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Autore: Gabry81    21/10/2016    1 recensioni
Sette capitoli per sette anni.
Sette anni per sette momenti.
Sette momenti mai raccontati.
Sette momenti che parlano di Ginny e di Harry. Di come i sentimenti di Ginny si trasformino nel tempo, senza però cambiare nel profondo. Di come Harry, inconsapevolmente, abbia trasformato poco a poco una semplice cotta nell'amore di una vita.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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< Alla buon ora! Manchiamo solo noi! >

Colin e Dennis Canon la guardarono con uno sguardo di rimprovero. Ginny guardò l'ora. Erano le otto meno dieci! Erano in ritardissimo per la riunione dell'ES!

< Muoviamoci! > Disse brusca, afferrando i due ragazzi e trascinandoli fuori dal buco del ritratto. I tre iniziarono ad attraversare i corridoi per il settimo piano praticamente di corsa.

< Qualcosa non va? > Le chiese Dennis. Ginny lo fulminò con lo sguardo.

< Nulla! Sto benissimo! > Rispose Ginny aggressiva. Il ragazzo trasalì ed abbassò lo sguardo.

< Ginny! > Esclamò Colin, allibito del tono che la ragazza aveva usato con suo fratello.

Ginny si portò le mani alla fronte, massaggiandosi le tempie.

< Scusa Dennis... > Mormorò < Sono di pessimo umore... Ho appena discusso con Demelza e Irine >

Il ragazzino annuì in segno che accettava le scuse.

< Perchè avete discusso? > Chiese Colin. Ginny si prese il tempo necessario per controllare che il corridoio di fronte fosse sicuro per rispondere.

< Sempre per lo stesso motivo... > Borbottò < Demelza vorrebbe entrare nell'Es, ma quando io ho ancora detto di no si è arrabbiata. Dice che io non mi fido di lei e io le ho risposto che è vero, visto che pensava che Harry fosse un pazzo visionario finchè non ha letto quell'intervista sul Cavillo. Se vuole indietro la mia fiducia se la dovrà guadagnare! Invece Irine non la smetteva di dirmi che dovevo fare la pace con Michael e sono esplosa! >

< Fare la pace? Avete litigato ancora? >

< Si! Perchè lui è stufo di nascondersi! Ma non lo capisce che ci sono tre miei fratelli pronti a renderci la vita impossibile se ci vedono assieme? >

< Ma Ginny... Litighi con Michael, litighi con Demelza, litighi con Irine, litighi coi tuoi fratelli, litighi coi serpeverde... Non ti sembra di esagerare? >

Ginny sbuffò. Erano giorni che non faceva altro che litigare con tutti. Aveva discusso con Ron giusto due giorni prima, quando aveva sentito per caso un discorso che suo fratello faceva su Michael. Solo l'intervento di Hermione aveva impedito ai due di urlarsi contro. Ma da allora si ignoravano freddamente. Aveva litigato con Michael perchè non accettava le sue ragioni riguardo al nascondersi dai suoi fratelli. Aveva litigato con Irine perchè aveva litigato con Michael.

In una condizione come questa Ginny sarebbe corsa da Demelza per parlare. Ma i rapporti tra lei e l'amica erano piuttosto tesi. Lei voleva entrare nell'Es, e Ginny in fondo avrebbe davvero voluto farla entrare. Ma il suo orgoglio le impediva di cancellare così facilmente i lunghi mesi in cui lei aveva creduto alla gazzetta del profeta, dando di conseguenza dei pazzi a tutti loro. Però la sua amica le mancava.

< E' solo un brutto periodo Colin... La squadra di Quidditch sta andando malissimo. Ron è nervoso per quello e fa ancora più il fratello geloso ed immaturo. Ma è solo normale amministrazione tra di noi. E i serpeverde non contano! Ci ho sempre litigato con quei vermicoli! E con Michael... E' complicato... > Disse evasiva. Non le andava di parlare della sua vita sentimentale.

< Va bene... Ma perchè rifiuti di far entrare Demelza? Se adesso crede davvero ad Harry non tornerà indietro. La conosci! Non cambia idea facilmente! > Disse Colin con ovvietà.

Ginny non rispose. Colin aveva ragione. Demelza non cambiava idea facilmente.

< Tu non vuoi che lei entri nel nostro gruppo? > Chiese Dennis guardingo, temendo una seconda sfuriata.

< Io vorrei... Ma non mi sembra giusto perdonarla così facilmente. Non mi sembra corretto nei confronti di tutti > Rispose Ginny < Che cosa direbbe Harry se mi presentassi con una persona che fino ad un mese fa lo riteneva un pazzo egocentrico? >

< Potresti sempre... Chiederglielo... Se a lui sta bene > Provò Colin.

Ginny rimase spiazzata. Era una soluzione talmente banale che si diede della stupida per non averla pensata. Alla fine era l'opinione di Harry che contava. Se lui si rifiutava, il problema non si poneva. Se lui accettava invece, non aveva più motivi per rifiutare Demelza. Lei avrebbe messo da parte il suo orgoglio immediatamente, pur di riavere indietro la sua amica, a patto di ricevere da lei le sue scuse. Scuse che, a dir la verità, Demelza le aveva già fatto, e più volte.

< Magari posso provare a parlargli... > Concesse Ginny. Colin annuì deciso.

I tre erano intanto arrivati finalmente al settimo piano. Dennis saltellò impaziente davanti alla parete spoglia, facendo comparire l'entrata della camera. Ginny aprì la porta ed entrò assieme ai due ragazzi.

Il resto dell'Es era al centro della solita, ampia sala di allenamento. Stavano chiaccherando allegramente, in attesa che iniziasse la lezione. Ginny si diresse verso la colonna di cuscini per prenderne uno su cui sedersi. Notò con disappunto che ne erano rimasti solo tre. Erano gli ultimi.

Ne prese uno e si diresse verso il gruppo, con i due fratelli alle calcagna. Diverse teste e mani le fecero cenni di saluto, a cui rispose educatamente.

Individuò Michael. Era seduto al centro del gruppo, assieme a Terry ed Anthony. Non dava segno di averla vista, nonostante fosse girato proprio verso la porta. Evidentemente voleva ignorarla ancora, e Ginny non aveva alcuna intenzione di salutarlo se si ostinava a trattarla così.

Passò davanti ai tre senza degnarli di uno sguardo e si diresse verso una posizione più avanzata. Aveva individuato Ron, Hermione e Neville. Facendo slalom tra i vari compagni seduti per terra, si diresse verso di loro.

< Non so se ti interessa, ma Michael si è voltato a guardarti offeso perchè non l'hai salutato > Le sussurrò Colin all'orecchio.

< Non mi importa > Disse indifferente.

Pluffa dritta nell'anello centrale! Dieci a zero per Ginny!

Questi furono più o meno i suoi pensieri...

< Ciao Ron! Hermione! Neville! > Salutò lei, calcando molto il nome di quest'ultimo. Sapeva che Michael era geloso del ragazzo, perchè l'aveva invitata al ballo del ceppo l'anno prima. I continui discorsi della ragazza sul fatto che fossero usciti solo come amici non erano serviti a nulla. E nemmeno quelli secondo cui lei ora non provava nulla per Harry erano valsi a qualcosa. Il suo ragazzo sapeva della sua pluriennale cotta per Harry, e ciò lo rendeva ancora più geloso di lui di quanto non lo fosse di Neville.

Ginny lanciò uno sguardo al ragazzo dai capelli arruffati che tanto a lungo aveva abitato i suoi sogni. In fondo, un po' di ragione Michael ce l'aveva. Harry a Ginny piaceva ancora. Però non gli correva più dietro e si era messa definitivamente l'anima in pace a riguardo. Anche se sentiva che qualcosa tra loro era cambiato. Il loro rapporto era più stretto e avevano parlato assieme più volte da natale di quanto avessero fatto nei tre anni precedenti. La guardava anche con occhi diversi. Forse aveva smesso definitivamente di considerarla alla stregua della carta da parati della sala comune. E questo a Ginny non poteva che fare molto piacere.

Ginny si sedette accanto a Neville, e proprio in prima fila. Sapeva che avrebbe fatto schiumare Michael di rabbia, vedendola così vicina proprio ai due ragazzi di cui lui era geloso. E se ne compiacque molto. Pensò che probabilmente il suo era un comportamento infantile, ma non le importava poi così tanto.

< Ciao Ginny. Come ti va la vita? > Chiese Neville. Ginny fece spallucce.

< Solito. Mi sembra di navigare nel letame di drago... >

Guardando Hermione chiese < Che cosa facciamo oggi? Non ancora incantesimi diversivi spero. Sarebbe la quarta lezione >

< Non saperei... Harry non ce l'ha detto > Rispose la ragazza.

Hermione che non sapeva cosa avrebbero fatto a lezione con Harry? Quella si che era una cosa insolita. Ginny guardò il ragazzo, vedendo che stava parlando con Dean. Harry aveva le braccia incrociate e fissava il compagno con un cipiglio serio.

< Dean vorrebbe che Seamus si unisse a noi... > Fece Neville, vedendo l'espressione interrogativa di Ginny < Non si è unito a noi prima perchè non credeva ad Harry, ma ora ha cambiato idea >

< Harry non lo vorrà! > Borbottò Ron.

< Perchè non dovrebbe? Gli ha chiesto scusa. Ed è pure un suo compagno! > Lo riprese Hermione.

< Tu non hai sentito cosa diceva di lui! Non lo perdonerà così facilmente! >

Il battibecco venne interrotto dall'arrivo di Dean, che li raggiunse sorridendo felice.

< Ha accettato! > Esclamò su di giri < Ha detto che posso spiegargli tutto e farlo venire con noi già dalla prossima volta! >

< E' fantastico! > Fece Neville. Hermione scoccò uno sguardo a Ron come per dire “Visto?”. Ron dal canto suo borbottò qualcosa di incomprensibile, diventando rosso in zona orecchie.

Ginny invece decise che a fine lezione avrebbe parlato ad Harry di Demelza. Sperò che anche lei sarebbe risultata convincente come Dean.

< Visto che siamo arrivati tutti, possiamo iniziare! > Disse Harry, a voce alta per superare il chiacchericcio generale. Tutti si zittirono e rivolsero al ragazzo la loro attenzione.

< Cosa facciamo oggi Harry? > Chiese la voce eccitata di Cho. Ginny si voltò di scatto, scoprendo che la ragazza era seduta vicino a lei. Lo sguardo mieloso con cui guardava Harry la irritò parecchio.

< Si Harry! Cosa facciamo? > Disse George.

< Orsù! Non tenerci sulle spine! > Gli diede man forte Fred.

< Ci insegnerai qualcosa di nuovo? > Chiese Hermione, curiosa.

Harry non rispose. Il suo sguardo vagò per tutta la stanza, osservando con orgoglio il gruppo di difesa. Il suo gruppo di difesa!

A Ginny sembrò che il suo sguardo indugiasse su Cho leggermente più a lungo rispetto agli altri. Alla fine però guardò verso il gruppo di Grifondoro in prima fila. Un sorriso felice comparve sul suo viso mentre alzava la bacchetta.

< Expecto patronum! >

Ginny saltò in piedi, con uno strillo sorpreso ed eccitato. Osservò meravigliata lo splendente cervo argenteo esplodere dalla bacchetta di Harry. Il patronus balzellò tra tutti i ragazzi, che lo guardavano rapiti. Ginny non aveva mai visto nulla di più bello e maestoso.

Il cervo trotterellò tra di loro, tornando poi verso Harry. Si fermò davanti a lui, esattamente in mezzo tra Ginny e Cho. Voltò il muso verso la ragazza dai capelli rossi, guardandola fiero. Ginny rimase ammaliata. Tese una mano incerta, desiderando accarezzarlo. Ma il cervo svanì poco prima che lei potesse sfiorarlo, e la sua mano attraversò solo una leggera nebbia argentata.

< Allora... > Riprese Harry < Chi di voi vuole imparare ad evocare un patronus? >

Un ruggito si levò nella sala. Qualcuno battè addirittura le mani. Ginny si sentì emozionata. Non vedeva l'ora di scoprire che forma aveva il suo.

Tutti si risedettero a terra, guardando Harry con attenzione.

< L'incanto patronus è una magia molto avanzata e complessa > Spiegò Harry, iniziando a passeggiare avanti e indietro, come faceva sempre mentre spiegava < Serve principalmente come difesa contro un dissennatore, ma può essere usata anche per altri scopi. Un patronus è una rappresentazione di tutti i sentimenti di cui si nutrono i dissennatori, però non ha sentimenti tristi, quindi i dissennatori non hanno potere su di lui >

Ginny ascoltava attentamente Harry. Era incredibilmente piacevole sentirlo mentre spiegava le magie che gli insegnava. Pensò che se tutti gli insegnanti fossero stati come lui, probabilmente Ginny avrebbe avuto il massimo dei voti in tutto!

< Un patronus ha una forma caratteristica per ognuno. Ma ottenere un patronus corporeo è veramente difficile! Io ci ho messo sei mesi prima di riuscire ad evocarlo >

Molti ragazzi si guardarono atterriti.

< Non volevo demoralizzarvi! > Disse subito Harry < Solo sappiate che non sarà un problema se non vi riesce immediatamente... Dunque, per poter fare questa magia servono due cose. Prima di tutto la formula. Ve la ricordate? >

E adesso quale formula aveva usato Harry? Ginny non la ricordava. Era troppo impegnata ad ammirare il cervo per ricordarsela.

< Espectio patronum? > Provò. Da quello che riuscì a distinguere dal mormorio che sentiva, tutti avevano detto una versione diversa. E nessuna sembrava quella giusta.

< Ripetete dopo di me > Fece Harry < Expecto... >

< Expecto > Dissero in coro.

< ...Patronum >

< Patronum! >

< Expecto patronum >

< Expecto patronum! > Ripeterono tutti in coro.

< Bene! > Esclamò Harry, soddisfatto < La seconda cosa di cui si ha bisogno è un pensiero felice. La felicità è l'esatto opposto di ciò che i dissennatori provocano alle persone. Ma è proprio questa a sconfiggerli. L'emozione provocata da quel pensiero deve essere forte ed intensa. Solitamente si usano i ricordi, perchè è più facile riconoscere emozioni già provate, ma non è obbligatorio. Adesso direi che potete iniziare a provare! Sparpagliatevi per la stanza e concentratevi su un pensiero felice. Scegliete il più felice che avete! >

Tutti eseguirono immediatamente. Ginny fremeva letteralmente. Non vedeva l'ora di provare.

Si posizionò tra Hermione e Neville. Notò con grande irritazione che Michael si era messo poco lontano da lei in posizione perfetta per osservarla. Si voltò dall'altra parte, decisa a non mostrare al suo ragazzo quanto quella sua mossa le avesse dato fastidio.

Quale era il suo ricordo più felice? Il primo che le venne in mente fu quando aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts. Si concentrò su quel ricordo, chiudendo gli occhi.

< Expecto patronum! >

Aprì gli occhi. Niente. Nemmeno un piccolo insetto argenteo. Ritentò, ma senza risultato.

Dopo qualche minuto si sentì un grido eccitato. Voltandosi, Ginny vide Hermione guardare sorpresa una nuvoletta argentata davanti a se.

< Brava Hermione! Sei sulla strada giusta! > Esclamò Harry < Quello che ha evocato Hermione è un patronus incorporeo. E' più debole rispetto ad uno corporeo, ma è più facile da evocare. Non farà fuggire un dissennatore, ma farà comunque da barriera >

Ginny tornò a concentrarsi. Che ricordo poteva scegliere? Scelse una sua festa di compleanno. Ma anche quella volta dalla sua bacchetta non uscì nemmeno uno sbuffo di fumo.

Dopo venti minuti Ginny era sempre più frustrata. Praticamente tutti erano riusciti ad ottenere un patronus incorporeo. Tutti tranne lei. Pensò che probabilmente non era dell'umore adatto per un pensiero felice.

Guardò Michael davanti a se, scoprendo che la stava fissando ancora. Pensò che era in gran parte colpa sua se stava fallendo così miseramente. Era così nervosa con lui che non riusciva a concentrarsi come voleva. Pensò anche che, se non fosse stata così arrabbiata con lui, il ricordo del loro primo bacio sarebbe stato sicuramente abbastanza felice per ottenere almeno un patronus incorporeo.

Tornò a provare. Chiuse gli occhi per non vedere Michael e concentrarsi meglio. Provò con il ricordo di quando era entrata nella squadra di quidditch di grifondoro. Con quello dei giochi che faceva da bambina con i suoi fratelli. Con quello della prima volta che aveva rubato la scopa di Charlie, volando per il cortile della tana. Ma nessuno di questi funzionò. Gemette frustrata.

< Problemi? >

Ginny aprì gli occhi, notando che Harry era vicino a lei.

< Secondo te? Non riesco nemmeno ad evocare uno spruzzo d'argento! Ti sembra che possa non avere problemi? > Sbottò nervosa.

Harry aggrottò la fronte, sorpreso e sconcertato dal suo tono. Ginny si rese conto di essere stata parecchio maleducata.

< Scusami Harry > Mormorò, con voce più tranquilla e amichevole. Vide Michael fulminare lei ed Harry con lo sguardo. Trattenendosi dallo sbuffare, si voltò verso Harry, dando le spalle al suo ragazzo.

< Non penso di essere dell'umore adatto per un patronus... > Ammise affranta.

< Non lo si è mai... > Mormorò Harry < Dimmi, quale ricordo avevi scelto? >

< La prima volta che ho volato su una scopa >

Harry ridacchiò sorpreso e Ginny lo guardò alzando un sopracciglio.

< Curioso... Anche io avevo scelto quel ricordo al primo tentativo > Raccontò Harry.

< E ha funzionato? >

< Nemmeno un po'! Non si avvicina nemmeno a quello che serve >

< Allora cosa? Io non ho più idee! Cosa hai pensato tu? > Chiese Ginny, interessata.

< La prima volta che ottenni qualcosa che somigliava ad un patronus ho pensato ai miei genitori > Raccontò Harry, con lo sguardo che si perdeva nel vuoto < Non era proprio un ricordo... Era più una fantasia su di loro che mi parlavano quando ero piccolo... >

< Qualcosa che assomigliava? >

< Si... Ho ottenuto solo una specie di nuvola informe. Appena sufficiente a respingere un dissennatore-molliccio >

Ginny deglutì sconcertata. Harry era orfano. Se il pensiero dei suoi genitori assieme a lui era appena sufficiente per ottenere un patronus incorporeo, cosa accidenti serviva per ottenerne uno corporeo?

< La prima volta è sempre più difficile, poi è come se ti abituassi ad usare quella determinata magia > Le disse Harry, forse intuendo i suoi pensieri.

< E tu cosa ha pensato... Quando ci sei riuscito > Specificò Ginny.

Harry diede due rapide occhiate attorno, per controllare che nessuno li stesse ascoltando, e poi si chinò verso Ginny. La ragazza pensò a che faccia doveva avere Michael nel vedere Harry parlarle all'orecchio. Le veniva da ridere solo a pensarci. Pensò anche all'effetto che le avrebbe fatto qualche anno prima averlo così vicino. Probabilmente si sarebbe paralizzata e sarebbe andata a fuoco. Anche se doveva ammettere che percepiva lo stesso qualcosa di fastidiosamente simile a delle farfalle svolazzare in un punto fastidiosamente vicino al suo stomaco. Maledizione Ginny!

< Mi stai ascoltando? >

< Eh? Oh scusami! > Esclamò mortificata. Harry le stava probabilmente rivelando il suo più grande desiderio e lei pensava alla faccia del suo ragazzo.

< Non importa > Rispose Harry. Ginny fu grata di vedere che non sembrava irritato < Stavo dicendo... Quando ci sono riuscito per la prima volta dovevo salvare Tartufo... Speravo di riuscire a farlo riconoscere come innocente, o quanto meno evitargli il bacio del dissennatore. Così avrei avuto mio padrino con me... >

< Oh... > Fu tutto quello che la ragazza riuscì a dire. Questo era necessario? La speranza di riavere indietro una persona che era a tutti gli effetti parte della propria famiglia? Lei poteva avere un pensiero o un desiderio che la rendesse così felice?

Pensò per un istante al ritorno di Percy, con tanto di scuse per essere stato un idiota di proporzioni bibliche. No... Tutto quello che riusciva ad immaginarsi era il suo presunto fratello con addosso dei graziosi orchetti viola... Ecco! Magari il pensiero di lanciare una fattura orcovolante a Percy avrebbe funzionato!

< Pensa al momento più bello della tua vita. Quello in cui sei stata più felice! Oppure il tuo più grande desiderio... Uno dei due funzionerà sicuramente! >

Il suo più grande desiderio? Il momento più bello della sua vita? E quali erano? L'unica cosa che non aveva ancora provato era il suo primo bacio con Michael... Oppure poteva fare un tentativo con la vacanza in Egitto? Si era divertita parecchio. Tutti non facevano altro che farla ridere e coccolarla dopo quello che le era successo.

I ricordi la colpirono senza preavviso, dandole una stretta allo stomaco. Ricordò quel momento, quando si era svegliata nella camera, confusa e spaventata. Poi aveva riconosciuto Harry, accanto a lei, e aveva capito di essere salva.

Delle immagini presero forma nella sua mente. Una piccola, esile figura dai capelli rossi in lacrime mentre un ragazzo dai capelli neri arruffati cercava di consolarla. Vide la stessa ragazza addormentarsi sulla spalla del ragazzo, dimenticando i suoi incubi. La vide arrossire mentre accettava un piccolo libro rosso in dono. Vide i due ragazzi abbracciarsi timidamente.

Ricordò quella sensazione di protezione che le aveva fatto dimenticare gli orribili ricordi di Tom e della camera. E l'emozione che aveva provato quando aveva ricevuto il diario in dono e quando aveva abbracciato Harry.

< Expecto patronum >

Ginny sentì la sua bacchetta vibrare. Un lampo di luce argentata esplose da essa.

Uno splendente cavallo argentato galoppò fiero per tutta la stanza. Tutti i ragazzi presenti voltarono lo sguardo e lo guardarono a bocca spalancata.

< Woah! > Esultò Harry, seguendo con gli occhi il patronus galoppare per la stanza < Fantastico Ginny! Semplicemente fantastico! >

Ginny guardò incredula il cavallo etereo raggiungere l'altro lato della stanza e svanire. Ce l'aveva fatta! Proprio lei era stata la prima di tutti a riuscirci! E il suo patronus era davvero meraviglioso. Provò una gioia e un orgoglio immensi.

Diversi ragazzi e ragazze la circondarono, congratulandosi con lei. Ricevette complimenti e pacche sulle spalle, e lei li ricambiò con un largo sorriso.

< Complimenti Ginny > Disse Harry, avvicinandosi con un sorriso orgoglioso < Ci hai messo circa sei mesi meno di me! Assolutamente fantastico >

< Grazie Harry! > Rispose felice Ginny.

C'erano tanti significati in quel “grazie”. Ginny era grata al ragazzo per averle insegnato a combattere. Per averle dato una possibilità di dimostrare chi era davvero.

Ma gli era grata anche per averla salvata. Lei gli doveva la vita. E, a quanto pareva, era stato lui a donarle il ricordo più bello della sua vita.

< Adesso però mi dici come hai fatto a riuscirci così in fretta! > Esclamò Harry.

< Mi è bastato trovare un ricordo abbastanza felice > Rispose Ginny, con un sorriso < L'hai detto tu! Scegli il tuo ricordo più felice o il tuo più grande desiderio >

< Giusto! Però adesso tutti vogliamo sapere a cosa hai pensato! >

Oh cavolo!
Per la calzamaglia bucata di Merlino!
E adesso cosa gli avrebbe detto? No, non poteva dire la verità! Non poteva dire ad Harry che il suo ricordo più felice era quando lui era passato a trovarla in infermeria dopo averla salvata dalla camera dei segreti. Non ce l'avrebbe fatta in una situazione normale. Era impossibile anche solo pensare di farlo davanti a ventisette persone che la guardavano curiose. Specie se tra quelle ventisette persone c'erano tre suoi fratelli e suo infinitamente geloso ragazzo.

< Se ce lo vuoi dire ovviamente... > Aggiunse Harry quando lei non rispose. Ginny vide che la guardava mortificato. Forse aveva paura di essere stato troppo indiscreto.

< Ma certo che voglio! > Disse subito. Sapeva che non poteva restare in silenzio. Questo non avrebbe fatto altro che procurargli domande insistenti da persone molto meno discrete di Harry.

Lanciò un veloce sguardo a Michael, che la stava guardando con le braccia incrociate, e rispose. Doveva decisamente dire qualcosa che le evitasse scenate di gelosia.

< Ho pensato... Ho immaginato di prendere il boccino nella prossima partita davanti a tutta la scuola e di far vincere a grifondoro la coppa del quidditch > Inventò Ginny, sperando di risultare abbastanza convincente da evitare domande.

< Senza rancore > Aggiunse, guardando il gruppetto di corvonero che la fissava torvo.

< Quidditch > Esclamò Harry con una piccola risata < L'ho sempre detto io che è la soluzione di tutti i problemi... Dai adesso riprendiamo! >

Ginny fu sollevata che praticamente tutti parvero credere alla sua bugia, o comunque non interessarsi troppo al fatto che Ginny non avesse detto la verità.

< Quindi... Il tuo più grande desiderio sarebbe batterci a quidditch? > Sibilò acida la voce di Michael.

Ginny fu costretta a correggersi. Aveva evitato scenate di gelosia, ma purtroppo in suo ragazzo non parve gradire lo stesso la sua risposta.

Voltandosi rassegnata verso Micheal, Ginny si chiese se il patronus oltre che coi dissennatori funzionasse anche con i fidanzati spaccabolidi.

  
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