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Autore: Signorina Granger    18/10/2016    13 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
I Vincitori hanno votato: dopo la terza Edizione della Memoria ce ne sarà un'ultima... solo che a sfidarsi non saranno i ragazzi dei Distretti, bensì quelli di Capitol City.
Dicono che la vendetta vada servita fredda... e gli abitanti dei Distretti hanno aspettato per più di settant'anni; perciò che gli ultimi Hunger Games abbiano inizio, possa la fortuna essere sempre a vostro favore.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Cerimonia di Apertura (Parte II)

 

“Ciao… Sono Cyrus.”

 

Julian alzò lo sguardo, trovandosi davanti un ragazzo dai capelli scuri che gli stava porgendo la mano, sorridendogli affabilmente. Senza esitare la strinse, sforzandosi di ricambiare il sorriso mentre Cyrus sedeva accanto a lui, sul divanetto di pelle.

 

“Julian.”        Non si era aspettato alcuna presentazione cordiale in effetti, sicuro che tutti sarebbero stati troppo occupati ad auto-commiserarsi e chiedersi come sarebbero sopravvissuti all’Arena… il suo compagno di alloggio temporaneo invece non sembrava esageratamente preoccupato, come se stessero andando in campeggio invece che al patibolo.

 

“Secondo te ci metteranno molto? Non vedo l’ora che questa serata finisca… conoscendomi sarei capacissimo di rotolare giù dal carro e fare una bella figuraccia già dalla prima sera.”

 

Cyrus incrociò le braccia al petto, sbuffando debolmente e lanciando alla porta di vetro scorrevole un’occhiata carica d’impazienza: non gli importava poi molto del vestito che gli avrebbero fatto indossare… sperava solo che quella serata passasse in fretta.

 

“Immagino che Tiberius stia arrivando, o almeno lo spero… come spero di non dover indossare niente di esageratamente ridicolo.”

 

“Hai ragione, dopo la mucca che prendeva fuoco dell’anno scorso, non si sa mai.”

 

Le parole di Cyrus fecero sorridere Julian in un modo spontaneo che gli era nuovo da quando si era svegliato: ricordava benissimo la Sfilata della terza Edizione della Memoria… esattamente come alcuni abiti decisamente ridicoli che l’avevano fatto ridere parecchio, insieme ad Aaron mentre la guardavano comodamente seduti sul divano nel salotto di casa loro.

Nel ricordare quei momenti passati con madre e fratello il sorriso svanì in fretta dal bel volto del ragazzo, cedendo il posto ad un’espressione malinconica che non sfuggì a Cyrus, che gli rivolse un sorriso amaro mentre annuiva con un debole cenno del capo:

 

“Lo so… è dura. Mancheranno anche a me.”

 

Julian aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne ebbe il tempo: la porta di vetro si aprì senza fare rumore, permettendo al loro Stilista di entrare con aria allegra:

 

“Scusate il ritardo ragazzi, ho avuto un piccolo diverbio con un collega… ma ora sono tutto vostro, quindi potete provarvi i vestiti così in caso potrò fare le dovute modifiche.”

 

Alle spalle dell’uomo alto e dalla pelle olivastra, nessuno dei due ragazzi seppe dire se era naturale o meno, erano entrate due ragazze di pochi anni più grandi di loro, trascinandosi dietro qualche custodia lucida e scura con la lampo per gli abiti.

 

Mentre si alzavano dal divano Cyrus e Julian si scambiarono un’occhiata quasi dubbiosa: quello era il momento in cui avrebbero scoperto se avrebbero fatto una figuraccia davanti a tutta Panem o meno.

 

                                                                                   *

 

“Ciao… Sean, vero?”

 

Sean si fermò, voltandosi istintivamente verso la fonte della voce. Si trovò davanti ad un ragazzo che aveva l’aria decisamente familiare, che gli rivolse un debole sorriso.

 

Ricordava di averlo già visto prima della Mietitura, forse a scuola… ma ricordava anche che fosse praticamente sparito nel nulla per un nel po’.

 

“Si… Wilhelm?”  Sean inarcò un sopracciglio, parlando con tono leggermente scettico come se sperasse di azzeccare. Il biondo annuì mentre camminava verso di lui lungo il corridoio, sistemandosi il bavero della lucida giacca color crema.

 

“So a cosa stai pensando… non ci vediamo da un po’, negli ultimi anni non sono venuto a scuola.”

 

“Non ti sei perso granché, fidati. Con chi ti hanno sistemato?”

 

“Aaron Bradshaw… tu?”

 

“Kalem. Purtroppo ci hanno sistemati in base all’età, e lui oltre a me è l’unico ad avere 18 anni… che felice coincidenza.”    Sean sbuffò sommessamente, facendo comparire un sorrisetto divertito sul volto di Wilhelm, guardandolo come se lo compatisse:

 

“Non ci ho mai parlato, ma ne ho sentite parecchie su di lui… c’è da chiedersi se sia tutto vero o meno.”

 

“Non lo so, e forse non voglio saperlo… preferisco farmi gli affari miei, anche quando si tratta di pettegolezzi del genere.”

 

Sean si strinse nelle spalle prima di riprendere a percorrere il corridoio insieme a Wilhelm, entrambi diretti agli ascensori per raggiungere gli altri e prepararsi ad iniziare la Sfilata. Wilhelm in effetti sperava di riuscire a salutare David e Carly prima che venissero portati nei loro alloggi al Centro di Addestramento, altrimenti non li avrebbe potuti vedere fino al giorno dopo.

 

Sean se l’era quasi filata dalla sua stanza dopo essersi cambiato, non avendo molta voglia di chiacchierare con l’enigmatico ed eccentrico Kalem Schweinson e indossando in fretta e un po’ di malavoglia il completo blu che gli avevano rifilato: non aveva mai amato molto vestirsi elegantemente… anzi, non gli piaceva in generale stare sotto i riflettori. Non prendeva spesso parte alle feste che pupullavano Capitol City, preferendo passeggiare, salire sul tetto a godersi il panorama o rilassarsi… Sorrise amaramente, pensando a quanto sua madre avesse sempre insistito per vederlo vestito elegante: alla fine era successo davvero, anche se non nella condizione da lei sperata.

 

                                                                                    *

 

“Ehy, piccoletto… eccoti qui.”

 

David ruotò su se stesso, fulminando con lo sguardo Wilhelm Grace. Il ragazzo lo guardava invece con aria divertita, sorridendogli e tenendo le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni chiari:

 

“Piantala una buona volta di chiamarmi così Grace, non ho più otto anni!”

 

“Vero, ma ne hai 12. Sei comunque ancora un piccoletto.”

 

David sbuffò, borbottando qualcosa di incomprensibile mentre si passava una mano tra i capelli scuri, rifiutandosi categoricamente di tenerli belli e ordinati: non lo erano mai stati, e mai lo sarebbero stati per quanto lo riguardava.

 

“Sei strano vestito così, Grace… sembri quasi un’altra persona.”   David inarcò un sopracciglio, studiando l’amico con aria scettica e quasi critica: non l’aveva mai visto vestito bene, in effetti… e solo ora che erano entrambi perfettamente ripuliti si rendeva conto di come avessero passato i precedenti quattro anni.

Il biondo si strinse nelle spalle, parlando quasi con una nota di amarezza nella voce:

 

“Se mi avessi conosciuto prima che mia madre mi sbattesse fuori di casa… beh, mi avresti visto così molto spesso. Tu sembri una sottospecie di bambolotto.”

Un lieve sorriso divertito increspò le labbra di Wilhelm, guadagnandosi un’occhiata truce da parte del giovane David, che gli passò accanto per raggiungere il suo carro con un muso lungo stampato in faccia, borbottando al contempo qualcosa che suonò molto come “guardati allo specchio, Grace”.

 

Ridacchiando Wilhelm girò sui tacchi, imitando il ragazzino che ormai aveva adottato come fratello minore e avvicinandosi al suo carro, al quale Aaron era appoggiato con aria annoiata dopo aver salutato suo fratello minore.

 

“Che gran perdita di tempo… Siamo tutti di Capitol, no? Che cosa mai dovremmo mostrare alla Cerimonia di Apertura?”

 

“Non ne ho idea… forse che nonostante tutto, Capitol mantiene ancora il primato di città più sfarzosa del continente.”

 

Wilhelm fece spallucce come se la situazione non gli facesse né caldo né freddo: non gli importava molto della Sfilata in sé, a preoccuparlo era l’Addestramento… e naturalmente, l’Arena che li attendeva.

Aaron per tutta risposta sbuffò, guardandosi intorno con cipiglio leggermente torvo mentre scrutava i loro compagni-avversari, cercando di riuscire ad inquadrare specialmente i ragazzi: le ragazze erano quasi tutte più piccole di lui e non le reputava un possibile ostacolo… Sembravano tutte piuttosto tranquille e quasi intimorite dalla situazione, eccezion fatta per una ragazza dai lunghi capelli rossi che sembrava avere la sua età o forse anche un anno di più, che si muoveva con gran naturalezza e l’aria rilassata di chi non è affatto in ansia.   

 

Aveva visto milioni di edizioni dei Giochi, sapeva che spesso le persone meno temibili risultavano più letali di altre… ma quella non era un’Edizione come tutte le altre: nessuno di loro era mai stato addestrato in alcun modo, e anche se a differenza degli abitanti di molti Distretti erano sani e perfettamente nutriti, nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di finire nell’Arena… ergo, nessuno era allenato, quindi l’arma di cui potevano fare maggiore uso nei Giochi era semplicemente il proprio cervello.

 

Peccato che, tra tutte, la psiche sia l’arma più complessa e difficile da sfruttare.

 

                                                                                 *

 

Avvicinandosi al suo carro, che scoprì con disappunto essere il primo della fila, David raggiunse Louis, il suo futuro compagno di alloggio al Centro di Addestramento.

Il biondo gli rivolse un’occhiata molto poco allegra, come se avrebbe preferito trovarsi in qualunque altro luogo al mondo… In effetti non sembrava molto a suo agio, con i capelli leggermente più ordinasti rispetto al solito e un vestito color carta da zucchero addosso.

 

“Anche tu ti senti una specie di pinguino? Non vedo l’ora di togliermi questo stupido vestito…”

 

David sbuffò, tirandosi il colletto della camicia bianca mentre il compagno annuiva con aria torva, imitandolo e salendo sul carro.

 

“Anche io… questa Sfilata è una stupidaggine, completamente inutile in questa Edizione.”

 

“Probabile… Ma i Vincitori avranno insistito per far fare le cose come si deve.”   Louis sbuffò, maledicendo mentalmente chiunque avesse deciso di metterli per primi della fila… e anche chi aveva inventato quella stupida tradizione della Cerimonia di Apertura, che aveva trovato noiosa persino quando guardava i Giochi in tv.

David probabilmente avrebbe replicato ma si zittì all’improvviso, distratto dalle porte che si stavano aprendo.

Immediatamente le luci e un boato li inondarono e entrambi si resero conto che i Capitolini non sembravano più particolarmente tristi per quell’inaspettata Edizione dei Giochi: il pubblico teneva gli occhi fissi su di loro e a parte le famiglie dei Tributi i Capitolini sembravano essere tornati un po’ quelli di sempre… emozionati all’idea di assistere agli Hunger Games.

 

“Cattivo sangue non mente mai.”    Il borbottio sommesso di Louis non arrivò alle orecchie di David mentre il loro carro iniziava a muoversi, trascinandoli nella mischia.

 

                                                                                          *

 

Salendo sul carro, Caius capì per la prima volta come si fossero sentiti per quasi un secolo i Tributi degli Hunger Games: mentre le porte infondo alla galleria si aprivano e le luci improvvise quasi li accecavano, il ragazzo si sentì più che mai come un oggetto messo in esposizione… o ancor peggio, un animale che veniva venduto al miglior offerente, messo in mostra davanti ai possibili acquirenti.

 

I due cavalli dal mano palomino che spingevano il carro si mossero e si aggrappò alla ringhiera scura per evitare di cadere, guardandosi intorno con un leggero senso di disagio: il fatto che fossero tutti meticolosamente agghindati non aiutava a farlo sentire tranquillo… no, gli abiti eleganti contribuivano solo a farlo sentire un animale messo in mostra e tirato a lucido prima della sua dipartita.

 

Forse non era il modo migliore per iniziare i Giochi, ma non poteva fare a meno di pensarci.

 

Accanto a lui, anche Black si stava guardando intorno senza nessuna particolare espressione dipinta in volto… un po’ perché non voleva far capire al pubblico e a tutta Panem cosa stesse provando e un po’ perché infondo nemmeno lui sapeva davvero cosa pensava: era strano essere l’, in piedi sul carro traballante e davanti a tutta Panem.

 

Poteva quasi percepire la mera soddisfazione che stavano provando tutti gli abitanti dei Distretti in quel momento, guardando forse per la prima volta i Giochi con sincero piacere e divertimento: ciò per anni era stata la loro tortura, ora era diventata la loro rivincita.

Meritata? Con gran probabilità si, anche se a parere del ragazzo se la stavano prendendo con le persone sbagliate… infondo erano tutti adolescenti, non avevano colpa diretta per quello che avevano passato. Forse avrebbero dovuto indire un’Edizione per i politici sopravvissuti alla rivolta, non per i figli dei cittadini di Capitol…

 

Tuttavia ormai era decisamente tardi per pensarci: il danno era stato fatto, e piangere sul latte versato non serviva a nulla, come diceva sempre suo fratello.

 

Pensando a White Black piegò le labbra in una smorfia, chiedendosi se stesse guardando la Sfilata… l’avevano sempre fatto insieme fin da bambini, era quasi triste pensare che non l’avrebbero mai potuto rifare… quella era l’ultima Cerimonia di Apertura, ma sperava almeno di riuscire a fare altre cose insieme al fratello in futuro.

 

                                                                                       *

 

Kalem teneva lo sguardo fisso davanti a sé, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata in direzione del pubblico, sorridendo con aria quasi beffarda.

Sapeva di attirare moltissima attenzione, un po’ per i suoi capelli chiarissimi risalati ancora di più dal vestito chiaro che indossava, e un po’ perché molti lo conoscevano anche solo di vista a Capitol City…

Il ragazzo alzò una mano, sorridendo amabilmente e salutando con l’aria più innocente che riuscì a trovare, conscio dell’occhiata incerta che gli lanciò Sean, in piedi sul carro accanto a lui: sapeva che il ragazzo lo trovava “strano”, ma non gli importava poi molto… in fin dei conti c’erano un mucchio di altri pesci in quell’acquario.

 

Sfortunatamente Sean Thorn era abbastanza sveglio da non lasciarsi fregare da lui, Kalem lo sapeva benissimo… ma non se ne dispiaceva: in fin dei conti forse era troppo sveglio, non l’avrebbe voluto comunque come alleato nell’Arena.

No, a lui serviva qualcuno da poter manipolare facilmente e da sfruttare a proprio piacimento una volta nell’azione dei Giochi… nessuno dei ragazzi gli sembrava un completo sprovveduto a primo impatto, ma sapeva già che l’Addestramento gli sarebbe stato infinitamente utile per osservare e conoscere meglio i suoi compagni… e chissà, magari sarebbe stata anche l’occasione per gettare qualche amo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

…………………………………………………………………………………..

Angolo Autrice:

 

Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma la settimana scorsa è stata piuttosto piena e per una serie di motivi non sono riuscita ad aggiornare ieri… mi spiace, per il prossimo dovrete aspettare molto meno, arriverà di sicuro nel weekend.

Anche se non molto lungo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che siate riusciti ad inquadrare un po’ meglio i ragazzi… nel prossimo inizierà ovviamente l’Addestramento, perciò vi chiedo:

 

Che cosa farebbe il vostro OC durante l’Addestramento? Osserverebbe gli altri, si allenerebbe in qualcosa di specifico?

In più, se volete potete anche cominciare a dirmi con chi vi piacerebbe che si alleasse il vostro OC… Ma vi avverto che non accetterò tutte le vostre richieste, posso benissimo fare di testa mia.

 

Vedete voi se dirmelo ora o aspettare di leggere dell’Addestramento, insomma.

 

Scusate, ma non sono riuscita a mettere le immagini dei vestiti... Per farlo dovrei usare il PC ma al momento non mi è possibile, quindi le inserirò alla fine del prossimo capitolo.

Ci sentiamo presto, spero, con il seguito… e grazie come sempre per le recensioni, siete piuttosto puntuali, quindi grazie davvero perché non succede spesso!

 

Ps. Se a qualcuno dovesse piacere il Fandom di Harry Potter, ho da poco iniziato una nuova storia… se volete, passate a dare un’occhiata!  

 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3556241

A presto! Signorina Granger

   
 
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