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Autore: sole51    08/05/2009    3 recensioni
Il vialetto d’accesso era completamente intasato. Calcinacci ovunque. Stavolta quell’idiota mi avrebbe sentita, Oh sì!! Parcheggiai in doppia fila, dietro il furgone degli operai e mi diressi a passo di carica dentro la casa. “La mia casa” mi corressi automaticamente e quel pensiero mi bastò per darmi una calmata ..salvo poi inciampare in una cassetta degli attrezzi e quasi schiantarmi a terra.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria De Luca, Michael Guerin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte

Ciao a tutte.

Ho iniziato questa nuova ff su alcuni dei miei personaggi preferiti.

Stavolta si tratta di telefilm però.

Spero che questo miscuglio di storie vi piaccia, infatti è una crossover.

Protagonisti saranno i personaggi di Roswell, in particolare Michael e Maria(io li amooooo!) e poi Pacey di Dowson’s creek e Brooke di One tree hill, più gli altri dei due telefilm, che però faranno da contorno.

Ovviamente ho fatto alcuni cambiamenti, se alcuni punti non vi risultassero chiari fatemelo sapere e provvederò a chiarirli..ovviamente nella mia testa è tutto chiaro ma temo di poter saltare passaggi essenziali scrivendolo, quindi non fatevi scrupoli a dirmelo.

Spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura e soprattutto fatemi sapere che ne pensate.

Baci Sole.

 PRIMA CHE MI INONADATE DI MAIL DI PROTESTA COME L’ALTRA VOLTA.

TRANQUILLE, FINIRO’ ”AFTER DAWN”.

PER QUANTO RIGUARDA “ MY BREAKING DAWN” VI HO GIA’ DETTO CHE HO INTENZIONE DI FINIRLA, MA NON AL MOMENTO. DAVVERO SONO BLOCCATA. MA LA FINIRO’ PROMESSO.

Il vialetto d’accesso era completamente intasato. Calcinacci ovunque.

Stavolta quell’idiota mi avrebbe sentita, Oh sì!!

Parcheggiai in doppia fila, dietro il furgone degli operai e mi diressi a passo di carica dentro la casa.

“La mia casa” mi corressi automaticamente e quel pensiero mi bastò per darmi una calmata ..salvo poi inciampare in una cassetta degli attrezzi e quasi schiantarmi a terra.

Il quasi era dovuto all’intervento tempestivo del mio salvatore, meglio noto al resto del mondo come Pacey Witter, che

mi rimise in piedi ridacchiando.

-‘giorno Maria.

Io gli borbottai contro qualcosa di poco carino e poi gli chiesi dove si trovava l’infida creatura che aveva ridotto così il mio vialetto.

-Non ti aspetterai davvero che io te lo dica vero? –maledetto cameratismo maschile.

-Meglio per te se parli Witter -gli dissi puntandogli contro un dito cercando di essere minacciosa..quanto possibile, certo!!!

Cosa non facile se si considerava che mi sovrastava di almeno venti centimetri e di un numero non meglio precisato di chili.

Ma una provvidenziale imprecazione proveniente dal piano di sopra mi rivelò lo stesso dove si trovava l’oggetto della mia rabbia.

Cercando di non sfracellarmi ancora mi recai al piano di sopra, Pacey mi seguì continuando a ridacchiare.

-Credevo non volessi assistere a quello che farò adesso a tuo fratello .-gli dissi.

-Ohhh, ma tu vuoi scherzare..non me lo perderei per nulla al mondo. -Uomini!!!- ..ma non volevo fare la spia..

Ed eccolo lì, il distruttore della mia pace domestica, intento a demolire..cosa? Oh mio Dio!!!!! –Michael !!!!-trillai del tutto dimentica dalla rabbia di poco prima – Ma quella non è..non sarà…è quello che penso io??

-Sì.- disse conciso come al solito.

Mi fiondai nella mia nuovissima, bellissima e capientissima cabina armadio saltellando come una bambina la mattina di Natale. –Ma è PERFETTA!!!-gli gettai le braccia al collo rischiando di rimanere vittima della sparachiodi che aveva in mano.

-Sta attenta Maria!! –passò l’attrezzo a Pacey e poi ricambiò il mi abbraccio.

Tutto imbarazzato si grattò il sopracciglio, ancora non sapeva gestire bene i suoi sentimenti..ma faceva progressi il mio Spaceboy.-Doveva essere una sorpresa. –brontolò.

-Ma è una BELLISSIMA sorpresa. –lo rassicurai.

-Come mai già a casa? - mi sciolsi dal suo abbraccio e iniziai insistentemente a fissare la cabina.

-Hai messo anche una scarpiera. –commentai cercando di cambiare discorso. Ma la risatina nervosa mi tradì.

-Che nascondi Maria?

Uffa!! Perché non sapevo mentire meglio?

Rialzai lo sguardo e li trovai tutti e due a fissarmi.

Stessa posa ma espressioni diverse.

Pacey aspettava sorridente di sapere cosa avessi combinato, Michael invece era decisamente meno entusiasta.

Davanti a quei due energumeni a braccia conserte mi sentivo ancora più piccola, e sì che avevo anche dei  tacchi notevoli.

-Ehm..ma niente..che vuoi che sia successo..-tentai nervosa.

L’occhiata che si scambiarono fu molto eloquente.

-Tu non sai dire bugie. –sentenziò Michael, come se io non lo sapessi già poi!!!-Su sputa il rospo.

Cavolo!! Adesso dovevo proprio dirglielo..non che avessi potuto realmente non farlo poi..ma cercavo di rimandare il più possibile..soprattutto aspettavo che non avesse a tiro i suoi attrezzi, a mio avviso tutte armi potenziali..e il suo personale scagnozzo, Pacey.

Da che si erano incontrati erano diventati come Batman e Robin, sempre insieme a lottare contro il male.

E qui il male era una persona in carne ed ossa. Il mio capo..EX capo.

-Ma niente Michael ..te lo dico dopo..

Irremovibile. Sospirando mi decisi a sganciare la bomba.

-Ok..ma cerca di restare calmo,prometti? –poi guardai Pacey che aveva smesso di sorridere – E anche tu devi prometterlo.- aggiunsi.

Se Michael era protettivo nei miei confronti, Pacey non scherzava affatto.

Mi era stato subito simpatico. E la cosa era stata reciproca. Un caso di “amicizia a prima vista”.

Lo avevamo incontrato circa un anno dopo la nostra fuga da Roswell.

Tutto era iniziato con una visita agli alieni di New York.

Cercavamo un rifugio, ma trovammo ben altro.

Dopo qualche incentivazione da parte di Michael, Max e Isabel, che non è il caso di rivangare, era venuta fuori una sconvolgente verità.

Loro non erano chi avevano detto di essere. Erano alieni certo..ma non i cloni dei reali.

Da lì avevamo scoperto poi, che c’erano davvero altri reali e per circa un anno appunto portammo avanti la loro ricerca.

Ricerca che si era conclusa con l’incontro con Pacey.

Era da solo. Non aveva idea di quello che era.

Sapeva della sua diversa e particolare condizione, di cui ovviamente  non aveva fatto parola con nessuno,ma non ne conosceva il motivo.

Era stato presto chiaro che lui era “il Michael “ di quel quartetto reale, degli altri, invece, non avevamo tuttora traccia.

Lui e Michael condividevano il DNA di Rath. Per quello ora si consideravano fratelli..e in un certo senso lo erano in fondo,no? Cioè in un senso alieno.

Ma per arrivare a questo considerando il carattere di Michael ce n’era voluto di tempo.

Fortuna che Pacey da questo punto di vista era più simile a me che al mio Spaceboy.

Comunque alla fine il miracolo era avvenuto..e così ora avevo a che fare con due alieni super protettivi.

-Sto aspettando Maria. –disse spazientito.

-Sono stata licenziata. –sussurrai.

Silenzio totale da lassù dove i loro cervellini cercavano di capire cosa non stessi ancora dicendo loro.

Una specie di ringhio mal trattenuto mi avvertì del momento in cui arrivarono a scoprirlo. –Gli spezzo le gambe. –sbraitò Michael facendomi sussultare.

Quando afferrò il grosso martello poggiato sul ripiano accanto a lui, ritrovai la voce. –Avevi promesso!! –gli posai le mani sul petto cercando di trattenerlo. –Non fare così.

-Ti aspetto in macchina.-cominciò quell’altro.

Cavolo!! Come potevo fermarli tutti e due!!!

-Oh ma per favore!!!

-Maria non ti intromettere.

Questa poi!! Adesso ero io che mi intromettevo? –Si da il caso che quello sia il MIO ex capo.

-Dovevi chiamarmi!!-mi urlò in faccia Michael.

Dio, non lo vedevo così arrabbiato da.. da tantissimo tempo.

-Non è successo niente di grave..troverò un altro lavoro..

-Ti ha messo le mani addosso? –disse ignorando del tutto le mie parole. Sibilava come un serpente. Un serpente molto grosso e molto arrabbiato.

Dirglielo o non dirglielo? Questo era il problema.

-Ci ha provato..-mentii al mio meglio. –Ma io ho alzato i tacchi e me ne sono andata. –beh, questo era vero. –E lui mi ha licenziata.

-Adesso vediamo se ha il coraggio di fare il gradasso anche con me. –gli trotterellai dietro fino alla macchina in cui già si trovava anche Pacey.

-Tu aspettami qui. –mi disse salendo in auto.

Oddio, lo stavano facendo davvero. Già mi vedevo a dover andare a pagare la cauzione per tirarli fuori di galera.

Mi piazzai davanti alla macchina per impedirgli di andare.

-Adesso finitela di giocare agli uomini delle caverne e uscite da questa macchina.

-Non si doveva permettere. –sentenziò.

-Ma non è successo niente di così spiacevole che un bel bagno caldo e una cenetta non possano cancellare. –optai per un’altra via.

Lessi l’interesse nei suoi occhi. Solo un bagliore certo, ma sapevo che potevo spuntarla.

Mi avvicinai al suo finestrino e gli passai le braccia intorno al collo mentre gli baciavo piano il lato del collo. –Davvero preferisci andare in città a cercare vendetta invece di stare qui con me a consolarmi? –il bagliore si era acceso di nuovo.

Pacey capì al volo il cambio di piani e spense la macchina scuotendo la testa.

Non condivideva il cambio di programmi, ma si arrese all’inevitabile.

Sesso batteva rissa nella personale morra di Michael, e questo non era un mistero per nessuno.

-Vado a dire agli operai che per oggi abbiamo finito.-disse rientrando in casa. Io gli risposi con un cenno del capo.

-Perché non mi hai chiamato? –continuò il mio cocciuto alieno, anche se orami i progetti di vendetta erano stati accantonati.

-Perché.. –dissi mentre passavo a mordicchiargli il lobo dell’orecchio, strappandogli un gemito -..non possiamo permetterci di pagare una cauzione con tutto quello che ci costa rimettere a nuovo la casa.. –riconobbi nell’oscuro suono che produsse un accenno di risata. Finchè era arrabbiato non avrebbe concesso di più, ma mi bastava perché significava che il pericolo era passato.

I fischi degli operai mi indussero ad accantonare momentaneamente quello che stavo facendo.

Rossa come un peperone risposi cercando di mantenere un minimo di dignità ai loro coloriti saluti.

Persino Michael non riuscì a non ridere vedendomi così.

E LUI lo sapeva benissimo perché ero così in imbarazzo.

Solo una settimana prima infatti ci avevano beccati in flagrante mentre si preparavano a lavorare.

Al solo pensiero diventai ancora più rossa. Le guance praticamente mi bruciavano.

Niente li aveva fermati dal fare battutine per il resto della giornata..e saltuariamente ne facevano ancora.

Nemmeno il fatto che Michael fosse il loro capo.

Michael e Pacey infatti avevano messo su una impresa di costruzioni, che inaspettatamente si era rivelata un’idea illuminata .

Il lavoro calzava a pennello a tutti e due, e forse anche per questo erano piuttosto richiesti.

Adesso avevano circa una decina di operai alle loro dipendenze e molti più contratti di lavoro.

Per questo avevamo deciso che era arrivato il momento di mettere su una vera casa.

Ci eravamo innamorati subito di quella specie di rudere che adesso stavamo cercando di riportare allo stato di casa.

L’opera ci stava costando un impiego di soldi e tempo notevole..ma stava diventando davvero quello che volevamo.

Era un po’ fuori il centro del paese, ma aveva una vista spettacolare..e un accesso diretto a un grazioso laghetto.

Per due che come noi erano cresciuti nel secco New Mexico il paesaggio dell’ East Cost era un paradiso.

Michael aveva intenzione di costruire un piccolo molo. L’idea gli era venuta dopo aver visitato il posto in cui era cresciuto Pacey. Capeside ovvero l’opposto di Roswell.

Ma forse ora che avevo perso il lavoro avremmo dovuto rimandare.

-Non è proprio il momento migliore per perdere il mio stipendio .-sospirai.

Lui aprì lo sportello e mi tirò dentro facendomi sedere sulle sue ginocchia.

-Gli affari vanno bene. –disse scrollando le spalle.

-Lo so..ma un’entrata in più ci faceva comodo. –affondai la faccia nella sua spalla e lui mi accarezzò piano la schiena.

Gli era più facile essere dolce e affettuoso se non c’era nessuno intorno.

-Puoi sempre cercare qualcos’altro.

-Ci avevo già pensato. Lo farò domani come prima cosa.

Che rabbia!! Oltre a servirmi, avevo adorato davvero quel lavoro.

Mi piaceva lavorare nella musica. E lavorare nella musica a New York anche di più.

-Non credo che mi daranno le referenze. –dissi tirandomi su.

Gli passai una mano fra i capelli. Si erano allungati di nuovo.

-Mi sa tanto che sia arrivata l’ora della serata consolatoria.

Annuii mentre imbronciavo le labbra. –Peccato che non abbiate ancora installato la vasca. –sopirai sognando il giorno in cui mi sarei potuta immergere in quell’enorme vasca che ci era costata..meglio non pensarci!!

Le sua sopracciglia si sollevarono insieme agli angoli della sua bocca attirando la mia curiosità. –Che c’è?

Lui non parlava ma continuava a guardarmi tutto soddisfatto. –Non è vero!!-esclamai appena capii il motivo della sua evidente soddisfazione.

-Controlla da te  allora.

-OH MICHAEL!!! Mi hai montato la vasca!!!-urlai di nuovo mentre mi fiondavo in casa.

Ed eccola lì!! Due interi miei stipendi..ma li valeva tutti.

Un idromassaggio grande quasi quanto il bagno stesso. Super mega deluxe.

Ero incantata a guardarla dalla porta del bagno. Sentii le sue braccia che mi passavano intorno alla vita e le coprii subito con le mie mani. –Ma funziona già?

-Sì.-mi disse vicinissimo all’orecchio. Rabbrividii. –Vuoi provarla?

Che domande!!-Tu inizia a riempirla , io prendo un po’ di candele.

Avevo tutte le intenzioni di inaugurarla come meritava quello spettacolo di vasca.

Se lo meritava lei e me lo meritavo anche io.

Stavo andando a recuperare le varie candele che avevamo in casa ma poi tornai sui miei passi.

-Ti ho ringraziato per la bella sorpresa? –chiesi strofinando il naso alla base del suo collo.

-Non ancora. – mi disse allusivo. –Ma di sicuro stai per farlo.

Sentii le sue mani risalire per la mia schiena. Una si portò fino alla mia nuca.

Poi Michael mi spinse verso di sé per potermi baciare.

Quando iniziò ad approfondire la situazione IMPROVVISAMENTE decisi che in fondo non avevamo davvero bisogno delle candele per scaldare l’atmosfera.

 

  
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