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Autore: Kimberly Horan    20/10/2016    1 recensioni
David e Philip hanno ormai sedici anni. Tanto uguali nell'aspetto quanto diversi per carattere ed indole.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Harry bussò delicatamente alla porta. Dopo qualche istante sentì una voce squillante che dall’interno della stanza gli diceva di entrare.
“Hey, come va?” Chiese a Richard rimanendo sulla porta.
“Sto bene grazie”. Era già sotto le coperte e stava leggendo, anche se non sarebbe riuscito a rimanere sveglio ancora per molto.
“Volevo solo controllare se andasse tutto bene”, ammise Harry leggermente imbarazzato.
“Sta tranquillo papà, non ho intenzione di scappare di casa”.
Richard era perspicace come al solito e questo fece sorridere Harry. “Lo so”, gli disse raggiungendolo e sedendosi sul letto accanto a lui. Richard allora si sistemò a gambe incrociate e lo guardò fisso negli occhi.
“Comunque non credo che tu e la mamma dobbiate preoccuparvi per David e Philip. Sono due idioti, ma alla fine sono in gamba”.
Harry annuì. “Ma certo”. Questo lo sapeva anche lui, però non poteva fare a meno di preoccuparsi. Una parte di lui si sentiva responsabile per tutto quello che stava accadendo e la cosa peggiore era che gli si chiedeva di fare come se non fosse accaduto nulla. Il suo ruolo gli imponeva di adempiere ai suoi doveri, mentre se fosse dipeso da Harry avrebbe lasciato tutto e sarebbe corso a cercare i suoi ragazzi.
“Beh, buonanotte Richard”. Gli scompigliò i capelli e gli baciò la fronte. Lo abbracciò più forte del solito, come se questo potesse compensare, anche solo per un attimo, il vuoto che si era venuto a creare con la mancanza di David e di Philip.
“Buonanotte papà”.
Harry uscì dalla camera da letto di Richard e se ne andò in sala. Uscendo sul balcone estrasse una sigaretta dal pacchetto e la accese. Rimase a fissare il giardino buio, illuminato solo parzialmente dalla luce dei lampioni. Si passò una mano sul volto e sospirò. Da quando David e Philip erano scappati non faceva altro che quello.
“Harry”, la voce soave di Sofia lo fece voltare. “Credevo che avessi smesso”, osservò lei vedendolo fumare.
Lui guardò la sigaretta e sorrise. “Infatti. Ho smesso quando ci siamo conosciuti, ma chissà perché avevo sperato che mi aiutasse a rilassarmi un po’”.
Sofia si avvicinò, gli prese la sigaretta dalla mano e la spense gettandola a terra e schiacciandola con il piede.
“Questa ti farà solo male”, gli disse con dolcezza.
“Hai ragione”, le sussurrò dispiaciuto. Allungò una mano verso la vita di Sofia e l’attirò a sé, delicatamente. Aveva il disperato bisogno di sentirla vicina.
Lei non oppose resistenza e lo abbracciò. “Non posso fare a meno di pensare che sia colpa mia”, le disse.
“Certo che non lo è”, si affrettò a rispondere Sofia. “Tu sei un padre meraviglioso Harry”.
“Ne sei sicura? Se lo fossi davvero i nostri figli non avrebbero avuto motivo di scappare di casa, ti pare?”
“Non darti colpe che non hai. Non sei tu quello che deve farsi perdonare”. Sofia si rattristò e abbassò lo sguardo. “Io gli ho mentito. Sapevo che David non avrebbe potuto scegliere liberamente ma io gli ho mentito”, ammise con dolore. “Avrei dovuto essere sincera e invece non lo sono stata”.
Harry posò la fronte contro la sua e lei chiuse gli occhi, ispirando profondamente l’intenso profumo di lui. “Ognuno di noi ha le sue colpe, ma la cosa più importante da fare, ora è trovarli”.

SPAZIO DELL'AUTRICE
Capitolo corto, lo so, me ne rendo conto ma mi sembrava giusto dedicare un piccolo spazio ai nostri poveri Harry e Sofia che sono in paranoia più totale. Il più tranquillo qui è Richard!! XD
  
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