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Autore: HatoKosui    19/10/2016    3 recensioni
Nishiyoshi Mayori è una studentessa dello Yosen. Dalla fervida immaginazione e dal carattere diretto e diffidente, se ne sta sempre sulle sue, fa poca attenzione al mondo che la circonda ed ancora di meno ai ragazzi che le parlano. A malapena ricorda i loro nomi.
O almeno questo accadeva prima di conoscere Kise Ryouta. Travolta dal modello durante un viaggio in bus si ritrova a dover resistere ai suoi corteggiamenti... e come se non bastasse, sembra che la coach del club di basket della sua scuola la voglia in squadra ad ogni costo come manager.
Mayori è una ragazza semplice.
O almeno credeva di esserlo prima di innamorarsi di... di chi, esattamente?
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Tatsuya Himuro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa.
Scusate il ritardo, sto decidendo cosa fare nella vita dopo il liceo e siccome ora sono istritta alla facoltà di ingegneria aggiornare sarà sempre più difficile! 
Però, nonostante tutto, ecco a voi il capitolo! Premetto che ci sarà forse una rivelazione shock alla fine hahahaha
Fatemi sapere <3

HK



Capitolo 11: Pioggia Fredda

 

La pioggia va avanti per ore. Il cielo è sempre più buio, la luna è nascosta ed il freddo si fa avanti inesorabile. Inizio a tremare dopo solo dieci minuti e spero che la cosa non si veda perché i due ragazzi accanto a me sembrano del tutto tranquilli. Himuro ha i capelli leggermente umidi, forse perché sono corti e si asciugano prima. Murasakibara, invece, ha la frangia gocciolante ed ora che lo guardo meglio tira spesso su con il naso.

“Gli verrà di nuovo un raffreddore pazzesco” Penso ed un po' mi sento preoccupata “Dovrei fare qualcosa, ma non so cosa... Hibiki al posto mio avrebbe sicuramente trovato il modo di prendersi cura di lui. Sono un disastro come ragazza...”

Penso e chiudendo gli occhi sospiro pesantemente.

-Qualcosa non va?

Mi domanda Himuro. Io lo guardo e scuoto la testa, sconsolata. Lui si avvicina d'un

tratto e si mette seduto accanto a me, così li ho entrambi vicini.

-Hai freddo?

-No.

-Sei sicura?

-Si – Himuro piega la testa d'un alto ed assottiglia leggermente gli occhi -Senti, non mi guardare in quel modo. Ho detto che sto bene! Piuttosto...

Mi giro ed incontro lo sguardo lucido di Murasakibara che mi fa aggrottare le sopracciglia.

-Murasakibara, ti prenderai un raffreddore! Sono quasi sicura che tu finirai di nuovo a letto!
Il viola tira su con il naso e si gira altrove, lamentandosi con un verso gutturale.

-Mmmmh, io odio la pioggia

-Io la amo- Dico subito. Lui si gira e mi guarda, mi viene in mente di dargli un fazzoletto -Aspetta, forse....

Non finisco la frase che Himuro porge un pacchetto di fazzoletti al gigante passando proprio dietro le mie spalle.

-Tieni Atsushi

Dice e sorride amabilmente. Eppure non si capisce nulla di quello che prova. Sorrise, sorride e sorride, ma mai una risata. O qualcosa di più gioviale. Sembra sempre così distante.

-Lo avevi nelle tasche?

Domando, fissandolo e non curandomi quasi più del Gigante. Lui annuisce e piega di nuovo la testa. I suoi occhi scendono su di me, li vedo che mi scannerizzano. D'istinto mi copro il petto con le mani.

-Piantala

Dico. Ormai non arrossisco più in situazioni così, altrimenti finirei per fare una figuraccia come quella dell'appartamento.

-Non sto facendo nulla....

Il suo tono è mellifluo e forse anche un po' divertito. Io aggrotto le sopraciglia e gli rivolgo uno sguardo stizzito. “Non so perché, ma ora mi da così ai nervi questo comportamento...”

-Himuro sei un bugiardo.

Lui alza le sopracciglia e grazie ad una folata di vento intravedo dietro ai capelli bagnati anche l'altro occhio. Io deglutisco.

-Beh, comunque, a me le persone che mentono non mi piacciono.

Mi giro alzando il viso con fare forse altezzoso e chiudo gli occhi, incrociando le braccia al petto. Lui si appoggia sulle gambe con i gomiti e lo sento sospirare.

-Tu, Mayori, sei una persona sincera?

Lo guardo e penso che anche Atsushi lo stia facendo.

-Certo

Lui si piega con il busto nella mia direzione, senza scomporsi.

-Tutti hanno dei segreti... Vorresti parlarmi degli anni delle medie?

Il mio cuore perde un battito. Istintivamente scompongo la mia posizione e mi incurvo con le spalle. Le gambe si girano di poco verso di lui: ora ha tutta la mia attenzione – e forse anche un po' di timore.

-Cosa?

Ripeto flebilmente, guardandolo negli occhi grigi, che sembrano argento liquido ora.

-Si, delle medie e di quando giocavi a Basket. Ti va di parlarci della tua squadra? E di quella ragazza... com'è che si chiamava?

Sento chiaramente di non respirare più.

-Ah, Aika.

“Non può saperlo davvero. Non può! Lui... si sta inventando tutto... le persone come lui fanno queste cose, no? È sicuramente così, io lo so... no?”

Deglutisco ancora ma ho la gola secca. Lui sorride, distoglie lo sguardo, si fissa sull'acqua che scorre proprio davanti a noi. Io contino a guardarlo.

-Vedi Mayori? Tutti hanno dei segreti. E se tu sei qui con noi vuol dire che non sei chiara prima di tutto con te stessa, altrimenti non ci sopporteresti.

Come se le sue parole fossero pioggia tutto il mio nervosismo scivola via. Lascio cadere le mani sui fianchi, mi rendo conto che qualcosa in quelle parole mi ha colpita.

“Io sono una bugiarda...?”

Dico tra me e me, ma quando sento che le lacrime si fanno strada per uscire mi butto indietro, cercando di reprimerle. Chiudo le braccia in una morsa come se mi stessi abbracciando da sola, ma questa volta, per quanto conficchi le unghie nella mia pelle, il dolore non ferma le lacrime, anzi gli da speranza.

“Non voglio piangere davanti a te, stronzo.”

Penso, guardando il moro ancora rivolto al paesaggio. Mi giro, di scatto, poggio una mano sulla coscia di Murasakibara che mi guardo sorpreso.

-Abbracciami.

Dico, ma la voce è rotta e si nota quanto io mi vergogni a dire una cosa del genere dal rossore delle mie guance. Eppure sono così arrabbiata!

Il gigante non fa altro che alzare un braccio ed io colgo l'occasione e nascondo il viso e gran parte del corpo nella giacca pesante di lui.

Himuro si tira su.

-Mayochin come sei strana, prima ridevi, ora piangi...

Dice il viola. Stringo i pugni e mi conficco le unghie nella pelle.

“Sono io quella strana! Certo.”

-Mayori, non dirmi che stai davvero piangendo...

Non rispondo. Mi fa arrabbiare.

-Mayori...

-STA ZITTO.

Quasi urlo, rimanendo ferma nella mia posizione. Himuro sospira, mi sembra che si avvicini. Non mi sbagliavo. Sento una sua mano sulla spalla, l'altra sulla schiena.

“Che sta facendo?”

Non ho il desiderio di girarmi e non lo faccio, ma d'un tratto sento un calore non indifferente sul collo. Proprio sul collo. Poi realizzo che cos'è. Le sue labbra mi lasciano un marchio di fuoco sulla pelle bagnata come se fossero ferro rovente.

-Scusami, non era mia intenzione ferirti... volevo solo dirti la verità.

Mi percorre un brivido e non riesco a pensare a niente da fare per poterlo uccidere.

-Murochin....- Si lamenta il Gigante e sento la sua presa che mi allontana da Himuro stringendomi a se -Smettila...

Seguono attimi di silenzio in cui sento solo il mio cuore che è paralizzato e batte molto molto molto lentamente.

-Ha smesso di piovere- Dice il moro -Torniamo a casa, ora si è fatto davvero tardi.

 

 

°°°

 

Il letto di camera mia non è mai stato così bello. MAI.

Anzi, ultimamente era un bel po' che non lo amavo così intensamente, forse per tutti quei sogni strani che mi tormentano la notte.

Beh, comunque, dopo essermi cambiata mi infilo sotto le coperte e nascondo il viso nel cuscino. In momenti come questi vorrei un grillo parlante. Di solito c'è Hibiki, lei è il mio grillo parlate, quell'amica che ti dice la verità, che ti sprona ad andare avanti che ti fa ragionare ed a volte che organizza tutto per farti stare bene, che tu lo voglia o no. Eppure ho provato a chiamarla, ma niente.

Niente di niente.

Solo segreteria telefonica. Sto iniziando a pensare che le sia successo qualcosa, perché non è normale che non risponda per così tanto tempo. Con una preoccupazione immensa mi rigiro nel letto.

“Che giornata...”

Penso e mi viene in mente il bacio di Himuro. Il suo volto, il fisico atletico e sopratutto le sue parole.

Non sei chiara prima di tutto con te stessa”

 

Ma quando mai? Io sono me stessa da sempre, è per questo che la gente mi evita. È colpa degli altri che non capiscano quanto io faccia fatica ad essere me. Non mia.

Fortuna che c'era Murasakibara... e pensare che un attimo prima sono stata io a litigarci. Dovrò chiedergli scusa per il comportamento incoerente – e forse anche un po' indecente, visto che gli ho chiesto di abbracciarmi.

Il pensiero un po' mi fa arrossire.
“Murasakibara è molto più simile a me. Mi sento come se avessi trovato un fratello in più. Uno vero, però, non qualcuno solo di sangue.

Forse domani passerò a vedere gli allenamenti così potrò scusarmi per bene e magari chiedere ad Himuro che cosa voleva dire con quella frase. Si, farò così.”

Con gli occhi pesanti scendo piano piano nel mondo dei sogni.

 

°°°

 

Apro la porta della palestra con decisione, questa volta. Ormai so cosa ci troverò dentro. Mi faccia avanti.

-Permesso...

Dico, ma noto subito che non c'è movimento, nessuno sta giocando. Tutti sono vicini al canestro, tutti in cerchio come se stessero osservando qualcosa.

Il capitano, lo scimmione gigante, si accorge della mia presenza.

-Oh! La ragazza di Himuro...!

Dice ed allora gli altri si girano, compreso Himuro che era lì davanti. Io avanzo arrabbiata.

-Io non sono la fidanzata di nessuno, mi chiamo Mayori. Piuttosto che cosa ci fate tutti qu-

Mi muoiono le parole in bocca.

-Oh mio Dio, Murasakibara! Che cos'è successo?!

Dico e mi butto a terra sulle ginocchia accanto al Gigante. Ha del sangue che gli cola accanto agli occhi, sporcando anche un po' i capelli, le mani sembrano intatte così come le gambe. Il suo sguardo è un po' stralunato e quando mi vede si porta le dita sulla testa e le sporca un po' di sangue.

-è scivolato ed ha sbattuto contro il canestro...

Dice il capitano, molto scettico e piuttosto sconsolato.

-E' da oggi che hai la testa fra le nuvole, sarebbe successo prima o poi.

Puntualizza un ragazzo più altro con i capelli lisci e gli occhi molto affilati. Io li guardo entrambi assottigliando gli occhi.

-Andiamo, non vi pare di essere un po' troppo duri?

-Mayori – Mi chiama Himuro, facendomi distrarre – Puoi per caso portarlo tu in infermeria? Noi provvederemmo a mandarti la coach appena ne sappiamo qualcosa.

Io annuisco.

-Va bene. Andiamo...

Murasakibara si alza con le sue forze e non barcolla. Sembra una ferita marginale, per fortuna. Ci incamminiamo verso l'infermeria e mi preoccupo di tenerlo d'occhio. Mi sento molto sollevata nel guardare che non sembra accusare danni di nessun altro genere.

-Accidenti, devi stare più attento!

-Moooh, non dirlo anche tu, ho capito...

-Se hai capito vedi di fare attenzione la prossima volta. Intesi?

Entriamo nell'infermeria. Non è così distante dalla palestra e l'odore di pulito salta subito al naso. Come negli ospedali.

-Siediti sullo sgabello, tolgo il sangue e ti fascio.

Il Gigante si siede come al solito un po' ricurvo, io mi sbrigo a prendere il necessario ed inizio a spostargli i capelli dal viso. Lui mi guarda.

“Forse è preoccupato per le sue situazioni”

Ipotizzo e così dico:

-Non è una ferita profonda, solo una bella botta con un bel po' di scorticamento. Bravo, bel lavoro.

Lui distoglie lo sguardo corrucciato e biascica qualcosa che non capisco. Mi limito a sospirare. Inizio a pulirgli il sangue dal viso. Le mie mani si muovono piano, cerco di essere accurata. Mi viene da sorridere.

-Sai, di solito era Hibiki a fare tutto ciò. Era sempre così attenta, gentile. Sai quelle persone meravigliose che non puoi odiare. Non avrei mai pensato che una come me potesse mai cercare di sembrare lei...

Murasakibara continua a guardarmi ma non capisco il suo sguardo.

-Hibiki era una mia amica delle medie.

Dico, cambio tampone e finisco di togliere il sangue. Poso tutto ed inizio a fasciare con la garza. Con i polpastrelli dell'altra mano gli muovo il viso. Lui fa quello che voglio io, mentre i suoi occhi sembrano cercare sempre i miei.

-Mayochin, perché vuoi essere Hibiki?

-Te l'ho detto, lei è perfetta.

-E tu?

Mi fermo e lo guardo. Mi viene da ridere.

-Io sono un disastro! Dovresti vedere come ti ho messo la garza! Sembra un travestimento per Halloween!

Lui si tocca la testa che ha preso almeno due dita in più di volume e che sembra peggio di prima. Io mi sbrigo a tagliare tutto. Rifaccio una seconda volta. Lui sta fermo. “Com'è carino quando è così tranquillo”

-Atsushi, lo so che ti sembra strano ma... voglio chiederti scusa.

-Cosa?

Dice, guardandomi sorpreso. Arrossisco violentemente.

-Si, insomma, ieri ti ho un po' confuso. Prima ti ho urlato contro, poi ho... ho fatto quella cosa e quindi...

Il gigante sembra arrossire ed io sento il mio cuore che inizia a correre. “è come un bambino”

-Mayochin, se vuoi che io ti perdoni.... abbracciami.

-Eh?

Lui si gira e non mi guarda. Mi sento stranamente tranquilla. Forse mi sto rammollendo. Sospiro e sorridendo un po' mi avvicino, lo abbraccio flebilmente. Lui dopo qualche secondo ricambia, ma più forte. Si tira su con la schiena e nasconde inavvertitamente il volto nel mio petto. Sento le gote andarmi a fuoco.

-A...ah, Murasakibara! Aspetta così... diventa imbarazzante!

Lui non accenna a togliersi ed io sento che il mio cuore sta per scoppiare.

-Mayochin... ti piace Himuro?

-Cosa? Ma ti pare!

In quel momento il viola alza il volto e mi fissa. Non siamo lontani, anzi, forse siamo troppo vicini.

-Davvero?

-Si...

Dico, ma sento da qui anche il suo respiro.

“Oh... male. Questo è male...”

Il Gigante sembra rilassare la presa ed io non mi sento più soffocata. Ora che ha sciato la presa non sono costretta a rimanere in unta di piedi per non cadere e così torno alla mia postura normale.

Non avrei dovuto.

I nostri volti sono alla stessa altezza. Ancora troppo vicini.

-M...Murasakibara, lasciami, stiamo facendo tardi...

Il gigante non sembra ascoltarmi e prima che io possa rendermene conto le nostre labbra si incontrano. Spalanco gli occhi completamente esterrefatta. Sento il suo calore, il suo respiro. È qualcosa di strano, qualcosa che mi prende lo stomaco, qualcosa che non capisco. Il bacio è a stampo e per istinto tengo la bocca serrata. I suoi occhi sono nei miei, liquidi. Cerco di divincolarmi, ma le sue braccia sono troppo grandi. Dopo attimi immensi, si stacca.

Io rimango senza fiato, mi allontano da lui. Entrambi ci guardiamo. Sento che il mio pensiero è condiviso anche da lui.

“Che cosa è appena successo?!”

Non ho il coraggio di dire nulla ed ancora una volta scappo. Eppure, in questa situazione, sento che se ci fosse stato lui al mio posto, avrebbe fattolo stesso.

 

°°°

 

Hibiki non risponde. Stanno succedendo troppe cose. Troppo tutto insieme. Che cacchio di fine ha fatto. Mentre percorro la strada per tornare a casa riprovo a chiamarla.

Niente.

Forse è ora che chiami il padre. Certo, qualcosa dovrà pur sapere. Magari hanno trovato un impiego o magari le si è rotto il telefono. Compongo il numero ed aspetto. Entro in casa, butto tutto sul divano e mi siedo in cucina. Non c'è ancora nessuno. Squilla. Aspetto con il cuore trepidante di speranza. Niente. Qualcuno ha messo giù. Oppure è caduta la linea. Richiamo. Quella voce registrata mi da ai nervi.

-... potrebbe essere spento o non raggiungibile...

Chiudo nervosamente il telefono.

-CHE PALLE!

Dico. Mi sposto i capelli e mi accascio sul tavolo.

“Che faccio...?”

Alzo lo sguardo verso il telefono. “Dovrei riprovare? Un'ultima volta”

Compongo il numero. Suona.

“Oh, finalmente. Ora mi sente, lascia che gliene dica quattro!”

Squilla, squilla e poi quel rumore. Ha risposto.

-HIBIKI!

-Pronto?

Non è la sua voce. È una voce maschile. Rimango in silenzio.

“Che succede?” Guardo il display. “Eppure questo è il suo numero.”

-Con chi parlo?

Mi domanda la voce. Mi domanda ed io mi sveglio.

-No, con chi parlo io. Chi diavolo sei tu!? Questo non è il cellulare di Hibiki?!

-Lo è. Ti pregherei di abbassare il tono della voce. Da quanto deduco tu devi essere Mayori.

Rimango in silenzio.

-Il mio nome è Akashi Seijuro. La tua amica è con me, ha avuto un incidente stradale.

 

 

 

 

  
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