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Autore: Herm97    17/10/2016    1 recensioni
Rose Weasley poteva definirsi una delle ragazze più popolari di Hogwarts. Non solo perché i suoi genitori si chiamassero Hermione Granger e Ronald Weasley, o perché fosse la nipote del famosissimo Harry Potter. No, Rose era diventata amica quasi di tutti in quella scuola semplicemente perché si era impegnata sempre in tutto e per tutto: era stata eletta Prefetto una settimana dopo l'inizio del suo quinto anno a Hogwarts, studiava sodo e ora era diventata persino Caposcuola. Inoltre era una formidabile giocatrice di quidditch, il che rendeva orgogliosi gran parte dei suoi parenti - sopratutto Ron -, nel ruolo di cacciatrice. La ragazza aveva aiutato parecchie volte la sua squadra, quella giallo-oro, a vincere le partite e il resto della squadra, come anche gli studenti che appartenevano alla sua stessa squadra, gliene erano rinoscenti.
Naturalmente c'era qualcosa che Rose non riusciva a controllare, era una persona ormai vicina alla sua famiglia da molto tempo, col quale aveva purtroppo condiviso un'intera estate alla Tana. Il suo nome era Scorpius Hyperion Malfoy ed era, a detta di Rose, il ragazzo più sbruffone e saccente che lei avesse mai conosciuto. Ma potrà tutto ciò cambiare nel loro ultimo anno a Hogwarts?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La partita di Quidditch

Per tutta Hogwarts, sia fuori che dentro, aleggiava quel profumo di competizione che si percepiva ad ogni partita di quidditch. Ogni studente quel sabato si stava preparando ad assistere ad una delle partite più emozionanti dell'anno scolastico: Serpeverde contro Grifondoro. Le due squadre erano già dentro gli spogliatoi, il resto degli studenti si stava precipitando sulle tribune dello stadio, i professori e la preside facevano lo stesso.

«Rosie,» la richiamò Lily, avvicinandosi alla rossa e poggiandole dolcemente una mano sulla spalla. «devi calmarti.»

Rose annuì alla cugina, sorridendole appena. Era una cosa normale per Rose: l'ansia e l'adrenalina che si mischiavano col sangue nelle sue vene, il cuore che pompava, i polmoni che richiedevano più aria e la gola che diventava improvvisamente secca; prima di ogni partita la ragazza si sentiva così. Sapeva benissimo di essere carica, pronta a togliere quel sorrisetto dalla faccia delle Serpi e, sopratutto, dal faccino pallido e insopportabile di Malfoy, ma allo stesso tempo temeva di poter sbagliare qualcosa.

La rossa chiuse gli occhi per un secondo, cercando di concentrarsi al massimo per poter dare tutta se stessa sul campo, come ad ogni partita. Sentì gli schiamazzi degli studenti di Hogwarts, i cori per i Serpeverde e quelli per i Grifondoro. Sorrise, adorava il quidditch e tutto ciò che lo riguardava. Riaprì gli occhi più carica che mai e si alzò in piedi stringendo in mano il suo manico di scopa: era la cosa più preziosa che avesse, quella a cui lei teneva molto. Era una regalo di suo padre, donatole proprio quando Ron venne a sapere che la sua piccola Rosie era stata presa nella squadra di quidditch. Ron era fiero di lei, della sua piccola bambina, e Hermione non poteva essere da meno.

«Okay,» mormorò Rose, raggiungendo il resto del gruppo. «Grifondoro è pronto a vincere!»

Nello stesso momento, nello spogliatoio dei Serpeverde, Albus osservava il suo migliore amico. Era da quella mattina che Scorpius aveva un'aria strana e, secondo Albus stesso, l'Amortentia l'aveva stordito. Scorpius teneva gli occhi chiusi e faceva respiri profondi; col piede tamburellava nervosamente sul pavimento, mentre la mano destra stringeva la sua scopa - ultimo modello, un regalo del padre Draco Malfoy.

«Scorpius che hai? Non è da te essere ansioso prima delle partite.» lo richiamò Albus, sedendosi sulla panchina accanto a lui.

«Non è ansia, Al.» replicò Scorpius, aprendo gli occhi e passandosi una mano fra i capelli biondo platino.
Scorpius incrociò per un secondo lo sguardo del suo migliore amico, mostrandogli un sorriso beffardo e incatenando i suoi occhi grigi a quelli verdi di Albus. Sebbene quest'ultimo fosse una delle persone più importanti della sua vita, Scorpius indossò la sua solita maschera da sbruffone e poi si alzò, allungando una mano per aiutare l'amico ad alzarsi. Ma Albus conosceva troppo bene Scorpius e sapeva che c'era qualcosa che gli frullava nella testa, solo non sapeva esattamente cosa fosse. Era riuscito a capire che c'entrava ciò che era successo durante Pozioni. Quindi afferrò la mano di Scorpius ma, al posto di alzarsi, ritirò in giù il suo amico.

«Potter, Malfoy! Andiamo che è quasi ora!» fece un Serpeverde.

«Adesso arriviamo, andate avanti voi!» rispose Albus, girandosi per un momento in direzione del ragazzo, poi tornò a squadrare Scorpius. «Scorpius Malfoy, ti conosco troppo bene e so che c'è qualcosa che mi stai nascondendo.»

Era vero? Certo che si. Glielo avrebbe detto? Assolutamente no. Si, Albus Severus Potter era il suo migliore amico, ma non voleva renderlo partecipe di un segreto così... strano. Neanche Scorpius riusciva a capirsi, figuriamoci il suo migliore amico; poi c'era comunque una vocina che gli diceva «Se glielo dici, ti uccide. Ne sono sicuro» e questa era una motivazione in più per convincerlo a tener nascosta quella cosa.

«Lo sai che prima o poi lo scoprirò, vero?» gli domandò Albus, sorridendo divertito e scompigliandogli poi i capelli.

«Continua a sognare Potter, fa bene!» replicò divertito Scorpius, sistemandosi i capelli e alzandosi dalla panchina.

I due camminarono verso l'uscita degli spogliatoi, quella che dava sul campo di quidditch e sorrisero sentendo quelle grida degli studenti di Hogwarts. Il quidditch era proprio uno degli sport più belli del mondo, ma come facevano i babbani a farne a meno - poveri, non sapevano neanche che cosa si perdevano!

La partita iniziò dieci minuti dopo e i giocatori di entrambe le squadre erano più carichi che mai. Per un secondo, che per tutti e due era sembrato un'eternità, Scorpius e Rose si erano guardati. Nei loro sguardi c'era sfida, competizione, voglia di vincere quella pirma partita. Il commentatore ufficiale, Travis Lee - figlio minore di Jordan Lee - commentava con abilità tutti i passaggi; spesso si divertiva a fare delle battute sui Serpeverde, per poi incitare i Grifondoro - aveva preso tutto dal padre.

«Weaspley tiene ben salda la pluffa e supera due Serpeverde!» urlava Travis.

Rose si avvicinava sempre di più alle porte dei Serpeverde, e sulle labbra aveva un sorriso vittorioso. Nella sua testa non c'era altro che fare quel punto, mandare la pluffa in una delle porte ed esultare insieme alla sua squadra. Sentiva il suo cuore pompare l'adrenalina, il vento che le scompigliava i capelli rossi e un profumo di menta fresca misto a sudore che si mostrò improvvisamente. Per un momento si chiese da dove provenisse, ma infine ritornò a concentrarsi sul suo dovere.

«E Weasley segna un altro punto per i Grifondoro!» gridò Travis.

Dopo aver segnato, Rose alzò un braccio in segno di vittoria ma sapeva benissimo che Lily doveva assolutamente catturare quel boccino. La rosse prese quota e intercettò Lily e Malfoy che inseguivano il boccino e, per un secondo, i suoi occhi si fissarono proprio su Scorpius. Era agile, veloce e... perfetto. Qualche secondo dopo Lily e Scorpius cambiarono rotta e si girarono nella direzione di Rose, sempre inseguendo il boccino d'oro. Rose, abbassando lo sguardo, notò la pluffa balzare tra un Serpvedere e un altro, quindi si rilanciò nella mischia ma qualcosa le colpì la scopa, facendole perdere quota.

«Oh no! Weasley è stata colpita da un bolide! Sta precipitando verso il basso!» strillò Travis Lee, visibilmente preoccupato.

Rose andò nel panico, il pubblicò trattenne il respito e i tutti i giocatori si fermarono per guardare la scena. La rossa fece di tutto per frenare la caduta e, fortunatamente, la cosa funzionò. Purtroppo, però, il rallentare non le impedì di cadere a terra e di sbattere la testa. Poco prima di perdere i sensi, la ragazza sentì una voce che urlava il suo nome.

«Rose!»

Era quella di Malfoy.

 
***

 
Lily attendeva fuori dall'infermeria, preoccupata e in continuo movimento. Non riusciva a stare ferma: se si sedeva picchiettava i piedi al terreno, se restava in piedi faceva avanti e indietro. Dominique sedeva per terra e aveva lo sguardo fisso in un punto impreciso; Hugo continuava a battere i pugni sulla porta dell'infermieria, supplicando di farlo entrare per poter vedere sua sorella; Louis sedeva accanto alla sorella e cercava di strapparle qualche parola, tutto però invano; Roxanne, Lucy e Molly cercavano di consolarsi a vicenda, dicendo che Rose stava bene.

Albus arrivò di corsa davanti all'infermeria, seguito da Alice Paciock e Scorpius. Il primo aveva uno sguardo preoccupatissimo e, come il cugino Hugo, si mise a urlare di farli entrare. Alice si sedette accanto a Dominique e la abbracciò. Scorpius, invece, non sapeva bene che cosa fare.

«Cosa ci fai tu qui?!» urlò arrabbiata Lily, andandogli incontro e puntandogli un dito sul petto. «Tu e la tua squadra di Serpi! E' tutta colpa vostra se Rose è finita qui!»

«Lily!» la richiamò il fratello, correndo verso di lei e prendendola in modo tale da farle abbassare le braccia. «Adesso calmati!»

Scorpius era già sconvolto per ciò che era capitato alla Weasley, se poi ci si metteva una Potter che gli faceva la ramanzina il livello di sorpresa saliva, aumentava. Aprì la bocca per parlare, ma poi la richiuse e si passò una mano fra i capelli chiari.

«Potter,» disse poi, avvicinandosi a Lily e ad Albus. «ti posso assicurare che io non centro nulla con questa cosa. Non lo farei mai. Io vinco perché me lo merito, io vinco perché mi sono allenato e lo faccio con sportività.»

«Sportività,» mormorò Dominique, uscendo da quel suo stato di trans in cui era caduta molto prima. «che strana parola detta da un Serpeverde.»

«Che vorresti dire con questo?» domandò Albus, guardando sua cugina con aria offesa e lasciando andare sua sorella.

«Niente, non vuole dire niente. E' ancora sotto--» Alice voleva evitare una lite proprio lì, mentre Rose era dentro l'infermeria priva di sensi, ma Dominique non la lasciò finire.

«Voglio dire che voi siete Serpeverde. Voi giocate sporco e avete fatto in modo che il miglior giocatore della nostra squadra venisse colpito da un maledetto bolide, così da poter vincere una partita!» urlò Dominique, incrociando gli occhi di Scorpius, come se volesse rivolgere tutte le accuse verso di lui. «Una stramaledetta partita!»

Albus si sentì ferito nel profondo, Scorpius un po' meno. Lily aprì la bocca per parlare, ma poi decise di richiuderla e di avvicinarsi alla porta. Hugo continuava a battere i pugni contro la porta di legno massiccio che lo divideva da sua sorella. Per qualche minuto regnò la quiete, il silenzio. Albus appoggiò la schiena al muro freddo e, lentamente, scese verso il pavimento per poi sedersi; si prese il capo con le mani e fece un respiro profondo. Scorpius gli si avvicinò e si sedette accanto al suo migliore amico, circondandogli le spalle con un braccio.

«Al, vedrai che andrà tutto bene. Non preoccuparti, d'accordo?» sussurrò Malfoy al corvino.

«Come fai a sapere che andrà tutto bene?» chiese Albus, alzando lo sguardo e incatenando i loro sguardi. «Come puoi esserne così certo, Scorpius?»

«Perché Rose è una ragazza forte, se la caverà.» mormorò Scorpius.

Aveva dovuto dire quella frase ad alta voce, perché anche lui ci credeva poco.

Verso le otto di sera tutti avevano avuto la possibilità di entrare e vedere Rose Weasley. Stava bene, si era risvegliata. L'ultimo ad entrare fu Scorpius, un po' imparazzato e preoccupato.

«Tu qui? Questo è il colmo!» esclamò divertita Rose, cercando di mettersi comoda sul letto dell'infermieria.

Quando Scorpius si accorse della fatica che Rose stava facendo, si affrettò per darle una mano. Le afferrò saldamente un braccio e la aiutò a mettersi seduta, poi si sentì gli occhi azzurri e penetranti di lei addosso. Allora alzò lo sguardo, incatenò i suoi occhi grigi a quelli di lei e per un istante gli venne voglia di baciarla. Cosa? Lui baciarla? No, non poteva. Però le sue labbra erano così invitanti: davano l'impressione di essere morbide e profumate; voleva passarle una mano sul viso e poi infilare le dita fra i suoi capelli rossi e boccolosi; i suoi occhi, poi, sembravano un pezzo di cielo infinito.

D'altra parte Rose si sentì avvampare, le sue guance divennero rosee e le pupille si dilatarono. Anche lei, sebbene volesse sopprimerla, aveva voglia di assaporare le labbra di Malfoy. Voleva sapere che gusto avessero, voleva sentirsi il suo profumo addosso... il suo profumo: menta fresca mischiata a sudore. Ecco da dove proveniva!

I loro visi erano talmente vicini che ormai condividevano lo stesso respiro, gli stessi pensieri. Ma con la stessa velocità in cui questa situazione si era presentata, volò via come una piuma trascinata dal vento. Scorpius si sedette sulla sedia accanto al letto di Rose e si schiarì la voce, passandosi poi una mano tra i capelli chiari; la rossa si morse un labbro e tentò in tutti i modi di rilassarsi.

«Ehm... Perché... Perché sei qui Scorp...» Rose si bloccò, stava per chiamarlo per nome, ma poi si corresse. «Malfoy.»

«Volevo solo assicurarmi che stessi bene.» rispose lui, fermandosi un secondo prima di riprendere a parlare. «Inoltre, a nome della squadra di Serpeverde, volevo dirti che quello che ti è successo non è stato fatto al fine di vincere a tutti i costi.»

«La partita, ma certo!» esclamò Rose, dandosi un leggero colpo sulla fronte. «Chi ha vinto?»

Scorpius scoppiò a ridere, guadagnandosi un'espressione dubbiosa da parte della rossa.

«Chi hai vinto?» ripeté Malfoy, ridendo ancora più forte. «Certo che sei strana forte, eh Weasley.»

Allora Rose incrociò le braccia al petto, proprio sotto il seno, e assottigliò lo sguardo mentre guardava male Malfoy.

«Senti gargoyle platinato, questa non era una battuta. Voglio davvero sapere chi ha vinto la partita.» disse lei.

Finalmente lui smise di ridere, sorpreso e divertito per il nomignolo che la Weasley gli aveva affibbiato. Scorpius si allungò nuovamente verso di lei, facendola arretrare verso il cuscino del letto. Rose deglutì rumorosamente e fissò gli occhi di Malfoy.

«E' stata annullata.» fece quest'ultimo in un sussurro.

Come se quel gesto avesse secondi fini, data la vicinanza del viso del ragazzo, le guance di Rose presero colore e il cuore iniziò a battere velocemente. Se lui non si fosse spostato subito, immediatamente, lei gli sarebbe saltata addosso e avrebbe ceduto al suo fascino. D'altra parte Scorpius mostrò un sorriso beffardo, anche se dentro si sentiva proprio come lei.

«E' stata annullata?!» esclamò improvvisamente Rose, riportando un po' di senso ai suoi pensieri contorti legati al momento. «Com'è possibile?»

«La McGranitt ha pensato che questa fosse la decisione migliore. La disputeremo in un weekend in cui, in teoria, le quattro case sono di riposo, proprio per recuparerla.» spiegò Malfoy alzandosi dalla sedia. «Ed è ora che io me ne vada.»

La rossa lo osservò attentamente e, nel frattempo, si stava insultanto meltamente per tutto ciò che aveva provato in quei momenti in cui il viso del gargoyle era così vicino al suo. Poi Scorpius si voltò nella sua direzione e le sorrise, di nuovo quel sorriso da sbruffone che a lei recava fastidio.

«Ci si deve in giro, Rosie.»

NOTA AUTRICE
Scusatemi davvero! E' da ANNI che non scrivevo un capitolo per questa storia!
Perdonatemi, davvero! Ci sono state un sacco di cose in mezzo (che adesso non sto qui ad elencarvi) e che mi hanno trattenuta...
Ad un certo punto mi sono anche detta: "Scrivi un avviso e annuncia il termine della storia, che non puoi più andare avanti". Ma poi mi sono detta che non potevo, è una cosa che non posso fare! Ho iniziato questa avventura e la voglio finire!
Quindi ecco a voi il sesto capitolo con tutte le mie scuse.
Spero vi piaccia!

 
   
 
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