Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Hobieroller    21/10/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo "Quel bacio.
Jungkook non si rese conto che, mentre era tornato con la mente a quel fatidico giorno, aveva riempito il disegno di lacrime. Erano lacrime di frustrazione, non di tristezza. Da quella sera non aveva fatto altro che pensare alle labbra di Yoongi sulle sue, al modo in cui, avvicinandosi, i loro corpi per un attimo si erano toccati".
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
“Ma cosa è successo?” Yoongi era rimasto a fissare la porta da dove era uscito il suo amico qualche secondo prima. Mark aveva abbassato lo sguardo, quando gli si avvicinò, Yoongi riuscì a capirne il motivo. Delle lacrime gli stavano cadendo dagli occhi, lentamente alzò lo sguardo “Yoongi io, ecco io… –  si asciugò le guance con la manica della felpa – so quanto sia sbagliato, ma non posso cambiare le cose. Io ti amo. E potrei aver detto delle cose cattive a Jungkook perché ero geloso, e avevo paura. Ho paura di questi sentimenti perché so come la pensi tu. So che per te io sono solo un divertimento, uno svago, ma purtroppo per me non è così. Non è mai stato così, mi sono attenuto alle tue condizioni pensando che sarebbe stata una consolazione, ma mi sono reso conto che non riesco più a sopportare questa situazione”. Le lacrime avevano ricominciato a scorrergli sul viso, guardava Yoongi in attesa di una risposta.
 
Ma l’altro in quel momento non riusciva a pensare alla persona davanti a lui, alla persona che gli aveva appena detto che lo amava. Il suo unico pensiero era rivolto a Jungkook. Ripensò a come era scappato nel momento in cui era arrivato, nel momento in cui Mark gli aveva baciato la guancia. Poche volte gli aveva visto quell’espressione in viso.
 
Ripensò a quando li avevano scoperti fuori dallo sgabuzzino, alle prove. C’era anche Jungkook. Hoseok e Jimin ridevano, Jungkook era andato via.
In meno di un secondo la verità lo schiaffeggiò come una secchiata d’acqua gelata. Come poteva essere stato così stupido? Come poteva non essersi accorto di nulla?
Jungkook era stato male. Lui stava attraversando di nuovo un brutto periodo, e Yoongi, che precedentemente era sempre stato accanto a lui, era sempre stato il primo ad aiutarlo, quella volta non si era nemmeno preso la briga di accorgersene. E la cosa peggiore era che stava male per lui.
 
Ebbe un flashback. Aveva trovato Jungkook nella doccia, l’acqua scorreva. Lui era seduto per terra, le gambe racchiuse nelle sue braccia. Tremava. Il contenitore delle sue pillole era stato svuotato sul pavimento. Yoongi scioccato corse verso la doccia, spense l’acqua e abbracciò Jungkook. Tra le sue braccia aveva smesso di tremare.
“Mi dispiace Mark, devo andare”. Lasciò Mark da solo nella sala prove e iniziò a correre per l’edificio. Controllò ogni angolo. Bagno, cucina, salone, ogni luogo immaginabile.
 
Jungkook non c’era.
Devo trovarlo.
Aveva un brutto presentimento e il peso che sentiva nel petto non era di aiuto.
 
Quasi sconfitto stava tornando verso la sala prove, aveva il respiro affannato, quando davanti a sé gli si pararono delle scale.
Le scale. Le scale per il tetto. A lui è sempre piaciuta l’altezza. Controllò la botola posta alla fine di esse e notò che si intravedeva una striscia azzurra di cielo, era aperta.
Si precipitò verso la scala a pioli e salì in meno di un secondo, spalancò la botola e si guardò intorno per trovarlo.
 
Era lì, aveva la schiena rivolta verso di lui. Era sul bordo del tetto, bastava un altro passo. Solo uno.
“Jungkook” Yoongi l’aveva quasi sussurrato, ma il ragazzo si voltò verso di lui. Lo guardò dritto negli occhi, la bocca si contorse in un sorriso. Voltò di nuovo lo sguardo verso il basso. Un piede si alzò leggermente da terra.
“Jungkook, ti prego” Yoongi stava correndo. Il tempo sembrava essersi dilatato, e Jungkook sembrava sempre più lontano.
“Ti amo” sentì sussurrare dalla bocca di Jungkook. Era vicino, era arrivato.
Yoongi era lì per lui.
 
Gli afferrò un braccio e lo scaraventò sul pavimento del tetto allontanandolo il più possibile dal cornicione. Il ragazzo alzò la testa verso di lui, piangeva.
“Perché l’hai fatto?” Urlò.
Yoongi strabuzzò gli occhi, si aspettava di tutto, ma non la rabbia. “Cosa scusa?”
“Perché dovrei continuare a vivere? Non sono nessuno, non penso di essere nemmeno un qualcosa. Io, io non mi merito tutto questo. Non mi merito di respirare, io non sono abbastanza”. Guardò di nuovo negli occhi Yoongi e poi scoppiò a piangere. Era ancora per terra.
Yoongi si inginocchiò davanti a lui, lo prese per una spalla per farlo alzare. Lo guardò negli occhi e si accorse di star guardando il vero Jungkook. Il suo volto, senza nessuna maschera a coprirlo. Ed era distrutto.
I sensi di colpa lo stavano dilaniando, era colpa sua se si era ridotto in quel modo. Aveva bisogno di lui, ma lui era sparito. Sentì il respiro bloccarsi nella gola e prima che riuscisse a rendersene conto stava piangendo.
Si era seduto davanti a lui, sul pavimento del tetto. Non riusciva a distogliere lo sguardo dall’espressione di Jungkook.
 
“Smettila, tu sei importante. Sei importante per il gruppo, pensa alla tua famiglia. Pensa a me, senza di te io non so cosa sarei. Senza di te il mondo non girerebbe nel verso giusto. Sei la nostra forza, e non permetterò che tu la dia vinta a nessuno.” Jungkook continuava a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime.
“Non voglio vivere in un mondo in cui non posso averti”.
Yoongi lo guardò con occhi sgranati, non si aspettava che sarebbe stato così diretto. Nella sua mente l’idea che si era fatto non era ancora stata confermata, fino a quel momento. E sentirselo dire davanti a sé fece un effetto strano.
 
Si era avvicinato un po’, con la sua mano accarezzò la guancia di Jungkook asciugandogli le lacrime. Non si era mai reso conto di quanto lo facesse stare bene anche solo con la sua presenza, solo in quel momento, quando quella presenza stava per essere spazzata via, riuscì a capire. Lo guardò per la prima volta con occhi differenti. Ma era davvero la prima volta?
Gli occhi di Yoongi si erano posati sulle sue labbra, non riuscì più a pensare a niente. Solo che in quel momento erano loro due, e nessun altro.
Era ormai talmente vicino che i loro nasi quasi si sfioravano. Jungkook era rimasto fermo, incapace di credere a quello che stava accadendo.
Yoongi posò le sue labbra su quelle di Jungkook debolmente, come se avesse paura del suo stesso gesto. Sentì il corpo di Jungkook irrigidirsi sotto il suo tocco, poi la sua mano poggiarsi sulla spalla.
Sentì che lo stava spingendo via, lo respingeva. Yoongi per la sorpresa e anche per la forza con cui il più piccolo l’aveva spinto, perse l’equilibrio e cadde con la schiena sul pavimento.
 
“Ma come ti permetti?” Jungkook si era alzato. La sua espressione era cambiata, intravedeva quasi una nota di disgusto nei suoi occhi.
“Pensi che sia divertente prendersi gioco dei miei sentimenti? Credo che ormai tu l’abbia capito che non si tratta di uno scherzo per me, non è mai stato così.
Da quel giorno io ho capito qualcosa di importante. Ho capito che mi piacevi davvero. E per te cos’è stato? Uno stupido gioco. Una costrizione.”
Yoongi si riuscì ad alzare, ora erano l’uno davanti all’altro. Illuminati dalle luci del tramonto.
“Cosa stai dicendo?”
 
“Oh, adesso non fare il finto tonto. Me l’ha detto Mark cosa hai pensato. Io sono e sarò sempre il tuo piccolo fratellino, quel bacio non era vero. Purtroppo i sentimenti possono anche non essere corrisposti, e io sono solo uno stupido che non riesce a lasciarti andare”.
 
“Jungkook io non ho mai detto niente del genere lo giuro. Mark si è inventato tutto. Io non pensavo riuscisse ad arrivare fino a questo punto. Io… Non lo so quel bacio è stato strano. E tutt’ora a volte ci ripenso. Mi è piaciuto, in quel momento mi sembrava come se fosse l’unica cosa giusta, l’unica cosa che mi avrebbe fatto sentire bene. Però quando siamo usciti mi è crollata addosso la realtà: Era un gioco. E mi sono autoconvinto di questo fino a questo momento. Fino a quando non ti ho guardato negli occhi”.
 
“Ormai non c’è più niente da dire, tu stai con una persona che ti ama e io non conto niente”. Jungkook lentamente si stava allontanando da lui, stava tornando verso la porta.
 
“E se io non amassi lui? Io non l’ho mai amato, da subito avevamo chiarito la nostra situazione, solo che adesso le cose per lui sono cambiate e non voglio illuderlo con una finta relazione felice” Yoongi lo seguì prendendolo per un braccio per farlo voltare verso di lui.
Jungkook si scostò bruscamente, e come se non avesse sentito quello che Yoongi gli aveva detto continuò “Non farlo più. Non baciarmi più. Io non ti merito, e tu sei fidanzato. Cerca di non ferire quella persona invece che cercare di salvare me e compatirmi” Spalancò la porta e mise il primo piede sullo scalino, si girò un ultima volta verso Yoongi “Non parlarmi, non guardarmi. Io non esisto”.
 
Se non lo avesse conosciuto bene Yoongi avrebbe pensato che fosse arrabbiato con lui, ma sapeva che non era così. Era ancora arrabbiato con sé stesso e pensava che allontanandosi da lui avrebbe risolto la situazione. Con la frase “Non esisto” non intendeva “Non esisto più per te, cancellami dalla tua vita”, era una vera constatazione. Per Jungkook la sua esistenza era inutile. E Yoongi questo non poteva sopportarlo.
“Fermo!” Urlò mentre si rendeva conto che non poteva chiuderla così. Non poteva lasciarlo andare.
Jungkook alzò la testa fermandosi sulle scale e diede il coraggio a Yoongi di continuare.
“Torniamo a casa, insieme. Gli altri sopravvivranno senza di noi”.
“Non ce n’è bisogno hyung, posso stare da solo. Tu vai, e divertiti” Accennò un sorriso, come se l’ultima mezz’ora non fosse esistita.
“Permettimi almeno di accompagnarti” Jungkook non disse nulla e continuò a scendere le scale, Yoongi capì che aveva acconsentito anche se non lo voleva dire ad alta voce.
 
Dopo aver detto agli altri, che avevano appena finito di prepararsi, che lo avrebbe accompagnato a casa perché non si sentiva bene  si avviarono. Yoongi era più tranquillo nel lasciarlo a casa visto che avevano scoperto che anche Taehyung era tornato perché neanche lui stava molto bene. Stavano camminando l’uno vicino all’altro, senza dire una parola. Ma non c’era tensione, per un attimo sembrò davvero che non fosse successo nulla.
Erano arrivati davanti al portone e Jungkook iniziò a salire le scale, poi si girò verso Yoongi.
“Grazie, per avermi accompagnato… E per tutto” scappò dentro senza aspettare una risposta. Yoongi accettò i suoi ringraziamenti a cuore aperto, se l’aveva ringraziato implicitamente per avergli salvato la vita, voleva dire che già si era pentito, almeno in parte, di quello che stava per fare.
Forse toccare il fondo gli era servito, forse ora poteva cominciare a risalire.
 
Yoongi tornò dagli altri e notò Mark in disparte rispetto al gruppo, il cappuccio gli copriva gli occhi. Provò una fitta di dispiacere, dopotutto ci teneva a lui, anche se non in quel modo.
Era tornato da loro lasciando Jungkook da solo per un motivo. E doveva andare fino in fondo.
 
 
Jungkook salì le scale per arrivare nel loro appartamento. Aveva la sensazione di essersi svegliato da un incubo.
Quando entrò trovo Taehyung avvolto in una coperta sul divano a guardare la tv. “Jungkook che ci fai qui? Non sei andato alla cena con gli altri?”
Lo sguardo di Jungkook si rabbuiò e Taehyung capì che era successo qualcosa da quando l’aveva lasciato da solo con Mark. “Cos’è successo? Cosa ti ha detto quello?”
“Non è lui, almeno non direttamente. Sono io” Si era avvicinato al suo amico lentamente, e quasi come se stesse raccontando di qualcun altro disse “Io, Taehyung io… credo di aver tentato il suicidio”.
 
Dirlo ad alta voce gli fece tornare in mente ogni cosa, ogni sensazione provata. E anche un senso di nausa. Taehyung si era alzato dal divano, ora era davanti a lui. Gli occhi spalancati.
Non sapeva cosa dire, si sarebbe immaginato tutto tranne quello. “Come?”
Continuava a fissarlo, incredulo. Gli occhi che si riempivano di lacrime. Non riusciva a credere a quello che gli aveva appena detto. In un attimo si immaginò come sarebbe stata la sua vita se Jungkook fosse riuscito a farlo, ma non ci riusciva. Ripensò ad ogni cosa fatta insieme a lui, al loro primo incontro, non riusciva a concepire lo stare senza di lui.
Prima di ricevere una risposta dall’amico lo abbracciò, continuando a piangere sempre più forte. Decise che non l’avrebbe più lasciato, non poteva.
Jungkook lo strinse a sé, era molto vicino al ricominciare a piangere ma far vedere a Taehyung che stava piangendo sarebbe stato ancora peggio. Dopo un po’ lo allontanò dolcemente. Deglutì, fece segno a Taehyung di rimettersi a sedere con lui e si decise a rispondere alla domanda “Sono andato sul tetto, ero lì. Ero pronto.”
 
“Cosa- Cosa ti ha fermato?” Con la manica della felpa cercò di asciugarsi le lacrime.
 
“Yoongi. Divertente come alla fine torni sempre allo stesso argomento vero? E’ stato lui a salvarmi, mi ha trovato. Ma in quel momento non avevo niente in testa, solo tanti rimbombi e parole cattive. L’ho accusato per avermi salvato la vita”.
Continuavano a tornargli flash del tetto, e non riuscì più a trattenersi. Scoppiò a piangere. Un pianto disperato, in quel momento si rese conto di tutto, di quello che era realmente successo. “Hyung non volevo, è stato un attimo. Ma quell’attimo è stato sufficiente per farmi andare avanti, quasi fino in fondo. Se non ci fosse stato lui, io avrei fatto lo sbaglio più grande della mia vita”.
 
Abbracciò di nuovo forte Taehyung che a sua volta lo stava tenendo stretto, come se non lo volesse più lasciare “Ci sono io adesso, sfogati con me. Se ti liberi di tutto potrai ricominciare da capo”.
“Come ho potuto solo pensare di lasciarti da solo? Come ho fatto a non pensare a te, a tutti voi? Sono stato egoista” Si asciugò le lacrime sulla felpa di Taehyung “Mi dispiace hyung, mi dispiace tanto”.
 
Taehyung si riprese a fatica dagli avvenimenti accaduti solo in quei dieci minuti, e decise che doveva essere forte, per sorreggere entrambi.
“Dai, spiegami cos’è successo dopo con Yoongi. Poi lasciamoci tutto alle spalle”.
Jungkook gli spiegò per filo e per segno quello che accadde sul tetto, e ad ogni parola si sentiva ancora peggio. E quando raccontò del bacio gli rivennero in mente le sue parole, solo in quel momento riuscì a capire che la sua non era semplice pietà. Era qualcosa che nemmeno lui sapeva ancora cosa fosse.
 
“Non voglio starci male di nuovo, vorrei solo riuscire a gestirla in modo migliore. Perché so che purtroppo non è possibile dimenticare un amore da un giorno all’altro. Vorrei solo non esserne ossessionato, per poter ricominciare. Prima o poi passerà, deve passare”.
“Non pensi che anche lui magari possa aver scoperto qualche tipo di sentimento verso di te?”
“Probabile, ma non è un vero sentimento. E’ dato dalle circostanze. Fatti due calcoli: mi ha baciato solo sotto costrizione e in uno dei miei momenti peggiori. Non è quello che vuole davvero”.
“Questo non puoi deciderlo tu Jungkookie”.
“Non ho speranze, e non voglio averle. Mi va bene così”.
 
Taehyung si alzò di nuovo dal divano tendendo una mano verso Jungkook “Andiamo a dormire, siamo tutt’e due stanchi e domani abbiamo un’esibizione”.
Jungkook stava per andare verso la sua camera ma Taehyung lo fermò. “Non penserai mica di farmi dormire tutto solo? Vieni da me, stiamo insieme”
“Va bene” disse Jungkook trascinando le pantofole sul pavimento, ma in realtà si sentiva sollevato per la proposta.
Entrarono nella loro stanza, c’erano vestiti ovunque. Taehyung li buttò per terra per liberare il letto. Si misero sotto le coperte e nel giro di cinque minuti si addormentarono abbracciati.
 
 
Yoongi e gli altri erano arrivati alla pizzeria, ma in quel momento il cibo era l’ultima cosa a cui stava pensando. Doveva parlare con Mark. Aveva bisogno di chiarire immediatamente quella situazione.
 
Entrarono nel locale e presero posto. Erano tutti contenti di essere finalmente arrivati al fatidico giorno, dopo tutto l’impegno dell’ultimo mese si meritavano una bella ricompensa.
Fu per quel motivo che Yoongi decise di non parlare con Mark subito, decise di far finta di niente per tutta la cena per non creare problemi agli altri. L’avrebbe solo ignorato, anche se si sentiva uno stronzo notando come Mark ogni tanto cercasse il suo sguardo anche solo per una frazione di secondo.
Dopo cena lo avrebbe accompagnato a casa, e avrebbe parlato con lui. Da solo, senza platea.
La cena si rivelò abbastanza tranquilla, gli altri riuscirono a farlo distrarre un po’. Ma arrivò il momento dei saluti e iniziò a sentire un peso nel petto crescere sempre di più. Doveva farcela.
 
“Yoongi hyung andiamo, vieni con noi?” Jimin gli aveva messo un braccio sulle spalle per far sì che lo seguisse, i loro amici si stavano già allontanando dividendosi dal gruppo. Stava per perdere l’unica occasione che aveva.
“No, vi raggiungo dopo. Accompagno Mark a casa” il più piccolo lo guardò storto e poi lo lasciò andare.
“Come vuoi, però sbrigati che fra poco non ne avrà più bisogno. A dopo!” si allontano accelerando il passo per riunirsi con gli altri.
 
Anche lui aumentò il passo per raggiungere Mark che stava per salire in macchina con Jaebum, riuscì ad arrivare appena in tempo. “Mark aspetta!”
Il ragazzo si girò di colpo come se si fosse spaventato. “Cosa c’è?”
“Ti accompagno a casa, ho bisogno di parlarti”.
“D’accordo. – si girò verso il suo compagno – Jaebum vai senza di me, vi raggiungo a casa” Sorrise nervosamente e chiuse la portiera della macchina, che partì.
 
Erano soli, finalmente.
“Allora, dov’è la tua macchina?”
“In realtà sono venuto a piedi, facciamoci una passeggiata” Mark si sorprese ma acconsentì subito.
“Di cosa mi vuoi parlare?” Nonostante il tono freddo che cercava di tenere, Yoongi notò che aveva paura, la voce gli tremava come se stesse per scoppiare a piangere.
“Innanzitutto volevo chiederti scusa per non averti risposto prima, ma ci sono stati vari motivi. E anche abbastanza gravi – non aveva intenzione di dire a Mark quello che era successo, ma come minimo gli doveva delle scuse – Poi volevo risponderti”.
Mark lo stava guardando concentrato in attesa che ricominciasse a parlare.
“Mark, io ti avevo detto fin da subito cosa provavo per te, e cosa fosse la nostra relazione. Però so che non si possono nemmeno negare dei sentimenti, non potevi opprimere quello che provavi per me, e lo capisco.
L’unica cosa che non capisco veramente è il perché hai dovuto inventarti delle cose su di me per ferire Jungkook. Non hai pensato che magari lui stesse passando quello che stai passando tu, o anche peggio?
Ti sei comportato da egoista, ma soprattutto ti sei comportato da fidanzato geloso. E tu sapevi benissimo che non lo eri, e non lo sei mai stato”.
 
Mark ora aveva lo sguardo basso, mentre camminavano. Ascoltava le parole di Yoongi e assimilava, senza dire una parola perché sapeva che il discorso non era ancora finito.
“Io non voglio illuderti, per me il rapporto è rimasto lo stesso, e sarei uno stronzo se continuassi a stare con te solo perché mi sento obbligato. Mi dispiace davvero, non volevo che andasse a finire così. Io sto bene con te, mi diverto, ma purtroppo non nel modo in cui vorresti tu”.
 
Alzò la testa e guardò Yoongi negli occhi, smise di camminare e fece cenno anche all’altro di fermarsi.
 
“Mi dispiace. Mi dispiace davvero per quello che ho detto a Jungkook, spero di non avergli creato molti problemi, non era mia intenzione. Mi sentivo minacciato, e stavo impazzendo.
Yoongi, io lo sapevo, l’ho sempre saputo che non ero ricambiato. Avevo una piccola speranza che stando con me in quel modo ti fossi accorto di provare qualcosa, ma non è successo. E io non posso incolparti per questo, la vita va così. E apprezzo molto di più quello che stai facendo, piuttosto che illudermi continuando a stare con me.
Puoi comportarti come se non fosse mai successo niente, io starò bene. Continueremo a comportarci da amici, anche per il bene dell’amicizia che hanno gli altri”.
 
Yoongi aveva sottovalutato Mark, non avrebbe mai pensato che l’avrebbe presa così bene, così filosoficamente. Era contento di come fosse andata a finire, ed era contento che potessero continuare ad essere amici. Anche se naturalmente niente sarebbe stato come prima.
In silenzio avevano ricominciato a camminare ed erano arrivati davanti casa di Mark. Yoongi riprese a parlare, guardando Mark negli occhi “Mi dispiace Mark, davvero. Spero che i nostri rapporti non si rovineranno dopo tutto questo”.
“Tranquillo, come ti ho detto mi passerà” Rivolse a Yoongi un sorriso triste prima di girarsi per aprire il portone.
Yoongi lo prese per una spalla e lo costrinse a rigirarsi verso di lui, lo abbracciò.
“Ti voglio bene Mark, non scordartelo mai”.
“Anche io, Yoongi. Non potrei”.
Si staccò dal più grande lentamente e senza dire nient’altro entrò nel portone.
 
 
Era fatta. Si sentiva molto più leggero dopo quella conversazione, ora doveva solo prendersi cura di Jungkook.
Decise di prendere un taxi per tornare a casa, era troppo stanco e aveva camminato fin troppo quel giorno. Quando arrivò non trovò nessuno in giro, evidentemente erano già andati tutti a dormire.
Aprì, senza fare rumore, la camera di Jungkook e Namjoon ma dentro c’era solo una persona, e non era Jungkook.
 
Si fece prendere dal panico in un attimo e si catapultò verso la stanza di Taehyung, Hoseok e Jimin. C’erano solo due letti occupati, ma notò anche che nei letti c’erano più di due persone.
Hoseok e Jimin erano sotto le coperte, insieme. Jimin era abbracciato all’altro, sembrava che avesse i tentacoli per quanto si era avvinghiato.
E poi sul letto di Taehyung c’era lui, e Jungkook. Stavano dormendo insieme, nella stessa posizione e quasi respirando allo stesso modo. Sembravano davvero dei gemelli. Yoongi non poté fare a meno di sorridere a quella scena.
 
Si avvicinò a Jungkook e lo guardò dormire, il suo viso era rilassato. Gli accarezzò debolmente la guancia prima di uscire dalla stanza per andare nella sua.
Il suo viso fu l’ultima cosa che rivide nella mente prima di addormentarsi.
 
Un pensiero continuava a sovrastare tutti gli altri.
 
Era bellissimo. 








 
Buonasera :D 
Scusate se ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo ma avendo iniziato le lezioni all'università
è stato un po' un casino.
Spero che per voi sia valsa l'attesa.
Un bacio, Flà <3
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Hobieroller