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Autore: winterlover97    17/10/2016    2 recensioni
dal capitolo 5
Il gancio del sacco si sta per rompere, almeno credo, ma continuo imperterrita. Ho bisogno di sfogarmi, di lasciare fluire tutta la rabbia repressa fuori dal mio corpo. Le lacrime ora scorrono copiose lungo le guance. Le gambe si fanno pesanti, così come le braccia. Percepisco gli atomi del sacco da boxe e dell'imbottitura muoversi sotto le mie dita e i miei colpi. Il gancio salta e il sacco sbalza a terra, finendo contro il muro. Cado come un peso morto. Cado come le foglie in autunno e la neve in inverno.
capitolo 11
"Proviamo" sollevai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, verde in blu "proviamo a capirlo, a definirlo, come si fa con i termini che ci sono sconosciuti, solo che questo non è una parola, un termine, è qualcosa di forte, di diverso, che sento il bisogno di definire" disse tutto d'un fiato, senza nemmeno prendere fiato, avevo ancora gli occhi suoi fissi nei miei, sbattei le palpebre e dissi "Proviamo".
capitolo 18
Un tuono squarciò l'aria.
E lei sorrise.
Un lampo.
E lei rise guardando l'orizzonte.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Pietro Maximoff/Quicksilver, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You didn't see that coming ?'
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Quel mattino mi svegliai di buon umore, complice il fatto che quello fosse in mio ventunesimo compleanno. Nonostante la sera prima fossimo stati svegli fino a tardi per vedere la serie di Sherlock in dvd, mi sentivo riposata e fresca come una rosa, letteralmente. Mi stiracchiai al di sotto del piumone in modo limitato e diedi uno sguardo a Pietro, placidamente addormentato a pancia sotto nella parte di letto libera, che mi teneva con un braccio la vita. Lentamente glielo alzai facendo in modo tale da non svegliarlo, andai fino in bagno per darmi una lavata al viso come al solito. Tolsi l'asciugamano dalla faccia e mi guardai allo specchio. Rimasi completamente shockata: al posto dei miei capelli neri come l'ebano, le punte erano chiarissime, di un bianco candido, quasi innaturale. Li toccai in incredula. Riflettei un poco poi guardai Pietro che dormiva, gli osservai i capelli ed ebbi la consapevolezza di quanto successo.

In seguito a sforzi con i propri poteri era comprensibile che la melatonina presente nei capelli subisse una mutazione e così di conseguenza il colore che avevano, come spiegazione è plausibile dato che anche a Rogue è capitato. Mi guardai nuovamente allo specchio osservandoli meglio, sembrava che il colore sfumasse in un grigio-argenteo, gli passai una mano come per ravvivarli, passando per gli innumerevoli nodi che avevo. Un paio di mani mi abbracciò da dietro.

"Buon giorno e buon compleanno Eve." la voce di Piero mi fece rabbrividire e mi voltai e lo baciai lievemente sulle labbra, non curandomi del fatto che fossi in intimo solamente. Come ci pensai arrossii violentemente e mormorai un grazie.

"I tuoi capelli sono... diversi..." la sua voce parve sconcertata e interrogativa. Gli occhi invece saettavano sul mio corpo, mentre una man stava alla base della schiena, l'altra mi accarezzava in testa.

"Credo sia dovuto al continuo allenamento che stiamo facendo, è successo anche a te e ad una ragazza dell'istituto. Comunque grazie mille degli auguri."

Ci baciammo nuovamente, questa volta con più passione, ma, purtroppo, è veramente il caso di dirlo, fummo interrotti dal bussare alla porta.

Ci ricomponemmo dopo aver fatto una sonora risata, presi una maglia abbandonata da Pietro la sera prima, che mi stava larghissima e arrivava fino a poco sotto il fondoschiena. Camminai rabbrividendo al contatto con il pavimento mentre nel bagno Pietro si stava regolando la barba. 
Aprii la porta facendo sporgere solamente la testa e mi trovai la faccia di Tony tutt'altro che affaticata e ammiccante. 

"Spero di non avervi interrotto in qualsiasi cosa steste facendo, ma sono venuto solamente ad avvertirvi che è pronta la colazione. E auguri!"

Dopo averlo ringraziato chiusi la porta dietro di me e mi appoggiai ad essa. Piccolo appunto mentale: chiedere a Tony quanto caffè si fa per essere così sveglio.

"Cosa voleva Stark?"

Pietro uscì dal bagno con solamente i boxer addosso passando si una mano sul viso chiaramente stanco. 
"Ci ha avvertito che la colazione è pronta e mi ha fatto li auguri. Oltre che alle solite battutine"  gli risposi.

"Qualcosa mi dice che voleva interromperci inconsciamente." Disse di rimando maliziosamente.
Risi arrossendo. 

"Può darsi, può darsi. Non mi stupirebbe-" 

Non riuscii a finire la frase che Pietro premette le sue labbra sulle mie zittendomi. "Stai parlando troppo." Sorrisi contro la sua bocca e tornai a baciarlo. Indietreggiammo fino alla porta dove il mio corpo fu letteralmente intrappolato dal suo. I baci, che prima erano lievi e tiepidi, ora diventarono più passionali: le nostre labbra giocavano, i suoi e i miei denti ogni tanto mordevano il labbro inferiore dell'altro. Le mie mani avevano raggiunto il suo collo e il suo viso, giocai con i capelli della nuca sentendoli morbidi al tatto mentre le sue labbra avevano lasciato le mie per proseguire al di sotto del mio orecchio sinistro, esalando brevi sospiri.
Mi prese in braccio, facendomi ancorare le gambe al suo bacino favorendo un contatto più diretto. Ci adagiammo sul letto, lui sopra di me, le mie gambe ancora ancorate saldamente al suo busto, e tornammo a baciarci. 
L'atmosfera si stava scaldando, lo sentivo chiaramente, fu come se si fosse accesa una lampadina a incandescenza nel mio corpo. 
La sua bocca proseguì fino alla clavicola, dove dapprima succhiò leggermente, poi morse e baciò a bocca lievemente aperta. La mia mano destra intanto era sulla nuca e la sinistra sul suo fianco destro. 
L'incanto si spezzò quando, mentre stavamo tornando a baciarci, bussarono alla porta. 
Emisi un mugugno infastidito mentre Pietro imprecò ad alta voce.
Andai nuovamente ad aprire la porta per vedere chi fosse. 
Le facce di Nat e Wanda fecero capolino nel mio campo visivo.
Giuro che le ho odiate.

"Scusate se abbiamo interrotto qualcosa, ma -dissero entrando e lanciando occhiate maliziose- dobbiamo rubarti Eve per una questione molto importante."

"Lasciatevelo dire, avete un pessimo tempismo." Disse lui di rimando.

"E, a proposito, Tony ti vuole parlare con anche Bruce e Steve riguardo la nuova uniforme, quindi ora vai." Fece la sorella agitando la mano.

Roteò gli occhi poi alzò le mani in segno di resa.

"Ci vediamo dopo piccola Evangeline, ancora auguri. Ti amo."

Mi alzai sulle punte per baciarlo e abbracciarlo.
"A dopo, 私はあなたを愛して (Watashi wa anata o aishite)"

Omisi la traduzione volontariamente. Lui prima mi guardò interrogativo, poi, dopo l'ennesimo bacio a stampo sulle mie labbra uscì dalla stanza facendomi rimanere sola con Nat e Wanda.

"Cosa avete di così tanto importante da piombare qui a nemmeno le nove del mattino?"
Si guardarono complici poi senza nemmeno rispondermi si fiondarono nell'armadio e gettarono sul letto tutti i miei vestiti.

"Vi sarei grata se mi rispondeste."

"Ok ok, preparati per una giornata di shopping sfrenato, Tony ci ha dato la sua carta di credito quindi potremo andare nei negozi migliori." 

"Eve, ma sbaglio o questo è il completino intimo che hai comprato prima della rimpatriata?" 
La scatola rosa shocking ancora originale e impacchettata dal negozio mi venne sventolata sotto il naso.

"Ok, questo lo teniamo da parte, ma non ha nemmeno un qualcosa di elegante." Le venne dietro Nat.

"Allora, direi che ti devi vestire poi armati di pazienza, oggi non farai allenamento come hai ben capito."

Con poca voglia, tirai fuori un paio di jeans scuri dal fondo dell'armadio abbastanza sdruciti. Infilati quelli presi le scarpe e la borsa con il necessario.
"Contente ora?"dissi una volta finito.
Annuirono e mi trascinarono letteralmente via dalla mia stanza.


 

Ho già detto quanto amo le auto? E le moto?
Normalmente preferisco queste ultime, sono più maneggevoli e hanno una migliore accelerazione, anche se, come in questo caso non disprezzo una buona auto come una Jaguar. L'auto bianca sfrecciava sotto la luce del sole diretta verso la città lasciandoci alle spalle le auto più lente. La capote era stata abbassata e sia io che Wanda stavamo con le bracia alzate al cielo mentre Nat guidava. 

Quando arrivammo al Centro, come l'avevano chiamato loro,  ed aver parcheggiato la macchina sotto gli occhi indiscreti di un paio di passanti, scendemmo dalla macchina. Faceva caldo, anche con la misera canotta che avevo addosso. 

"Ora mi sono segnata dove andare: dobbiamo comprare scarpe, vestito e lingerie." iniziò Nat.

Avevo piani ben diversi dai loro, non volevo un vestito, nè tanto meno un paio di scarpe adatte, non ne capisco l'utilità e non capisco pure quando dovrei mettermi in ghingheri, tuttavia, per evitare di sembrare la guasta feste di turno, mi limitai a seguirle, sperando di fermarci o in una libreria o nella concessionaria a piano terra. 

 

 

 

 

SCUOLA PER GIOVANI MUTANTI DI CHARLES XAVIER    

I preparativi fremevano, letteralmente. Gli alunni erano stati mandati a casa per le vacanze e nella villa erano presenti solo gli Avengers e gli X-Men. Nonostante mancassero gli alunni non si poteva dire che l'ambiente fosse silenzioso: un Cd degli AC-DC andava in loop nel laboratorio, chiacchiericci a tratti sommessi a tratti più elevati occupavano l'ambiente centrale.

Pietro, vestito in una morbida tuta stava guardando preoccupato il giardino. Voleva che tutto fosse perfetto, voleva che fosse incredibile e indimenticabile. 

"Preoccupato ragazzino?" 

Stark avanzò fino al suo fianco e si sedette mettendosi le mani in tasca. 

"Un po'..." disse debolmente il biondo.

"Solo un po'? Sembra che tu stia per esplodere, letteralmente. Se accetti un consiglio, non preoccuparti così tanto. Non fraintendermi, però penso che lei ti ami, nonostante tutto. Quello sguardo, è lo stesso che vedevo tra i miei genitori, in un certo qual modo me li ricordate, con meno poteri naturalmente, però, seriamente, non fasciarti la testa, lei ti ama, tanto, incommensurabilmente, e non smetterà di amarti."

Pietro sbuffò lievemente. 

"Sinceramente, e tu me lo avessi detto un anno fa, ti avrei riso in faccia. Tuttavia, in questo momento, trovo difficile farlo, la amo troppo, trovo che sia una ragazza diversa dalle altre, in ogni cosa. E ho paura di perderla, tremendamente paura di perderla."

Tony gli diede una pacca sulla schiena con uno strano fare paterno. 

"Vai a prepararti, sta per arrivare, non vorrai arrivare in ritardo?"

 

 

 

 

POV EVE

Ero tesa. Non so per che cosa, ma lo ero. Restai nella vasca da bagno mentre l'aroma di cannella pervadeva la stanza e mi guardai le unghie. Questo pomeriggio, sia Nat che Wanda avevano insistito nel portarmi dall'estetista, uscendone due ore dopo con unghie perfette, viso più luminoso e altro che non ricordo. Guardai i capelli che nel corso del giorno si erano decolorati totalmente. Nat e Wanda mi avevano chiesto immediatamente cosa stesse succedendo una volta entrati nei camerini, poi la russa si era allontanata per fare una telefonata, con molta probabilità a Tony o a Steve. Mi immersi con la testa e tornai in superficie grondante d'acqua, poi uscii dalla vasca e mi avvolsi nell'accappatoio vaporoso celeste. 

Guardai il completo blu notte in pizzo che mi avevano costretto ad indossare. Per evitare che mi mettessi qualcos'altro mi avevano persino requisito tutto il mio guardaroba. una volta indossato mi guardai allo specchio constatando, per la prima volta quanto mi stesse bene. SE devo essere sincera, mi sentivo attraente e mi sentivo sexy per la prima volta nella mia vita, mi sentivo pronta e diversa e tutto questo non a causa del completino di Victoria Secrets, ma anche per quanto successo in quei dieci mesi che avevano visto la mia vita cambiare. Una volta asciugati i capelli infilai il vestito comprato poche ore prima. Quando l'avevo visto mi ero sentita a disagio a provarlo, così come la scarpe, un paio nere con il tacco in metallo. Non lo sentivo adatto a me e impossibile da mettere, poi, dopo averlo provato era cambiato. Sembrava cucito addosso ad ogni mia curva e conca e non mi faceva sembrare un salume pronto ad essere affumicato. Era in due colori, la parte superiore bianca in pizzo, quella inferiore blu notte leggera come la seta. 

Non mi accorsi che Pietro fosse entrato fino a quando non lo vidi riflesso nello specchio. Era elegante anche lui per usare un eufemismo: la cravatta, non legata alla Windsor, era bianca, il completo nero e lo fasciava fin troppo bene, anche nel fondo schiena a quanto vidi. Arrossii lievemente a quel pensiero cercando di non sorridere, ma, al pensiero di essere vestita in modo così diverso dal solito, mi fece venire in mente pensieri poco casti. Deglutii. 

"Ehi."

Avanzai verso di li baciandolo con slancio, senza aver nemmeno il bisogno di alzarmi sulle punte. "Mi sei mancata."

"Anche tu."

"Toglimi una curiosità, quello che hai detto stamattina prima che io me ne andassi, cosa significava? Per quel poco che so di giapponese, potresti aver detto un insulto."

"Ti amo. significava questo quello che ti ho detto." 

Rimase senza parole per un millisecondo poi mi fece girare verso la porta.

"Mi spiace molto ma devo coprirti gli occhi, non preoccuparti se non vedi, ti tengo io e ti guido io."

Annuii imbarazzata e interrogativa poi, dopo essere usciti nel corridoio ci immergemmo in un silenzio surreale. 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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