stomaco di Emma si capovolse.
“Non è vero.” Le disse Victor.
“Si che lo è!”
“Perché non scommettete?” suggerì Killian.
I due ragazzi si guardarono  “un dollaro che non hai sentito niente!”
“Oh, sciocco! Dieci dollari che ho sentito e pure benissimo!”
Il ragazzo esitò, ma poi strinse la mano che Ruby gli porgeva “andata!”
Quando il tempo finì, stavano per buttare giù la porta a forza di pugni, urla e fischi.
“Ehi che tempo volete?” urlò KIllian.
“Il gioco deve andare avanti!” disse Malefica.
La porta si aprì e la prima ad uscire fu Regina, ridacchiando mentre si abbottonava gli ultimi bottoni della camicetta che indossava.
Dietro di lei, Robin usciva sistemandosi i capelli.
Urla, fischi e applausi riempirono la stanza.
Gli amici di Robin andarono ad abbracciare quest’ultimo, mentre quelle di Regina la pregavano di raccontare cosa era successo.
Quest’ultima rideva di gusto “posso astenermi dal dirlo.”
Ruby sorrise a Victor “non c’era da sorprendersi, stanno insieme dopotutto!”
“Stanno insieme? Ed io come avrei dovuto saperlo?”
“Oh, lo sanno tutti! Non è colpa mia se passi il tuo tempo chiuso nel tuo stupido laboratorio.” Lo derise.
Il ragazzo sbuffò, prendendo dal portafoglio dieci dollari e porgendoli a Ruby.
“E’ un piacere fare affari con te.” ammiccò quest’ultima.
Era il turno di Emma e il destino, fato o qualunque cosa fosse, volle che ad uscire fu Regina.
Le ragazze si guardarono, imbarazzate ma grate di avere 7 minuti per loro.
Nessun fischio, urlo o applauso.
Perché nessuno, eccetto loro due, sapeva quello che stava succedendo tra loro.
Ad Emma venne quasi voglia di applaudirsi da sola. Insomma, quante probabilità c’erano che quella bottiglia puntasse nuovamente su Regina proprio al turno successivo?
Quell’opportunità significava qualcosa, ne era sicura.
Specie dopo aver invidiato e desiderato di stare al posto di Robin.
Ne farò buon uso, pensò mentre seguiva Regina dentro quello sgabuzzino.
Era così piccolo da costringerti a stare a un palmo dal naso dall’altra persona, notò Emma.
Il che era un grosso problema per loro e i loro ormoni.
Regina si mise a braccia conserte e non spiccicò una parola, rendendo le cose più difficili alla bionda che proprio non sapeva da dove iniziare.
“Beh, sette minuti saranno lunghi da passare così …” provò.
“Oh e dimmi che cosa vorresti fare?”
Emma scrollò le spalle “parlare.”
“Mi sembra che tu lo stia già facendo.”
“Di quello che è successo prima, intendo.”
“Cosa è successo prima?”
“Sei stata qui dentro con Robin.”
“E allora?”
“Non ci credo che l’avete fatto in sette minuti.” Ecco, l’aveva detto.
Regina ammiccò “riusciamo anche in meno tempo.”
“blaah” affermò con disgusto “ti prego.”
“Sei tu che hai chiesto.”
“Si perché non mi ha fatto granché piacere vedervi entrare qui dentro.”
“Avrei dovuto rifiutarmi?” inarcò un sopraciglio.
“No. Ma non mi è piaciuto, okay?”
Regina rise amaramente “senti, Emma, che vuoi? Perché per fare questo discorso qualcosa devi volere.”
“Voglio dire che mi dispiace. Hai presente quando si conosce il valore di una cosa solo dopo averla persa? E’ quello che è successo quando ti ho vista entrare qui con Robin.”
La mora fu colpita da quelle parole ma non lo diede a vedere “tu non mi hai persa, perché non mi hai mai avuta.”
“Voglio quella possibilità di cui parlavamo, infatti.”
“Beh, non è più disponibile.”
“Oh, andiamo!” sbuffò la bionda.
“Che ne è del ‘passare il resto della mia vita con Neal perché ho paura che nessuno mi farà stare bene come lui’?”
“Forse mi sbaglio! E mi hai detto tu di correre il rischio.”
“E cosa ti ha fatto arrivare a questa illuminazione?
“Vederti sorridere mentre entravi qui con Robin.”
“E pensi che ora mi scioglierò e accetterò di provare a stare insieme?”
“Cos’altro vuoi sentirti dire? Ho mentito, okay? Ho mentito dal momento in cui ho fatto finta che quel bacio non mi abbia scosso.”
“E non era nemmeno un bacio!”
“Non lo consideri un bacio? Ricordami cosa sia un bacio, allora.”
Regina sorrise “ti piacerebbe!”
“Mi devi ancora un favore, del resto.”
“Oh, è così che vuoi giocartela?”
Emma ci pensò su “no, a dire il vero ho un’idea migliore: l’uscire con me riscatterà il favore che mi devi.”
“E come pensi di fare con Robin e Neal?”
“Beh, che ci sarà di strano nel passare il tempo insieme? Non cambierà niente, solo che faremo le cose con l’intento di viverle come fossimo una coppia.”
“E come coppia saranno inclusi baci e quant’altro?”
“Così sarà tradirli. E non voglio.”
“Quindi mi stai chiedendo di uscire come una coppia ma senza fare quello che fanno le coppie?”
“Le coppie possono fare anche altro. E poi non te lo sto chiedendo, è la tua opportunità per liberarti dal mio favore.”
“Il tuo favore vale per il primo appuntamento, come intendi guadagnarti gli altri?”
Emma le sorrise “mi escogiterò qualcosa.”
Dall’altro lato della porta si sentì trambusto, segno che il timer era suonato.
“Scegli un posto diverso per il nostro primo appuntamento.” Le disse Regina, prima di aprire la porta e uscire da quello sgabuzzino.
 
La serata era ormai terminata, gli unici rimasti a casa Mills, oltre le due proprietarie, erano Robin, Malefica, Ruby, Neal ed Emma. Rimasti per dare una mano a pulire il casino che avevano combinato.
“Dovremmo rifarlo per capodanno.” Suggerì Zelena.
Regina l’abbracciò “oh, ma guarda come si è divertita la mia sorellina alla sua prima festa!” la prese in giro.
“Non chiamarmi sorellina, abbiamo praticamente la stessa età.” La spinse via.
“Mmh si, ma io sono più sveglia.”
“Io nettamente più intelligente.”
“Io ci sto!” s’intromise Robin, e tutti lo guardarono senza capire “per capodanno, dico.” Chiarì.
“I miei genitori faranno la loro festa qui per l’intera città, come ogni anno.” Rispose Regina.
“Allora possiamo usare il locale di mia nonna, dal momento che non le servirà.” Propose entusiasta Ruby.
“Si combinerà un casino” disse Emma “non hai paura?”
Ruby scrollò le spalle “possiamo andare lì prima e sostituire le cose che possono rompersi con quelle che non possono.”
“I bicchieri di vetro con quelli di plastica!” esclamò Robin come avesse avuto un colpo di genio.
Malefica alzò gli occhi al cielo “beh anche una sedia può rompersi se viene lanciata, sai. Con cosa vorreste sostituirla? Carta?”
“Già, più che altro dovremmo stabilire delle regole …” affermò Neal.
“Nessuno verrà se ci sono delle regole.”
“Sembra che ci serva un altro posto.” Alzò le spalle Regina.
“No ragazzi, aspettate! Ruby ha ragione” disse Emma “basta sostituire ciò che potrebbe rompersi facilmente.” Guardò Malefica.
“Io sono dello stesso parere” si fece sentire Zelena “non credo che si mettano a lanciarsi sedie dal nulla.”
“D’accordo, ma se dovesse succedere, non dite che non vi avevo avvertito.” Si mise a braccia conserte Malefica.
Regina sorrise a quella reazione “Malefica intende dire che noi abbiamo sicuramente più esperienza con feste senza freni. Sappiamo di che parliamo.”
“Okay ma quante sono le probabilità che accada?” chiese Emma.
“Tante.” Rispose Robin con sguardo lontano, come se si stesse figurando un ricordo davanti.
“Allora servirà qualcuno che resti lucido e sobrio a controllare la situazione e nel caso intervenire.”
Neal alzò la mano “Io ci sono.”
“Due non basteranno. Chi altri?”
Tutti fecero silenzio.
“Ruby? Zelena? Ragazze, andiamo!”
“Scusa Emma, ma sarebbe la prima volta che potrei vivermi il capodanno.” Alzò le spalle Ruby.
“Quindi io e Neal non ci vivremo il capodanno solo perché non ci ubriacheremo?!”
“Beh, diciamo che vogliamo viverlo in modo diverso.” Disse Zelena.
“Va bene, come volete.”
Guardò Regina “tu che hai intenzione di fare?”
La mora sapeva perché quella domanda.
Emma non voleva che lei si ubriacasse e il loro esperimento di stare insieme permetteva quel desiderio.
Ma era capodanno, e ci sarebbero stati anche Robin e Neal, che cosa si aspettava?
Non poteva certo stare tutta la sera con lei e Neal a controllare la situazione.
“Restare sobri la sera di capodanno è un vero schifo.” Rispose allora.
“Vi rendete conto che noi due non possiamo controllare un centinaio di persone.”
“Nemmeno ci entrano un centinaio di persone da Granny’s.” scoppiò a ridere Malefica.
“Beh, quelle che saremo, d’accordo? Siamo solo in due!”
“E’ stata tua l’idea.”
“Io l’ho fatto per evitare di ritrovarci chissà dove!”
“Senti” le disse con calma Ruby “magari ad Aurora e Mulan va di farlo.”
Malefica annuì “anche a Crudelia e Ursula, sicuramente!”
“Sono coppie per divertirsi avranno solo bisogno l’una dell’altra.”
“Mi sa che io e Regina non siamo una coppia.” Affermò Robin.
Regina rise a quelle parole “se questo ci fa guadagnare l’alcool sono più che pro a non esserlo.”
“E se loro non volessero?” chiese Emma, ignorando completamente lo scambio di battute avvenuto tra Robin e Regina.
“Troveremo qualcuno.” La rassicurò Neal
 
Quando finirono di sistemare, era ormai notte inoltrata e Regina aveva proposto loro di dormire lì.
Quella casa era enorme, aveva due camere degli ospiti e due divani a tre posti in salone.
Si sarebbero sistemati perfettamente.
Tutti accettarono, troppo stanchi per mettersi in macchina a quell’ora.
“Allora, nelle camere degli ospiti ci sono letti da una piazza e mezza. Quindi, se qualcuno vuole dormire in coppia” ammiccò.
“Io ed Emma la prendiamo!” alzò la mano Neal.
“Io prendo l’altra.” Disse Malefica.
“Questo significa che Ruby dovrebbe dormire sul divano.” Affermò Emma in tono dispiaciuto.
“I nostri divani sono comodissimi.” La rassicurò Zelena.
“Si ma non mi sembra corretto avere la camera solo perché siamo in coppia se Ruby la vuole …”
“No, ragazzi, fate pure!” le sorrise la sua migliore amica.
“Robin dove dorme?” chiese Malefica.
“Nel suo letto.” Rispose il ragazzo mettendo un braccio attorno ai fianchi di Regina, avvicinandola a sé.
E se la gelosia avesse avuto un nome, quello sarebbe sicuramente stato Emma Swan.
“Cioè Ruby è l’unica che dovrebbe dormire sul divano?” chiese stizzita quest’ultima. Forse più per Robin che per Ruby che doveva dormire sul divano.
“Okay, che ne dite se scoppiamo le coppie? Così sarebbe tutto più facile.” Propose Regina, dal momento che anche a lei sarebbe convenuto non dover sopportare l’idea di Emma e Neal in un solo letto, due stanze più avanti della sua.
Robin e Neal furono riluttanti, ma alla fine accettarono l’idea. In fondo era la cosa più giusta.
Così, i due ragazzi avrebbero dormito nei divani, le tre ragazze nelle stanze.
Dopotutto, non era la prima volta che Emma e Ruby dormivano nello stesso letto: lo facevano ad ogni pigiama party.
 
Passarono alcune ore, prima che Emma ricevesse un messaggio da Regina
Mi arrendo all’idea di non riuscire a dormire a saperti a una stanza di distanza, ma non poterti avere qui.”
La bionda sorrise, e rispose immediatamente
“Posso affermare lo stesso.”
Regina fu sorpresa di ricevere una risposta imminente, credeva che Emma dormisse.
“Fortuna che ormai è quasi l’alba.”
“Mi piacerebbe vedere l’alba.”
“Dalla mia stanza c’è una vista incredibile!”
Ed Emma sapeva perfettamente cosa Regina stesse cercando di fare, è per questo che non rispose.
Ed era sempre per quello che Regina sentì la porta della sua stanza aprirsi un paio di minuti dopo.
“Mi hanno detto che c’è una vista dell’alba incredibile da qui.” Sussurrò una voce familiare.
Regina provò a camuffare la voce “hai sbagliato camera.”
Il momento di silenzio che seguì dopo fu troppo per Regina che scoppiò a ridere.
“Regina!” la riprese Emma.
La mora accese la lampada che aveva sul comodino per illuminare la stanza.
Poi guardò l’altra ragazza rimasta in piedi vicino la porta e sorrise “vuoi davvero vedere l’alba?”
“Volevo vedere te.”
Regina si spostò sul letto, chiaro segno che invitava Emma a mettersi accanto a lei.
La bionda non attese un attimo.
Ed eccole lì, sdraiate sul letto, faccia a faccia, a sorridersi come fossero due adolescenti innamorate.
Beh, erano davvero due adolescenti innamorate!
“Non ti addormentare.” Le sussurrò Regina.
“Lo so, malgrado sia finalmente pronta a farlo.”
“A chi lo dici …”
“Parlami, se mi parli non mi addormento.”
“Per quando hai fissato il nostro primo appuntamento?”
“Pure adesso, se vuoi.”
“Ti facevo più romantica.”
Emma sorrise “che senso ha un primo appuntamento ufficiale se sono già sdraiata sul tuo letto.”
“Io stavo sdraiata sul tuo il giorno dopo averti conosciuta.”
“Touché.”
“Sai, non mi piace molto che tu voglia provare a stare con me mentre stai con Neal. Mi sento come se non ne valessi davvero la pena.”
“Ho solo paura, Regina. E non voglio ferirlo per qualcosa su cui potrei ricredermi.”
“Anche in questo momento hai paura di ricrederti?”
“Non ci saranno solo momenti perfetti come questo. Essere una coppia significa anche avere momenti in cui non ci sopporteremo.”
“Tutti i momenti in cui non ti sopportavo ma ti sono rimasta accanto? E viceversa! Quelli dovrebbero contare qualcosa.”
“Eravamo comunque costrette a sopportarci. Voglio vedere quanto sappiamo sopportare se abbiamo la possibilità di andarcene.”
Regina sospirò “d’accordo.”
“Non riapriamo più questo discorso, ti prego.”
La mora annuì “in fondo quello che non sanno non può fargli male.”
“Esattamente.”
Ci fu un attimo di silenzio prima che Emma allungasse una mano, sfiorando con un dito la cicatrice sul labbro superiore “è proprio vero che non tutti i mali vengono per nuocere, perché ti sta maledettamente bene.”
“Sei troppo gentile.”
“Ma quale gentilezza! Mi piace, ti rende ancora più sexy.”
Regina si schiarì la gola, facendo ritrarre ad Emma la mano “ti va se torniamo a parlare di quell’appuntamento?”
“Con molto piacere.”
“Allora, vorrei farlo dopo capodanno, se per te va bene. Le vacanze di Natale mi mettono solo voglia di stare a casa in famiglia.”
“Va più che bene.” le sorrise Regina
“Dove vorresti andare?”
“Ho fiducia nel tuo buon gusto.”
“Hai detto un posto diverso … quanto diverso? E soprattutto, diverso da cosa?”
“Sono sicura che sai esattamente cosa voglia dire. Sorprendimi!”
“Spero davvero di riuscirci.” Abbozzò un sorriso Emma.
Regina voleva soltanto baciarla e dirle di non preoccuparsi proprio di niente, che stava facendo solo la preziosa perché amava sentirsi desiderata, che sarebbero potute andare pure a cenare sotto i ponti a lume di candela, perché importava solo che Emma ci sarebbe stata.
“Credo che sia ora che tu vada.” Disse invece.
“Così presto?”
E porcaccia vacca la devi smettere di fare lo sguardo da cucciolo.
“Si, si. Tra poco si sveglieranno tutti.”
“Non dobbiamo mica andare a scuola.”
“Eh ma l’orario biologico.”
“Ma che stai dicendo?” ridacchiò la bionda.
“Senti, Emma. Non ce la faccio.” Ammise infine.
“A fare cosa?”
“A resistere ancora per molto, okay? Sono una cazzo di ragazzina e i miei ormoni stanno fremendo dalla voglia di saltarti letteralmente addosso.”
Emma la guardò sorpresa “o-okay. Mi dispiace.”
“Vai, per favore.”
“I miei ormoni li capiscono, comunque. Solo che parlare riusciva a distrarli.”
“Emma!”
“Come non detto, vado.” E prima di alzarsi, in un gesto velocissimo si sporse ancor più vicino a Regina, baciandole il naso.
“Ti odio.” Le disse quest’ultima, lanciandole dietro il cuscino.
“Possiamo lavorarci.” Rise la bionda mentre usciva dalla camera.
 
Il 31 Dicembre arrivò in fretta quell’anno.
O almeno così sembrava, tanta era la voglia di passare insieme il primo capodanno per Emma e Regina.
Avevano appuntamento da Granny’s la stessa mattina per sistemare e organizzare tutto per la sera.
Regina era già lì con i suoi amici da un pezzo quando Emma insieme ai suoi di amici arrivarono.
“Era ora!” esclamò Malefica alla loro vista.
“Scusate, ho dovuto ricordare a mia nonna di stasera” spiegò Ruby “non voleva più darmi le chiavi.”
Crudelia alzò gli occhi al cielo “muoviti, apri!”
Emma si diresse da Regina che stava appoggiata alla staccionata mentre fumava una sigaretta.
“Sai cosa si dice? Se non fumi l’ultimo dell’anno, non fumi tutto l’anno.”
La mora inarcò un sopraciglio “credi davvero a queste cretinate?”
“Sono simpatiche.” Scrollò le spalle.
“Ah-ah.”
“Se lo fai per me di non fumare oggi?”
“Programmato di baciarmi?”
“Sssh!” la zittì subito Emma, indicandole con lo sguardo la presenza degli altri, che stavano a poca distanza da loro.
Regina ridacchiò e si allontanò dalla staccionata “non fumo di certo per fare un dispetto a te o chiunque altro, fumo per me.”
“T’importa così poco della tua salute?”
“Si, d’accordo?” rispose scocciata “e fumare è bello!” disse, per poi raggiungere gli altri che erano entrati da Granny’s.
Una volta dentro, cominciarono con il mettere in un contenitore oggetti pericolosi come coltelli, forchette, cucchiai, bicchieri e piatti. Che sarebbero potuti essere usati per far del male a qualcuno.
il contenitore fu poi riposto all’interno dell’area cucina, che sarebbe stata chiusa a chiave quella sera; come il passaggio che rendeva possibile l’accesso dall’interno al piano superiore, per le camere che si affittavano.
I bicchieri furono sostituiti da quelli di carta, mentre il resto non era utile.
Avrebbero ordinato pizze come cena, piatti e posate non servivano a nessuno.
I tavoli sarebbero stati spostati in cucina, mentre le sedie messe alle pareti.
Neal e Robin si occuparono di cambiare i dischi del jukebox, sostituendoli con qualcosa più giovanile e alla moda.
Nel mentre, Emma si premurò di chiedere a Crudelia, Ursula, Aurora e Mulan se fosse vero che sarebbero rimaste con lei e Neal a vigilare la situazione.
“Stanotte siete dei nostri?” chiese loro, avvicinandosi al tavolo in cui tutte e quattro erano sedute.
Alla festa di Zelena avevano avuto modo di parlare, conoscersi e starsi anche simpatiche.
Così adesso stavano sempre insieme, quando potevano.
“Non era già scontato?” chiese Ursula.
“Non parlo della festa. Dico per la squadra di vigilanza.”
“Perché ci sarà una squadra di vigilanza?” inarcò un sopraciglio Crudelia “che cazzo di capodanno è?”
“Serve a intervenire nel caso di situazioni scomode. Malefica ha detto che vi sareste unite.”
“E chi è lei per decidere quello che faremo?”
“Ha detto che essendo una coppia non avreste sentito il bisogno di bere e quant’altro, e che quindi avreste potuto darci una mano.”
“Ma quella ragazza è fatta di stronzate fino al midollo.” Osservò Ursula.
La risposta fece ridacchiare Mulan e Aurora.
Emma si rivolse a loro “Ruby ha detto che ci sareste state anche voi.”
“Che cosa???” strillò Aurora “è praticamente il mio primo vero capodanno. Voglio scordarmi pure come mi chiamo!”
Mulan le lanciò un’occhiataccia “conta pure su di noi, Emma.”
“Aspetta, cosa?” chiese Aurora.
“E’ capodanno, saremo ad una festa, insieme. Non ti servirà l’alcool per divertiti. E dal momento che ad Emma serve una mano, noi saremo più che felici di dargliela.”
Aurora sbuffò, mettendosi a braccia conserte.
“Vi ringrazio, ragazze.” Sorrise, per poi rivolgersi nuovamente alle altre due “guardate che tenere d’occhio la situazione non implica stare insieme a noi. E nemmeno con schiena dritta e petto in fuori come i soldati. Sta nell’essere abbastanza lucidi da poter intervenire nel caso di necessità.”
Crudelia sbuffò “non ti garantisco niente.”
“Mi accontento.”
Una musica pop suonò all’improvvisò dal jukebox.
Alle spalle di Emma, qualcuno arrivò tirandola per i fianchi “adoro questa canzone!” le disse Regina.
La bionda si girò a guardarla, per trovare la mora saltare sul posto.
THIS WOMAN IS MY DESTINY!” cantò, o sarebbe meglio dire urlò, Regina mentre guardava Emma.
Afferrò la sua mano mentre cantava il verso successivo “She said uuuh uuh uuh shut up and dance with me!”
Al che Emma cominciò a ridere e ballare insieme a Regina.
Quest’ultima continuò a cantare soltanto alcuni versi, quelli che le interessavano Emma percepisse.
La bionda capì subito il meccanismo, quel parlare in codice attraverso la canzone.
Oh, anche lei adorava quella canzone.
I felt it in my chest as she looked at me.” Cantò quindi, sorprendendo Regina.
Andarono avanti così fino a quando la canzone non arrivò alla parte più lenta e Regina si avvicinò pericolosamente ad Emma “Oh don’t you dare look back, just keep your eyes on me.” Cantò insieme alla musica, mentre la bionda arrossiva visibilmente.
…she said uuuh uuh uh shut up and dance!” e poi Regina riprese a ballare a ritmo di musica, seguita subito da Emma e dal resto delle persone lì dentro.
Era impossibile non farsi coinvolgere da quel ritmo.
Quando la canzone finì, scoppiarono a ridere per come tutti avevano incominciato a ballare lasciando qualsiasi cosa stessero facendo.
Ruby era perfino salita sul bancone.
Emma e Regina si stavano ancora sorridendo a vicenda quando la campanella della porta segnò che qualcuno era entrato.
“Vi si sente da fuori! Non potevate che essere voi con la musica a questo volume.”
Regina rabbrividì a quella voce.
No, non poteva essere! Era impossibile!
Pensò mentre si voltava verso la porta.
“Ciao, Regina.”
“Daniel?!”




 
 
Voglio lasciarvi con il commento della mia beta (che approfitto per ringraziare!) perché credo che molti di voi ci si possano rispecchiare:

AHAHAHAHA


Grazie per le recensioni, per i messaggi privati, per essere qui ad aspettarmi ogni settimana.♥
Sam.
 
  
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