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Autore: sole51    11/05/2009    1 recensioni
Il vialetto d’accesso era completamente intasato. Calcinacci ovunque. Stavolta quell’idiota mi avrebbe sentita, Oh sì!! Parcheggiai in doppia fila, dietro il furgone degli operai e mi diressi a passo di carica dentro la casa. “La mia casa” mi corressi automaticamente e quel pensiero mi bastò per darmi una calmata ..salvo poi inciampare in una cassetta degli attrezzi e quasi schiantarmi a terra.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Spero che la combinazione dei personaggi dei vari telefilm vi stia piacendo

Spero che la combinazione dei personaggi dei vari telefilm vi stia piacendo.

Grazie a Miag per essere stata così veloce nel leggere e commentare sia questa che le altre storie.

Buona lettura a tutte.

Baci Sole.

Quella mattina mi svegliai di un umore decisamente roseo.

Merito senza dubbio di Michael e della mia nuova e multifunzionale vasca da bagno.

Così dopo aver aperto gli occhi mi stiracchiai nel letto e poi mi alzai seguendo il meraviglioso odore di caffè che veniva dalla cucina.

Naturalmente oltre al caffè mi attendeva il consueto spettacolo mattutino.

Michael si lamentava con Pacey del fatto che era costretto a vedere tutte le sue mattine la sua brutta faccia nelle sua cucina e bla bla bla bla.

Chiacchiere. Infatti non c’era niente che potesse descrivere cosa voleva dire avere per lui Pacey nella sua vita.

Dopo aver avuto un padre come Hank e dei co-planetari come Tess e gli Skin..un fratello come Pacey faceva bene all’anima.

A quella di Michael e di conseguenza anche alla mia.

Non tutti erano dello stesso parere, certo..ma finchè io vedevo il mio Spaceboy così..potevano lamentarsi fino a sgolarsi e non me ne sarebbe importato niente.

Mi ritornò in mente l’ennesima litigata con Max a questo proposito che risaliva a circa un mese prima, al giorno in cui era venuto a sapere che Pacey aveva finalmente concluso l’acquisto per la casa che si trovava vicino alla nostra.

Per fortuna c’ero solo io.

Perché se avesse rovinato anche a loro due quel momento non mi sarei limitata a dirgli il fatto suo, come avevo fatto, ma ci saremmo trovati in una situazione un po’ più sgradevole e forse definitiva.

Già così era un po’ che  Max girava a largo..figurarsi l’altra situazione!!!

Per chissà quale motivo era venuto a sfogarsi con me credendo che anche a me non andasse bene che Michael si fosse tanto legato a Pacey.

Certo, come no!!! Perché mai sarei dovuta essere felice di vedere il mio ragazzo così felice!!!

-Cominciamo subito i lavori della tua cucina, così potrò venire io a scroccare da te.

-Ma sei proprio un ingrato, e io che ti preparo il caffè ogni mattina.

-Già, il MIO caffè.

Come dicevo..bla bla bla.

Avendomi sentita arrivare trovai Pacey già pronto con la mia tazza in mano.

-Buongiorno amore.-dissi afferrando la tazza con un grande sorriso .-..Buongiorno Michael.

Lui ricominciò a borbottare mentre io facevo l’occhiolino a Pacey da sopra la tazza.

-Ma che divertenti che siete..una vera fortuna avere per casa due simpaticoni..

-Cominciate a diventare sempre più simili a una vecchia coppia di sposi..-lo stuzzicai.

-Huh.- il tipico grugnito alla Michael mise fine allo spettacolo della mattina.

-Allora Maria, come ti è sembrata la vasca?

Il solo ricordo di quella meraviglia mi strappò un sospiro di pura gioia. –E' la mia nuova migliore amica.

-Bene, perché stavo pensando di prenderne una anche per me.

-Mmm, allora vuoi fare le cose per bene eh Pace?La ragazza che ne beneficerà sarà davvero molto molto fortunata.

Il mio commento “tanto per” non passò inosservato.

-Ti ringrazio davvero Maria..ma invece di cercare una moglie per me, perché non usi le tue energie a trovarti un marito?

Il rumore nella stanza accanto mi disse che Pacey avrebbe avuto una mattinata difficile a lavorare con Michael.

Lo Spaceboy non era proprio un sostenitore del matrimonio e, dato che si era auto convinto che invece io non desideravo altro cercava di evitare anche solo di pronunciare quella parola.

-Uno di questi giorni lo costringerai alla fuga..e quel giorno te la dovrai vedere con me.-minacciai mentre mi alzavo per andare a prepararmi.

Nemmeno il tempo di andare al piano di sopra e sentii che avevano ricominciato a battibeccare. Proprio una coppia di sposi.

Li lasciai fare quello che orami era diventato una specie di rito e mi concentrai sulla mia preparazione.

Volevo essere perfetta quella mattina.

Mi aspettava un bel giro porta a porta per le varie case discografiche di New York.

Non sarei rimasta a lamentarmi in un angolo, avevo intenzione di rientrare subito in pista..raccomandazioni o no.

Scelsi un vestitino leggero, dei leggins e ballerine comode, carina ma comoda e poi mi preparai.

Quando andai a salutarli prima di andare stavano ancora bisticciando..i miei bambinoni!!! Me andai ridacchiando.

Approfittai del viaggio fino a New York per fare il punto della situazione.

Avevo una lista di posti in cui mi sarebbe piaciuto lavorare ovviamente.

 Ma alcune sarebbero restati solo un sogno, purtroppo.

Non avevo abbastanza esperienza..e referenze, purtroppo, per sperare di raggiungere già i livelli più alti.

Ma ero anche abbastanza convinta di poter riuscire a entrare in quelle più piccole e soprattutto giovani.

Quattro ore dopo le mie speranze erano decisamente meno rosee, proprio come il mio umore.

Ma perché ero uscita di casa? Perché non me ne ero stata  ammollo tutto il giorno magari facendomi fare un po’ di coccole da Michael?

Forse avrei dovuto cominciare ad accarezzare l’idea di fare la casalinga.

Dopotutto Michael guadagnava bene no? E in casa c’era sempre da fare.

Il solo pensiero mi fece scappare una specie di lamento frustrato.

Quello che mi ci voleva era una bella tazza di caffè forte e caldo.

Entrai nel primo Starbucks e ordinai la mia dose di supporto emotivo.

Trovai una poltroncina in un angolo e ne approfittai per riposarmi e spulciare nella mia lista altre possibilità.

Mentre depennavo col morale sotto i piedi tutti gli uffici già visti un simpatico gruppo di ragazzini mi urtò facendomi rovesciare addosso metà del contenuto della mia tazza.

-Ehi!!-protestai del tutto invano. Quelli ormai se ne erano già andati lasciandomi con la lingua bruciacchiata, l’umore sei metri sotto terre e..-OH NOO!!-una enorme macchia sul vestito.

E così ora addio giornata di colloqui!! Certo non potevo andare in giro così.

Stavo per tornarmene a casa con la coda tra le gambe quando qualcuno comparve davanti a  me.

Alzai gli occhi per vedere che altro stava per capitarmi e mi trovai di fronte una ragazza mora con uno sguardo decisamente scocciato.

-Senti. –le dissi prima che iniziasse a insultarmi o peggio. –Non è decisamente il momento per infierire..quindi se ti ho fatto qualcosa scusa,ok?

Il suo sguardo passò da corrucciato a confuso e poi scoppiò a ridere.

-Ma io volevo solo aiutarti. –disse una volta calmato l’eccesso di risa.

-Aiutarmi? –la guardai sospettosa. –Ma..ci conosciamo?

-In un certo senso..quello –disse indicando il mio vestito. –è mio.

Bene, mi ci mancava anche una pazza che mi accusava di furto.

-Senta signorina, io non so cosa vorrebbe insinuare con queste..-lei mi zittì.

-Clothes over bros.-disse. Era la marca del mio vestito.

-Sì, e allora? –ero sempre più confusa.

-Forse sono un po’ presuntuosa a pensare che le persone mi riconoscano.-disse e poi mi porse la mano. Istintivamente gliela stinsi. –Brooke Davis.

-..Maria De Luca..-biascicai impreparata a una cosa così normale da parte di una che avevo reputato pazza.

-Clothes over bros..sono io.

-Cos..ohhhhhh!!- ma certo!!! Ora che me lo aveva detto mi era tornata in mente una foto che avevo visto su un giornale che ritraeva lei e un noto attore hollywoodiano.

-Sì, sono io.-disse compiaciuta.

-Beh..piacere.

-No, il piacere è mio. –ora sapevo chi era ma ancora non capivo cosa volesse da me.

-Ti guardo da quando sei entrata. –ecco, questo era strano. Vedendo la mia espressione rise di nuovo.

-Per il vestito. Ti sta molto bene.

-Oh..beh..grazie.

-Mi fa piacere quando vedo che qualcuno porta così bene qualcosa che ho fatto io. –scrollo le spalle con noncuranza –Credo sia normale no?

-Immagino di sì.

-Infatti. E non sono riuscita a restare impassibile di fronte a questo.-indicò la macchia che si andava asciugando .

-Già. E’ un bel problema in effetti.

Alle mie parole si illuminò. –E’ proprio per questo che sono qui. –esclamò.

-Ha uno smacchiatore con sè?-scoppiò di nuovo a ridere.

-Mi piaci Maria.-disse con convinzione.-Quindi la mia idea mi sembra sempre più giusta.

Idea? Che idea? –Non capisco di cosa stia parlando Miss Davis.

-Brooke

-Allora non capisco cosa vuole..

-Vuoi.

Cominciavo a spazientirmi.

-Cosa VUOI dire BROOKE.

-Brava.- disse acconsentendo.-Vieni con me.

Mi prese per una mano e praticamente mi trascinò fuori dal locale.

A stento mi diede il tempo di prendere le mie cose.

-Ehi!!-tentai di protestare ma aveva una stretta davvero energica.

Arrivata davanti a una limousine si fermò e dopo che l’autista ebbe aperto la portiera mi infilò dentro seguendomi a ruota.

-Questo è un rapimento!!

-Clayton portaci alla COB.

-Subito Miss Davis.

-Alla COB?-chiesi sospettosa.

-Clothes Over Bros.- spiegò. –Voglio che tu prenda un abito nuovo.

Lo stupore sul mio viso provocò un nuovo attacco di risate. –Ma io non posso permetterglielo..

Mi guardò imbronciata. Io arrossii e mi corressi.-..permettertelo.

-E perché no?Che taglia sei? 40, giusto?

Annuii. –Nel nostro magazzino ce ne sarà sicuro una.

-Io non posso..

-E’ un regalo. E io non accetto che si rifiuti un mio regalo. –poi mi strizzò l’occhio. –E poi visto la figura che fa su di te mi sembra il minimo. Per me è tutta pubblicità.

Chiacchierò per tutto il resto del tempo. E parlò praticamente solo lei. Io ero troppo scioccata per farlo.

Quando arrivammo alla COB,un enorme edificio tutto suo in pieno centro, la sua idea iniziale di darmi un nuovo vestito per sostituire il vecchio macchiato, era cambiata.

Scortate da un numero imprecisato di assistenti arrivammo nel “magazzino”.

Che però non lo era affatto. No, era più simile al paradiso dei vestiti.

Esposizioni infinite di vestiti, scarpe, borse e accessori vari a perdita d’occhio.-Oh..ma questa è la cabina armadio dei miei sogni..-sospirai.

-Vero?

-Credo di aver sognato questo posto più di una volta..solo che tu eri Brad Pitt.

Stavolta risi con lei. Entusiasta del mio entusiasmo mi prese per mano e mi fece fare un mini tour del locale.

Dopo mi portò in quello che doveva essere il suo ufficio e chiese alla segretaria di portarci il pranzo. Stavo per protestare di nuovo ma lei mi bloccò.-No no no. Tu resti a pranzo con me. –poi chiese alle sue assistenti di portare un po’ di vestiti.

-Sarà un pomeriggio davvero divertente.

Quelle parole però su di me ebbero un effetto opposto.

-Che succede?-mi chiese curiosa.

-Io non dovrei essere qui ma in giro a fare colloqui.

-Cerchi lavoro?-annuii.-Che genere di lavoro?

Senza sapere come né perché mi ritrovai a raccontarle quello che era successo, compresi i dettagli censurati a Michael per ovvi motivi.

-Che porci gli uomini!!-esclamò alla fine.

-Già. E io sono senza lavoro.

-Dovresti denunciarlo.

-Meglio soprassedere..ieri ho dovuto già impedire al mio ragazzo di venire a ucciderlo..

-Se lo sarebbe meritato.-ribadì sicura.

-Tanto ormai è fatta. Meglio fare in modo che finisca qua, prima che a Michael rivenga in mente qualche idea di vendetta.

Ma lei non sembrava più seguire quello che dicevo.

Restò zitta qualche minuto poi mi fissò raggiante.-Credo di avere io un lavoro per te!!

-Tu?..Oh grazie Brooke ma non sei tenuta a ..e poi il mio campo non è la moda, cioè mi piace..ma la musica, io..cioè..

-Ma è di musica che parlo infatti.

-Di musica?

-La mia migliore amica ha appena aperto una sua etichetta. Red Bedroom Records.La conosci?- Ammisi di no.

-E’ piccola e sta iniziando ora.-mi spiegò- Ma Peyton è in gamba.

-Peyton Sawyer. Ha lavorato per anni come schiava in una grossa casa discografica di Los Angeles, poi si è stufata e ha deciso di tornare qui e aprirne una tutta sua.

-Ma forse lei non ha bisogno di personale nuovo.

-Ma glielo chiederò come favore personale. -asserì.

-Oh Brooke, non devi..non mi conosci nemmeno!

-Di questo non preoccuparti..e poi io sono sua socia in questa cosa.

Cavolo!!!- Ma chi sei la mia fata madrina?

Lei rise di gusto. –Sì,ma una molto sexy.

Quando ci lasciammo avevo una grossa busta piena di vestiti e quant’altro, la promessa di un colloquio di lavoro in settimana e soprattutto un grosso grosso sorriso sulle labbra.

  
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