Spero che la
combinazione dei personaggi dei vari telefilm vi stia piacendo.
Grazie a Miag per
essere stata così veloce nel leggere e commentare sia questa che le altre
storie.
Buona lettura a
tutte.
Baci Sole.
Quella mattina mi svegliai di
un umore decisamente roseo.
Merito senza dubbio di
Michael e della mia nuova e multifunzionale vasca da bagno.
Così dopo aver aperto gli
occhi mi stiracchiai nel letto e poi mi alzai seguendo il meraviglioso odore di
caffè che veniva dalla cucina.
Naturalmente oltre al caffè
mi attendeva il consueto spettacolo mattutino.
Michael si lamentava con
Pacey del fatto che era costretto a vedere tutte le sue mattine la sua brutta
faccia nelle sua cucina e bla bla bla bla.
Chiacchiere. Infatti non
c’era niente che potesse descrivere cosa voleva dire avere per lui Pacey nella
sua vita.
Dopo aver avuto un padre come
Hank e dei co-planetari come Tess e gli Skin..un fratello come Pacey faceva
bene all’anima.
A quella di Michael e di
conseguenza anche alla mia.
Non tutti erano dello stesso
parere, certo..ma finchè io vedevo il mio Spaceboy così..potevano lamentarsi
fino a sgolarsi e non me ne sarebbe importato niente.
Mi ritornò in mente
l’ennesima litigata con Max a questo proposito che risaliva a circa un mese
prima, al giorno in cui era venuto a sapere che Pacey aveva finalmente concluso
l’acquisto per la casa che si trovava vicino alla nostra.
Per fortuna c’ero solo io.
Perché se avesse rovinato
anche a loro due quel momento non mi sarei limitata a dirgli il fatto suo, come
avevo fatto, ma ci saremmo trovati in una situazione un po’ più sgradevole e
forse definitiva.
Già così era un po’ che Max girava a largo..figurarsi l’altra
situazione!!!
Per chissà quale motivo era
venuto a sfogarsi con me credendo che anche a me non andasse bene che Michael
si fosse tanto legato a Pacey.
Certo, come no!!! Perché mai
sarei dovuta essere felice di vedere il mio ragazzo così felice!!!
-Cominciamo subito i lavori
della tua cucina, così potrò venire io a scroccare da te.
-Ma sei proprio un ingrato, e
io che ti preparo il caffè ogni mattina.
-Già, il MIO caffè.
Come dicevo..bla bla bla.
Avendomi sentita arrivare
trovai Pacey già pronto con la mia tazza in mano.
-Buongiorno amore.-dissi
afferrando la tazza con un grande sorriso .-..Buongiorno Michael.
Lui ricominciò a borbottare
mentre io facevo l’occhiolino a Pacey da sopra la tazza.
-Ma che divertenti che
siete..una vera fortuna avere per casa due simpaticoni..
-Cominciate a diventare
sempre più simili a una vecchia coppia di sposi..-lo stuzzicai.
-Huh.- il tipico grugnito
alla Michael mise fine allo spettacolo della mattina.
-Allora Maria, come ti è
sembrata la vasca?
Il solo ricordo di quella
meraviglia mi strappò un sospiro di pura gioia. –E' la mia nuova migliore amica.
-Bene, perché stavo pensando
di prenderne una anche per me.
-Mmm, allora vuoi fare le
cose per bene eh Pace?La ragazza che ne beneficerà sarà davvero molto molto
fortunata.
Il mio commento “tanto per”
non passò inosservato.
-Ti ringrazio davvero
Maria..ma invece di cercare una moglie per me, perché non usi le tue energie a
trovarti un marito?
Il rumore nella stanza
accanto mi disse che Pacey avrebbe avuto una mattinata difficile a lavorare con
Michael.
Lo Spaceboy non era proprio
un sostenitore del matrimonio e, dato che si era auto convinto che invece io
non desideravo altro cercava di evitare anche solo di pronunciare quella
parola.
-Uno di questi giorni lo
costringerai alla fuga..e quel giorno te la dovrai vedere con me.-minacciai
mentre mi alzavo per andare a prepararmi.
Nemmeno il tempo di andare al
piano di sopra e sentii che avevano ricominciato a battibeccare.
Proprio una coppia di sposi.
Li lasciai fare quello che
orami era diventato una specie di rito e mi concentrai sulla mia preparazione.
Volevo essere perfetta quella
mattina.
Mi aspettava un bel giro
porta a porta per le varie case discografiche di New York.
Non sarei rimasta a
lamentarmi in un angolo, avevo intenzione di rientrare subito in
pista..raccomandazioni o no.
Scelsi un vestitino leggero,
dei leggins e ballerine comode, carina ma comoda e poi mi preparai.
Quando andai a salutarli
prima di andare stavano ancora bisticciando..i miei bambinoni!!! Me andai
ridacchiando.
Approfittai del viaggio fino
a New York per fare il punto della situazione.
Avevo una lista di posti in
cui mi sarebbe piaciuto lavorare ovviamente.
Ma alcune sarebbero restati solo un sogno,
purtroppo.
Non avevo abbastanza
esperienza..e referenze, purtroppo, per sperare di raggiungere già i livelli
più alti.
Ma ero anche abbastanza
convinta di poter riuscire a entrare in quelle più piccole e soprattutto
giovani.
Quattro ore dopo le mie
speranze erano decisamente meno rosee, proprio come il mio umore.
Ma perché ero uscita di casa?
Perché non me ne ero stata ammollo tutto
il giorno magari facendomi fare un po’ di coccole da Michael?
Forse avrei dovuto cominciare
ad accarezzare l’idea di fare la casalinga.
Dopotutto Michael guadagnava
bene no? E in casa c’era sempre da fare.
Il solo pensiero mi fece
scappare una specie di lamento frustrato.
Quello che mi ci voleva era
una bella tazza di caffè forte e caldo.
Entrai nel primo Starbucks e
ordinai la mia dose di supporto emotivo.
Trovai una poltroncina in un
angolo e ne approfittai per riposarmi e spulciare nella mia lista altre
possibilità.
Mentre depennavo col morale
sotto i piedi tutti gli uffici già visti un simpatico gruppo di ragazzini mi
urtò facendomi rovesciare addosso metà del contenuto della mia tazza.
-Ehi!!-protestai del tutto
invano. Quelli ormai se ne erano già andati lasciandomi con la lingua
bruciacchiata, l’umore sei metri sotto terre e..-OH NOO!!-una enorme macchia
sul vestito.
E così ora addio giornata di
colloqui!! Certo non potevo andare in giro così.
Stavo per tornarmene a casa
con la coda tra le gambe quando qualcuno comparve davanti a me.
Alzai gli occhi per vedere
che altro stava per capitarmi e mi trovai di fronte una ragazza mora con uno
sguardo decisamente scocciato.
-Senti. –le dissi prima che
iniziasse a insultarmi o peggio. –Non è decisamente il momento per
infierire..quindi se ti ho fatto qualcosa scusa,ok?
Il suo sguardo passò da
corrucciato a confuso e poi scoppiò a ridere.
-Ma io volevo solo aiutarti.
–disse una volta calmato l’eccesso di risa.
-Aiutarmi? –la guardai
sospettosa. –Ma..ci conosciamo?
-In un certo senso..quello
–disse indicando il mio vestito. –è mio.
Bene, mi ci mancava anche una
pazza che mi accusava di furto.
-Senta signorina, io non so
cosa vorrebbe insinuare con queste..-lei mi zittì.
-Clothes over bros.-disse.
Era la marca del mio vestito.
-Sì, e allora? –ero sempre
più confusa.
-Forse sono un po’
presuntuosa a pensare che le persone mi riconoscano.-disse e poi mi porse la
mano. Istintivamente gliela stinsi. –Brooke Davis.
-..Maria De Luca..-biascicai
impreparata a una cosa così normale da parte di una che avevo reputato pazza.
-Clothes over bros..sono io.
-Cos..ohhhhhh!!- ma certo!!! Ora
che me lo aveva detto mi era tornata in mente una foto che avevo visto su un
giornale che ritraeva lei e un noto attore hollywoodiano.
-Sì, sono io.-disse
compiaciuta.
-Beh..piacere.
-No, il piacere è mio. –ora
sapevo chi era ma ancora non capivo cosa volesse da me.
-Ti guardo da quando sei
entrata. –ecco, questo era strano. Vedendo la mia espressione rise di nuovo.
-Per il vestito. Ti sta molto
bene.
-Oh..beh..grazie.
-Mi fa piacere quando vedo
che qualcuno porta così bene qualcosa che ho fatto io. –scrollo le spalle con
noncuranza –Credo sia normale no?
-Immagino di sì.
-Infatti. E non sono riuscita
a restare impassibile di fronte a questo.-indicò la macchia che si andava
asciugando .
-Già. E’ un bel problema in
effetti.
Alle mie parole si illuminò.
–E’ proprio per questo che sono qui. –esclamò.
-Ha uno smacchiatore con sè?-scoppiò
di nuovo a ridere.
-Mi piaci Maria.-disse con
convinzione.-Quindi la mia idea mi sembra sempre più giusta.
Idea? Che idea? –Non capisco
di cosa stia parlando Miss Davis.
-Brooke
-Allora non capisco cosa
vuole..
-Vuoi.
Cominciavo a spazientirmi.
-Cosa VUOI dire BROOKE.
-Brava.- disse
acconsentendo.-Vieni con me.
Mi prese per una mano e
praticamente mi trascinò fuori dal locale.
A stento mi diede il tempo di
prendere le mie cose.
-Ehi!!-tentai di protestare
ma aveva una stretta davvero energica.
Arrivata davanti a una
limousine si fermò e dopo che l’autista ebbe aperto la portiera mi infilò
dentro seguendomi a ruota.
-Questo è un rapimento!!
-Clayton portaci alla COB.
-Subito Miss Davis.
-Alla COB?-chiesi sospettosa.
-Clothes Over Bros.- spiegò.
–Voglio che tu prenda un abito nuovo.
Lo stupore sul mio viso
provocò un nuovo attacco di risate. –Ma io non posso permetterglielo..
Mi guardò imbronciata. Io
arrossii e mi corressi.-..permettertelo.
-E perché no?Che taglia sei?
40, giusto?
Annuii. –Nel nostro magazzino
ce ne sarà sicuro una.
-Io non posso..
-E’ un regalo. E io non
accetto che si rifiuti un mio regalo. –poi mi strizzò l’occhio. –E poi visto la
figura che fa su di te mi sembra il minimo. Per me è tutta pubblicità.
Chiacchierò per tutto il
resto del tempo. E parlò praticamente solo lei. Io ero troppo scioccata per
farlo.
Quando arrivammo alla COB,un
enorme edificio tutto suo in pieno centro, la sua idea iniziale di darmi un
nuovo vestito per sostituire il vecchio macchiato, era cambiata.
Scortate da un numero
imprecisato di assistenti arrivammo nel “magazzino”.
Che però non lo era affatto.
No, era più simile al paradiso dei vestiti.
Esposizioni infinite di
vestiti, scarpe, borse e accessori vari a perdita d’occhio.-Oh..ma questa è la
cabina armadio dei miei sogni..-sospirai.
-Vero?
-Credo di aver sognato questo
posto più di una volta..solo che tu eri Brad Pitt.
Stavolta risi con lei.
Entusiasta del mio entusiasmo mi prese per mano e mi fece fare un mini tour del
locale.
Dopo mi portò in quello che
doveva essere il suo ufficio e chiese alla segretaria di portarci il pranzo.
Stavo per protestare di nuovo ma lei mi bloccò.-No no no. Tu resti a pranzo
con me. –poi chiese alle sue assistenti di portare un po’ di vestiti.
-Sarà un pomeriggio davvero
divertente.
Quelle parole però su di me
ebbero un effetto opposto.
-Che succede?-mi chiese
curiosa.
-Io non dovrei essere qui ma
in giro a fare colloqui.
-Cerchi lavoro?-annuii.-Che
genere di lavoro?
Senza sapere come né perché
mi ritrovai a raccontarle quello che era successo, compresi i dettagli
censurati a Michael per ovvi motivi.
-Che porci gli uomini!!-esclamò
alla fine.
-Già. E io sono senza lavoro.
-Dovresti denunciarlo.
-Meglio soprassedere..ieri ho
dovuto già impedire al mio ragazzo di venire a ucciderlo..
-Se lo sarebbe
meritato.-ribadì sicura.
-Tanto ormai è fatta. Meglio
fare in modo che finisca qua, prima che a Michael rivenga in mente qualche idea
di vendetta.
Ma lei non sembrava più
seguire quello che dicevo.
Restò zitta qualche minuto
poi mi fissò raggiante.-Credo di avere io un lavoro per te!!
-Tu?..Oh grazie Brooke ma non
sei tenuta a ..e poi il mio campo non è la moda, cioè mi piace..ma la musica,
io..cioè..
-Ma è di musica che parlo
infatti.
-Di musica?
-La mia migliore amica ha
appena aperto una sua etichetta. Red Bedroom Records.La conosci?- Ammisi di no.
-E’ piccola e sta iniziando
ora.-mi spiegò- Ma Peyton è in gamba.
-Peyton Sawyer. Ha lavorato
per anni come schiava in una grossa casa discografica di Los Angeles, poi si è
stufata e ha deciso di tornare qui e aprirne una tutta sua.
-Ma forse lei non ha bisogno
di personale nuovo.
-Ma glielo chiederò come
favore personale. -asserì.
-Oh Brooke, non devi..non mi
conosci nemmeno!
-Di questo non
preoccuparti..e poi io sono sua socia in questa cosa.
Cavolo!!!- Ma chi sei la mia
fata madrina?
Lei rise di gusto. –Sì,ma una
molto sexy.
Quando ci lasciammo avevo una
grossa busta piena di vestiti e quant’altro, la promessa di un colloquio di
lavoro in settimana e soprattutto un grosso grosso sorriso sulle labbra.