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Autore: Fin Fish    11/05/2009    3 recensioni
"Kagome, giovane ladra in grado di rubare qualsiasi cosa con riflessi e agilità pari ai demoni. Custode non riconosciuta di un piccolo tempio circondato di leggende. La più spaventosa narra della sfera degli Shikon, un artefatto pericoloso in grado di portare sventura. Si credeva estinto...". Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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AkaTsuki

Fan fiction by Fin Fish

 

 

Ciao a tutti!
Eccomi qui, come sempre, pronto con un nuovo capitolo.
Inizio con lo scusarmi per la sua brevità, non era voluta, ma purtroppo mi sono ritrovata un sacco di cose per le mani.
A fine capitolo troverete un piccolo avviso, assieme alle mie più sentite scuse =).
Vi lascio alla lettura ora.
Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin.

 

23° Capitolo:  La trappola.

 

Ormai erano diversi giorni che il gruppo era in marcia.
L’Hakurei era ancora distante, ma nessuno di loro si era fatto prendere dallo sconforto.
Il mese stava lentamente scivolando via, e presto sarebbe stata nuovamente la notte del Saku.
Inuyasha era irritato dall’idea, dopotutto se era un normale essere umano non avrebbe potuto aiutare i suoi compagni qualora ci fosse stato un attacco.
Kagome, come Inuyasha, si sentiva inquieta.
Avvertiva in lontananza la presenza di uno youkai, ma sembrava stesse soltanto seguendo i loro movimenti.
Inoltre, come se non bastasse, sembrava che la situazione corrente fosse abbastanza tranquilla.
Troppo, in effetti.
Le acque troppo calme non portano mai a nulla di buono, questo aveva imparato in tanti anni di viaggi.
-Kagome-sama-, la chiamò Miroku, riscuotendo la miko dai suoi pensieri.
-Va tutto bene?-, chiese, avvicinandosi alla ragazza.

Kagome scosse il capo, scrollando le spalle.  –Non saprei, ho una strana sensazione che non vuole andarsene-.
-Che tipo di sensazione?-, incalzò Sango, aumentando la stretta sul laccio che sorreggeva Hiraikotsu.
Kagome si portò una mano al petto, chiudendo gli occhi lentamente.
-E’ come se ci osservassero, ma sento anche che questa troppa calma è solo il preludio per qualcosa di più grosso-.
Sia Sango che gli altri parvero riflettere sulle parole di Kagome, mentre l’unico che sembrava non pensarci troppo era Inuyasha.
-Che si faccia avanti!-, sbottò, mentre un sorriso spavaldo compariva sul suo volto.
La mano destra stretta sull’elsa di Tessaiga. –Ci attacchi come e quando preferisce, in questo modo ci risparmierà la fatica di cercarlo-.
-Inuyasha…-.
Kagome sospirò, scuotendo la testa a destra e sinistra.
Però, per quanto esagerate, le parole di Inuyasha riuscirono a infondere coraggio a lei e agli altri.
Dopotutto aveva ragione: se doveva accadere sarebbe accaduta, era inutile fasciarsi la testa prima del tempo.

Proseguì il cammino, cercando di ignorare il più possibile quella sensazione.
Dopo pochi minuti, l’ansia aveva soverchiato la ragione e con una scusa si era allontanata dal gruppo.
Inuyasha avrebbe voluto seguirla, ma sapeva che Kagome non glielo avrebbe mai perdonato.

**

 

Kagura osservò il gruppo proseguire per il percorso previsto.

Sembrava tutto tranquillo, fino a quando non si accorse che mancava un componente; Kagome.

Si guardò intorno, cercando di trovarla ma senza alcun risultato effettivo.

Era impossibile che fosse fuggita al suo sguardo.
Talmente occupata a cercarla, non si accorse di una freccia sacra che partì dalla foresta e colpì la piuma sulla quale viaggiava.
Purificata dalla freccia, la piuma tornò alla sua forma originale costringendo Kagura ad atterrare nella foresta.
Gli alberi erano altissimi.
Alcuni di essi riuscivano a toccare il cielo con i loro rami, sfiorandolo delicatamente e ondeggiando al primo soffio di vento.
Dinnanzi a lei c’era Kagome.
Lo sguardo freddo e impenetrabile, l’arco teso e pronto con una nuova freccia.
Kagura la scrutò con rabbia, mentre il suo corpo cominciava a tremare in modo quasi impercettibile.
-Sei una serva di Naraku, vero?-, domandò fredda, senza allentare minimamente la presa del suo arco.
Kagura non rispose, ma sapeva che non era necessario.
-Prenderò il tuo silenzio come una conferma-, rispose con freddezza, osservando per un lungo istante le iride color sangue di Kagura.
Voleva frugare nel suo animo, soltanto un poco, cercando di capire cosa si agitasse nell’animo di quella yasha.
Le trasmetteva una strana sensazione, ma era qualcosa di indefinito che non riusciva ad inquadrare.
Kagura strinse la presa sul ventaglio, pronta a colpire la miko davanti a lei.
Kagome, accortasi del movimento avventato della yasha, scagliò la freccia che sfiorò le sfiorò il viso per poi conficcarsi contro un albero alle sue spalle.
Kagura sgranò gli occhi per lo stupore, rimanendo immobile, mentre osservava Kagome incoccare la prossima freccia.
-Io non farei movimenti inopportuni-, puntualizzò la miko, tendendo l’arco ancora una volta.
Kagura si concesse un sorriso ironico, felice che non ci fossero i Saimyosho attorno a lei a spiare i suoi movimenti.
-Potrei dire la stessa cosa-, la rimbeccò Kagura, sorridendo tranquillamente.
-Per quale motivo ci seguivi?-, chiese Kagome, continuando a scrutare la sua anima per capire l’origine di quello strano sentimento.
Kagura scrollò le spalle, lasciando libera interpretazione alla miko.
Comprese subito che doveva essere opera di Naraku, ma quella conferma era una cosa necessaria.
-Se sei in grado di avvertire la mia presenza vuol dire che Inuyasha ha sciolto il sigillo, vero?-, domandò Kagura, picchiettando il mento con il ventaglio.
Kagome inarcò un sopracciglio, continuando a fissare la yasha.
-Che vuoi dire?-.
-Semplicemente quello che ho detto. Quel sigillo era la garanzia di Naraku, impediva al tuo sesto senso di percepire la nostra presenza. Ora che è sciolto dovresti riuscire a sentire-, con un movimento rapido e preciso aprì il ventaglio, -la presenza malefica di Naraku in queste zone-.
Un forte vento si alzò da terra, portando con se una gran quantità di terra ma non solo: in quel momento poté sentire con maggiore chiarezza la presenza di Naraku nell’aria.
-Chi sei?-, chiese ancora, allentando di poco la stretta sulla corda dell’arco.
-Kagura, sono la signora del vento-, rispose tranquilla, mentre afferrava di nuovo la sua piuma per poi alzarsi in volo.
Kagome la osservava, ignorando volutamente la sua fuga.
Il vento?
Un sorriso le incurvò le labbra, mentre metteva a posto la freccia e s’incamminò verso i suoi compagni.
Quella sensazione che proveniva da Kagura, quello strano dolore non era altro che il desiderio profondo della libertà.

 

**

 

Kagura osservava il paesaggio circostante, mentre cercava di trattenere i fremiti del suo corpo.
Kagome era straordinaria, proprio come si aspettava da lei.
Quando i suoi occhi si erano incontrati, non era più stata in grado di sciogliersi dalla sua presa.
Un gran calore si era propagato nel suo animo, rasserenando il suo spirito.
Capiva perché Naraku la temeva, ma forse questa sua debolezza poteva rivelarsi vantaggiosa.

**

 

Kagome percorse a gran velocità i sentieri nella foresta, raggiungendo in fretta i suoi compagni che la studiavano con occhiate incredule.
Non parlò del suo incontro con Kagura, preferiva tenere quell’informazione per se.
Dopotutto, da quello che aveva avuto modo di comprendere, Kagura non era intenzionata a nuocere a nessuno di loro. Almeno per quel momento.
Questo la tranquillizzava, ma sentiva che doveva accadere qualcosa.
Si allontanò da Inuyasha, evitando di stargli troppo accanto.

Naraku era sicuramente a conoscenza del suo legame con lui, ma non poteva dargli l’occasione di ferirlo ancora.
Doveva proteggerlo, esattamente come doveva fare con i suoi compagni.
Inuyasha si accorse dell’improvviso distacco di lei, ma decise di non darci troppo peso.
Al momento opportuno avrebbero chiarito ogni questione.
Camminarono tutta la giornata, fino a quando non si trovarono di fronte ad una parete rocciosa particolarmente ripida.
Una piccola caverna, sembrava l’unico passaggio possibile per proseguire la strada.
-Direi di entrare-, esordì Miroku, avvicinandosi alla caverna assieme a Sango.
In quel momento, qualcosa catturò l’attenzione di Inuyasha.
Un odore pungente e sgradevole, molto simile all’olio delle lampade ma ancora più acuto.
-No, fermatevi!-, urlò, ma era oramai troppo tardi.
Nel momento in cui Sango e Miroku entrarono nella caverna, una forte esplosione si propagò nell’aria.
Le rocce franarono in tutte le direzioni, bloccando anche l’ingresso alla caverna dove si trovavano Sango e Miroku.
Kagome e Inuyasha evitarono un gran numero di pietre e detriti vari, ma fortunatamente senza riportare nessun tipo di ferita.
Kagome fu la prima ad avvicinarsi a quello che restava dell’ingresso della caverna, con rabbia prese a cercare fra le crepe.
Sapeva cosa cercare, infatti trovò i resti di un cilindro di fuoco.
Inuyasha le si avvicinò, scrutando curioso quello che restava dell’oggetto tra le mani di Kagome.
-Renkotsu-, sibilò tra i denti, mentre stritolava con la mano i resti dell’esplosivo.
-Deve aver cosparso di polvere da sparo la zona, lanciando poi questo cilindro da una posizione del tutto sicura-.
Si alzò rapida, lasciando l’hanyou interdetto per qualche minuto.
Proseguì diritta per la foresta, cercando di trovare un’altra strada che li avrebbe condotti a nord. Oppure, se fosse stata più fortunata, qualche traccia di Renkotsu.
Era un tipo sveglio, lo conosceva abbastanza da sapere che aveva architettato ogni cosa alla perfezione; persino la sua fuga.
Una rabbia incredibile la invase, lasciando il suo corpo scosso da forti tremori.
Una mano artigliata si posò sulla sua spalla, lasciandola sobbalzare per lo spavento.
Inuyasha si ritrasse un istante, sorpreso della reazione di Kagome.
-Cosa facciamo ora?-, domandò l’hanyou.
Kagome sapeva, anzi, aveva la certezza che se usavano la cicatrice del vento per liberare la parete rocciosa avrebbero creato altri problemi.
Renkotsu non era uno stupido: sicuramente era stato preparato qualcos’altro per loro.
-Dobbiamo proseguire-, mormorò, chinando il capo per non incrociare lo sguardo dell’hanyou.
L’idea di abbandonare Sango e Miroku non le piaceva, ma il piano era chiaro a tutti i membri del gruppo.
-Non abbiamo scelta, dobbiamo andare verso nord. Ci ritroveremo tutti laggiù-, disse, voltando le spalle all’hanyou.
Era rimasto sbigottito dalle sue parole. –Vuoi lasciarli qui?-, domandò incredulo.
Kagome annuì con il capo, cercando di riacquistare forza per fronteggiare l’unica persona che sapeva di metterla in difficoltà.
-Dobbiamo andare-.
Inuyasha, stanco di non capire, afferrò ancora la spalla di lei costringendola a voltarsi per guardarlo diritto negli occhi.
L’espressione era fredda, seria e composta di quando l’aveva conosciuta.
Era una persona che pensava solamente al raggiungimento del suo obbiettivo, non curandosi minimamente degli altri.
-Come puoi dire una cosa del genere? Ti sei forse dimenticata tutto quello che hanno fatto per te?!-, sbottò con rabbia, mentre Kagome sosteneva senza problemi il suo sguardo di fuoco.
-No, però non possiamo rischiare di farci uccidere per salvarli-, replicò con fermezza, lasciando il povero hanyou sempre più perplesso. –In questa battaglia, io per prima avevo compreso che sacrifici del genere erano necessari. Ora, se non ti dispiace, dobbiamo proseguire-.
Inuyasha scosse il capo, allontanandosi di qualche passo dalla miko come se bruciasse.
-Io non ti credevo così-, mormorò sconvolto, mentre Kagome sentiva la sua anima lacerarsi lentamente.
Temeva una reazione del genere, ma non c’era modo di evitare quella situazione.
Kagome strinse i denti, serrando le mani in pugni.
A passi decisi si avvicinò al ragazzo, sfidandolo apertamente con lo sguardo e con un movimento rapido lasciò che la sua mano scivolasse con forza sulla sua guancia.
Non voleva, ma era necessario.
-Smettila di comportarti come un ragazzino!-, sbottò furibonda, mentre tratteneva le lacrime che già bruciavano il suo sguardo.
Inuyasha si toccò la guancia, sentendola pulsare leggermente contro le dita.
Mai nessun essere umano aveva mai osato picchiarlo, nessuno osava tanto e lei, una donna umana, aveva alzato le mani su di lui.
Lo sguardo dell’hanyou si accese di rabbia, mentre osservava la ragazza dinnanzi a lui.
L’odore delle sue lacrime lo colpì, frenando le sue intenzioni bellicose.
Si diede dello stupido mentalmente, mentre osservava Kagome dargli le spalle e allontanarsi da lui.
Non aveva capito niente.
Se li lasciava da soli era solo perché non c’era altro modo, probabilmente altre trappole erano state preparate per loro.
Era stato così cieco, folle e sciocco oltre ogni dire.
Silenzioso si avvicinò alla figura della miko.
Lo sguardo serio, pari a quello di una maschera priva di espressione, era rigato dalle lacrime.
-Non ti preoccupare-, sussurrò, quasi avesse intuito il tormento dell’hanyou. –Ora cerchiamo un’altra strada-.
Inuyasha annuì.
Kagome continuava ad essere un mistero per lui, però in quel momento era certo di aver visto una parte del suo carattere che nascondeva.
Non era fragile come aveva creduto.
In lei c’era di più, molto di più.

 

Bene, anche questo capitolo, per quanto corto, è giunto al suo termine.
Il gruppo ora è separato, ma cosa accadrà da questo momento in poi?.
Okay, vorrei ringraziare di cuore Kaggy95, achaori e Indelebile per il loro sostegno per questa storia. Non credo che sarei arrivata così lontano senza di voi, grazie davvero.
Ora, passiamo alla parte spiacevole, l’avviso citato sopra.
Avviso:
In questi giorni mi sto dedicando ad un progetto grosso, diciamo qualcosa a cui tengo particolarmente.
Sono molto presa da esso.
Quindi, mi duole informarvi che tutte le mie storie subiranno dei grossi ritardi o slittamenti di data.
Non è che non aggiornerò per un po’, semplicemente non potrò più rispettare le solite date <.<
Mi scuso in anticipo, ma purtroppo non sapevo come altro fare.
Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin.

  
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