Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Mei91    22/10/2016    6 recensioni
per la casata reale demoniaca è un giorno di festa. il principe dei demoni Sesshomaru è tornato a casa per succedere al trono al posto del padre concedendo, così, al genitore e alla sua neo consorte Izayoi e il figlio Inuyasha, un pò di meritato riposo, ma per far ciò le leggi obbligano Sesshomaru a prendere moglie demone per poter diventare Re.
La principessa degli umani Rin Setsuna è la figlia del re degli umani Takemaru Setsuna fratello della principessa Izayoi. Rin odia i demoni, ma per liberare l'amata zia è disposta a sacrificare se stessa per recarsi al castello demoniaco e vendicarsi di Inu No Taisho, Sesshomaru e i loro demoni seguaci così da trarre in salvo la propria zia e riportarla a casa.
Riuscirà Rin a sedurre Sesshomaru senza innamorarsi del glaciale principe demoniaco.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

La neve continuava a cadere dal fitto cielo grigio, stesso cielo che univa sia il regno demoniaco che quello umano. Rin uscì in giardino e rabbrividì a causa del pungente gelo che le entrava fin dentro le ossa. Il gelo cristallino si ergeva attorno le mura del palazzo donandogli quasi un’aria di totale immobilità.

In quel momento il proprio castello diede a Rin l’impressione di essere completamente disabitato, non si muoveva una mosca, ma forse era comprensibile data la tarda ora della notte.

Affondando le caviglie nella spessa coltre bianca, Rin si avviò al lago dove quando era piccola passava molte ore in compagnia della sua giovane zia.

Il vento pareva non sapersi decidere, era diviso tra forti raffiche di vento che provenivano da destra per poi essere susseguite da forti raffiche di vento che provenivano da sinistra, sembrava che lo stesso vento avesse intrapreso una specie di lotta e lei si era trovata nel mezzo di queste due correnti ostili, ma non le importava. Rin amava il freddo, amava l’aria ghiacciata che le pungeva la pelle del viso, amava la staticità della neve.

Rin amava, quasi venerava il gelo.

La gente la chiamava Ruby Red perché sapeva essere spietata e sanguinaria, la chiamava Ruby Red perché con la sua bellezza era in grado di sedurre persino un ippopotamo, con la sua intelligenza era in grado di girare ogni situazione a suo giovamento.

Ma Rin amava il freddo, lei si sentiva più come una Lady di Ghiaccio anziché il Ruby Red. Ferma sulla riva del lago studiò attentamente le profonde acque del lago fortemente increspate dal forte vento, ma al contempo pronte anche a ghiacciarsi. Osservò l’oscurità inalando il profumo della neve fresca, poi sorrise.

Se le si chiedeva di chi fosse innamorata, lei di sicuro avrebbe risposto della neve. L’amava con ogni fibra del suo corpo. L’inverno, la neve, il freddo per lei era un dolce balsamo per la sua anima irrequieta, insoddisfatta, e a volte irruenta e incauta.

Sollevando leggermente la lunga veste, Rin immerse i piedi nell’ acqua congelata e chiuse gli occhi sorridendo, rilassandosi e sollevando la testa verso il cielo.

“Oh, zia…dove sei? Mi manchi tanto!” sussurrò Rin.

Rin non sopportava l’idea che la tanto amata zia fosse stata rapita dai demoni né l’idea di quanto la sua povera zia stesse soffrendo in quel momento, come non sopportava nemmeno la proibizione del padre di usare lei come esca per poter trarre in salvo la propria sorella.

Forse l’unica soluzione era fuggire dal castello per dirigersi nelle terre demoniache e salvare la zia da sé, essere quindi l’eroe e la fanciulla indifesa di quella guerra visto e considerato il fatto che il proprio padre non ne voleva sapere di mandarla e mandargliela soprattutto senza scorte.

Rin si lasciò avvolgere da un'altra gelida folata di vento, poi spalancò gli occhi. Per lei era sempre così, il gelo le portava sempre buon consiglio.

“Ma certo!” esclamò Rin alzandosi di scatto tirando fuori i piedi nudi dall’ acqua e dirigendosi verso il proprio castello correndo goffamente a causa della neve alta.

Cinque minuti dopo era già all’ interno del castello diretta agli alloggi dei soldati. Doveva parlare con Sumuro. Forse lui era davvero l’unica persona che avrebbe potuto aiutarla a capire se l’idea che le era appena balenata in mente potesse avere delle fondamenta sicure.

Sperare era comunque difficile, date le circostanze. Non aveva idea di quanto rischiosa poteva essere quell’idea, ma date le circostanze era inevitabile correre qualche rischio. Sua zia per lei era come una madre, quando era piccola l’aveva aiutata spesso a superare determinate situazioni, e ora toccava a lei fare di tutto per salvare la zia dal re dei demoni.

Rin si chiese come avesse vissuto la zia in quei due anni lontana da casa, se i demoni, nonostante tutto, la trattassero con il dovuto rispetto, ma ne dubitava fortemente. I demoni erano creature viscide, ignobili, senza cuore, spietati e assassini.

Per la prima volta Rin ponderò l’idea di entrare negli alloggi dei soldati senza alcuna scorta. Sapeva bene di non poterselo permettere, da quando era cominciata la guerra umani e demoni, i soldati residenti al castello non avevano avuto alcuna compagnia femminile in quegli anni, e quindi lei presentandosi lì in piena notte non avrebbe fatto altro che stimolare la libido e la curiosità delle guardie e dei soldati, ma non poteva fare altrimenti, in ballo c’era la vita della sua amata zia e poi non mancava molto all’alba.

Avrebbe fatto di tutto per strappare dalle grinfie di Inu no Taisho Izayoi.

Prima di giungere negli alloggi dei soldati si fermò un attimo davanti il piccolo tempio e rivolse ai Kami protettori del proprio regno una preghiera d’aiuto. Pregava per se stessa, affinché i Kami le dessero la forza di portare avanti la sua idea. Era spaventata dai suoi stessi pensieri, questo Rin non lo negava, e sperava che i Kami le dessero la forza per superare queste sue paure e aiutarla a salvare la zia.

Molte donne pregavano i Kami affinché si mostrassero clementi e proteggessero la principessa Izayoi dalle ire di Inu no Taisho, lei, invece, preferiva pregare per se stessa, per avere la forza di affrontare quel demone a testa alta, senza paura e con indomito coraggio.

Lentamente Rin si alzò, dato che precedentemente si era messa in ginocchio difronte il piccolo tempio, si sistemò le vesti, poi con passo reale e controllato si diresse da Sumuro.

Davanti la porta, bussò flebilmente, poi l’aprì. Non appena i soldati la videro sgranarono gli occhi per la bellezza della loro principessa, ma fortunatamente non fecero nulla di poco consono, se ne stettero seduti ad osservarla camminare verso il loro capo: Sumuro.

“Principessa Rin!” sussurrò Sumuro. “ Voi? Qui? A che dobbiamo l’onore?” sussurrò ancora Sumuro chinando la testa davanti a lei in segno di supremo rispetto.

“Avrei bisogno di conferire con voi, mio buon capitano!” esclamò docilmente Rin e mettendosi sul viso la faccia della gentilezza fatta a persona, nascondendo dentro di se dubbi e preoccupazioni.

Sumuro si alzò dal proprio letto e le fece segno con la mano di fargli strada. Rin sorrise e annuendo diede le spalle al capo delle guardie per dirigersi verso l’uscita dell’alloggio.

 Fuori dagli alloggi e con Sumuro dietro di lei, Rin si voltò lentamente verso di lui, poi esordì.

“Vi ho sentito dire a mio padre che al momento il castello demoniaco è visibile, che molte demoni affluiscono al castello per corteggiare il principe Sesshomaru?” esclamò Rin sicura di se.

“Si, principessa è così!”

“E se ho ben capito questo è dovuto al fatto che questo fantomatico principe si debba sposare?” chiese gelidamente Rin

“Si, mia signora, ma perché volete sapere ciò!”

“C’è una cosa che non mi torna!  Perché il re dei demoni Inu no Taisho sta abdicando in favore del figlio maggiore?” esclamò fredda Rin. Sumuro deglutì, sapeva bene che non era un bene mentire a un sovrano, e in particolare sapeva bene che non era un bene mentire a Rin.

“Mia signora, purtroppo so solo le voci, ma pare che il re dei demoni abbia avuto un altro figlio…” iniziò Sumuro.

“Bene…se ha avuto un altro figlio tanti auguri, ma ancora non capisco che…”

“Un figlio mezzo sangue Milady, è l’unica umana nelle terre demoniache è…” sospirò con fare titubante, Sumuro.

Rin annaspò e divenne cadaverica.

“Mia zia!”

Sumuro annuì.

“Ma non capisco…non…”

“Un mezzo sangue non è visto di buon occhio da entrambe le fazioni.” Concluse Sumuro prima di dare le spalle a Rin e rientrare nei suoi alloggi.

“Sumuro!” esclamò Rin e il capo dei soldati si fermò prima di entrare e in attesa che Rin parlasse.

 “Voi siete stato alla barriera. Sapete dirmi com’è il confine demoniaco? Ci sono guardie?” chiese Rin preoccupata

“Rin-sama, non penso che voi dovreste interferire con ciò. Sia vostro padre che tutti noi sappiamo che siete un abile guerriera, non per niente il vostro appellativo è Ruby Red, ma questo non è affare da donne. “Esclamò Sumuro prima di entra dentro gli alloggi e sta volta non attendendo proteste da parte di Rin.

Rin si morse le labbra, con quel piccolo dialogo avuto con Sumuro comprese che nella sua idea era completamente da sola e che di conseguenza avrebbe agito da sola.

Con passo controllato si diresse nelle proprie stanze preparando lo stretto necessario per partire, poi andò nelle stanze del padre, che dormiva profondamente e facendo attenzione a non fare il minimo rumore, rubò dal scrigni segreti del padre una boccetta preziosa che anni prima una sacerdotessa di passaggio, Midoriko, aveva dato a suo padre per proteggersi.

Quella boccetta conteneva una speciale essenza, chiamata “spirito” e serviva a dare agli umani una falsa aura demoniaca per poter passare dalle terre dei demoni senza essere attaccati o peggio uccisi. Velocemente Rin la mise nella propria sacca da viaggio, poi prese un pezzetto di papiro e scrisse due righe al padre.

-          Vado a salvare la zia, papà! Non cercarmi. Rin-

 

 

La mattina arrivò presto e Izayoi lentamente aprì gli occhi e gemette di piacere nel notare la calda coda del proprio compagno su di lei come una calda coperta. Inu no Taisho però se ne stava seduto sul letto continuando a dare le spalle alla moglie e sembrava quasi che entrambe le mani fossero occupate.

“Taisho!” sussurrò Izayoi tentando di mettersi seduta e non appena il marito si voltò con il busto verso di lei, Izayoi sussultò e gli occhi le si inumidirono di lacrime.

Taisho sorrise.

“Te che ti preoccupi se ho visto o no nostro figlio, mi sa che ho passato più tempo io con lui che tu, visto che tu hai ben pensato di schiacciare un pisolino per tutta la notte!” esclamò Taisho sorridendo. Izayoi abbassò il viso imbarazzata, poi sussultò. Che diavolo ci faceva con il seno scoperto e al vento. Si voltò verso il marito con sguardo dubbioso e non appena vide il dito artigliato del re dei demoni indicare il figlio Inuyasha tra le proprie braccia, Izayoi ridacchio. Taisho si era già preparato alla sua sfuriata, immaginava già che lei vedendosi nuda, avrebbe attribuito la colpa a lui e alla sua libido, quindi si era premunito con il dito indicando il vero colpevole, e quando lei aveva alzato il viso pronta a parlare, la vista del dito del marito verso Inuyasha tramutò la sfuriata in un risolino.

“Aveva fame! Ho messo Inuyasha sul letto e lui si allungava verso di te, al che te l’ho messo sul petto e lui ha cominciato a mordicchiarti la veste, poi mi sono ricordato di cosa faceva Inukimi con Sesshomaru e ti ho allentato il Kimono, il resto ha fatto tutto Inuyasha. E’ stato lui ad attaccarsi al tuo seno e tu dormivi tutto il tempo come un sasso, poi praticamente si è staccato solo cinque minuti fa ed ha finito con l’addormentarsi tra le mie braccia!” esordì Inu no Taisho in propria difesa.

“Va bene, va bene, basta giustificativi amore mio, ormai mi conosci bene!” esclamò Izayoi.

“Fin troppo!”

“Taisho!” lo richiamò.

Taisho la guardò dubbioso.

“Mi dai Inuyasha di grazia. Tu te lo sei goduto a sufficienza, tocca a me. Molla mio figlio!”

“Donna dittatrice! Prima ti preoccupi se ho visto nostro figlio, e ora me lo vuoi togliere dalle mani?” esclamò Taisho sorridendo. Izayoi sollevò le spalle e poi le riabbassò, come a dire – e allora? Sono fatta così, prima mi preoccupo, poi pretendo! -, infine allungò le braccia verso il marito affinché le dasse il proprio bimbo. Inu no Taisho sorrise porgendo Inuyasha addormentato alla propria moglie che istintivamente lo strinse al petto per poi depositargli un tenero bacio sulla testa e tra le orecchie da cane. Gli occhi di Izayoi si inumidirono nuovamente per l’emozione di stringere tra le braccia il proprio bambino.  Con le manine Inuyasha afferrò I capelli della madre e se le portò alla bocca. Izayoi sorrise e Taisho si stese al fianco della moglie, poi Inuyasha muovendo le manine più energicamente tirò i capelli della madre.

“Facci l’abitudine, è tutta la notte che mi tira i capelli!” sussurrò Taisho depositando un piccolo bacio sulla fronte della moglie.

Izayoi agì d’istinto, con la mano destra tenne Inuyasha stretto al petto, la sinistra corse dietro il collo del proprio marito e lo tirò verso di se unendo le sue labbra a quelle del demone in un bacio dolce e casto.

“Ti amo Taisho e grazie per Inuyasha!” sussurrò Izayoi sulle labbra del marito. Il demone sorrise.

“No, mio raggio di luna, grazie a te. Grazie di esistere!” esclamò Taisho unendo nuovamente le labbra a quelle della moglie, poi Izayoi si staccò da lui e poggiò la testa sulla spalla del compagno e prese a guardare Inuyasha e a giocherellare con un orecchio del proprio bimbo.

“Taisho!” esclamò seria Izayoi.

“Uhm?”

“Perché vuoi abdicare?” esclamò piano.

“Izayoi…”

“Ti prego amore mio, dimmelo!” sussurrò Izayoi continuando a cullare Inuyasha.

Taisho sospirò afflitto, poi indicò Inuyasha.

“E’ un mezzo demone tesoro. Non sarà facile farlo accettare dal mondo demoniaco, e sia tu che lui al momento avete bisogno di protezione, io sarò la vostra protezione e marito e padre, mentre Sesshomaru sarà il re dei demoni. Non posso permettere che rischiate le vostre vite, perché Izayoi Tu, Inuyasha e Sesshomaru siete la mia vita stessa.

“Ma…”

“No, niente ma Izayoi. Ormai ho deciso!” esclamò

“Sesshomaru sarà costretto a prendere moglie Taisho. Lui…” inizio Izayoi.

La porta della stanza da letto si aprì. Un demone alto, possente, elegante fece il suo ingresso. L'udito demoniaco era qualcosa di fenomenale e le preoccupazioni di Izayoi avevano costretto il principe dei demoni a disturbare il padre in un momento intimo con la moglie e il neo cuccuolo

“Non dire stupidaggini donna! Nessuno costringe Sesshomaru a fare qualcosa che non vuole!” esclamò il principe dei demoni.

“Sesshomaru! Bentornato!” esclamò controllato Inu no Taisho.

“Padre!” esclamò freddamente Sesshomaru in segno di saluto per poi annuire.

“Vuoi dire che ti va bene sposare una donna che non ami, Sesshomaru!” esclamò Izayoi in apprensione.

Sesshomaru si avvicinò al letto dove erano sdraiati Inu no Taisho e Izayoi, poi osservò Inuyasha.

“Non vengo meno ai miei doveri Izayoi e mio padre merita un po’ di riposo…con te e…lui!” esclamò controllato, impassibile Sesshomaru.

“Inuyasha!” esclamò il padre e Sesshomaru annuì.

“Ma una moglie! L’amore non è così…”

“L’amore Izayoi? Tsk, non sono interessato all’ amore!” esclamò gelidamente Sesshomaru prima di uscire dalla stanza con passo elegante e raffinato.

“E’ sempre lui! Non cambia mai!” sbuffò Izayoi e Taisho ridacchiò.

“Che ti aspetti da uno la quale idea di divertimento è uguale ad allenamento!” esordì Inu No Taisho baciando la testa della moglie.

“Io non sono d’accordo su questa cosa del matrimonio e dell’abdicare, ma contento tu e tuo figlio…” sbuffò Izayoi

“Guarda che Sesshomaru è anche figlio tuo!”

“No, lui mi odia, non vuole che lo consideri mio figlio!” esclamò Izayoi.

“E questo chi lo ha mai detto? Guarda Izayoi, se Sesshomaru ti odiasse, stanne certa, non ti avrebbe degnato nemmeno di uno sguardo, ne sarebbe venuto a conoscere Inuyasha, ne e soprattutto Izayoi, sarebbe accorso qui così velocemente se non avesse percepito il rischio che hai corso ieri notte partorendo Inuyasha. Anzi per l’appunto se ti azzardi ad alzarti dal letto per tutta la settimana, ti ci lego!”

“Taisho! Ma io sto bene! Ho ventisei anni, sono perfettamente in grado di partorire e riprendermi subito!” esclamò Izayoi risentita coprendo con la coperta Inuyasha steso al suo fianco e che si era mosso leggermente. Izayoi istintivamente gli carezzò la testolina per calmare il figlio.

“Niente storie, Izayoi!”

“Che vuoi dire?”

“Voglio dire, se partorire un umano alla tua età è fattibile ma difficile, partorire un mezzo demone è pericoloso, tesoro, molto più difficile, molto più complicato e non è una questione d’età. Partorire un mezzo demone per un umana, miete più vittime di quanto pensi. Sono dannatamente fortunato ad averti ancora con me Izayoi, mi capisci!” esclamò serio Inu no Taisho. Izayoi annuì piano per poi depositare un tenero bacio sulla guancia del marito.

“Perciò non ti muoverai da questo letto fino a quando non lo dico io!” esclamò Taisho staccandosi di scatto da lei.

“Peggio di mio fratello sei! Uffa!” sbuffò Izayoi lasciandosi scivolare nel morbido letto, portando Inuyasha sul proprio petto.

“Izayoi!” la richiamò gelido.

“Scusa, scusa!” sussurrò Izayoi prima di sbadigliare e addormentarsi nuovamente.

Inu No Taisho si avvicinò al letto e con una mano artigliata carezzò dolcemente una guancia della moglie che ormai si era nuovamente addormentata, poi uscì dalla stanza per raggiungere il figlio Sesshomaru. Da quella mattina molte donne demoni si erano presentate al palazzo. La notizia della successione al Trono di Sesshomaru si era sparsa più velocemente del previsto e molte donne demoni erano ansiose di conoscere il possente e glaciale principe dei demoni.

Taisho aveva conferito con il figlio durante il viaggio e lo aveva messo al corrente delle motivazioni che lo spingevano ad abdicare al trono, ma Sesshomaru aveva capito subito che quell’abdicazione in suo favore non era per fargli un torto. Il possente re dei demoni aveva bisogno dell’aiuto di suo figlio in quel momento delicato della sua vita, con una moglie umana, e un piccolo principe mezzo demone, la sola protezione che avevano dai demoni cattivi che non avevano accettato Izayoi come regina, ne Inuyasha come loro simile, era proprio Inu no Taisho e Sesshomaru ed entrambi non se la sentivano di abbandonarsi in un momento del genere, così Sesshomaru aveva deciso di farsi carico del regno demoniaco per lasciare al padre la protezione dei membri della loro famiglia.

La postilla del matrimonio a lui non intaccava minimamente, l’essere sposato non avrebbe cambiato nulla. Non era interessato a possedere una moglie e di conseguenza non aveva bisogno di alcuno sfogo carnale.

La preoccupazione di Izayoi nei suoi confronti lo aveva colpito, ma ancora non riusciva a capire perché, l’idea che lui si sposasse senza quella parola che gli umani chiamano Amore, la turbasse così profondamente, la innervosisse tanto da spingerla a protestare davanti alle sue scelte o a quelle del padre.

 

Rin osservò davanti a se l’enorme barriera, che divideva il regno demoniaco da quello umano. Prendendo un profondo respiro e nascondendosi dietro un albero innevato, prese dalla sacca la boccetta di spirito e se ne versò qualche goccia addosso, poi con passo lento si diresse di nuovo davanti la barriera. Le guardie demoniache si girarono ad osservare e quando davanti a lei la barriera si aprì, le guardie tornarono a fare la guardia. Pareva che quella barriere si aprisse solo quando davanti a se percepiva un aura demoniaca e dato a quel fatto Rin comprese, che alla cerimonia erano ammesse solo donne demoni.

Doveva stare attenta a non farsi scoprire….

 

To be continued

Eccomi qua con il secondo capito di dominus, ringrazio di cuore tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le seguite e le ricordate e che mi hanno dedicato due minuti del loro tempo per lasciarmi un apprezzatissima recensione. Grazie di cuore e al prossimo aggiornamento che avverrà sempre o di Sabato o Domenica. Un kiss enorme  e alla prossima Mei.

 

 

   
 
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