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Autore: Gaia_dc    23/10/2016    1 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Casa

 
 
 
 “Portami a casa”
 
Casa… Era quella casa di Ziva… Il luogo da cui stava fuggendo, era casa sua. Perché effettivamente, lei non aveva mai avuto un luogo che fosse la sua casa, dove si sentisse al sicuro, protetta, serena. Un luogo dove rifugiarsi, quello non l’aveva mai avuto.
 
Tony lo sapeva, e fu proprio per questo che decise di iniziare a correre con la moto senza sosta finché insieme non avrebbero trovato un luogo dove andare, ma fino a quel momento avrebbe semplicemente corso sulla moto, e la strada sarebbe stata la loro unica meta.
 
Viaggiavano ormai da circa tre quarti d’ora, e nessuno aveva detto nulla. Ziva stringeva forte il petto del ragazzo, come fosse l’unica ancora che avesse che la trattenesse dall’esplodere.
 
“Frena”
Disse ad un tratto la ragazza, e quando si trovarono in prossimità di una zona di sosta, Tony fermò la moto.
 
“Che succede, Occhioni Belli?”
Chiese il ragazzo, scendendo dalla moto e togliendosi il casco, notando gli occhi gonfi e rossi di Ziva.
 
“Voglio guidare”
Rispose secca senza guardarlo in viso.
 
“Ziva… Cos’è successo?”
 
“Niente Tony. Voglio solo guidare.”
Lo supplicò con gli occhi di non fare altre domande.
 
“Ziva lo sai a cosa mi riferisco”
Insistette lui.
 
“Tony… Sali!”
 
Tony si mise davanti alla moto e appoggiò le sue mani su quelle di Ziva che tenevano il manubrio, incatenando gli occhi ai suoi.
 
“Non ce ne andremo finché non mi dici perché siamo qui.”
 
“Spostati, prima che ti passi sopra con la moto!”
Rispose lei, accendendola.
 
“Non lo faresti.”
Disse serio. E quelle parole furono il via di una lunga e cruenta lotta tra sguardi, fin quando lei non cedette e mollò la presa dal veicolo.
 
“Voglio andare via. Non sentire più niente, e non pensare più a niente. Sono stufa di Ari, mia madre, mio padre… Sono stufa di tutto.”
Spiegò voltandosi di lato, cercando di trattenere le lacrime che spingevano per uscire.
 
“Sono stufa delle loro menzogne, dei loro modi subdoli di agire… Voglio solo… Scappare via.”
 
Il ragazzo fece per parlare, ma Ziva riprese.
 
“Voglio scappare con te.”
Si voltò a fissarlo negli occhi.
“Ma se mi ostacoli, correrò da sola. Ora come ora, non mi puoi fermare.”
 
“Ziva…”
 
“Okay… Lo capisco… Vuoi tornare a casa tua… Ma io no. Quindi scusami se sparirò per un po’, ma credimi, non ho altra scelta.”
Chiuse gli occhi, lasciandosi sfuggire una singola lacrima.
 
Quando li riaprì, Tony non era più davanti a lei, e per un solo secondo si sentì persa nel vuoto, finché non avvertì le sue braccia che le cingevano il ventre, la sua testa che si appoggiava sulla sua spalla, e la sua voce che le sussurrava
“Andiamo”.
 
Partirono insieme, veloci come schegge, lasciandosi alle spalle dolori, rancori, tristezze, pensando solo a cosa li circondava: un’immensa distesa di verde, ed in lontananza un bosco che avevano intenzione di raggiungere.
 
Neanche Tony aveva un suo nido. Un luogo dove poter essere se stesso sempre. Ma insieme, ne avevano uno, entrambi sapevano quale fosse, ed era proprio lì che Ziva era diretta.
 
 
 
 
“Beh… Non avremo la tenda come l’ultima volta, ma si sta bene lo stesso…”
Sentenziò Tony.
 
Il lago dove erano stati a Febbraio, insieme con Abby e McGee era ancora più spettacolare in Aprile. Gli alberi del bosco di fronte erano di un verde acceso, l’acqua più cristallina, l’erba morbida, e il silenzio era costantemente interrotto dal cinguettio degli uccelli.
 
Ziva chiuse gli occhi, facendosi carezzare il viso dai raggi del sole primaverile. Le labbra erano incurvate in un sorriso, e Tony non poteva fare altro se non osservarla in tutta la sua bellezza. Fu quando non riuscì più a trattenersi che si mise su di lei, appoggiato sui gomiti, coprendola dal sole, ed iniziò a baciarla.
 
Colta alla sprovvista, la ragazza sorrise, ed iniziò a baciarlo a sua volta. Si fermarono solo un secondo per guardarsi negli occhi, ed una scintilla attraversò i loro sguardi. Ziva gli sfilò la maglietta mentre continuava guardarlo negli occhi, e Tony iniziò a baciarla sul collo, risalendo fino alla bocca, mentre infilava le mani sotto la maglia di Ziva. Non avevano intenzione di andare oltre, ma il semplice contatto con le mani di lui, la fece rabbrividire. Tony se ne accorse e ne approfittò per prenderla in braccio, e portarla in acqua.
 
Ziva lancio un gridolino sorridente, felice, libera dal resto del mondo e dai suoi problemi quotidiani, pensando solo a lei e Tony insieme. Aveva le gambe attorno al busto di Tony, e le mani attorno al suo collo, mentre continuavano a baciarsi, finché Tony la fece scivolare, prendendola come una principessa, con una mano sotto le ginocchia ed una sulla schiena, ed insieme a lei si buttò in acqua, bagnando gli unici vestiti che avevano.
 
Continuarono a giocare nell’acqua come fossero bambini, schizzandosi a vicenda, nuotando, scherzando e ridendo, fino a quando senza neanche rendersene conto, il buio della notte era diventato più intenso. Uscirono dall’acqua, e ancora bagnati si stesero sull’erba, con ancora il sorriso sulle labbra.
 
Si guardarono per qualche secondo, finché Tony non appoggiò un tenero bacio sulla sua fronte.
“Ti amo”
 
“Anche io Tony… Anche io!”
 
Tony continuò a guardarla, e si rese conto, che essendo ancora Aprile, la temperatura era molto bassa di sera, ed entrambi erano bagnati. Ziva aveva dei brividi, e Tony se ne rese subito conto.
 
“Hai freddo Zee?”
 
“Solo un po’”
 
“Togliti la maglietta bagnata”
 
Ziva fece come le fu detto, e tolta la maglietta, Tony la strinse a sé per riscaldarla.
 
“Ho un’idea”
Disse poi, mettendosi in ginocchio e facendo girare Ziva a  pancia in giù.
 
“Ti faccio un massaggio”
 
“Ma tu non hai freddo, Tony, senza maglia?”

“Non quando ci sei tu, mia bella israeliana!”
Rispose malizioso.
 
Ricordando l’effetto che avevano avuto le sue mani sulla pelle di Ziva, iniziò a massaggiarle le spalle, cercando di riscaldarla quanto più possibile. Le massaggiò tutta la schiena, e senza dire nulla le slacciò il reggiseno.
Ziva ebbe un sussulto, e in una frazione di secondo il cuore le balzò in gola, poi comprese che trattandosi di Tony, non poteva avere alcun timore. Il massaggio le piaceva, era rilassante, e le dita callose del ragazzo, unite al palmo liscio le davano una sensazione magnifica.
 
Per Tony la situazione si fece più difficile, perché man mano che massaggiava gli risultava sempre più arduo trattenersi, avvertiva il bisogno di sentire la ragazza che amava in ogni senso. Sapeva che non era il momento, ma era davvero difficile contenersi davanti alla schiena nuda di Ziva che stava massaggiando. Preso da un impulso incontrollato, iniziò a baciarla in mezzo alle fossette di venere, risalendo lentamente su per tutta la spina dorsale. Sentiva la pelle di Ziva reagire ogni volta che la sfiorava, e questo lo fece ammattire ancora di più. Arrivò a baciarla sul collo, e quando si spostò sulla sua mandibola, Ziva si girò di scatto, iniziando a baciarlo con molta passione.
 
Ad un tratto capovolse la situazione, e si mise in ginocchio su Tony, ma il reggiseno slacciato le cadde, facendola rimanere con indosso solo i pantaloni, e per un attimo il cuore le si fermò. Tony la guardò negli occhi.
 
“Non preoccuparti… Non c’è nessuno… Siamo solo io e te”

Ziva ascoltò le sue parole. Era la prima volta che si presentava mezza nuda davanti a qualcuno, men che meno ad un ragazzo… Il cuore batteva velocemente come il motore di una Ferrari che si sta scaldando, e iniziò a far scorrere le sue dita sul petto del ragazzo, avvertendo i muscoli che guizzavano al suo tatto. Non sapeva cosa la spingeva a fare quello che stava facendo e qualcosa le impediva di fermarsi… Non che ne avesse intenzione!
Iniziò a baciarlo a livello dello sterno, mentre con le mani premeva sul suo addome. Risalì fino alla gola, e alla mandibola. Si fermò per un secondo, osservando Tony che la guardava ammaliato. Sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, ed il ragazzo la baciò teneramente, mentre le mani di Ziva gli cingevano il collo.
Pian piano il bacio diventava sempre più profondo, finche Tony preso da un impulso irrefrenabile, si alzò di scatto a sedere, continuando a baciare la ragazza, che provava una sensazione diversa da tutte le altre volte.
 
Tony fece scorrere le mani sul ventre e sulla schiena di Ziva, mentre continuava a baciarla, finché non si allontanò dalle sue labbra per guardarla negli occhi che lo pregavano di non fermarsi.
 
“Fermami se pensi sia troppo, okay?”
Le disse cercando di essere quanto più tenero possibile e di infonderle tutto l’amore che provava per lei.
 
Per tutta risposta, lei ritornò a baciarlo, ma lui si allontanò per guardarla negli occhi.
“Rispondimi, Ziva… Lo vuoi?”
 
“Non voglio arrivare fino in fondo, ma non voglio fermarmi ora”

Tony sorrise non riuscendo a smettere di pensare a quanto tenera fosse anche mezza nuda, oltre che dannatamente sexy, e tornò a baciarla.
 
Un po’ incerto fece scorrere le mani sul petto di Ziva, arrivando a sfiorare i seni. Ziva ebbe un sussulto, ma al contempo divenne tutta un fuoco quando lui iniziò a massaggiarli. Lentamente, la fece stendere sotto di sé continuando a far vagare le mani sul suo corpo mentre quelle di Ziva gli graffiavano la schiena.
 
Pian piano la baciò sul collo, poi sulla clavicola, sul petto, sul seno, ed infine arrivo al capezzolo, già rigido. Tony continuava a pensare a come il corpo di Ziva reagisse così istantaneamente al suo tocco, e a come d’ora in poi non avrebbe più potuto fare a meno di questa sensazione. Baciandole la parte più sensibile del seno, notò che alla ragazza vennero i brividi, e sorridendo, continuò la sua discesa, baciandola sullo stomaco, per poi arrivare alla parte più bassa del ventre.
Ora arrivava la parte più difficile: fermarsi. Sapeva che non doveva andare oltre, ma non sapeva come fare a placare i suoi desideri che in quel momento chiedevano tutto eccetto fermarsi.
Sentiva il respiro di Ziva diventare irregolare, notando che l’addome si contraeva e rilassava sempre più velocemente. Questo non fece altro che peggiorare la situazione, e senza pensare le mise le mani alle estremità dei pantaloni. Aveva bisogno di potersi sentire quanto più vicino possibile a Ziva.
 
Ziva continuava a ripetersi che Tony non le avrebbe mai fatto del male, ma quando sentì le sue mani sull’elastico dei pantaloni, inevitabilmente  le immagini del passato le annebbiarono la mente, e senza pensarci, si alzò immediatamente, tirandosi le ginocchia al petto urlando
“No, Tony!”
 
Tony si alzò immediatamente, inorridito dal suo stesso comportamento, non riuscendo a capire come avesse mai potuto fare una cosa del genere.
 
“Ziva… Mi dispiace… Non so cosa…”
 
Ziva alzò lo sguardo su di lui, con gli occhi lucidi, facendo così sentire il ragazzo ancora peggio.
 
“Scusami Tony… Io… Non volevo… È solo che ho pensato a…”
 
“No Ziva!”
Le si avvicinò subito.
“È stata colpa mia… Non avrei dovuto… Mi dispiace non volevo farti star male”
 
“Lo so…”
Gli rispose sinceramente.
 
Tony la guardò con gli occhi colmi d’amore, le cinse le spalle con un braccio e le diede un bacio sulla tempia.
 
“È tutto okay… Nessuno ti farà più del male! Nessuno di loro, te lo prometto!”
 
“Okay…”
Sussurrò la ragazza appoggiando la testa sulla spalla di Tony, mentre l’alba stava ormai sorgendo.
 
 
 
 
 
Ziva prese il cellulare: 7 chiamate perse da Abby, 5 da McGee… Lo stesso fece Tony: 9 chiamate perse da Senior, 5 da McGee e 7 da Abby… Decisamente erano tutti in pensiero per loro!
 
“Forse dovremmo tornare… È già mattina…”
Sussurrò Tony.
 
“Okay… Ma guido io!”
 
“Come desidera, mia signora!”
 
 
 
 
Erano circa 8 di mattina quando i due arrivarono nel viale della casa di Ziva. Stavano avanzando più lentamente prima di scendere e rientrare in casa, quando qualcosa li spinse indietro, facendoli volare l’uno sull’altro. Ziva atterrò su Tony diversi metri dietro, e questi appena riaprì gli occhi si accorse che la moto stava cadendo proprio su di loro. Prese Ziva e rotolando cercò di allontanarsi il più possibile, ma la moto atterrò sulla sua mano.
 
“Tony!”
Gridò Ziva ancora confusa da quello che era successo.
 
“Non… Non ti preoccupare Ziva… Sto… Sto bene!”
Disse a denti stretti, mentre la mano era ancora incastrata sotto la moto.
 
“Oddio Tony!”
Ziva si alzò in piedi, cercando e cercò il suo telefono nella tasca per chiamare il 911, ma era andato in frantumi durante la caduta.
 
Tornò su Tony, cercando di restare calma, e di capire cosa stesse succedendo.
“Ascolta Tony… Non posso alzare la moto, perché è questa che ti tiene una probabile e
emorragia sotto controllo… Aspettiamo che arrivi qualcuno, okay?”
 
“O… Okay…”
Tony gemette, e Ziva ebbe un flash della bomba che era esplosa in Israele. Ari era rimasto incastrato sotto l’auto, proprio come lo era Tony adesso.
 
“Andrà tutto bene…”
Disse Ziva più a se stessa che a Tony.
 
“Z… Ziva… Sanguini…”
Le disse Tony, portandole l’altra mano al viso.
 
“Non è niente… È tutto okay… Vado a vedere cos’è successo…”
Rispose la ragazza alzandosi e dirigendosi verso casa sua.
 
Casa… Una casa non l’aveva mai avuta, vero… Ma aveva un posto dove poter dormire tutte le notti, un tetto, una stanza… Quando però si avvicinò, non c’era più nulla… Una bomba era esplosa, distruggendo quel luogo che lei chiamava casa.
 
Ziva ebbe un sussulto… Non erano nemmeno le 8 del mattino… E se qualcuno fosse stato in casa? No… Non poteva essere successo ancora. Lentamente entrò in quello che una volta era un cancello, e poi nel portone ormai caduto… Quando trovò 2 corpi per terra del tutto bruciati dei quali restavano solo le ceneri.
 
“Ima! Ari!”
Urlò, mentre le lacrime avevano iniziato a  scendere senza che lei se ne rendesse conto, e piegandosi su di loro.
 
“Ima… Non lasciarmi… Ima…”
Continuava ad urlare, eppure sapeva che non le avrebbe mai più risposto, dal momento che stava parlando semplicemente con un ammasso di cenere nel quale si intravedevano solo alcune parti del corpo.
 
Corse allora da Ari, che era pressoché nelle stesse condizioni.
“Ari… Ari ti prego svegliati… Ari…Ari!”
 
Ziva sentì il suo mondo frantumarsi in un secondo, e quello che la faceva stare peggio era che l’ultimo ricordo che avesse su di loro era un litigio, aveva detto loro che li odiava, ed era andata via… Ma non avrebbe mai immaginato che quella fosse stata l’ultima vota che li avrebbe visti. Era seduta in ginocchio, quando una mano si appoggio sulla sua spalla.
 
“Tony!”
 
“Sto bene… Tu come stai?”
 
“Tony la tua mano!”
 
“Ho fermato il sangue con la giacca… Finché non arriverà qualcuno… Ziva che è successo?”
Ziva tornò a guardare il fratello e la madre, e si sedette per terra, coprendosi il viso con le mani piene di cenere, terra e polvere.
 
“Sono… Sono morti… Tutti!”
Disse in un sussurro. Non poteva crederci, e nemmeno Tony. Le aveva detto che non avrebbero più potuto farle male e poche ore dopo, le avevano distrutto tutto: La casa, i suoi cari, sua madre, suo fratello… Le persone a cui teneva di più!
 
Ad un tratto però, mentre entrambi pensavano alla stessa cosa… Ziva ebbe un sussulto. Spalancò gli occhi, ed iniziò a fare respiri sempre più corti e veloci. Si dimenò per terra per guardarsi intorno, poi terrorizzata guardò Tony negli occhi che non capiva.
 
“Tony… Tony…”
Continuava a ripetere sempre più velocemente, e con una voce rotta dal pianto…
 
Si alzò di scatto e si mise a correre verso quelle che erano le scale, per poi fermarsi di colpo.
 
“Ziva che succede?”
La raggiunse immediatamente Tony, trovandola ferma ad osservare un altro cumulo di cenere ma più piccolo.
 
“Tali…”
Sussurrò la ragazza, e Tony spalancò gli occhi. Non poteva essere vero… Tali non poteva essere… No! Lui stesso si rifiutava di crederlo.
 
“Tali…”
Continuò a dire Ziva con un tono sempre più alto. Tony si sedette in ginocchio accanto a lei, anche lui con gli occhi lucidi.
 
“TALI!”
Urlò la ragazza…
“Tali ti prego… Tali! Tali torna con me… TALIIIII!”
Ziva urlava a squarciagola, e le lacrime iniziarono a rigarle le lacrime come non era mai successo prima.
 
“Tali per favore… Tali…”
Piangeva, mentre si stringeva al petto di Tony.
 
Il ragazzo non poteva immaginare il dolore che stesse provando la ragazza, ma sapeva che non era il caso di rimanere lì più a lungo, perché aveva paura che qualcosa potesse ancora esplodere.
 
“Ziva dobbiamo andare…”
Disse ad un tratto, cercando di tirarla su.
 
“No! Tali… Tali, NO!”
Continuava a urlare.
 
“Ziva non possiamo restare qui! È pericoloso!”
 
“No! Voglio stare con Tali! Lasciami stare!”
Gli urlò contro, cercando di colpirlo con dei pugni, ma lui le prese le mani e la fermò.
 
“Ziva… Ascolta… Andiamo… Ci pensiamo dopo.”
La supplicò, ma lei non aveva alcuna intenzione di stare ad ascoltarlo.
 
Tony allora, non sapendo che altro fare, iniziò a correre verso casa sua. Sentiva ogni sua ferita bruciare, ma non gliene importava! La cosa peggiore che potesse capitare, era accaduta a Ziva… Per la seconda volta!
 
Arrivato sotto casa citofonò più volte il campanello.
“Junior ma si può sapere che cosa è successo?”
Chiese il padre quando Tony entrò in casa.
 
“Junior ho provato a chiamar… Junior!”
Restò sbigottito quando lo vide pieno di sangue, e terrorizzato.
 
“Papà, casa di Ziva è esplosa! Sono morti tutti tranne lei! Ma lei non vuole allontanarsi dal cadavere di sua sorella! Non so cosa fare… Aiutami!”
Era davvero la prima volta dopo tantissimo tempo che Tony chiedeva aiuto a suo padre, ma non era certo questa l’occasione in cui Senior sperava sarebbe accaduto.
 
“Va’ da lei, io chiamo Abby e McGee”
Continuò Tony mentre senior era sotto shock.
 
 
 
 
“Tim!”
 
“Tony! Ma che fine avete fatto tu e Ziva?! Ieri sera volevamo chiamarvi ma non avete risposto, e Senior era preoccupato perché non eravate nemmeno a casa!”
 
“Tim non c’è tempo per spiegare! Tu ed Abby venite a casa di Ziva!”
 
“Che è successo?!”
 
“Ho paura che la cellula di Avraham l’abbia trovata.”









NOTA DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! Sono ancora qua! Allora prima di commentare vorrei dirvi di ringraziare alcune delle mie amiche, quali Francesca (Francy_Ncis su EFP), Emma, Valeria, Chiara, e Gaia per avermi letteralmente costretto a pubblicare questo capitolo il prima possibile. Ho deciso di fare capitoli più brevi del solito perché con la scuola ho davvero pochissimo tempo e non so mai quando posso pubblicare... Perciç li faccio più  brevi e provo a pubblicare più velocemente. Comunque... Passiamo al capitolo... EH.. EHEH... Non uccidetemi... Lo so... Prima Ariel (Se non sapete chi sia, andate a leggere la mia ff My reason to go on) e ora Tali... Ma ormai dovreste conoscermi... Quando finalemnte le cose sembrano prendere un verso giusto... Accade qualcosa di orrendo... Però spero di aver ricompensato il vostro dolore con la scena al lago (Fortemente richiesta... Anche se, per il resto dovrete aspetare!)... Beh... Ora tonro a studiare e...
Baci,
Gaia

 
   
 
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