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Autore: Elsinor    18/10/2016    5 recensioni
La vita non ti sorride quando sei un Magonò, e il giovane e irriverente Silas lo sa bene, tra Burrobirre, lavori ingrati ed elfi domestici più ricchi di te. Ma se sei un Magonò e ti ritrovi con il soffio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sul collo?
È ora di scoprire cosa si può fare senza magia e cosa si può fare con, cosa si può fare da soli e cosa si può fare insieme a qualcuno, specie se quel qualcuno è un mago brillante e vanitoso come Alec Kingsman.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mi bastò mettere il naso fuori di casa per scoprire cosa Alec intendesse dicendo di essere "un po' vendicativo".

Tanto per cominciare aveva stregato un grosso ombrello nero perché balzasse su dal portaombrelli e cercasse di picchiarmi ogni volta che entravo o uscivo.
Sia ombrello che portaombrelli d'ottone non c'erano prima, quindi dedussi che o Alec li aveva direttamente evocati o nella valigetta era riuscito a fare entrare di peggio che un paio di saponi.
Poi aveva attaccato alla porta (con un Incantesimo di Adesione Permanente, in tutta probabilità, perché non riuscii a staccarlo in nessun modo) un cartello con su scritto "QUI NON SI COMPRANO CALDERONI PORTA A PORTA abbiamo i nostri e non ne desideriamo di dubbia provenienza. Evitate di disturbarci/vi". Magari in un quartiere di maghi era anche utile, ma a me sarebbe riuscito difficile spiegare ai vicini perché non volevo calderoni. Senza contare la presenza animata sul cartello di una strega sorridente che abbracciava un paiolo portatile e scuoteva l'indice, ammonendo con maliziosa severità il pubblico.
Stranamente neanche quella del piano di sotto disse niente a riguardo, forse si era rassegnata.
Credo che Alec si fosse persino preso la briga di trasfigurare lo zerbino, perché quando lo calpestai mi sembrò di sentire un ringhio. Sperai di non scoprire altro.

Non avevo intenzione di correre dietro Alec (soprattutto dopo averle prese da un ombrello) così tornai al piano primitivo: fare da solo e non fidarsi di nessuno.
Era ora di recuperare la maledetta sfera di cristallo, così presi lo zaino, ci infilai la divisa Pinkerton e mi scapicollai per andare al lavoro.
Arrivato in sede, timbrai al volo il cartellino sotto il naso dell'effige d'ottone di Otterline, la lontra logo dell'impresa. La bestia mi soffiò dietro, il naso di un rosso incandescente, ma non ci badai e continuai a correre.
«Dov'è Guzzle?» ansimai.
Il caposquadra mi squadrò lentamente da dietro i grossi occhiali e riprese a scorrere la lista dei turni con la bacchetta. Di solito il mio cartellino si scaldava e vi comparivano gli orari e i siti da fare in giornata, ma finora era rimasto gelido.
«Non sei molto più verde del solito, Hare.» commentò il caposquadra «Il vaiolo di drago ti è passato in fretta. Devo scrivere al San Mungo degli effetti miracolosi delle Strillettere.»
«Già. Ehm, dovrei vedere Guzzle. Gli ho lasciato una cosa. A proposito, mi hanno licenziato?»
«In teoria sì, il capo ha già messo gli annunci per trovare chi ti sostituisca, ma finché non lo trova immagino che puoi restare. Essere pagato è un altro discorso. Quanto alla prima domanda, l'elfo sta facendo i numeri dal 24 al 42 a Diagon Alley. Qualsiasi cosa ti abbia rubato ti consiglio di dirle addio, tanto non è mai niente di insostituibile.»
«Stavolta sì! Addio!»
Mi gridò flemmaticamente qualcosa dietro, ma ero già partito. Otterline morse l'aria quando le passai vicino mostrandole il dito medio.

Un furgoncino della Pinkerton aveva portato Guzzle e altri colleghi a Diagon Alley quella mattina, ma io ovviamente l'avevo perso, così ci misi il triplo del tempo.
Speravo di trovare Guzzle al Paiolo Magico ed evitarmi di visitare tutti i numeri dal 24 al 42, ma non era davvero una giornata fortunata. Presi una bottiglia di Burrobirra con gli ultimi zellini raschiati dalle tasche.
Trovai Guzzle quando arrivai al numero 38 e avevo già svuotato la bottiglia da un pezzo. L'infame elfo stava dando lo scopettone sulle scale e la mia vecchia collega Janet cercava di aiutarlo e leggere contemporaneamente il Settimanale delle Streghe. Il suo straccio stregato non pescava mai dal secchio della saponata e girava senza senso rimestando lo sporco, bell'incantesimo a cavolo.
«Guzzle!» gridai, facendo sobbalzare elfo, Janet e straccio «Hai presente quella cosa luccicante che hai intascato? La rivoglio!» Guzzle stava già correndo a tuffarsi nel secchio della saponata, ma lo afferrai per la collottola in tempo.
«Auguri, ragazzo! L'avrà già venduta.» commentò flemmatica Janet, voltando pagina.
«Bugia! Guzzle non prende soldi! Guzzle non è un elfo liberato!»
«Guzzle sarà un elfo morto, se non mi dici dove hai messo la sfera! E neanche perché ti ucciderò io, ma perché ci penserà un altro che sai.»
«Guzzle è più furbo di Silas!»
«Su questo mi sa che hai ragione, ma...»
«Guzzle non ruba, Guzzle vuole dare la sfera al padrone, ma dentro la sfera c'è qualcuno che parla, così Guzzle mette la sfera nella borsa di un mago!»
Rimasi esterrefatto «Che mago?!»
«Guzzle non lo sa! Primo mago che passa vicino Guzzle!»
Lo lasciai andare. Mi serviva una mano libera da schiaffarmi sulla fronte.
Janet arricciò il naso, facendo sobbalzare i suoi occhialini da lettura scarlatti «Guardate sul Profeta gli annunci per gli oggetti smarriti e ritrovati.» suggerì, con l'aria di chi concede a due idioti una soluzione ovvia.
Io e Guzzle ci guardammo. 
«Kingsman.» disse rauco l'elfo.
Potevo svitarmi la mandibola e conservarla in formaldeide, da tante volte era caduta nel giro di due giorni.
«Cosa?! Il mago a cui hai dato la sfera?»
«Scritta sulla borsa. Guzzle sa leggere benissimo. E guarda anche figure. Era verde e giallo...»
«Sarà stata la firma Kingsman's! La borsa era di un mago che aveva appena fatto spese lì.» intervenne, sempre imperturbabile, Janet. Girò verso di noi il Settimanale aperto: una strega col fisico da Scopalinda si spalmava languida su tutta una doppia pagina, vestita di un abito viola da cerimonia. Farfalle di stoffa le palpitavano sul corpetto, mettendocela tutta per sembrare vere. In un angolo c'era lo stemma verde e oro che riconobbi «Se lo trovate dategli il mio indirizzo, ragazzi. Alla mia età vale la pena di sistemarsi con un bel mago che mi regali abiti di classe.»
Per come la vedevo io, era più probabile che la vecchia Janet sposasse il Ministro della Magia e Gilderoy Allock messi insieme piuttosto che io riuscissi a riavere quella sfera.
L'unica possibilità che mi veniva in mente era fare una visita alla bottega Kingsman's Maghi di Classe, ciò che Alec temeva di più al mondo.












Angolo dell'autrice: in questo capitolo non compare Alec ma in compenso, per la gioia delle fans, compare Guzzle! Vincitore del premio per l'elfo più affascinante indetto dal Settimanale delle Streghe, sospetto lo abbiano votato Ashley More e Freya Crystal. Sappiate che Kreacher c'è rimasto male. Nel prossimo capitolo comparirà invece la bottega degli orrori...sarà davvero così spaventosa? E la sfera, dove sarà finita? Continuate a seguire e tenete presente che ogni recensione sarà un galeone devoluto all'Anonima Elfi Alcolisti!
   
 
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