Diamante
Ecco il nuovo capitolo, il primo dal
punto di vista di Jasper. Premetto che è un capitolo corto, almeno rispetto
agli altri. Il motivo è che volevo farlo concludere in quel modo, con un po’ di
suspense. Mi scuso anche per il ritardo, ma il mio computer ha preso dei virus
che mi facevano la linguaccia e intanto si mangiavano a tradimento i miei dati. Ecco i soliti ringraziamenti per chi ha messo
la storia tra i preferiti:
1 - antimarella94
2 - aras95
3 - Aurora_Cullen
4 - bellemorte86
5 - bizzo
6 - cesarina89
7 - Confusina_94
8 - dahlia3vFA
9 - damaristich
10 - elis_cullen
11 - fedev82
12 - franci_cullen
13 - Gio_Cullen
14 - giugiu182
15 - lalla22
16 - lilly3
17 - Lithia del Sud
18 - Lucky_Didi
19 - Manyu
20 - Mapi
21 - NIKEHOPE90
22 - Padfoot_07
23 - patu4ever
24 - rebby
25 - sara2087
26 - SaraMasenCullen
27 - scimmietta95
28 - sexy_eclipse
29 - skater4ever
30 - tuxe
31 - valeEfla
32 - veliva
33 - _ki_
34 - _Nessie_
E per chi l’ha messa tra le seguite:
1 - bizzo
2 - elisaterra
Poi
volevo consigliarvi di leggere il capitolo con una canzone bellissima, alcuni
probabilmente la conosceranno già perché è la canzone che c’è alla fine de “Le
cronache di Narnia- il principe Caspian”. Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=oNsQewlFtEs
Buona
lettura!
Tre giorni. Tre interminabili
giorni passati a cercare quei mostri. Ma di loro, nemmeno l’odore si riusciva a
fiutare. Sapevo che non erano degli sprovveduti. Sicuramente avevano ricreato
un esercito di neonati. Al diavolo loro e i loro neonati! Non chiedevo tanto,
solo di riavere la mia dolce Alice. Quella che si muove a passo di danza,
quella che ha cambiato la mia vita. Semplicemente lei. Una semplicissima
vampira che scombussola allegramente la giornata a chi la circonda, un uragano
di idee, shopping dipendente. Giuro che appena mi ritrovo davanti quei due, gli
stacco la testa a morsi e la faccio seccare al sole. E tu, amore mio, che cosa
ti è saltato in mente. Dare la tua vita per me? Uno che ha una scia di omicidi
alle spalle, uno che non ti merita.
<< torniamo a casa. Anche
oggi non abbiamo trovato nulla >> mi sussurrò Edward. Abbandonammo di
nuovo le ricerche, ma domani avremmo ripreso. Io non perdevo le speranze. Altro
che due settimane! Io non mi facevo ricattare per riavere la mia Alice! Io li
ammazzo e me la ripiglio comunque.
Quando tornammo a casa,
trovammo gli altri in giardino, ad aspettarci.
Esme si lasciò sfuggire un
gemito di dolore, vedendoci tornare da soli. Il terzo: lo stesso della sera
prima e di quella ancora prima. Anche a lei Alice mancava. Mancava a tutti, era
lei che teneva la famiglia unita con la sua energia.
Entrai in casa silenzioso,
andando a chiudermi in camera, come fanno i quindicenni umani quando litigano
con i genitori. Un loro mondo, in cui sono a loro agio, arrabbiati, tristi o
felici che siano. Io avevo quel mondo, intriso dell’odore di Alice, di ricordi,
sensazioni.
Rimasi tutta la notte a
contemplare il vuoto che mi circondava.
Un’ altra settimana era
trascorsa, ma ancora nulla. Niente neonati, niente Stephan e Vladimir. Avevamo anche
cominciato a tenere il tg italiano sotto controllo: un esercito di neonati non
passa inosservato? Avrebbero dovuto nutrirsi di qualcuno! Purtroppo, nessuna
notizia alludeva alla nostra specie. Solo omicidi familiari o tra conoscenti,
stupri, stragi del sabato sera. Niente di più.
Eravamo tutti sotto
pressione. Secondo la lettera, mancavano solo quattro giorni all’incontro nella
radura. Ormai avevo perso la speranza di trovarli. Non ero sicuro di quello che
sarebbe successo nella radura, quanti erano. Ma la mia esperienza con i neonati
mi aiutava a sperare: ne avrei fatti fuori abbastanza per portare in salvo il
mio amore, poi avrei potuto anche morire, ma lei sarebbe stata salva. Era questa
la cosa più importante. Era questo lo scopo della mia vita. Mi ricordo ancora
la notte in cui la vidi per la prima volta. La prima parola che mi era balenata
in mente quando l’avevo notata era stata “diamante”. Bella e splendente,
apparentemente fragile ma indistruttibile. Mi ero ripromesso che l’avrei sempre
protetta, il mio diamante personale, il mio tesoro privato. Non importava a
quale prezzo: avrei pagato qualunque cosa, pur di saperla sana e salva.
E ora, sapevo che era solo
colpa mia se era prigioniera: avrei dovuto fermarla, non avrei dovuto lasciarla
andare. Solo colpa mia.
<< ti sbagli >>
disse Edward alle mie spalle, raggiungendomi vicino alle ortensie, in giardino.
<< è così, invece.
>>
<< Jazz, ti stai
prendendo sulle spalle colpe che non hai >> disse lui, risoluto.
non risposi, sapevo che era
inutile ribattere: era più testone di un mulo quando ci si metteva.
“ come sta Esme” chiesi
silenzioso.
<< come tutti. Cerca di
fasi forza per andare avanti. Credo che tu e lei siate quelli che si
scaglieranno con più forza contro quei rumeni. >> disse lui, abbozzando
un mezzo sorriso. Probabilmente stava assaporando il memento della vendetta.
Rimanemmo in silenzio per
parecchi minuti, poi Edward rientrò in casa. Io rimasi ancora fuori, a
ripassare il piano che avevamo fatto per l’incontro.
Gli avremmo incontrati nella
radura, e, cercando di distrarli parlando, Alec avrebbe attaccati con il suo
potere quanti più di loro possibile. A quel punto saremmo intervenuti noi altri
e gli avremmo fatti fuori tutti. Il peggio erano i rumeni, i neonati erano una
sciocchezza, una sorta di seccatura. Anche il corpo di guardia era d’accordo
con me: per i neonati, non ci sarebbero stati grandi problemi.
Sarebbe andato tutto bene. Avremmo
impiegato meno di un’ora per finire il lavoro, e io avrei riavuto la mia Alice.
Solo un’ora…
La vigilia dello scambio
eravamo ancora più stressati. Tutti quanti andammo a caccia. Noi trovammo due
branchi di alci che ci fecero comodo. I volturi, invece, attaccarono una casa
di riposo per anziani. Avrebbero dovuto far sembrare un incidente l’esplosione
che avrebbe distrutto la struttura. Naturalmente i cadaveri sarebbero stati
inceneriti. Nemmeno Carlisle osò replicare a quel massacro: tutti loro avevano
bisogno di essere in forze, e il sangue umano era l’unico modo. Nemmeno le
trasfusioni sarebbero bastate: avevano bisogno di tanto sangue. A me, per
essere sincero, la cosa non toccava: dopotutto erano anziani, non giovani. Sarebbero
morti comunque al massimo tra qualche anno. E poi, grazie alla loro morte, ci
sarebbe stata più possibilità di vincita, e quindi di riavere quel che era mio,
e che mi era stato strappato per uno stupido regolamento di conti vecchio
millenni.
Ero meschino? No, ero
sincero.
<< posso entrare?
>> mi chiese una timida voce.
<< certo amore >>
risposi, abbozzando un sorriso, per nulla forzato.
<< volevo farti un po’ di
compagnia >> mi disse dolcemente Renesmee.
Il suo stato d’animo era a
pezzi: anche lei era rimasta ferita. Dopotutto era molto legata a Alice.
Rimase in camera mia tutta la
notte, addormentandosi per terra, con le spalle appoggiate al letto, la testa
sulla mia spalle, le gambe rannicchiate al petto. Non ebbi il coraggio di spostarla
per metterla nel letto, era una sorta di figura immortale, sembrava fatta
apposta da uno scultore. E, come tutte le statue, era perfetta in quella
posizione. Era cresciuta in fretta, troppo in fretta. Aveva vissuto l’infanzia
in tre anni e la pubertà in uno: ora si meritava il meglio dalla vita. E Alec
faceva al caso suo. L’avrebbe fatta felice.
Ci recammo alla radura alle
prime luci dell’alba. Edward aveva appena finito di discutere con Renesmee, ma
alla fine aveva ceduto e l’aveva fatta venire. Io non mi ero intromesso. Sapevo
che non era bene far venire anche lei, in quanto la cosa poteva anche sfuggire
al nostro controllo e diventare ancora più pericolosa, ma era giusto che anche
lei combattesse per chi amava.
Passavano i minuti e degli
altri, nemmeno l’ombra. Eravamo tutti tesi, pronti a scattare ad ogni rumore
che preannunciasse il loro arrivo. Non si sentiva nemmeno il loro odore. Non avevano
nemmeno scritto l’ora nella lettera.
Dopo quasi quattro ore,
cominciai sul serio a pensare che non sarebbero più venuti.
Stavo per perdere le speranze
di un loro arrivo, quando riconobbi un odore familiare, molto familiare. Era l’odore
di Alice.
<< arrivano >>
dissi.
<< sicuro? >>
chiese Caius, guardandosi intorno.
<< sento l’odore di
Alice. Si stanno avvicinando >>.
In quel momento un pensiero
mi attraverso la mente: i diamanti non hanno odore. Fu un momento, ma mi venne
da sorridere.
Poi, all’improvviso vedemmo
sbucare Stephan e Vladimir. Quest’ultimo teneva per un braccio Alice. Sembrava in
buone condizioni, ma non diedi nulla per scontato. Se le avevano fatto del male….
C’era qualche cosa che non
andava… dove erano i neonati?
Poi intravidi qualche cosa
tra gli alberi. Non sembravano vampiri, ma potevo anche sbagliarmi.
Guardai verso Edward, per
capire se aveva percepito qualche pensiero, ma la sua espressione era piatta, e
le sue emozioni erano rivolte solo per i rumeni: rabbia e furia omicida. Nessuno
pareva essersi accorto delle ombre tra gli alberi. Non riuscivo bene a sentire
quelle emozioni, ma una cosa era certa: non sembravano umane. Non lo erano per
niente. Forse i neonati avevano emozioni più simili a quelle animali?
<< eravamo più che
convinti che non vi sareste venduti per una vampira! >> gridò con un
ghigno Stephan.
Caius strinse i denti, ma non
rispose. Io, dal canto mio, ero perplesso. Perché Alice non parlava? Non sembrava
stesse comunicando nemmeno con Ed. e poi c’erano quelle ombre… avevo un brutto
presentimento, ma molto brutto.
Ecco
il testo della canzone + la traduzione
The
call
It started out as a feeling
Which then grew into a hope
Which then turned into a quiet thought
Which then turned into a quiet word
And then that word grew louder and louder
'Til it was a battle cry
I'll come back
When you call me
No need to say goodbye
Just because everything's changing
Doesn't mean it's never been this way before
All you can do is try to know who your friends are
As you head off to the war
Pick a star on the dark horizon
And follow the light
You'll come back when it's over
No need to say goodbye
You'll come back when it's over
No need to say goodbye
Now we're back to the beginning
It's just a feeling and no one knows yet
But just because they can't feel it too
Doesn't mean that you have to forget
Let your memories grow stronger and stronger
'Til they're before your eyes
You'll come back
When they call you
No need to say goodbye
You'll come back
When they call you
No
need to say goodbye
Il
richiamo
E’
iniziato come una sensazione
Che
poi è diventato una speranza
Che
poi si è indirizzato in un pensiero tranquillo
Che
poi si è cambiato in una parola serena
E
poi quella parola è diventata più forte e più forte
Fino
a diventare un grido di battaglia
Tornerò
Quando
mi chiamerai
Non
c’è bisogno di dirsi addio
Solo
perchè sta cambiando tutto
Non
significa che non sia mai stato così
Tutto
quello che puoi fare è cercare di distinguere chi sono i tuoi amici
Mentre
vai in guerra
Scegli
una stella nell’oscuro orizzonte
E
segui la luce
Tornerai
quando è finita
Non
c’è bisogno di dirsi addio
Tornerai
quando è finita
Non
c’è bisogno di dirsi addio
Ora
siamo tornati all’inizio
È
solo una sensazione e nessuno lo sa ancora
Ma
solo perché non possono anche sentirlo
Non
significa che devono dimenticare
Lascia
che i tuoi ricordi crescano più forte e più forte
Fino
a quando sono davanti ai tuoi occhi
Tornerai
quando ti chiameranno
Non
c’è bisogno di dirsi addio
Tornerai
Quando
ti chiameranno
Non
c’è bisogno di dirsi addio