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Autore: Lilith Rose    19/10/2016    0 recensioni
Chi avrebbe mai detto che uno come Draven potesse provare sentimenti per un'altra persona?
Dov'era finito il vecchio, cinico, bastardo Draven che pensava solo ed unicamente a se?
Purtroppo, egli stesso faticava a riconoscersi ormai, perciò aveva comprato una scatola di Pocky e, senza pensarci su due volte, si era avventurato nella Landa degli Evocatori alla ricerca del suo nuovo ed unico pensiero fisso: Sona Buvelle.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draven, Sona
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pocky



Take me high and I'll sing
Oh you make everything okay, okay, okay
'Kay, Okay, Okay
We are one in the same
Oh you take all of the pain away, away, away
'Way, away, away
Save me if I become
My demons” - Starset, My Demons.


***


Era un caldo pomeriggio di Giugno, i raggi del sole illuminavano interamente la Landa degli Evocatori, stranamente vuota e silenziosa.

Tuttavia, l'orecchio attento di Draven aveva udito una melodia alquanto familiare, che non poteva provenire se non da un unico strumento musicale, suonato dalle dita esperte di una certa ragazza, alla quale non smetteva di pensare da qualche tempo. Inoltre, non riusciva a trovarla da nessuna parte, perciò doveva essersi rifugiata in quella landa desolata e pericolosa.

Un delicato motivetto attirò la sua attenzione verso il fiume che divideva la selvaggia giungla in due parti, perciò Draven decise di proseguire di soppiatto e nascondersi tra i cespugli.

La sua vista era limitata, ma ciò non gli impedì di assistere ad uno spettacolo che ebbe un doppio e contrastante effetto su di lui: si sentì affascinato ed allo stesso tempo quasi imbarazzato.


Draven non aveva motivo di nascondersi per guardare una ragazza, Draven sarebbe andato direttamente da lei e l'avrebbe fatta sua.


Ma Sona non era una ragazza qualsiasi.

Non voleva, semplicemente, fare colpo su di lei, per passare una notte all'insegna del divertimento più puro e sfrenato.


E, allora, cosa voleva?

Draven non era il tipo da smancerie e coccole sotto le stelle. Non era il tipo da complimenti, né di appuntamenti galanti a lume di candela. Cosa poteva offrire ad una come Lei?


Mentre pensava a tutto ciò, i suoi occhi non riuscivano a staccarsi dalla figura della ragazza. Aveva due lunghe code azzurre, dalle punte bionde, che le incorniciavano il viso angelico, sul quale spiccavano due grandi occhi celesti. Sona suonava, seduta su di una roccia, con i piedi nudi che sfioravano lo specchio d'acqua del fiume e, quasi come se stesse cantando, muoveva le labbra delicatamente.

Draven sapeva che la giungla non era un posto adatto ad una ragazza gentile come lei, eppure anche gli animali che la popolavano, sembravano semplicemente incantati dalla sua musica.


Improvvisamente, si rese conto che stare lì era da stupidi e che Sona non avrebbe mai potuto ricambiare un essere egoista ed eccentrico come lui, perciò, forse con troppo fervore, si voltò con l'idea di tornare indietro. Se non fosse stato per lo Splash, causato dalla confezione di biscotti che si era trascinato dietro, con l'idea di offrirne qualcuno a Sona, forse sarebbe potuto sgattaiolare via indisturbato. Tuttavia, Sona smise di suonare e si voltò nello stesso momento in cui Draven si era girato per vedere la sua scatola di Pocky galleggiare sul fiume.


Draven alzò lo sguardo verso Sona e si sentì pervadere da un calore che rischiava di mettere in serio dubbio tutta la sua facciata da “Sono Figo, sono Draven e io posso!”.

D'altra parte, Sona non ci mise due secondi di più ad arrossire.


M-Mi dispiace, non volevo disturbarti” disse Draven, voltandosi per evitare che Sona notasse il rossore alle sue guance. Dopodiché, si avviò verso l'uscita della giungla, ma proprio mentre le aveva già girato le spalle, Sona gli si avvicinò velocemente e lo trattenne per un braccio.

I loro occhi si incontrarono e fu come se non esistesse nessun altra cosa al mondo, se non loro due.

Nel silenzio della giungla, Draven riusciva a sentire il suo cuore e quello di Sona battere allo stesso vorticoso ritmo e, si chiese, se fosse stata una cattiva idea quella di prendere l'iniziativa e baciarla. Dopotutto, lui era DRAVEN.


Sona gli sorrise, raccolse la scatola di Pocky ormai fradicia e, sempre guardandolo negli occhi, fece una cosa così inaspettata da lasciare il povero Draven senza fiato.

Lo baciò, prima poggiando semplicemente le morbide e calde labbra su quelle sue, poi schiudendole pian piano e con delicatezza.

Dopo qualche minuto, si staccarono, senza, però, smettere di fissarsi negli occhi. Sona sembrava molto più coraggiosa di come Draven se l'era immaginata e rabbrividì, quando lei poggiò l'indice sul suo volto e gli sfiorò i tatuaggi che glielo dipingevano.


Ho bisogno di parlarti, Sona” le sussurrò. Lei fece un cenno con la testa e lasciò che Draven la prendesse per mano e la portasse in un angolino ancora più silenzioso ed appartato dell'immensa giungla.

Era strano che, dopo ben dieci minuti, Draven non era riuscito ancora a spiccicare parola, tuttavia, ad un certo punto trovò il coraggio che, fino a pochi minuti prima, aveva deciso di prendersi una vacanza e ritornare chissà quando.


Non sono il tipo da girare intorno a queste cose, Sona” disse, finalmente.


Sona lo fissò, arrossendo e si accorse che non le era mai piaciuto così tanto qualcuno. Draven aveva l'aria di uno spocchioso, egoista ed eccentrico, ma era buffo in tutto ciò che faceva, soprattutto quando non la smetteva di parlare unicamente di se stesso. Forse, non erano poi così tanto diversi, forse riuscivano a completarsi a vicenda. Lei era muta, lui parlava troppo.


Perciò te lo dirò senza troppe storie” lo vide prendere un profondo respiro, per poi dirle, mentre la guardava intensamente negli occhi: “Tu mi piaci”.

Sona arrossendo, cercò di fargli capire che anche per lei era lo stesso. Che motivo aveva di baciarlo, altrimenti?

Che motivo aveva sentirsi una stupida ogni volta che aveva tentato di iniziare una conversazione che, ovviamente, lui non poteva capire?


E c'è anche molto di più: avevo voglia di baciarti, per questo mi sono portato dietro quelli stupidi biscotti. Ma, a quanto pare, qualcuno era più impaziente del sottoscritto riguardo all'argomento e mi ha fregato” spiegò.


I Pocky erano dei deliziosi bastoncini coperti di cioccolato, che venivano usati come strumento per un gioco. Secondo le regole, i due partecipanti, avrebbero dovuto infilare le due estremità del bastoncino rispettivamente nelle proprie bocche, per morderlo e renderlo più corto. Lo scopo del gioco era continuare a mordere il Pocky, fino a quando le labbra non si sarebbero toccate. Il primo ad interrompere il bacio avrebbe perso...

Sona arrossì. Così Draven era venuto a cercarla con l'intenzione di baciarla. Un'altra ragazza, forse, al posto suo, si sarebbe sentita arrabbiata del fatto che un ragazzo volesse baciarla, prendendo come scusa un gioco. Tuttavia, lei si sentì intenerita che uno come Draven, in fin dei conti, non era così impavido come voleva far credere a tutti, ma che anche lui aveva paura di essere rifiutato.


Senza pensarci due volte, gli buttò le braccia intorno al collo, avvicinò il viso a quello suo e lo baciò, con più trasporto della prima volta.


Rimasero a lungo così, fino a quando Sona non capì dall'espressione confusa di Draven, che, forse, avrebbe dovuto dargli una risposta.

Gli fece cenno di aspettare, prese un profondo respiro e tentò di farsi capire a gesti.


Gli spiegò, non senza qualche difficoltà, che era da tanto tempo che provava dei sentimenti per lui, che avrebbe voluto prendere prima l'iniziativa, ma che aveva timore di essere etichettata come una che ci provava con la gente senza criterio, dato che con Draven non avevano mai avuto chissà quale grande confidenza.


Nessuno resiste al fascino di Draven” le rispose, alla fine, strappandole uno sbuffo divertito.


Avrebbe potuto rispondergli che era un idiota, uno sbruffone, ma si limitò ad annuire e sorridere, mandando letteralmente in tilt il cervello del povero Draven. Ogni ragazza che aveva conosciuto, aveva finito per stancarsi dei suoi modi di fare, ma Sona aveva quel non sapeva cosa che lo lasciava ipnotizzato e, quasi sempre, senza parole.


Vide che teneva ancora la scatola di biscotti in mano, perciò gliela sfilò e la poggiò su una roccia lì vicino. Dopodichè, catturò la mano di Sona e, guardandola con gli occhi di chi la sapeva lunga, le disse:


Credo sia arrivato il momento di andare a prendere altri biscotti”.

Note dell'autrice :


Salve a tutti,

sono relativamente “nuova” su EFP, dato che non ho mai scritto nulla e ho sempre letto storie di altri utenti, (Non è vero, bugiarda! Sei iscritta dal 19 Ottobre!) ma oggi ho deciso di buttarmi in questa nuova “avventura”, aprendo finalmente (?) un account tutto mio e cominciando a pubblicare le mie prime storie incentrate su League of Legends, videogioco che mi ha rapita completamente dopo anni di sputtanam... ehm Volevo dire, dopo averlo denigrato per tanto tempo, essendo io giocatrice accanita di mmorpg che non aveva mai visto un moba in vita sua ed odiando il fatto che fosse tanto popolare quanto... Commerciale? Alla portata di tutti?

A quanto pare, delle simpaticissime vocine mi misero la pulce nell'orecchio e, da più o meno, Marzo (ho la memoria di un pesce, non ricordo con precisione) ho iniziato a giocare.

Inutile stare qui a raccontarvi dettagli della mia esperienza videoludica con LoL perché mi rendo conto non siano inerenti alla storia, tuttavia sappiate che da Adc sono passata a “mainare” Support e, di conseguenza, Sona.

Tutto iniziò così, tra fangirlamenti con una mia carissima amica e quello che poi, forse anche grazie a LoL, diventò il mio attuale fidanzato.

La ship tra Draven e Sona iniziò in questo modo, spammandoli così tanto in botlane da averne ancora la nausea e fu alimentata, probabilmente, dalla miriade di immagini che si ritrovano sul web, specialmente su Tumblr.

In questa mia breve storia c'è molto di più di una semplice ship e spero che, nonostante gli erroracci di cui è piena, ciò si possa evincere.

Spero che la storia vi sia piaciuta e di non avervi annoiato con questo lunghissimo papiro. Mi trovate anche su Wattpad e su Tumblr.

Ciao! ^_^

Lilith

   
 
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